26-10-2011, 03.02.21 | #891 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lord Tudor ringraziò Rodolfo, per poi salutarlo.
Ma prima di congedare definitivamente il cavaliere, gli affiancò un suo fedele servitore. “Questi è Iwane…” disse il duca a Rodolfo “… è un mio servo fedele… è giunto oggi dai miei territori del Nord e nessuno a Camelot lo conosce… egli vi scorterà fino al palazzo dove alloggia Missan… potete fingere, per non destare alcun tipo di sospetto, che Iwane sia vostro servo, o vostro scudiero. Decidendo il suo ruolo, insomma, in base al vostro piano, messere. Se invece ritenete che agire da solo vi assicuri maggiori vantaggi, allora, una volta giunto al palazzo di Missan, rimanderete indietro Iwane.” Così, Rodolfo e Iwane lasciarono il palazzo del Belvedere e presero la via verso il palazzo dell’ambasciatore. Ad un certo punto una lussuosa dimora prese forma nella boscaglia che circondava Camelot. “Ecco, milord…” indicò Iwane a Rodolfo “… quello è il palazzo dove dimora l’ambasciatore.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 26-10-2011 alle ore 03.18.03. |
26-10-2011, 03.29.37 | #892 |
Cittadino di Camelot
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Tornaì verso la locanda, di colpo la mia attenzione fu scossa dalle voci di un gruppo di persone che mi chiamava ad unirmi alla loro compagnia, erano degli zingari, giocavano a dadi e mi chiesero con garbo di giocare con loro. Non sapevo se fidarmi, questi uomini giocavano ai dadi un gioco alquanto rischioso per la propria borsa. Li ringrazaì dell' invito, ma preferivo rimanere in disparte ad osservare e studiare le pagine del manoscritto che avevo recuperato da Dudek e riportaì su di un foglio l'affresco di San Giorgio presente nella chiesa della città. Sareì ritornato lì il giorno seguente con la speranza di poter incontrare Sir Hagus e chiedergli delle informazioni sulla Chiesa e sul pendaglio che portavo al collo; gettando la coda dell'occhio sulla mia sacca di denari, studiaì quel libro e l'immagine di San Giorgio.
Ultima modifica di Parsifal25 : 26-10-2011 alle ore 03.38.42. Motivo: Correzione dell'azione |
26-10-2011, 03.33.06 | #893 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La carrozza condusse così Missan ed il suo fedele capitano Lancelot, attraverso la fitta e lussureggiante boscaglia che avvolgeva quelle terre.
Missan appariva nervosa ed ansioso. Gettava rapide e furtive occhiate dal finestrino della carrozza, mentre il cielo si addensava sempre più di alte e sottili nuvole. “Un chierico…” mormorò all’improvviso, mentre il suo sguardo si spostava rapidamente dal finestrino al volto di Lancelot “… un chierico… ricordo perfettamente il suo volto… e quei suoi penetranti occhi azzurri… giunse inaspettato e mi fece quello strano discorso, dove affermava di essere addirittura il confessore del Giglio Verde… si presentò come Presbitero Tommaso… poi svanì nel nulla, proprio sotto i miei occhi…” una smorfia indecifrabile mutò l’espressione del suo volto “… appena vi sarà possibile, capitano, indagate su quel chierico… e rammentate bene quel nome… Presbitero Tommaso…” La carrozza giunse così presso una vecchia casa nobiliare abbandonata nel cuore del bosco. Solo il vento sembrava dimorarvi. “E’ strano…” guardando fuori dalla carrozza Missan “… non è mai giunto in ritardo il nostro uomo…” Ad un tratto si udì qualcosa. Un attimo dopo un’altra carrozza giunse nello spiazzo davanti alla vecchia casa nobiliare. “Eccolo, è lui.” Disse Missan. “Venite…” facendo segno a Lancelot di seguirlo.
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26-10-2011, 03.42.05 | #894 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Avanti, di cosa avete paura, messere?” Disse lo zingaro a Parsifal. “Non vi va di giocare con noi?” E risero forte.
“Eh, non ci sono più gli uomini di una volta!” Esclamò una donna che si intratteneva con loro. “Una volta i cavalieri affrontavano draghi, oggi invece, a quanto pare, hanno anche paura di lanciare dei dadi!” “Su, soltanto qualche tiro, amico mio!” Disse un altro di loro. “Sceglierete voi la posta in palio, su!” “Ehi, non voglio disordini qui dentro.” Giungendo il locandiere con del vino per quegli zingari. “Bevete, pagate e poi andatevene.” “Ehi, non sembri molto cortese, mio buon locandiere!” Fissandolo colui che sembrava il più sveglio fra quegli zingari. “Non sai che i clienti vanno trattati con i guanti?” “Insomma, volete giocare oppure no?” Fece la donna fissando Parsifal. “O avete davvero paura di far rotolare due dadi?”
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26-10-2011, 04.54.30 | #895 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Un’ombra.
