I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

Oko allora si avvicinò agli alberi ed Elv fece un passo indietro, per poi voltarsi ed accendersi una sigaretta.
"Gwen..." disse Oko arrivando dalla sua amica, ma senza accorgersi di Elv, ormai confuso nel buio fra gli alberi "... che fai qui? Chiamavi i tuoi? Ho sonno... torniamo in camera?"

[Lady Gwen]

Oko, non contenta, ci raggiunse ed Elv si allontanò, accendendosi una sigaretta mentre ormai si distingueva poco o nulla dagli alberi.
"Sì..." risposi, appena confusa, ma poi annuii.
"Sì... Andiamo...." le dissi, poi rivolsi una veloce occhiata in direzione di Elv, sapendo dove guardare, prima di seguirla.
Quelle sensazioni erano più vive che mai su di me e dentro di me, come quel piacevole calore che mi avvolgeva e che nemmeno il fresco della notte riusciva a stemperare.
Avrei certamente faticato a prendere sonno, troppo impegnata a pensare a quanto fossi andata vicina all'ottenimento di ciò che bramavo con tutta me stessa.

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[Guisgard]

Alla fine Gwen ed Oko lasciarono il giardinetto e poi il ristorante, avviandosi verso l'albergo.
Salirono in camera loro ed Oko poco dopo crollò sul letto, addormentandosi.
Era ormai passata la Mezzanotte ed uno dei lampioni giù in strada, nella viuzza che portava verso gli scavi, si era fulminato.
Una fitta penombra allora si estendeva in quel punto, con la sagoma dei tumuli di scavo appena percipibili nel buio.
Poi, all'improvviso, Gwen sentì qualcosa.
Dei sonaglini che tintinnavano ed una stranissima musica che provenivano dal corridoio.
Una musica che aveva un che di inquietante.

[Lady Gwen]

Appena arrivate in camera, Oko crollò praticamente all'istante, mentre io rimasi lì, a fissare il soffitto nella fitta penombra e a maledire qualsiasi cosa esistente, per non essere ancora lì con Elv, in quel giardino.
Mi sembrava di sentire ancora il suo profumo, le sue dita intrecciate nei miei capelli, il suo sguardo nero fisso su di me...
Sbuffai scuotendo la testa e passando con stizza le mani fra i capelli sparsi sul cuscino, sicura che mi ci sarebbe voluto chissà quanto per provare a dormire.
Ad un tratto, sentii uno strano suono, come un sonaglio che seguiva una strana musica.
Fui incerta se andare o meno a controllare, nel corridoio.
Beh, dal momento che non riuscivo a dormire, tanto valeva fare qualcos'altro...
Così, mi alzai ed uscii dalla camera, guardando da una parte e dall'altra.

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[Guisgard]

Gwen attirata da quella stranissima musica, anche vagamente inquietant, aprì la porta della camera e guardò nel corridoio.
Si accorse allora che c'era qualcosa.
Sembrava un giocattolo, a forma di scimmia che batteva i piattie suonava come un carillon.

[Lady Gwen]

Nel lungo corridoio buio e vuoto, quella musica assumeva dei toni parecchio inquietanti, specie perchè continuavo a non capire cosa fosse.
Poi, avanzando ancora nella penombra, scossi la testa vedendo che si trattava di una di quelle scimmiette che suonavano i piatti, a mo' di carillon.
Una cosa meno inquietante?
No?
Sbuffai per tornare in camera, visto che avevo scoperto la fonte di quello strano suono.

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[Guisgard]

Quella scimmietta continuava a battere i suoi piatti, mentre la musica si ripeteva come una nenia ed aveva un che di inquietante.
Come se fosse cantata da tanti bambini.
Un che di sinistro sembrava aleggiare quella sera.
Gwen allora tornò in camera.
Quando si chiuse la porta della stanza la musica cessò.

[Lady Gwen]

La nenia riecheggiava ancora nel corridoio ed era davvero davvero inquietante, fa morire.
Stranamente, però, quando entrai in camera e chiusi la porta quei suoni cessarono.
Beh, meglio così.
Mi misi dunque a letto e sperai di poter dormire.

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[Guisgard]

Gwen alla fine si coricò e cercò di dormire.
Tuttavia il sonno tardò ad arrivare.
Verso metà della notte si addormentò.
Probabilmente sognò, forse sogni inquietanti, con l'impressione che tornasse a farsi sentire quella musica misteriosa suonata dal bambolotto scimmia.
Al mattino Gwen fu svegliata da Oko che si vestiva mentre canticchiava.

[Lady Gwen]

Solo molto tempo dopo riuscii a prendere sonno ed i miei sogni furono confusi, anche quelli parecchio inquietanti, benché non li ricordassi completamente.
Mi svegliai con Oko che canticchiava mentre si vestiva.
"Qualcuno è di buon umore, stamattina..." dissi, sorniona e ancora un po' addormentata.

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