19-05-2011, 21.28.02 | #861 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il torneo era da poco conclusosi e tutti gridavano i nomi dei quattro campioni vincitori.
Sguardi innamorati di giovani fanciulle si cullavano in dolci sogni nel vedere i bei volti di August, Finiwell e Pasuan. “Udite udite!” Disse l’araldo prendendo la parola sull’esultanza generale. “Com’è tradizione, i vincitori possono scegliere a quale, fra le dame presenti, offrire i propri servigi da campione! Scegliete, eroici cavalieri! Scegliete ed omaggiate la bellezza delle nostre dame!” “Questa è la parte che preferisco!” Esclamò Finiwell ad August, Pasuan e Cavaliere25. “Ora darò un’occhiata in giro e sceglierò la fortunata!” “Non perdi mai un’occasione, vero?” Scherzò August. “Ehi, guardate laggiù!” Indicò Finiwell. “Sembra che quella dama attiri le attenzioni di molti!” “Forse manchi solo tu, amico mio.” Rise Pasuan. “In effetti non è niente male vista da qui…” fece Finiwell. Pasuan sorrise di nuovo, ma poi, fissandola meglio, si accorse di chi fosse in realtà quella dama. “C’è già un tipo che la sta corteggiando, a quanto pare…” indicò Finiwell. Pasuan si lanciò subito in direzione della ragazza. “Siete bellissima,damigella!” Diceva un giovane cavaliere a Dafne. “Posso avere l’onore di avervi come dama per tutto il tempo dei festeggiamenti? Sono sir Lyowel, damigella… ed il vostro nome?” “Dovresti essere a casa a riposare!” Arrivando all’improvviso Pasuan. “Ora sei una mamma e non puoi andare in giro a fare gli occhi dolci! Avanti, ti riporto a casa!” Prendendo Dafne per un braccio. “Cavaliere, è scortese il vostro comportamento!” Lo riprese Lyowel. “Potrete discutere il mio comportamento quando vorrete, messere!” Rispose Pasuan. “Ora non sto parlando con voi!” “Ma parlo io a voi!” Replicò Lyowell. “Tagliate la corda, o vi taglio la gola!” Minacciò Pasuan. “Quando vorrete, dietro al Convento della Divina Misericordia!” “Anche ora, messere!” Fissandolo Pasuan.
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19-05-2011, 21.36.33 | #862 |
Cittadino di Camelot
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Un uomo, una donna, un bacio perfetto...
“Ti amo tanto... ed ho tanta paura”... Poi di nuovo l'immagine sfuggente di un bambino, e nell'aria si perse l'eco lontano di una voce che Morrigan aveva già udito... "...i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto"... Ma la visione era sfocata, sfuggente, imperfetta. Il medaglione era tra le mani di Guisgard, e a lei non restava altro che la scia lontana di quell'incantesimo che si stava spegnendo, una scia flebile e incostante come l'ultimo cerchio d'onda di un sasso che è affondato nell'acqua....i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto... Anche il vecchio, nella casupola, aveva parlato dei suoi occhi... Morrigan fissò allora gli occhi chiari di Guisgard con ancora più interesse... i suoi occhi... cos'hanno quegli occhi? Lo guardò mentre si staccava da lei, si sedeva ai piedi di un albero e riprendeva a suonare quella musica, sempre la stessa, morbida e dolente. La ragazza rimase ad ascoltare per un po', inseguendo anche lei vecchi ricordi e al contempo guardando quell'uomo così bizzarro che mai si sarebbe immaginata di incontrare... quell'uomo che in quella notte le si stava rivelando come diversa natura, affascinante, insondata e oscura... come tutte le cose che Morrigana aveva sempre amato. "Allora a domattina" disse piano, ad un tratto, con un sorriso "Ci vedremo al torneo... non dimenticare, Guisgard..."
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
19-05-2011, 21.40.48 | #863 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Un servitore passò accanto alla porta della stanza di Icarius e notò la giovane Sayla.