Gaynor aveva davanti a sé solo un’ombra, che sembrava confondersi in quell’indefinita penombra che rendeva surreale e quasi fiabesco quel luogo. “I vostri dubbi sul regime ateo e sanguinario dei vostri compagni repubblicani vi fa onore, milady…” disse il misterioso Giglio Verde “… ma, vedete, quando si decide di abbandonare, come ho fatto io, il mondo dei vivi, le loro passioni, i loro sogni, beh, allora il nostro animo assume le fattezze dell’Oltretomba e tutto ci appare scuro, torbido, indegno… sono come un Orfeo che scende nell’Ade senza però avere la volontà di trarre con sé alcuna Euridice… o anche come un Oreste senza timore alcuno della giusta ira delle Erinni…” I suoi occhi. Brillavano in quell’incerta penombra che sembrava scivolargli addosso, come una fedele compagna, con la volontà di celare il suo volto allo sguardo di Gaynor. Forse davvero quell’uomo giungeva dall’Oltretomba. Forse non era più neanche un uomo, ma uno spettro. “E questo mi ha reso indifferente verso i miei simili…” continuò “… indifferente ai loro dolori e alle loro debolezze…” sorrise lievemente “… non avete mai amato alcuno, dunque? Io invece vi ho rinunciato… l’ho fatto quando ho patteggiato con l’oscurità… non ho dato come pegno la mia anima, come fece Faust… l’anima non ci appartiene… ho barattato invece il mio volto… per cosa? Ma per averne altri mille, milady. Mille volti, mille maschere, sotto cui celare i miei intenti… così posso essere un marinaio, un cavaliere, un prete, un mendicante, persino un Ginestrino, sapete? E voi invece? Chi siete? Forse una novella Giuditta? Giunta qui per prendere la mia testa?” Rise. “Dovrei dunque credere alle vostre parole, mia bella Sherazade? Vi catturo su di una nave colma di Ginestrini… con una lettera affidatavi da Missan per il vostro capo De Jeon… e poi mi dite di provare disprezzo per il vostro regime? Sapete cosa conteneva quella lettera? Nomi… nomi da dare in pasto al boia… come Caronte voi traghettavate quelle anime verso il peggiore dei gironi infernali… no…” sussurrò “… non posso fidarmi di voi… se da questa fiducia che chiedete dipendesse solo la mia vita, allora lo farei… ma vi sono in ballo tante altre vite, milady… e non posso rischiare…” In quel momento entrò qualcuno e la stanza si illuminò quasi per magia. Erano due servitori di razza araba con vassoi ricolmi di varie pietanze, acqua, vini e liquori. I due recavano con loro anche diverse specie di piante e fiori di esotiche forme e fragranze. Apparecchiarono il tutto, abbellendo la tavola anche con quelle piante e quei fiori, per poi ritirarsi. Ora la stanza era illuminata ed anche il misterioso Giglio Verde era tornato ad essere visibile agli occhi di Gaynor. E ancora quella maschera copriva il suo volto. “Siete mia ospite…” disse lui invitandola a sedersi “… o forse dovrei dire mia schiava, mio ostaggio… ma spesso, come vediamo ne Le Mille e una notte, le prigioni possono essere dorate… posso avere l’onore della vostra compagnia alla mia tavola, milady?”
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26-10-2011, 09.26.27 | #896 |
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Ad un tratto arrivò Lady Beth e si sedette vicino alla nobile sorella, vidi le tre dame davanti a me scrutarmi in modo curioso, la scena sembrava alquanto ridicola ma mi trattenni dal sorridere: "Orbene, il milord come infatti sostiene Lady Kate per molto tempo fu catturato dagli spettri del passato, sembra quasi un incantesimo si fosse destato sopra lui e tutti gli abitanti della dimora" le tre dame si fecero più vicine con in mano un buon liquore aromatico "poi arrivò un vento, un vento forte a scuotere i suoi sentimenti e nello stesso tempo un sole caldo a scaldare il suo cuore come un cielo bizzarro...d'Irlanda. E fu cosi che dopo vari tentennamenti, ma non certo quelli dettati dal cuore, ma per paura di subire altro dolore il milord si fece trascinare da questo vento impetuoso e sulle rive di un laghetto chiese a una dama di nome Altea di divenire sua moglie". Sorrisi, vidi le tre dame a bocca aperta guardarsi tra loro. E mi ritrovai stretta tra le braccia di Lady Kate.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
26-10-2011, 11.09.26 | #897 |
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si è un uomo che mi a detto che era una delle statue di questa chiesa dissi devo parlargli assolutamente è una cosa importante devo avere delle risposte su un foglio che ho trovato in una bibbia che presi di qui senza permesso e aspettai una risposta da uno dei due
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fabrizio Ultima modifica di cavaliere25 : 26-10-2011 alle ore 11.38.16. |
26-10-2011, 11.19.19 | #898 |
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"Presbitero... Tommaso..."
