06-04-2013, 12.59.16 | #791 |
Cittadino di Camelot
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Silenzio.
Quando la voce di Guisgard si spense, tutto ciò che rimase intorno a noi fu quel denso silenzio. Un silenzio quieto, sereno... un silenzio che io, nata e cresciuta a corte, non avevo pressoché mai conosciuto. Osservai il cavaliere per un momento, quando ebbe finito di parlare... osservai i suoi occhi, così chiari e capaci di farmi sentire tanto fragile e disarmata di fronte a quello sguardo così intenso... lo osservai profondamente, mentre il suono sottile di quella domanda aleggiava ancora tra noi... poi, involontariamente, sorrisi... un sorriso senza allegria... malinconico... “Voi non avete idea...” sussurrai allora, la voce bassa e intrisa di un sottile dolore “Voi non avete assolutamente idea di che cosa significhi avere la responsabilità di un trono ed essere una donna...” Distrattamente mi allontanai dalla finestra e mi avvicinai a mia volta al parapetto di marmo, raggiungendolo e guardando in basso, verso la foresta... “Se fossi un uomo sarebbe diverso... sarebbe più facile. Non dovrei dimostrare ogni giorno la mia forza, il mio valore... non dovrei preoccuparmi di nascondere ogni giorno anche la più piccola fragilità, la più piccola debolezza, la più piccola paura. Non dovrei preoccuparmi di apparire salda come una statua di marmo ed altrettanti inscalfibile. E invece... invece sono una donna!” Tacqui e fissai la massa scura della foresta ancora per un momento... “Voi parlate di sogni...” tornai poi a dire, spostando gli occhi all’orizzonte “Io ne avevo... quando vivevo a Sygma ed era mio padre che sedeva sul trono, io ne avevo... avevo dei sogni, dei desideri... ma poi... poi è iniziata la guerra... e le cose sono andate diversamente...” Sospirai... poi il mio sguardo abbandonò l’orizzonte e tornò sul cavaliere... era davanti a me, ora... cercai i suoi occhi con i miei... “Voi siete qui...” dissi lentamente “Siete qui per proteggermi... per proteggere la mia persona... ed io mi fido ciecamente di voi, sir Guisgard. Ma... la forza di Sygma, la sua vera inespugnabilità sta nella mia mente. Finché io resto in piedi, finché ogni singolo abitante di Sygma crede in me, finché credono che niente potrebbe turbarmi, ferirmi o spaventarmi... allora le nostre mura non cadranno mai!” Esitai per un attimo, scrutandolo... “Ditemi...” mormorai poi “Ho risposto alla vostra domanda, milord?”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
06-04-2013, 13.17.09 | #792 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai Sawas dopo che uscimmo dal monastero, quell' uomo era una sorgente di novita'.....ma appena gli sentii dire il nome di Tylesia qualcosa nella mia mente si fece largo...un ricordo....piccoli cassettini si aprivano e chiudevano come una furia sinoa quando quello giusto....mi porto' in un pomeriggio...stavo passeggiando con Liam, mio marito....mi raccontava tutto in una volta...era euforico...ero con lui.....e questo lo faceva sentire felice......poi mi disse...
"Sai Rula..il tuo nome e' bellissimo ma desidero che tu in questa terra prenda il nome di Elisabeth......lei era una zia a cui volevo particolarmente bene, viveva in un bosco diceva di esserne la Regina, mi raccontava storie incredibili, e fui particolarmente affascinato di quando per un naufragio si trovo' a vivere alcuni momenti della sua vita a Tylesia....disse che era una citta' dalla bellezza inspiegabile.....ma quello che attrasse la mia fantasia di ragazzino fu la descrizione di un giardino impossibile al passaggio che non fosse della Regina del luogo e del suo fidato cavaliere e di un Fiore...un Fiore che tutti cercavano......" Il suo racconto fu molto piu' lungo e io fui felice di assumere il nome della zia a lui molto cara..... " Sapete Sawas.....Tylesia esiste.....Liam, mio marito me ne parlo' moltissimo tempo fa....e mi parlo' di un Fiore...una sua zia ne era alla ricerca...cosi' come lo siamo noi ora.......lei ci arrivo' via fiume, ma non ricordo' mai come avvenne l'approdo......ma via terra c'e' sempre una strada.....ci sara'..almeno credo, I racconti molto spesso sono verita'......e Tylesia potrebbe essere la citta' che cerchiamo per questo fiore......."......ero tra l'euforico e lo scetticismo piu' puro.....avevo creduto al racconto di mio marito....ma avevo creduto perche' dovevo conoscere solo la fonte del mio nuovo nome....ma qui era diverso....qui era in gioco la vita di Elina e la realizzazione del mio desiderio.. Ultima modifica di elisabeth : 06-04-2013 alle ore 20.20.26. |
06-04-2013, 20.04.46 | #793 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi a quelle parole.."Si, sono nobile, vi ringrazio per la vostra gentilezza ma penso la nobiltà sia qualcosa di innato nella Anima e nello Spirito..un nobile tiranno e freddo non è degno di essere chiamato con quel nome".
