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#801 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth raggiunse il centro del tempio, inaccessibile a chiunque altro e situato nel cuore più profondo dell'isola.
La principessa purificò se stessa e poi con uno specifico rituale completò ciò che le sue ancelle avevano iniziato. Infine raggiunse l'altare dove era situata la statua della dea e dietro la quale si trovavano le porte d'accesso all'oracolo. Erano aperte ed Elisabeth le attraversò. Si inginocchio ed attese. Poi una voce che così disse: “L'isola protetta da Diana dei suoi valori è rifugio, tana. Difesa per secoli da maree e venti, ora è circondata da scontri e stenti. Una scelta come principessa ti toccherà, se ascoltar la ragione o il cuor quando parlerà. Da ciò sarà poi nel Fato deciso e anche scritto, se il credo di Diana verrà preservato o sconfitto.”
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#802 |
Cittadino di Camelot
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Il Duca Dominus era raggiante...a vederlo cosi sembrava fosse innamorato, ma era impossibile e questa parola era da evitare in questa Corte..come ben mi avevano insegnato mio padre, Petronilla e il mio maestro..anche se si diceva era solo leggenda.
A volte mi chiedevo il motivo per cui il duca amava intrattenersi con me e Costanza...forse per quell' animo che caratterizzava i Taddei..inquieto, mutevole ma così affascinante e che sapevamo capire e rispettare..eppure qualcosa di celato vi era sopra il duca Dominus. Me lo raccontò il mio maestro, uomo sapiente e che aveva viaggiato molto..e mi raccontava dei suoi viaggi..da lui appresi la passione per l' Oriente, per le storie di Tesori Nascosti, Pirati e Isole lontane e molto ancora..era persona che non amava la compagnia e quindi non si intrometteva nei pettegolezzi di corte..quindi la cosa doveva essere sicura e io riserbavo il segreto, anche se molti uomini a corte lo sapevano..egli non era il legittimo erede duca dei Taddei, si parlava di un bimbo rapito molti anni fa a Sygma, per motivi a me nascosti e il Trono aspettava ad esso a dire il vero...ma nessuno si era mai preoccupato di trovare questo legittimo Erede? Non che disdegnassi l' Arciduca Dominus, anzi era per me felicità poter avere la sua benevolenza ed era pure una piacevole compagnia, ma a mio avviso sarebbe stato giusto seguire le successioni ereditarie..ne avrei parlato col maestro appena congedata..doveva raccontarmi molto bene questa storia. "Quindi..se un giorno fa stavano attraversando il Calars, dobbiamo aspettarci siano quasi prossimi all' arrivo a Corte..un' epoca d'oro..amate farci stare sulle spine, Sua Signoria conosce benissimo la mia indole e sa che la mia curiosità mi porta a scoprire subito ciò che è novità specie se riguarda la Vostra felicità, ma aspetterò la vostra volonta a svelare quale ambasciata porterà la Vostra Delegazione" dissi sorseggiando la bevanda e poggiando il bicchiere di cristallo sul prezioso tavolino con inserti di giada "e per scaramanzia..brinderemo quando sapremo la risposta e sono certa sarà positiva".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#803 |
Disattivato
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Alzai il sopracciglio con disappunto, ma Yanos mi precedette a zittire quell'uomo.