“Cosa fate qui, damigella? Il duca stanotte non è rientrato nei suoi alloggi.” Disse. “Credo non abbia riposato molto, visto che ha trascorso la notte tra il giardino e i corridoi del palazzo. Immagino sia stato a causa dell’emozione per oggi. Ora si trova nella Sala delle Vestizioni, dove si sta preparando per l’incoronazione. Potrete incontrare sua signoria dopo.” All’improvviso arrivò qualcuno. “La nostra giovane fanciulla forse si sentirà un pò persa in un palazzo così grande.” Sorridendole Lho. “Venite, vi farò assistere alla cerimonia da un posto privilegiato e non troppo lontano da sua signoria.” Poco dopo i due giunsero in una grande sala. “Ecco, da qui potrete assistere ai vari giochi.” Spiegò Lho. “Sua signoria e lady Talia si affacceranno dal balcone della stanza accanto a questa. Poi andremo tutti nella Cappella della Vergine per la cerimonia d’incoronazione. Dopo potrete parlare con lord Icarius tranquillamente.” Annuì lievemente e le sorrise di nuovo.
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19-05-2011, 21.43.33 | #864 |
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No dissi sentendo e vedendo la scena non si farà nessun duello dissi abbiamo altri compiti per la testa dissi fissando Pasual il capitano a dato degli ordini precisi e noi dobbbiamo portarli a termine non vorrai tornare in gattabuia dissi fissando pasual
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fabrizio |
19-05-2011, 21.46.43 | #865 |
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"Lasciami immediatamente! Non ho intenzione di seguirti proprio in nessun posto e tantomeno a casa!! Sto benissimo qui e Hubert è tranquillo, la giornata è soleggiata e non è freddo. Non capisco perchè ti metti in mezzo tu a fare la vecchia cornacchia del malaugurio!" intervenni rivolgendomi a Pasuan con una buona dose di acidità.
"Giovane cavaliere, Sir Lyonel, non state ad ascoltare quel che dice quest'uomo. Lasciatelo perdere, la polvere alzata dagli zoccoli dei cavalli deve avergli annebbiato il cervello" e presi al volo l'occasione per sbattere ancora un po' le ciglia in direzione di Sir Lyonel stando bene attenta che Pasuan mi vedesse. "E ora, messer Pasuan, se volete lasciarmi ne sarei grata dato che mi state stritolando il braccio.... Vi ringrazio!" e tornai a sedermi al mio posto voltando la testa nella direzione opposta a quella di Pasuan muovendo appena la mano per salutare di un manipoli di scudieri che mi stavano fissando già da un po'. L'odore della gelosia era nell'aria...
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
19-05-2011, 23.28.47 | #866 |
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Guardavo la mia immagine nello specchio che avevo di fronte e sorridevo, ma non per ciò che i miei occhi vedevano quanto piuttosto per ciò che la mia mente ancora stava accarezzando: una sera dall’aria mite e dolce, un giardino, Icarius, quel bacio...
Sospirai... desideravo rivederlo, lo desideravo ardentemente. Le ancelle stavano blaterando qualcosa a proposito dei miei capelli e di quell’abito che indossavo... lo accarezzai appena... avevano ragione: era bellissimo... di una stoffa lucida e morbida del colore del cielo di primavera, mi avvolgeva e mi cingeva come una carezza... lo osservai appena per un attimo, considerai per un momento le loro parole, poi tornai ad ignorarle e a cullarmi nei miei pensieri. Poi, all’improvviso e in modo del tutto inatteso, il sogno che avevo fatto quella notte tornò ad attraversarmi la mente... quel sogno che avevo tentato con ogni mezzo di reprimere o di razionalizzare... Non ricordavo bene com’era iniziato, veramente... probabilmente