Finsi di bere un sorso di vino, appena per inumidire le labbra, sentii il sapore forte del vino, in verità ero totalmente astemia. Poggiai il bicchiere di vino sul tavolo e improvvisamente vidi Lei in fondo al salone, sussultai, mi fece cenno di salire. "Scusatemi, Lord Brunos, mi gira leggermente la testa, salgo un momento in camera a rinfrescarmi...sapete non bevo mai vino o alcolici". Uscii lentamente dal salone e entrai nella camera, quasi fiabesca, mi guardai attorno sedendomi su dei morbidi grandi cuscini posti al lato, finemente damascati, sembravano essere arrivati direttamente da Baghdad. Vidi due donne di Luce..erano Lady Anastasiya sempre accompagnata da Eleonor. Si porsero davanti a me, le mani incrociate sul grembo, poi dalle mani di Lady Anastasyia vidi ciondolare qualcosa...una collana. "Ecco la tua collana.." disse con tono leggero e tranquillo, la guardai attentamente e vidi un rubino splendere alla luce della candela. La presi in mano..Sebastian..mi amava ancora allora, cosa era successo, perchè lady Anastasiya aveva fatto ciò, d'altronde i suoi gesti avevano sempre un significato. Ad un tratto davanti a me delle visioni, comunque...Lui vicino ad altra donna che non riuscivo a distinguere, la stringeva, ma non ero io. Mi gettai sul letto piangendo, che valeva quel lungo viaggio per Lui da Camelot e Lui non avrebbe rischiato nulla per me. Sentivo una mano accarezzarmi i capelli lentamente, mi voltai era Eleonor.."Sorella cara..siamo legate dallo stesso destino, non avremo mai un Cavaliere tutto per noi, ma non mi getterò nel pozzo io". Lady Anastasiya si fece avanti..."Questa è la Maledizione del Pozzo, lo sai ciò che incombe su voi, è anche una assenza totale di allegria e tristezza dell'animo per il Cavaliere perso...ecco perchè io conto su te, perchè ti ho detto di chiedere prima, quando troverai il Fiore, di sconfiggere la maledizione sul Casato, altrimenti perderete tu e le tutte le altre a venire i vostri cavalieri...anche se vi amano". E sparirono all' improvviso. Questa era una dura prova, sopportare il fatto di sapere che era con altra o altre, nonostante per me ancora provasse qualosa, strinsi forte la collana e la indossai...veniva da Lui, io dovevo farcela. Mi sistemai, asciugai le lacrime, ero pronta per scendere di nuovo. Ritornai da Lord Brunos nel grande salone.."Scusate il protrarsi dell'assenza milord...parlavamo di nobiltà..parlate allora come un Capomazdese" lo guardai con aria di sfida, volevo sapere il suo punto di vista, ero decisa ad andare a Capomazda, qualcosa mi portava laggiù e non sapevo cosa mi portasse laggiù, forse l'aver saputo tanto su quella Gioia dei Taddei da voler veder da me stessa.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
07-04-2013, 16.16.49 | #794 | |
Disattivato
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"Il piacere è stato mio, capita assai di rado di intavolare conversazioni così stimolanti.." Dissi sorridendo ai tre ragazzi, prima di salutarli.