Risi, scuotendo la testa. All'inizio era sempre così, ovunque andassi, ma ora erano anni che non sentivo fare un discorso del genere. Brindai con i miei uomini, e rilanciai "All'Hydra!". Sorrisi alla ragazza "Tesoro non sei proprio il mio tipo..." Facendogli l'occhiolino. Ascoltai divertita il battibecco tra quel filibustiere e la ciurma. Ma per poco non sputai il vino, scoppiando a ridere mentre bevevo alle parole di Abriz "Perché, ci sono angeli che non volano? Beh, forse i più interessanti..." Sorrisi "È Angelo della Tempesta, vecchio mio.." Risi. Erano anni oramai che mi chiamavano così. Una notte, avevamo assaltato un mercantile inglese in mezzo all'oceano. Abbiamo sfruttato la tempesta che imperversava da due giorni. Non ci hanno nè visto nè sentito. Io avevo guidato l'arrembaggio, e quel giorno indossavo un lungo mantello bianco di seta, bottino da una nave orientale. I sopravvissuti raccontarono di aver visto un angelo uscire dalla nebbia, illuminato da un lampo improvviso. Ed era buffo, perché mai mi sarei paragonata ad un angelo in vita mia. Non degnai d'uno sguardo l'uomo che aveva parlato. Gli anni mi avevano insegnato che lasciar perdere era la cosa migliore. Ma non su tutto. "Avete sentito amici miei?" Risi appena "L'Hydra è una nave corsara.." Scossi la testa, per poi alzare lo sguardo finalmente su quell'uomo "Mi dispiace deluderti, marinaio.. Ma L'Hydra non è al servizio di nessuno..". Mi alzai. "Oste!" Chiamai, lanciandogli un sacchetto pieno di monete "La tua camera migliore per me, e le ragazze più belle per i miei marinai, che sono rimasti troppo in mare..". |
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#804 |
Cittadino di Camelot
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L'attesa nella meditazione aveva dato il suo frutto...attenta....alle parole dell'Oracolo accolsi la sua predizione.....guardai la statua della Diana.......mai l'Oracolo aveva detto parole così gravi.....il vento portava alle mie orecchie cosa succedeva nella terra ferma.....ma non temevo per le mie ancelle...esse erano figlie dedite alla virtù...e dovevano essere protette........ringraziai l'Oracolo.....mi alzai.....e rimasi all'interno del Tempio...con una strana agitazione nel cuore........
Il Caos si era trasformato in equilibrio e questo equilibrio poteva essere spezzato............. Dovevo aspettare Armida...era l'unica che poteva venire al Tempio...dopo la predizione...e con lei avrei riportato il Tempio...al buio..chiudendo il portale energetico..intanto...mi sedetti ad uno scranno......ed attesi.... |
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#805 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Era il crepuscolo di una giornata estiva, col vento che rinfrescatosi da Levante soffiava ora con raffiche irregolari, generando lunghi sibili tra le onde, simili ad angoscianti lamenti.
Il veliero scivolava silenzioso sulle increspature di un mare che pareva farsi sempre più inquieto. Come inquieti erano gli animi del suo equipaggio. “Io non so nulla di trigonometria, latitudine e longitudine” disse il colonnello mentre scrutava l'orizzonte col cannocchiale “ed è per questo che io ed i miei uomini abbiamo scelto la vostra nave per uscire in mare, capitano...” “Naturalmente io ed il mio equipaggio siamo ai vostri ordini, colonnello de Gur.” Fece il capitano. “Signore...” arrivando un ufficiale. “Cosa succede, signor Fher?” Voltandosi de Gur. “Abbiamo tracciato varie direzioni e rotte dallo sbocco del Volotronus in mare...” mostrando una cartina l'ufficiale “... per forza da qui deve essere passato...” “Già...” annuendo de Gur “... e ancora quin deve trovarsi... per forza...” “Allora pensate davvero