era nato sull’onda delle emozioni di quella sera, perché c’era Icarius in quel sogno ed io ero felice, serena, tranquilla... Poi, ad un tratto, tutto era cambiato. Camminavo per quella stretta stradina di campagna... i miei piedi erano nudi, i capelli sciolti e non indossavo altro che la mia leggera camicia da notte. Mio marito era scomparso ed io ero da sola ora, però non me ne turbai: sapevo che ero lì per una ragione ed ero certa che prima l’avessi sbrigata e prima sarei potuta tornare da lui. Camminavo lentamente, tuttavia, quasi controvoglia. Infine la sagoma di quella vecchia pieve si stagliò di fronte a me ad una curva, mi soffermai e rimasi a guardarla, in tempo per vedere un corteo funebre uscire da essa e venirmi incontro... “Amo i funerali!” disse in quel momento una voce alle mie spalle “Sono così pieni di buoni pensieri... chiunque è pronto a dir bene di te, dopo che sei morta. Persino coloro che più ti hanno fatta soffrire quando eri in vita!” Mi voltai di scatto e vidi quella giovane donna avanzare verso di me e fermarsi al mio fianco, senza smettere di osservare la processione che ci veniva incontro. “Chi sei?” le chiesi, sorpresa. Lei si voltò e mi guardò quasi con stupore... poi sorrise: “Tu sai chi sono!” disse. “Gyaia!” mormorai io, dopo un attimo di silenzio. Lei annuì. “Di chi è questo funerale?” domandai quindi, avvertendo intanto una strana sensazione farsi strada in me. Lei si strinse nelle spalle... “Ha qualche importanza?” domandò “Potrebbe essere il mio, come il tuo! O potrebbe essere quello di tuo marito!” “No!” gridai a quell’affermazione. Lei mi sorrise di nuovo, dolcemente. Il corteo ci aveva ormai raggiunte e ci stava sfilando davanti... spaventata tentai di guardare il corpo, portato da quattro uomini, ma le persone continuavano a passarmi davanti, a venirmi addosso, a spingermi... qualcuno mi spintonò con forza, mandandomi a urtare contro una roccia vicina... e così non riuscii a vedere. “Dimmelo, ti prego!” dissi allora a Gyaia, incurante del sottile taglio che quella roccia mi aveva aperto su una mano e del sangue che ne usciva “Dimmi per chi era quel funerale!” Lei sorrise di nuovo, poi si voltò e prese a camminare verso la chiesa: “Ti ho già detto che questo non è affatto rilevante! Ciò che conta sapere, al contrario, è che presto lui verrà a prendervi!” “Lui?” domandai, seguendola “Lui chi?” Gyaia si soffermò un momento e mi fissò, quasi mi trovasse molesta con tutte quelle domande... “Il cavaliere nero con la tunica rossa!” disse poi, quasi fosse cosa ovvia, entrando intanto in chiesa “L’hai veduto, non è così? L’hai visto da quella finestra, hai visto che ti stava aspettando al varco! E poi lo hai udito gridare nella brughiera... tu sapevi che era lui, vero?” “L’ho visto!” confermai lentamente “Ma perché dovrebbe volermi?” Lei sorrise... “Perché sapeva!” mormorò. “Che cosa?” la incalzai io, con lo stesso tono. Gyaia fece qualche passo nella navata, poi si voltò a guardarmi con uno sguardo che mi parve quasi arrabbiato... “Oh, sei stata una tale delusione tu per me!” disse “Eri così forte quando sei giunta a Capomazda... eri fiera, sicura di te, orgogliosa... e io ho davvero creduto che non ti avrebbe presa. Ho creduto che non saresti mai caduta nella rete, che saresti stata salva... e invece... invece poi...” scosse il capo con rassegnazione e di nuovo mi voltò le spalle. “Ma che cosa ho fatto?” domandai, confusa. Lei rimase in silenzio per qualche istante poi, con il tono di chi sta pronunciando il peggiore insulto conosciuto al genere umano, disse: “Ti sei innamorata! Ti sei innamorata di uno dei Taddei!” Il silenzio si fece