29-05-2015, 20.50.37 | #781 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Madama, ascoltate...” disse Pepino ad Altea “... forse voi non avete capito... ma qui così è per ogni donna. Il padrone è libero e fa ciò che vuole... a volte va via per settimane... le donne che lo frequentano lo sanno bene e a chi questo non va, lui non impiega molto a darle il benservito... e lo stesso farà con voi se continuerete a comportarvi così... lui non si lega con nessuna e non lo farà neanche con voi... dunque, vi parlo col cuore in mano, se voi qui credete di poter occupare un qualunque ruolo nel suo cuore, allora vi sbagliate e vi consiglio di andarvene... lui non ha obblighi con voi e può benissimo decidere anche di tornare fra un anno. Io lo so e ho accettato di vivere con lui e con le sue abitudini. Dunque vi ripeto, se voi volete restare sappiate che lui non si lega con nessuna e che tratta tutte le donne allo stesso modo. Decide bene cosa fare, ma, vi prego, evitate lacrime o scenate simili, poiché egli nulla vi ha promesso e nulla vi deve sotto l'aspetto sentimentale. Al suo ritorno se ci sarete bene, sarà lieto di rivedervi, altrimenti poco cambierà per lui. E' fatto così. Vi ho parlato da amico sincero.”
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29-05-2015, 20.54.09 | #782 |
Cittadino di Camelot
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Lo guardai.."Ho detto di essere innamorata? No..va bene aspetterò un anno per dirgli il ruolo che farò qui..nel frattempo starò qui..quindi perchè dovrei preparare un cibo per lui..se non si sa quando torna..sarebbe cibo sprecato, quando verrà..verrà, ho detto..non amore..lo so benissimo non ama nessuno ma permettimi Pepino...almeno vorrei parlargli..io per ora...non sono nemmeno la sua donna..vai a mangiare su...a me stasera spetta una altra nottata di lavoro".
Quando fui sola mi spogliai..bene..dovevo aspettare ma io non ero Penelope e non potevo rimanere rinchiusa per mesi in quel castello..Pepino disse una volta tornò dopo un anno, quindi avrei dovuto rifondere la cassa soldi persa..guardai i vestiti presi a terra, non vi era nè un letto nè un mobile in quella stanza e io non chiedevo una migliore se non era il padrone..toccai il vestito rosso..si stava rovinando, presi i vestiti e li impacchettai, li avrei dati alla ragazza dell' emporio, sarebbero serviti più a lei, guardai le essenze profumate e le candele prese per quella sognata serata...quelle le avrei usate per me e le misi in una scatola. Avrei fatto una proposta al locandiere..anche se era orribile, avrei ballato quella sera, quindi mi misi uno dei miseri vestiti con cui mi esibivo ma dovevo essere armata e al sicuro..indossai un regalo di una delle fidanzate di Shamon..una giarettiera con tanti stiletti..ma non avrei ucciso nessuno..Jade diceva quando si rapinava una banca, non dovevano esserci mai dei morti ma solo persone piene di paura. Avrei così riguadagnato i soldi persi, e a dire il vero ero proprio stata stupida..lui non era certo per queste romanticherie. Scesi e guardai Pepino..."Vado al lavoro..alla taverna "Al Barracuda", stasera mi esibirò pure in un ballo..anche se è pericoloso visti gli individui, ma saprò difendermi"..e gli mostrai la giarettiera per poi rimettere la gonna a posto.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 30-05-2015 alle ore 00.34.31. |
30-05-2015, 00.36.18 | #783 |
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Lessi il copione, con le parole che Syenna rivelava alla luna, quelle parole che rinchiudevano i suoi sentimenti, turbamenti.