che sia riuscito ad attraversare lo sbocco del Volotronus, colonnello?” Chiese il capitano. “Nessuna nave può farcela. In quel punto la corrente è troppo impetuosa.” “A meno che...” mormorò Fher. “A meno che?” Fissandolo de Gur. “A meno che non sia riuscito ad attraversarlo in volo...” “Assurdo.” Scuotendo il capo il capitano. “Non assurdo come l'aver distrutto una torre d'avvistamento a trenta miglia dalla costa...” replicò Fher. “Qualsiasi cosa sia” fece de Gur “da qui è passato e qui deve ancora trovarsi...” per poi tornare a scrutare il mare col cannocchiale “... signor, Fher... guardate laggiù...” indicò poi “... quei grossi banchi di nudi... sono molto bassi e i gabbiani sembrano tenersi a debita distanza...” “E' vero...” osservando quel punto Fher “Capitano...” rivolgendosi de Gur al comandante della nave “... avviciniamoci a quelle nubi... almeno fino a giungere a distanza di fuoco...” “Si. Signore!” Annuì il capitano. “Presto... trenta gradi a tribordo! E voglio una vedetta anche all'albero di trinchetto!” Ordinò poi. La nave, così, cominciò a dirigersi verso quelle basse nubi. Ma ad un certo punto, quando il cielo si era mai tinto con l'imbrunire, qualcosa sembrò prendere forma tra quei nuvoloni, per poi diffondere tutt'intorno un sordo boato che terrorizzò buona parte dell'equipaggio. “Tutti ai posti di combattimento!” Urlò il capitano. Ma dopo quel fragore, la sagoma sorta da quelle nubi cominciò a rilasciare un intenso fumo nero ed in pochi minuti riempì l'aria col suo odore che pareva voler bruciare la gola e i polmoni di chiunque ne venisse a contatto. “Si muove!” Gridò qualcuno sul ponte del veliero. “Viene verso di noi!” “Ma cosa può essere?” Guardando quella sagoma Fher. “E' il mostro...” mormorò un vecchio marinaio “... e sta venendo a reclamare le nostre vite...” segnandosi tre volte. “Ai cannoni!” Il capitano ai suoi. “Fuoco! Fuoco a volontà!” Trenta e più mortai allora cominciarono a sparare verso quella misteriosa figura che veniva verso di loro. Ma prima che i colpi la raggiungessero, ancora avvolta nell'incerta visibilità del crepuscolo, quella sagoma, incredibilmente, sembrò come spalancare le proprie ali e un attimo dopo, sollevando un'onda di straordinaria altezza, si alzò in volo sotto gli occhi dell'intero equipaggio del veliero. Ma mentre quegli uomini ancora fissavano quella misteriosa figura, l'onda da essa sollevata raggiunse il loro veliero e sfondò la fiancata sinistra. Ci fu il caos a bordo. Un attimo dopo dal cielo l'enigmatica sagoma volante iniziò a vomitare palle di fuoco che si abbatterono sul ponte del veliero, fracassandolo e raggiungendo la stiva, dove diedero fuoco ai molti barili di pece e alle munizioni là conservate. Pochi minuti dopo, avvolto da fiamme, il veliero cominciò ad inabissarsi, trascinandosi dietro il suo equipaggio. E de Gur l'ultima cosa che vide fu un'alta onda che lo travolse, facendogli perdere conoscenza. Intanto, a Capomazda, nella corte dei nobili Taddei, Dominus era in compagni di Altea e di sua sorella Costanza. Le due belle e giovani dame erano a corte da un bel po' e ormai entrate nelle grazie dell'Arciduca. “Eh, mia cara lady Altea...” disse divertito il duca “... anche io sono certo che presto avremo bellissime notizie.” In quel momento entrò un servitore. “Milord...” con un inchino “... Fra Pipino, ser Denden e messer Ferracavallo sono appena giunti.” “Finalmente!” Esclamò Dominus. “Falli passare!”
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#806 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Clio salì nella sua stanza, mentre di sotto la sua ciurma era intenta a trascorrere alcune ore tra vino, rum e belle e disinibite ragazze.