Restai a fissarli per qualche momento mentre riprendevano la loro strada. "..Oh, come li invidio..." sussurrai senza voltarmi "...Frequentare le università, parlare con i più grandi sapienti della nostra epoca, imparare mille cose sempre nuove..". I miei occhi brillavano, mentre una dolorosa fitta mi trapassava il cuore. "..Cosa darei per essere come loro, per non dover lottare contro tutto e tutti in nome della conoscenza.. Come vorrei avere un'intera biblioteca a disposizione dei miei studi..". Sospirai, persa in sogni e ricordi. La pesante porta di legno scricchiolò, ed una figura esile e silenziosa si intrufolò nella stanza. Per quanto la luce del sole fosse alta, le pesanti tende donavano a quell'ambiente un'atmosfera lugubre e spettrale. Nel grande tavolo accanto alle finestra, tuttavia, una torcia illuminava interi volumi, codici, scritti di ogni genere. "Signorina Clio.." chiamò piano una voce gentile "..Signorina.. mi manda vostra madre..". Alzai la testa dai fogli e scrutai Miriam, la mia ancella più fidata, in piedi davanti a me. "...Non ho finito.." dissi soltanto, immergendomi nuovamente nella lettura di quel documento. "..Ha detto che è importante.." disse Miriam, timidamente. Sbuffai "...Mi chiedo se lo faccia apposta a disturbarmi quando sono in Biblioteca..". Mi alzai controvoglia e raggiunsi mia madre nella sala grande. "..mi avete fatto chiamare, Madre?" dissi, inchinandomi leggermente, mentre scrutavo l'uomo che le stava accanto. "...Oh, Clio.. eccoti finalmente.. Si può sapere dov'eri finita?". "..In biblioteca.. come tutti i giorni a quest'ora.." risposi secca. Vidi l'uomo accanto a lei trasalire. E risi, tra me e me, della sua sorpresa. "...Allora è vero, mia cara.." disse all'improvviso il misterioso individuo. Mia madre, visibilmente contrariata, lo interruppe immediatamente. "..Clio, ti presento Guido da Lomatro.. tuo padre l'ha assunto come tuo nuovo tutore.. pare abbia fatto molta strada, solo per conoscerti...". L'uomo si inchinò, con un sorriso. Sgranai gli occhi "..Conoscere me? E a quale scopo? Non sapete che fine hanno fatto i miei precedenti tutori?" aggiunsi, in aria di sfida "Di grazia, duqnue, quali studi credete che siano adatti a me? Vi ascolto". L'uomo sorrise e mi guardò negli occhi "...Non potete pretendere di conoscere il sapere degli antichi, senza conoscerne la lingua..." "..Ve l'hanno detto che non c'è il convento nel mio destino, vero?" lo interruppi, bruscamente. "..Naturalmente, e come potrebbe essere altrimenti?" con un largo sorriso "..Dunque, dicevamo, in primo luogo dovrete conoscere il Latino, il Greco.. e quando avrete preso dimestichezza con queste lingue, potrete studiare storici, filosofi, letterati, poeti.. Tutto ciò che desiderate.. Scoprirete strada facendo cosa vi interessa di più.. e quindi ci saranno altre cose da imparare..". Restai a guardarlo con due occhi sognanti. "Ma.. dite davvero?" sussurrai sbalordita "..Ma, perchè io?". "Vedete, Milady… ho insegnato a lungo a giovani rampolli di nobili famiglie, che bramavano la spada più della cultura… Quando ho saputo di una fanciulla che bramava la conoscenza, ho capito che valeva la pena attraversare il mare per trovarla..". Lo guardai di sottecchi "..Ah, si? Avete viaggiato a lungo solo per incontrarmi? Dovete amare molto quello che fate...". Ma, nonostante il mio solito tono freddo e distaccato, quell'uomo mi incuriosiva sempre di più. "...Come.. come avete saputo di me?" continuai, fissandolo negli occhi. L'uomo nascose a stento un sorrisino divertito "..Sono stato per qualche tempo il tutore di Sir Cartis, il figlio.." "..il figlio del conte de Satyris.. lo so.. un vero gentiluomo, così intelligente e scaltro.." dissi divertita. "..Già.. Allora, vogliamo cominciare, Milady? Non temete, saprò conquistarmi la vostra fiducia". E così era stato. Una voce, alle mie spalle, mi destò da quel ricordo lontano. Citazione:
Le sorrisi e le feci cenno di avvicinarsi con la mano. "...La tua mamma ti vuole bene, piccola.. fidati di lei, è pericoloso andare là..". Il mio sguardo divenne triste mentre osservavo i suoi occhi, e le offrii una fetta di torta. "..Tieni, è squisita.. ne vuoi un pezzettino?" con un sorriso "...Sai, anche il mio amico più caro è sparito nella selva.. anche se io non conosco questi luoghi così bene.. magari è lo stesso posto dei Jelena.. tu mi sai dire dov'è, piccola? Dove hai visto l'occhio?". |
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08-04-2013, 02.23.15 | #795 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Allora abbiamo già diverse tracce...” disse Sawas dopo aver ascoltato il racconto di Elisabeth “... lo scritto trovato in biblioteca e questo vostro ricordo... non è male come inizio.”