opprimente nella piccola pieve, le ginocchia mi tremavano forte ormai e ignorarle si stava rivelando complicato... “E... e con questo?” mormorai, con quel po’ di fermezza che riuscii a racimolare. “Morirete!” rispose lei, tornando a guardarmi “Morirete entrambi! E’ la sua maledizione... la vostra! Quella di tutti noi! ...Nessuno dei Taddei conoscerà l’amore o la morte giungerà a portarlo via, insieme alla sua amata! E’ così che è. E’ così che deve essere!” Il mio pensiero corse ad Icarius, allora... all’ingiustizia di quella sentenza e i miei occhi si bagnarono un poco. “Io non lo permetterò!” dissi... e la mia voce suonò salda. “Ci sarà un modo per combattere quel cavaliere dalla tunica rossa...” dissi “Deve esserci!” Gyaia mi guardò con una strana espressione... Poi, lentamente, tutto iniziò a farsi sbiadito e a dissolversi come nebbia al sole... Mi ero svegliata così. Un’anziana ancella mi stava chiamando, stava dicendo che era tardi e che dovevo alzarmi perché avevo da prepararmi per l’incoronazione di Sua Signoria... E io avevo tirato un sospiro di sollievo... Un sogno! mi ero detta E’ stato solo uno stupidissimo sogno! Avevo fatto quindi per alzarmi, quando una leggera fitta alla mano mi aveva fatta sussultare... l’avevo rigirata e, con mia somma sorpresa, avevo visto un sottile taglio rosso aperto proprio là dove ero andata a sbattere contro quella roccia... con il cuore che accelerava vertiginosamente, l’avevo riabbassata in fretta, sorpresa, e il sangue ancora fresco aveva macchiato il lenzuolo.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
20-05-2011, 02.41.32 | #867 |
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Pasuan restò a fissare Dafne rosso per la rabbia.
“Si, hai ragione…” disse contenendo a stento l’ira “… hai ragione… in fondo non devi dar conto a me di ciò che fai… sono sciocco io ad interessarmi di cose che non mi riguardano… non più… si, dici bene, amico mio…” rivolgendosi poi a Cavaliere25 “… andiamo… ho già fatto abbastanza sciocchezze ultimamente…” Ma prima di andare si voltò verso Lyowel. “Oggi è il giorno dell’incoronazione, risolveremo domattina all’alba, se Dio vorrà, la nostra questione, cavaliere… vi aspetto, come deciso, dietro al convento della Divina Misericordia…” “Non temete, ci sarò.” Rispose con tono di sfida Lyowel. Pasuan annuì e si allontanò insieme a Finiwell e a Cavaliere25. “Finalmente soli, damigella…” disse Lyowel sedendosi accanto a Dafne “… siete la più graziosa ed elegante della festa… peccato che stamani ho il braccio che mi duole e non ho potuto partecipare alla giostra, altrimenti mi sarei proposto senz’altro come vostro campione.” E le baciò la mano.
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20-05-2011, 02.55.08 | #868 |
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Morrigan, come aveva detto, era andata ad assistitere alla giostra.
Aveva visto tutti quei cavalieri battersi e poi i quattro campioni dimostrarsi superiori a tutti gli altri. E come tutti era in attesa di veder comparire il duca e sua moglie dal grande balcone nord del palazzo. Ad un tratto avvertì una strana sensazione. Si voltò e vide Guisgard alle sue spalle. “Quanto clamore per quei quattro cavalieri…” disse con il suo solito tono guascone ormai ritrovato “… mica poi sono tutto questo granchè!” Sorrise. “Ma la gente, si sa, si esalta per poco! Ma sono certo che anche tu avresti potuto far bella figura in quella giostra, sbaglio?”
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20-05-2011, 03.50.22 | #869 |
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Icarius fu aiutato dai suoi servi e dalle ancelle a prepararsi.
