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31-12-2010, 05.24.25 | #871 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Il Sole volgeva al tramonto e gli ultimi bagliori si ritiravano verso Occidente, lasciando mestamente l’altra parte del cielo.
La gente cominciava ad andare via e le strade si sfollavano lentamente. “E cucinerò per tutti loro!” Esclamò entusiasta Talia. “Per tutta la corte, suppongo…” rispose distrattamente Guisgard. “Certo e non sai che faticaccia mi toccherà fare!” “Allora non ti invidio.” Talia sorrise. “Vuoi venire anche tu?” Chiese poi. “E perché dovrei?” Rispose lui meravigliato. “Non vedo perché dovrei unirmi a voi… odio il chiasso e preferisco starmene da solo…” Lei chinò il capo e restò in silenzio per qualche momento. “Perché fai cosi?” Domandò senza alzare la testa. “Così come?” “Sei ombroso, schivo…” rispose lei “... freddo e distaccato…” Lui si voltò a guardarla senza rispondere nulla. Camminarono per un lungo tratto di strada senza dirsi nulla, fino a quando imboccarono una stradina laterale. “Ecco…” disse lei “… io abito poco più in la… grazie per la compagnia…” “Va bene…” mormorò lui guardando la stradina davanti a loro “... vuoi che ti accompagni?” “No, grazie…” con un sorriso lei “… mio padre sarà già ritornato e non ama gli sconosciuti… sai, ne vede tanti ogni giorno e…” “Va bene, va bene…” minimizzò lui “… allora va pure… a domani…” “Guisgard, volevo dirti…” sussurrò lei “… che sono stata bene stasera… grazie…” “Anche io…” sorridendo lui “… ora va, io aspetterò di vederti svanire in fondo alla stradina…” “E perché mai?” Domandò lei. “Ah, si… dimenticavo… tu sei il Primo Cavaliere!” Ridendo di gusto. “E sia, messere… vi concederò di soddisfare il vostro alto senso cavalleresco! Vegliate pure sui miei passi mentre mi allontano! Il mio strascico, per favore…” e fingendosi una gran dama si allontanò divertita. “Resterò qui perché non voglio essere io a lasciarti per primo…” disse fra se il cavaliere. “A voi, milady.” Rispose con un inchino Guisgard. “A domani, se Dio vorrà!” E restò a fissarla fino a quando non svanì nel buio della notte. “Guis…” “Gila, amico mio!” Disse il cavaliere. “Che ci fai qui?” “Io sono sempre con te…” rispose il nano sorridendo “… dimentichi che siamo come Orlando e Morgante!” “Ricordi ancora quella vecchia cosa che ti dissi!” Il nano sorrise di nuovo. “Resta con Talia…” disse “… non lasciarla sola…” “Veramente è lei che mi ha lasciato da solo…” rispose con un sorriso malinconico il cavaliere “…eh, già… andiamo a berci un goccio?” “Devo andare, Guis.” “Andare dove?” “Mi aspettano e si è fatto tardi… una vecchia amica…” “Noi siamo inseparabili!” Esclamò Guisgard. “Vengo con te… andiamo!” “No, devo andare da solo…” rispose con un sorriso il nano “… va da Talia…” In quel momento si udì una voce che chiamava il cavaliere. Era Talia che lo chiamava dal fondo della stradina. Guisgard corse verso di lei e la trovò accasciata a terra, sanguinante ad un fianco… “Talia! No!” Gridò nel sonno Guisgard. Gila lo fissava preoccupato, quando ad un tratto sentì dei passi che si avvicinavano. “Eccoli…” pensò il nano “… stanno arrivando… e non devono trovare Guisgard e Talia…”
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02-01-2011, 00.25.48 | #872 |
Cittadino di Camelot
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"Milady... ragionate... nessuno vuol far del male a questo angelo del Signore... ma rimandondola indietro attraverso il bosco, anche se accompagnata da uno di noi, correrebbe comunque molti più rischi che restando qui... il nostro numero è anche la solo nostra unica forza... meglio restare uniti..."