Tornarono così in città e prepararono l'occorrente per intraprendere quel loro viaggio. Sawas allora li portò nella cantina posta sotto la sua casa e mostrò loro qualcosa. Era una carrozza di ferro, trainata non da cavalli ma da un curioso aggeggio su due ruote. “Questa è la mia turbocarrozza” spiegò Sawas “e può muoversi senza adoperare cavalli.” “E come è possibile?” Meravigliata Enusia. “Con che cosa si muoverà?” “Sarà il dottor Orez a spiegartelo.” Rispose Sawas. “Quella cosa su ruote che vedete davanti alla Turbocarrozza” indicò Orez “e che somiglia ad una sorta di pentola mobile, è in realtà un motore alimentato da frutta e fango. Con questi materiali genera carburante che poi trasforma in energia e quindi movimento.” “Siete un mago!” Esclamò Enusia. “No, solo un uomo di scienza.” Replicò Orez. “In verità il procedimento che adopera per muoversi è molto semplice.” “Bene.” Fece Sawas. “Direi allora che tutto è pronto per partire.” Salirono così tutti e quattro a bordo e Sawas azionò la sua Turbocarrozza. Un attimo dopo, l'incredibile veicolo cominciò a muoversi e con buona velocità uscirono da Sant'Agata di Gothia. Cominciava la loro nuova avventura.
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08-04-2013, 02.34.00 | #796 |
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Il contadino fissò Cheyenne e poi Urez.
“Queste due strade” disse “sono quella della Buona Avventura e quella della Pessima Avventura... nessuno però sa quale sia l'uno e quale l'altra...” “Cosa significa tutto ciò?” Chiese Urez. “Che una” rispose il contadino “porta ad un'avventura positiva e l'altra ad una negativa...” “Nessuno ha mai imboccato queste due strade?” Domandò ancora Urez. “Si...” annuì il contadino “... ma non è mai tornato per raccontarlo...”
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08-04-2013, 02.44.18 | #797 |
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Parsifal terminò di parlare e gli occhi di tutti erano su di lui.
“Avete ragione...” disse Ozg “... avete ragione da vendere, amico mio!” Si voltò poi verso Loi. “Sentito? Siamo cavalieri e non possiamo tirarci indietro. Allora, cosa ne pensi?” “Cosa vuoi che pensi?” Fissandolo Loi. “Sono costretto a venire con voi. Anche perchè, sono certo che finireste col mettervi nei guai voi due.” Ozg annuì e poi rise forte. “Allora” avvicinandosi ai tre cavalieri una delle tre vecchie “meritate un premio per il vostro valore...” Le altre due vecchie portarono un libro dall'aria molto antica, per poi sfogliarlo. “Ecco...” fece la prima vecchia “... vedete questi corredi cavallereschi?” Mostrando loro un'illustrazione di quel libro. “Sono le armi e le corazze che formavano le nobili vestigia dei tre Cavalieri degli Elementi... quello Rosso, quello Verde e quello Blu...”