Era vestito con una lunga giubba color bosco, stretta in vita da una larga cintura di un marrone più chiaro. Le maniche si aprivano mostrando una raffinata fodera scarlatta ed un mantelletto gli scendeva fino alle ginocchia. Sotto la giubba sbottonata indossava un’attillata camicia scarlatta e pantaloni dello stesso colore della giubba, racchiusi, all’altezza del ginocchio, da raffinati stivali di cuoio. “Siete perfetto, milord!” Disse entusiasta una delle ancelle. “Dite che sarà pronta lady Talia?” Chiese lui mentre si specchiava. “Beh, le dame amano sempre far aspettare i propri cavalieri, milord.” Fece un’anziana servitrice. “Lord Rauger, che Iddio l’abbia in Gloria, soleva sempre dire che un uomo deve scegliersi una donna per la quale valga sempre la pena aspettare.” Disse il sarto di corte, mentre dava gli ultimi accorgimenti all’abito del suo signore. “Va bene cosi!” Esclamò Icarius impaziente. “Voglio vederla!” Il sarto sorrise guardando l’anziana servitrice. Uscì allora dalla sala, diretto verso la stanza di Talia. Bussò ed attese. “Avanti.” Disse una serva dall’interno. Icarius entrò e subito davanti ai suoi occhi apparve ciò che cercava. Talia, di delicate proporzioni, stava in piedi al centro della stanza accanto ad uno specchio. La sua carnagione era squisitamente chiara, gli occhi scuri e luminosi, meravigliosamente adagiati sotto sopracciglia delicatamente accennate, che conferivano a quello sguardo vispo una vivace espressione di arguzia e perspicacia. Sulla bocca era impresso un solare sorriso, segno questo della decisa attitudine che avevano quelli del suo popolo di vivere gai e spensierati. Un sorriso però che non trasmetteva quella sensazione di leggerezza e superficialità, come in molte di quelle dame che usavano frequentare le varie corti del regno, o quell’insipida sfrontatezza delle donne che amavano mostrarsi troppo sicure di sé. Il suo sorriso era invece gioviale, soave e sembrava capace di raggiungere il cuore di chiunque si fosse fermato a contemplarne la luminosità. I lunghi e lisci capelli, di una sublime tonalità mista tra un intenso castano ed un delicato biondo, erano accomodati con naturalezza da un prezioso diadema e scendevano leggeri, intrecciati alle estremità da fili di perle, lungo le graziose spalle della principessa di Sygma. Nessun artificio avrebbe potuto rendere più bello ciò che la natura aveva fatto su quella creatura. Al collo portava una catenina d’oro che terminava con un medaglione nel quale, come i lettori ben sanno, era racchiusa l’immagine del suo fortunato sposo. Indossava una veste di pregiata seta del colore del cielo di Primavera, attraversata da leggeri disegni di un bianco purissimo, dalla quale scendevano con grazia ed armonia lunghe maniche di esotico gusto. Riflessi di un intenso nero bordavano le estremità di quelle maniche, nelle quali erano ricamati foglie e fiori stilizzati. Anche la parte posteriore della veste era di quel deciso nero, che conferiva al suo portamento un contegno orgoglioso ed altero, ma solo appena accennato, tanto da non richiamare eccessiva attenzione per questa sua caratteristica. Il davanti del vestito era invece di un azzurro più pallido e tenero, che donava ancora più splendore alla sua carnagione di stilnovistico candore. “Sei bellissima…” sussurrò Icarius a quella visione “… vieni, ti prego…” porgendole la mano “… voglio mostrare al mio popolo il più prezioso tesoro di queste terre…” E seguiti da un lungo corteo i due sposi raggiunsero il grande balcone che dava sul cortile ormai gremito in ogni angolo. E nel vederli il popolo esultò di gioia.
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20-05-2011, 04.34.09 | #870 |
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La mia mano era nella sua mentre lentamente percorrevamo il corridoio, seguiti a breve distanza da quel corteo di servitori e cortigiani.
Sorrisi e impercettibilmente mossi la testa di lato, in modo da potergli lanciare un'occhiata obliqua... "Desideravo vederti!" sussurrai, in modo che solo lui sentisse "Morivo dal desiderio di averrti di nuovo con me!" Raggiungemmo il balcone e qui, affacciandoci, fummo raggiunti da grida e applausi di gioia... "Guarda..." accennando alla folla sottostante "Ti acclamano, ti attendono, hanno bisogno di te... e ti amano a tal punto..." Gli strinsi appena la mano e soggiunsi: "Eppure a volte penso che sarebbe tutto così semplice se tu non fossi duca... potremmo essere così felici..." Sospirai, come a scacciare quell'idea, e tornai a sorridergli... "Salutali!" suggerii "Non attendono che un tuo cenno!"
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