Alle parole del Cappellano, Gaynor si rese conto che con tutta probabilità egli aveva ragione... il bosco pullulava di nemici, se ne avessero incontrato anche un solo piccolo drappello sarebbero state perdute entrambe. Sentì poi il Cavaliere Nero (così aveva soprannomimanto fra se l'arrogante individuo che affermava di essere il capo) rivolgersi a lei con queste parole: "Lord Frigoros è il signore di queste terre ed anche voi, fino a quando le calcherete, sarete sua suddita!" e subito dopo udì anche Iodix esclamare: "Guardate! Nel libro cosa c'è... è un disegno! Sembra una mappa! E' della sorte un pegno!" Sempre stringendo a sè Lyan, Gaynor si rivolse dapprima al Cappellano: "Vogliate perdonare la mia irruenza, a volte l'impulsività mi porta a non ragionare. Credo abbiate ragione, sarebbe imprudente uscire da qui senza scorta... vediamo cosa ha trovato Iodix, poi decideremo come muoverci. In quanto a voi" disse poi indirizzando le sue parole al Cavaliere Nero "il discorso è diverso, non è certo l'impulsività a farmi affermare che io non ho padroni e non sono la suddita di nessuno. Vi pregherei dunque di non dimenticarlo quando vi rivolgerete a me la prossima volta, e mi auguro di non doverlo ripetere più in futuro."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
02-01-2011, 16.48.07 | #873 |
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Guardai quella ragazzina e presi la parola e dissi non avere paura non vogliamo farti del male abbiamo sentito canticchiare e ci siamo incuiositi io sono cavaliere25 e ti come ti chiami dissi gentilmente guardando la ragazzina
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fabrizio |
03-01-2011, 02.34.36 | #874 |
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Era sempre più difficile riuscire ad interagire con Guisgard all’interno dei suoi sogni... la mia ferita bruciava sempre più ed il dolore spesso mi annebbiava la mente e mi rendeva difficile la concentrazione, lui al contrario sembrava diventare di momento in momento più forte e con sempre maggiore facilità mi trasportava da un sogno all’altro...
Inevitabilmente mi chiesi dove fosse Guxio e se anche lui trovasse qualche difficoltà nell’agire nella mente del cavaliere. Tuttavia, in quel momento, battei le palpebre e mi sforzai di restare in quel sogno... Lui era sempre di fronte a me, lo vidi inginocchiarsi e osservare con orrore la mia ferita... i suoi occhi mi sembravano spaventati, sconvolti perfino... e mi resi conto che, probabilmente, era soltanto colpa mia: in fondo avevo tirato molto la corda e forse avevo preteso fin troppo da lui, che non poteva esser preparato a simili interferenze nei suoi pensieri... Quel cavaliere che aveva dimostrato un grande coraggio, era vero, ma discernere nella propria mente tra un sogno vero ed uno manovrato da Guxio era ben altra cosa... chiunque avrebbe potuto venirne confuso: non era colpa sua. E poi io, che avrei dovuto esser la sua guida, forse non ero stata affatto all’altezza. Sorrisi debolmente al cavaliere, tuttavia, e presi la sua mano nelle mie... “Non temere...” mormorai “Non è niente! Va tutto bene... e andrà tutto bene, in qualche modo. Guxio non vincerà su di te, io non glielo permetterò!” Lentamente mi sollevai e posai un bacio sulla sua mano, ancora stretta tra le mie... “Andrà tutto bene!” ripetei, con voce carica di fiducia.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
03-01-2011, 23.27.09 | #875 |
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Morven ascoltò in silenzio e con profonda attenzione le parole che Gaynor aveva rivolto a lui e subito dopo al Cappellano.