E tutti parlavano di lui. Di quel giovane incontrato nel giardino, Gean. Chiusi gli occhi, e inspirai profondamente. Non ero più Clio, la ribelle, il Lupo Nero. No, ero Syenna adesso. Non indossavo quell'abito verde che celava le armi, ma una lunga camicia da notte bianca, con una vestaglia di un finissimo azzurro, ben stretta in vita, per proteggermi dal vento fresco della sera. Non calzavo gli stivaletti neri che nascondevano due pugnali, ma ero scalza. Perché no, non ero in quel casolare, ma al balcone della mia camera al castello. Da lì si potevano vedere le mura, e persino la campagna in lontananza, e una luna, meravigliosa e austera che dominava la valle. Quello che tenevo in mano non era il copione, ma un libro, un romanzo cortese, che però non riuscivo a leggere, perché un'emozione nuova mi attraversava il cuore. E quando la sentii, allora capì di poter aprire gli occhi. E tutto prese vita. Alzai lo sguardo per l'ennesima volta dal libro, con un sorriso strano, restando ad osservare la campagna intorno a me con aria sognante. "Smettila di distrarti.." mi rimproverai, tornando con gli occhi sul libro. Ma in quel frangente, nel romanzo, il cavaliere e la dama camminavano in giardino. "Il giardino.." mormorai, alzando nuovamente lo sguardo davanti a me, quasi potessi vedere il giardino "Lui era in giardino..." quasi senza accorgermene. "Oh, andiamo.." risi piano, tra me e me, per poi posare il libro su una seggiola. "Ho capito che non combinerò un bel niente stasera.." mormorai, appoggiandomi al balcone, ad osservare la luna. Era una luna bellissima, quasi piena, in un cielo con alcune nuvole, che però si tenevano a distanza, quasi sapessero che non dovevano offuscare la sua luce. Quella luce che mi sembrava così amica, così complice. La osservavo con un sorriso segreto e inconfessabile. "Oh, possibile che tu non riesca a pensare ad altro?" mi canzonai, parlando piano. Ma sapevo che i miei pensieri correvano sempre a lui. "Nessuno mi ha mai guardato in quel modo.." mormorai, sempre osservando la luna "O forse sono io che me ne accorgo per la prima volta... Eppure c'è qualcosa in lui.." sorrisi di nuovo "Qualcosa di.." sorrisi "Dolce e gentile, sì ma.." sorrisi, a quanto pare non riuscivo a farne a meno "Non lo so.." risi piano. "Riesci a mettere in fila una frase intera o cosa?" scossi la testa divertita. Decisamente, non mi era mai capitata una cosa del genere. "Eppure non riesco a smettere di pensarci..." sorrisi, osservando un punto indefinito davanti a me, quasi stessi osservando il suo volto. Ed in effetti era così, perché il suo volto, i suoi occhi e il suo sorriso occupavano ormai i miei pensieri. Iniziai a giocare con una ciocca dei miei capelli, appoggiata a quel balcone, senza dire una parola, con quel sorriso sognante e luminoso stampato perennemente sul viso, e lo sguardo perso nell'immensità davanti a me. "Penso a quando alzò gli occhi su di me, e incrociai il suo sguardo.." confessai alla luna "Solo per un momento, però, perché lo abbassai immediatamente, come si conviene.. eppure.." sorrisi "Eppure desiderai immediatamente non averlo fatto... così lo cercai di nuovo, quell'incontro silenzioso dei nostri sguardi, e lo trovai lì ad attendermi.." sorrisi, come avevo sorriso allora. "Chissà, forse il mio sorriso gli diede coraggio...." arrossii appena, rammentando la conversazione che avevo avuto con lui. E poi sorrisi, perché ormai era impossibile non farlo. "Mi ha lasciata senza parole.." sospirai, sorridendo "Parlava davvero col cuore.. e io.. io..." esitai, incapace di ammettere anche solo con me stessa il mio turbamento, forse perché non sapevo nemmeno come chiamarlo, dato che era la prima volta che attraversava il mio cuore. "Spero di rivederlo.." dissi solo, con aria sognante "Non c'è cosa che desideri di più al mondo.." ammisi, alzando gli occhi sulla luna. Ed era vero, cos'avrei dato per incrociare di nuovo quello sguardo. E quel sorriso. "Tu che dici amica mia?" sorridendo "Tornerà domani?" e il mio sorriso si illuminò "Se non mentiva, allora tornerà..." abbassando lo sguardo sul giardino, senza smettere di tormentare quella ciocca di capelli, quasi avesse la risposta alle mie domande "Dici che era sincero?" sospirai "Pensava davvero ciò che ha detto?" per poi sorridere. Perché infondo al mio cuore conoscevo la risposta a quella domanda. "No.." sussurrai "Non mentiva... io lo so...." sorridendo ancora "L'ho letto nei suoi occhi..". |
30-05-2015, 00.40.06 | #784 |
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“Diamine...” disse Pepino nel vedere Altea alzarsi la gonna e mostrare la giarrettiera “... madama...” balbettò l'ometto “... se andrete così in quella taverna sarà un invito per farvi saltare addosso...”