La stanza era fatiscente, intrisa di un forte odore di chiuso e con le pareti rovinate dall'umidità. Tuttavia il capitano dell'Hydra sapeva che di meglio a Portuga non poteva trovarsi. Di fronte al letto si apriva poi una piccola finestra, che dava a picco su una scoscesa insenatura e da cui si poteva vedere lo scorcio di mare che per forza di cose ogni imbarcazione dove attraversare per entrare a Portuga. E proprio in quel momento, confuso nell'incertezza del crepuscolo, Clio vide il lieve bagliore che si agitava sul ponte di un maestoso vascello. Sull'albero maestro era ancora issata la bandiera, segno che da poco quel vascello aveva portato a termine un arrembaggio, che subito colpì Clio. La sua immagine non era nuova All'Angelo della Tempesta. Sul Jolly Roger, infatti, c'era il simbolo di uno dei più famosi corsari di quei mari: Capitan Barbaleone. Poco dopo quel vascello approdò nel porto di Portuga. ![]()
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#807 |
Cittadino di Camelot
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Ad un tratto vennero annunciati gli uomini che probabilmente il Duca aspettava.."Sua Signoria vedrà che porteranno la notizia tanto attesa e io sono proprio contenta di soddisfare la mia curiosità."
Mi alzai dalla poltrona e presi sottobraccio mia sorella Costanza..aspettando trepidante il motivo di quella spedizione e l' esito.
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#808 |
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Dopo un po' Elisabeth udì un rumore leggero di passi.
Apparve allora Armida, la sua fedele ancella. “Mia signora...” disse “... avete ultimato i riti? E l'Oracolo? Vi ha parlato? Vi ha rivelato cosa ha disposto la Sorte per noi tutte?”
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#809 |
Cittadino di Camelot
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Vidi Armida entrare al Tempio...ancora tutto illuminato......la osservavo..mentre mi faceva le domande di rito...che potevo dirle.....forse quello che mi aveva detto Pileo la sera prima,...c'era aria di tempesta......." Mia Cara...l'Oracolo anche quest'anno mi ha parlato.....e'un momento particolare.........ma ve ne parlero' con calma...adesso aiutami a spegnere...le luci del tempio......" E così facemmo...ogni scranno ebbe la sua luce spenta .........le colonne tornarono al loro silenzio....ed uscimmo da quel luogo......magico............" Armida.....vorrei vedere Pileo digli di raggiungermi nella mia camera.....e poi riunirai le tue sorelle...stasera prima di cena....vi parlerò....ora và ".........Lei prese la sua strada per tornare in superficie...io passai dal mio Drago........era lì fedele.......lo adoravo...." C'e' odore di bruciato qui dentro......Gedeone..........dove hai lanciato il tuo fuoco questa volta ?.......lo sai che devi girare solo la notte..........e se vedi navi in movimento devi tornare nella tua tana...."......gli accarezzai il muso e mi lasciò passare .....risalii le scale...ed entrai nella mia camera......ero ancora con la Clamide.....ma non mi importava di cambiarmi...Pileo...sapeva bene come entravo nel Tempio....nell'attesa...camminavo avanti e indietro.....ero nervosa....qualcosa stava accadendo....
Ultima modifica di elisabeth : 31-07-2014 alle ore 18.39.39. |
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#810 |
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I tre uomini furono fatti passare, come ordinato dal duca.
E nella sala lo trovarono in compagnia di Altea e Costanza. “Allora...” disse Dominus ai tre “... siete arrivati a Gioia Antiqua? E' davvero magnifica come si racconta? O forse è solo esagerazione di bardi e poeti? Su, parlate!” “E' indescrivibile, milord.” Rispose Ferracavallo. “E la regina?” Impaziente il duca. “L'avete vista? E' bella come cantano gli artisti?” “Non abbiamo visto la regina, milord...” spiegò il notaio “... ella ci ha parlato celando il suo aspetto...” “E la mia proposta di nozze?” Fissandoli il taddeide. “Senz'altro avrà detto di si, vero?” Rise. “Su, avanti! Parlate! Che notizie portate?” Il notaio allora, dopo aver fissato il chierico ed il cavaliere, mostrò il vaso d'oro all'Arciduca. “E questo?” Meravigliato il duca. “Cosa significa?”
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