Quando infine la sentì rispondere con decisione e fierezza alla rude inposizione di Bumin... Brava ragazza! pensò... dategli ciò che si merità! E guardò la nobile dama con uno sguardo pieno di simpatia e di rispetto al contempo. Tuttavia, nonostante le parole della fanciulla l'avessero profondamente colpito, Morven, insieme a Gaynor, fissava anche la ragazzina che la dama stringeva ancora tra le braccia, e non riusciva ad allontanare da sè quel sentimento di angoscia e di ansietà che lo attanagliava. Samsagra continuava a pulsare e a lanciare intermittenti bagliori di smeraldo che solo lui poteva scorgere. Il pensiero di non poter condividere quel segno con nessun altro da una parte lo consolava, ma dall'altra lo abbatteva, chè sapeva che qualsiasi rivelazione Samsagra gli avesse fatto, non c'era modo di mostrarne i segni ai suoi compagni e di essere creduto. Quando udì l'asclamazione di Iodix e subito dopo l'invito di Gaynor che concentrò l'attenzione di tutti verso il giullare, Morven pensò che quell'istante avrebbe potuto essere quello propizio... propizio per mettere in atto l'idea rischiosa e avventata che gli era balzata in capo... rischiosa e avventata di certo, ma l'unica che avrebbe potuto dargli qualche risposta! Si avvicinò a Gaynor con discrezione e osò avvicinare le labbra al suo orecchio: "Milady, purtroppo non posseggo alcuna chiaroveggenza che possa consolare il vostro cuore... ma le vostre buone parole per me mi spingono a chiedervi anche la vostra fiducia! Lasciatemi, vi prego, fare una prova, e non indietreggiate e non stupitevi, per quanto bizzarre vi potranno apparire le mie azioni!" Così dicendo, si scostò appena da lei, guardò il visino spaventato della bambina per un istante, quindi estrasse Samsagra dal fodero. Sollevò la lama e la tenne dritta davanti agli occhi della piccola. "Non temere, piccina..." mormorò con voce tranquilla "Tocca questa lama... stai tranquilla, non ti accadrà nulla... metti le tue dita qui..." E così dicendo, avvicinò la lama di Samsagra alla mano della bambina.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
03-01-2011, 23.45.04 | #876 |
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Gaynor vide il bel cavaliere avvicinarlesi e lo sentì sussurrarle delle parole all'orecchio. Dopo averlo ascoltato, la dama decise di accordargli fiducia poichè aveva da subito avvertito la bontà d'animo del giovane, per cui non gli si oppose quando fece la bizzarra richiesta di far toccare la sua spada a Lyan.
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05-01-2011, 04.06.29 | #877 |
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La sala era illuminata appena a sufficienza e l'umidità aveva consumato le sue pareti.
Ma oltre a ciò, vi era altro che rendeva l'atmosfera insopportabile e sgradevole. Era quel senso di oppressione ed inquietudine che sembrava trasmettere quel luogo. Inoltre, la faccenda della piccola Lyan aveva fatto nascere malumori e sospetti fra loro. "Ascoltami, donna..." prese a dire Bumin a Gaynor "... questa non è la corte, nè qualche altro posto frequentato da effeminati cavalieri o rammoliti vari... ed io non sono mai stato portato per quegli atteggiamenti sdolcinati che si scambiano i vari parassiti che si vedono presso i vari potenti! A me delle regole cortesi e cavalleresche interessa ben poco! Io non ho altri valori o altra causa che non sia me stesso! Dunque, diciamocelo ora per non ripeterlo più in futuro..." aggiunse dopo un istante "... qui sono io il capo! La legge del più forte mi concede tale titolo! E chi intende negarlo, che sia uomo o donna, dovrà assaggiare la mia spada!" "Messere..." intervenne il Cappellano "... vi prego... la situazione è delicata e cerchiamo di restare lucidi! E poi, la nostra dama" indicando Gaynor "come tutte le donne è sensibile alle lacrime di una bambina indifesa... e sono certo che voi non volevate mancarle di rispetto, anche perchè..." "Taci, chierico!" Lo interruppe Bumin. "Conserva i tuoi sermoni per i bigotti e i fanatici che vengono ad onorarti nella tua chiesa! Io non perdo mai la testa, neanche quando la morte affila la sua lama sull'acciaio della mia spada! Ciò che ho detto è vero! Vero come il disprezzo che nutro per tutte le ipocrisie che rendono falso e vile questo mondo! Ed ora cerchiamo di capire dove siamo finiti e cosa dobbiamo fare!" Nel frattempo, a pochi passi di distanza, Morven pose la spada verso la piccola Lyan. Samsagra fino a quel momento aveva brillato in maniera costante ed ossessiva, ma appena la piccola toccò la sua lama quel verde riflesso di giada si spense all'improvviso. Morven in quel momento sentì un gran freddo nel suo cuore, senza capirne il motivo.