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08-04-2013, 02.50.06 | #798 |
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Brunos accennò un lieve sorriso, per poi riempire due bicchieri di vino.
“Direi di non perdere più tempo con questi sciocchi argomenti...” disse ad Altea “... la nobiltà... in verità mi interessa poco... io amo solo la bellezza... la bellezza in ogni sua forma... e voi, in questo momento, incarnate alla perfezione qualsiasi alto ideale di bellezza... quanto a quel luogo, Capomazda... ignoro dove sia e neanche mi attrae saperlo...” le offrì uno di quei due bicchieri di vino “... il vino è come la vita... spaventa quando non lo si conosce, ma poi, assaporatolo, si comprende che è la cosa più bella...” sorseggiò un po' di quel vino “... bevetelo... esso è come un elisir, una pozione magica... vi mostrerà le meraviglie nascoste intorno a voi... quelle meraviglie negate agli occhi di chi non conosce la bellezza...”
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08-04-2013, 02.55.26 | #799 |
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La bambina prese la fetta di torta offertale da Clio e cominciò a mangiarla.
“Ho visto...” disse mangiando “... ho visto l'occhio nella selva... su un pozzo di pietra...” “Tu come ti chiami, piccola?” Chiese Mamyon. “Julia...” rispose la bambina. “E puoi dirci come è sparita la tua amichetta?” “Giocavamo a nascondino” fece la piccola “e Jelena si nascose dietro al pozzo... io mi accorsi di lei perchè vidi la sua ombra... corsi allora verso il pozzo, ma lei non c'era più...” “E non ricordi qualcosa di particolare?” Domandò Mamyon. “Magari un rumore sospetto, delle voci o la tua amichetta gridare?” “No, nulla...” scuotendo il capo Julia “... ah...” come a ricordare qualcosa “... ah, si... qualcosa c'era stato... un suono strano... ci spaventammo nel sentirlo io e Jelena... ma poi non lo sentimmo più...” “Che suono era?” Chiese ancora il cavaliere. “Un suono strano... forse di un corno... ma faceva venire i brividi...”
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08-04-2013, 03.10.34 | #800 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Avete risposto...” disse annuendo Guisgard a Talia “... si, avete risposto... chissà però se lo avete fatto come regina, oppure come donna...” sorrise, per poi voltarsi a guardare la foresta circostante.
Era un sorriso come al solito enigmatico. Un sorriso che dietro un vago sarcasmo sembrava celare molto di più. “A me hanno insegnato che le città e i regni hanno sempre formidabili fortezze a difenderli.” Continuò. “Che rappresentano tattici punti di forza.” Tornò a fissarla. “Voi, come principessa, siete Sygma... e dunque la vostra capacità di resistere dipende dalle due fortezze che vi proteggono... la vostra Ragione e il vostro Cuore...” Ad un tratto si udì il rintocco di una campana. Era quella della Cappella di San Nicola. “Oh Cielo!” Arrivando di corsa Tanis. “Oh Cielo! Ci risiamo!” “Cosa accade?” Fissandolo Guisgard. “Ci risiamo!” Esclamò ancora la marionetta. “Stanno di nuovo litigando animatamente!” “Chi?” Chiese Guisgard. “Il Pedone, l'Alfiere ed il Re!” “Come sarebbe?” “Ecco...” mormorò Tanis “... il padrone, che ama molto il gioco degli scacchi, decise, mesi fa, di costruire una grande scacchiera animata, con i vari pezzi in grado di muoversi al solo comando della voce... tuttavia questi pezzi, quando non sono sulla scacchiera a giocare, amano intavolare varie discussioni, sui temi più disparati... religione, arte, economia ecc... ora stanno parlando di politica e come al solito sono sul punto di litigare!” “E tu perchè ti preoccupi tanto?” Domandò Guisgard, “Perchè io sono responsabile dell'ordine in questo castello!” Preoccupato Tanis. “E so che ora, come sempre, verranno alle mani!” “Allora torna da loro e fa da arbitro alla discussione.” Fece Guisgard. “Impossibile!” Categorico Tanis. “Non mi ascoltano! Sono dannatamente testardi!”
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