“A quanto pare ti piace turbare il povero Pepino.” All'improvviso una voce. “Ci credo che quel marchese aveva in testa certe idee.” Ridendo Icarius. “Sei tornato!” Esclamò Pepino. “Ne dubitavi.” Facendogli l'occhiolino lui. “Ogni volta parti io ho sempre paura...” sollevato l'ometto. “Devi essere più ottimista su certe cose, amico mio.” Sorridendo lui.
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30-05-2015, 00.48.43 | #785 |
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"So usare bene questi stiletti Pepino non preoccuparti" poi sentii una voce che avrei riconosciuto tra mille..era Icarius.
Non dissi nulla, stringevo i vestiti e ascoltavo la discussione tra i due.."Pepino disse potevi tornare pure tra mesi o un anno...infatti visto non ti aspettavo per stasera mi ero preparata per andare a lavorare pure stanotte in una taverna si chiama "Al Barracuda" " e sorrisi guardandolo negli occhi azzurri "Ho fatto la cameriera tra pirati e gentaglia del genere e stasera volevo propormi di ballare tra i tavoli..scusa pensavo non tornassi" dissi scusandomi.
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30-05-2015, 00.50.03 | #786 |
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Ad un tratto nello spiazzo antistante il casolare, che adesso era il ridente giardino del castello, Gean apparve tra i cespugli in fiore e i getti delle fontane resi argentati dalla pallida e romantica Luna.
“Non ho mentito” disse lui fissando Syenna che di colpo aveva preso le fattezze di Clio, insieme ai suoi occhi ed alla sua voce “perchè gli innamorati non parlano con la mente, che sola suggerisce il falso, ma col cuore, che invece pulsa di passioni e di slanci. E cosa c'è di più vero delle passioni e degli slanci di un innamorato? Oh, Syenna...” sospirò Gean, ora con l'aspetto di Orden “... chiedimi uno solo dei raggi di questa Luna ed io lo ruberò per te, barattandolo come pegno a questa notte ed a tutti i suoi tesori perduti... che da soli non bastano a comprare uno solo dei tuoi sospiri...” E mentre Clio ascoltava le battute recitate da Orden, all'improvvisò udì qualcosa. Forse era solo il vento, ma a lei parvero le note dell'ocarina.
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30-05-2015, 00.53.27 | #787 |
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“Non devi certo scusarti...” disse Icarius ad Altea, prendendo poi una bottiglia di vino “... sei libera, mica una schiava... però dovresti scegliere con più attenzione i luoghi in cui lavorare... conosco quella locanda e so che dopo un po' propongono alle cameriere facili guadagni, in cambio di essere più carine del solito con i vari clienti... a te l'hanno già proposto?” Sorridendo.
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30-05-2015, 00.57.24 | #788 |
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Mi illuminai, perché vederlo era quanto più desideravo al mondo.
E forse l'avevo compreso solo quando avevo lasciato il giardino. Perché quell'assenza era diventata insopportabile. "Oh, Gean..." esclamai, ascoltando poi avidamente le sue parole. "Dunque non mentivi?" chiesi, in un sospiro "E dimmi, come puoi amarmi che mi hai appena veduta?" sorrisi. Anche se sapevo che quella risposta dovevo cercarla anche dentro di me. E forse chissà, speravo fosse lui ad avere la risposta. Ma poi il mio sorriso divenne ancora più luminoso. L'avevo immaginato quel suono? Quella melodia... Era la stessa che avevo udito dalla mia camera, possibile? Possibile che fosse quell'ocarina? |
30-05-2015, 00.58.16 | #789 |
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Ascoltai le parole di Icarius mentre mi porgeva un bicchiere di vino e lo assaporai.."Davvero frequenti luoghi del genere? No..a dire il vero non me lo avevano proposto anche se mi avevano detto mi avrebbero protetta e dovevo fare un pò la frivola coi clienti, ma mi sono fatta valere" e mi avvicinai a lui.."Ma ritengo lo chiedi per preoccupazione, non per gelosia" e sorrisi maliziosamente.
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30-05-2015, 01.01.02 | #790 |
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“L'Amore forse” disse Orden nel ruolo di Gean “non vince il Tempo? Non è indifferente ad ogni suo dettame, dunque? Allora, anima mia, credi forse che all'Amore serva un giorno, un anno, un secolo o poco più di un istante per riconoscere se stesso? Così, appena ti ho veduta, ti ho riconosciuta...”
Poi di nuovo il leggero soffio del vento ed ancora quelle note dell'ocarina che raggiunsero Clio.
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