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05-01-2011, 04.29.26 | #878 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, in un'altra zona del bosco, Belven, Cavaliere25, Godblum ed il loro uomini erano giunti presso un misterioso pozzo.
Pochi istanti dopo era comparsa una fanciulla. La ragazzina fissò per alcuni istanti quegli uomini, come impaurita dalla loro presenza, poi, tranquillizzata forse dalle parole di Cavaliere25, sembrò rasserenarsi. "Io..." mormorò "... io sono Anmery... vengo qui ogni giorno per raccogliere erbe aromatiche da portare ai miei genitori..." "Che posto è questo, Anmery?" Chiese Belven alla fanciulla. "E' la radura detta del Pozzo, cavaliere." "Capisco..." disse Belven "... e immagino che l'acqua del pozzo serva a lavare le erbe che raccogli, vero?" "No, mio signore!" Esclamò la fanciulla. "Non mi è permesso raccogliere acqua da quel pozzo! A nessuno in verità è consentito ciò!" "E perchè mai?" Chiese stupito Belven. "Perchè..." esitò la fanciulla "... perchè quel pozzo è... è maledetto!"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 05-01-2011 alle ore 05.08.07. |
05-01-2011, 06.22.49 | #879 |
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Il mercato, con i suoi schiamazzi e le sue grida invadeva le stradine del vecchio borgo.
Il martedì mattina non era tale se il colorito e folcloristico trambusto di quel mondo non si diffondeva in ogni dove del centro abitato. “Frutti così dolci” disse la vecchia mentre metteva nel sacchetto quella frutta matura“non si trovano facilmente, ecco perché costano tanto.” “Non importa, buona donna…” rispose Guisgard “… era quello che cercavo! Ecco a te le monete che mi hai chiesto!” “Ci tenevate proprio tanto ad avere questa frutta, vero?” Chiese divertita la vecchia. “Si, assolutamente!” Esclamò raggiante il cavaliere. La vecchia sorrise intuendo il motivo di quella spesa dalla luminosità dello sguardo del cavaliere. Questi allora, presa la frutta, corse fuori dal borgo, verso il castello ducale, che come un gigante vegliava sul borgo e sulla campagna che lo circondava. Il fiero cavallo divorò la distanza che separava il centro abitato dal maniero del duca e Guisgard fu annunciato proprio dal nitrito del suo fedele destriero. “Bentornato, padrone!” Lo salutò un servitore. “Si è svegliata?” Chiese Guisgard. “Come sta?” “Credo si sia svegliata!” Rispose il servo. “Oggi c’è il Sole… ed è buon segno!” Guisgard fece le ampie scale di corsa, saltando a due a due i vecchi gradini, fino a giungere davanti alla stanza in cui era accudita lei. “Si è svegliata?” Domandò il cavaliere. “Si, milord…” rispose la suora proprio mentre usciva dalla stanza. “Come sta?” Chiese Guisgard. “Dite… ha chiesto di me?” La suora sorrise. “Sta meglio…” rispose “... controllate voi stesso…” Guisgard allora entrò nella stanza e trovò Talia sveglia. Guardava fuori verso la verde campagna, mentre un a lieve brezza da una delle finestre accarezzava i suoi lunghi capelli. La luce di quel soleggiato giorno sembrava adagiarsi come un velo sulla sua bianca pelle, donandole un tenero spruzzo rosato segno indiscutibile di una salute ritrovata. Il volto era sereno e lo sguardo rilassato. Guisgard restò fermo a fissarla, senza dire nulla. “Buongiorno, cavaliere…” disse lei voltandosi all’improvviso. “Come stai?” Chiese lui. “Meglio, il fianco non mi fa quasi più male…” sorridendo lei “… ma cosa hai lì?” “E’ frutta fresca…” rispose lui stringendo fra le mani quel sacchetto che sembrava possedere, per quel cavaliere, un valore inestimabile. “Te ne sei ricordato!” Esclamò lei, felice come una ragazzina. “Io ricordo tutto…” “Come è bella la campagna...” sospirò lei “… resterei a fissarla per giorni…” “D’Inverno è ancora più bella... soprattutto quando si ha la fortuna di giornate come questa… quando il vento soffia e spazza via l’umidità dall’aria…” “Ieri sera mi sono addormentata guardando il crepuscolo che l’avvolgeva... e ho visto le lucciole…” “Si…” fece Guisgard avvicinandosi alla finestra “… ricordo una volta ti parlai delle lucciole…” “Quando?” Chiese lei. “Tempo fa…” rispose lui fidando fuori dalla finestra “… ma forse ora tu non ricorderai… o, chissà, forse era un’altra storia... o un altro sogno…” Lei sorrise. “E cosa mi raccontasti riguardo alle lucciole?” “Nulla di che…” rispose lui con un sorriso malinconico “… ora mangia, così potrai riposarti ancora un po’…” “Le lucciole!” Gridava il bardo nel cortile salutando il crepuscolo. “Le lucciole conoscono l’arte di Amore, mio signore!” Guisgard, insieme agli altri cavalieri, lo ascoltava sorseggiando dal suo calice. “Le lucciole, amici miei…” continuava il bardo “… sapete come fa la femmina ad attirare il maschio? Semplice… comincia ad illuminarsi e poi a spegnersi! E’ questo il suo richiamo d’amore! Ah, se imparasse l’uomo dalla natura! Ah, Amore, mio signore!” Ad un tratto Guisgard si sentì chiamare. Era Talia, affacciata dalla sua finestra. Gli sorrideva e giocava con la luce di una candela. “E’ notte” mormorò l’ombra nell’orecchio di Guisgard “ecco perché ha quella candela… non per altro, amico mio…” Ma all’improvviso si udirono delle grida. “Aiuto!” Gridava Talia! Aiutami, Guisgard!” “Qualcuno è entrato nella stanza di Talia!” Gridò un servitore. “Allarme! Tradimento!” Guisgard corse rapido fino alla stanza della giovane, ma la trovò vuota. E dalla finestra vide che la portavano via. Solo l’intervento dei suoi cavalieri evitò che saltasse giù da quella finestra. “Lasciatemi, cani!” Gridava contro i suoi stessi compagni. “Calmati, Guisgard!” Gli dicevano questi tenendolo quasi a fatica. “Calmati, o cadrai dalla torre!” “Lasciatemi o sarà tardi!” Si dimenava il cavaliere. “Lasciatemi o vi infilzerò! Talia!” “Talia!” Urlò con rabbia e dolore Guisgard. Ma Gila fissava ormai il fondo di quel passaggio. “Arrivano…” pensò. Ad un tratto un nutrito gruppo di Atari apparve, lanciandosi sui tre. Uno di loro tentò di infilzare Guisgard con la sua lancia, ma il nano difese il suo compagno con ardore. Ma erano in troppi ed uno di loro lo trafisse alle spalle, facendolo accasciare proprio sul suo compagno. “Maledetto nano traditore!” Inveì uno di quelli, dando a Gila altre due coltellate. “Che l’Inferno ti inghiotta!” “Prendiamo la donna” disse un altro di loro “e portiamola al maestro come ci ha ordinato!” “E questo?” Chiese uno indicando il cavaliere ferito. “Ormai è spacciato! Probabilmente non si sveglierà nemmeno più dal suo sonno di morte!” E sparirono nel buio di quel passaggio, portando Talia con loro.
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05-01-2011, 12.02.13 | #880 |
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Ascoltai la discussione tra la fanciulla e Belven e dissi come sarebbe a dire che è maledetto domandai guardando la fanciulla poi continuai non devi aver paura di noi Anmery siamo delle persone buone noi non malvage raccontaci la storia di questo pozzo aggiunsi e aspettai
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fabrizio |
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