Ripeto lentamente il nome rivelatomi da Lord Missan, come per imprimerlo con forza nella mia memoria. Un chierico, dice. Effeminati, lenti e rammolliti, tali si presentano. Non è gente che sparisca nell'ombra, o che sia capace di furtività. A meno che... Improvvisamente la mia mente corre a ciò che si racconta sulla fondazione di Camelot, su una fede basata su una commistione di mistica cristiana e di liturgie dell'antica religione... I primi sacerdoti erano un po' maghi e un po' servi di Dio, e forse lo sono ancora... "Lo staneremo, mio signore." L'incedere di una seconda carrozza si palesa con forza attraverso il rumore di zoccoli e ruote sul selciato. Sembra che il nostro appuntamento sia infine giunto. Il mio signore si appresta a scendere dalla nostra carrozza, e io gli sono subito dietro.
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------------------------------ Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù, la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli, le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi ~~~oOo~~~ |
26-10-2011, 15.01.23 | #899 |
Cittadino di Camelot
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Notaì che con insistenza questi zingari volevano per forza farmi giocare... sinceramente fui molto colpito dalle parole di quella donna che insinuava la mia incapacità di non saper affrontare i pericoli, cosa ne vuole sapere lei di tutto quello che ho patito per giungere sin qui. La rabbia stava insinuandosi nel mio cuore avreì voluto estrarre la spada per farle assaggiare di quanto sangue si sia macchiato, ma il mio codice e gli insegnamenti del mio maestro mi tornarono alla mente e tranquillizaì il mio spirto. Non avreì voluto allontanarmi dai miei studi e dal mio lavoro, ma per farle rimangiare ciò che aveva detto decisi di partecipare. La posta sarebbe stata 5 scellini a condizione che si sarebbe giocata una sola mano. Non adoravo questi giochi.
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26-10-2011, 17.53.51 | #900 |
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Prima di congedarlo, Lord Tudor assegnò a Rodolfo un suo fedele servitore affinchè lo accompagnasse al palazzo dove era alloggiato il ginestrino Missan,e ne potesse poi disporre a sua discrezione, attribuendogli un ruolo nel suo piano oppure lincenziarlo una volta giunto a destinazione.
Una volta lasciato il Belvedere, in sella al suo Albios, Rodolfo ebbe modo di conversare con Iwane anche per stabilire insieme il da farsi, una volta raggiunta la meta: " Iwane, la tua guida mi è assai preziosa. Più esitante sarebbe stato,altrimenti, il mio incedere. Quanto però al cosa fare,una volta raggiunto il palazzo, credo che la cosa migliore sia che tu non mi segua all'interno. Ti prenderai cura dei nostri cavalli,attendendo il mio ritorno nella locanda più vicina,badando bene che sia munita di una valida stalla dove poterli strigliare, rifocillare e far riposare. Alle spese ci penserò io." Concordato ciò, proseguirono la loro marcia, pressochè senza proferire verbo, lungo vie e vicoli interni a Camelot e boscosi sentieri dell'intorno,finchè si ritrovarono a pochi piedi dalla poderosa porta in mattoni,oltre la quale si poteva scorgere il caldo rosso delle tegole e la sobria pietra vista delle pareti di una lussuosa dimora che Iwane gli indicò essere il palazzo verso il quale erano destinati. Ringraziatolo per la sua sicura guida e ricapitolato quanto si era precedentemente stabilito, smontò dal suo cavallo,lo affidò a Iwane,e mentre questi si allontanava, s'incamminò, con passo deciso,verso la porta dove una guardia gli intimò di fermarsi,quindi, di presentarsi e dichiarare cosa lo aveva spinti fino a lì. Prontamente Rodolfo rispose all'intimazione e al domandar dell'uomo: " Ave! Il mio nome è Flavio Petrucci e vengo da Roma." Girando gli occhi all'intorno,come ammirato dalle bellezze che lo circondavano, proseguì dicendo: " Mi è stato riferito da miei fidati informatori di oltre Manica, di sincera fede repubblicana" Interruppe poi,di colpo,corrugando la fronte, il suo parlare con un borbottio, " Ahimè, a Roma per ben due volte il popolo ha sollevato il capo per abbattere la tirannide del papa re e restaurare le antiche gloriose istituzioni repubblicane, e per due volte ha visto infrangersi il suo sogno sotto i colpi mortali delle spade" Ricomposto il volto,riprese quindi il suo discorso dicendo: " Mi è stato riferito,dicevo, che qui avrei potuto trovare Sua Eccellenza, messer Missan, illuminata guida e ambasciatore della Repubblica di Magnus, la cui fama di eroismo e virtù è giunta fino nella lontana Urbe". Mentre parlava, quell'uomo non smetteva di fissarlo in cagnesco, squadrandolo da capo a piedi. Solo dopo che ebbe concluso la sua presentazione, voltò lo sguardo verso l'interno, lanciando un sonoro fischio al quale gli corse incontro un giovane garzone, cui ordinò di avvisare il maggiordomo della visita, affinchè quest'ultimo andasse ad informarne il padrone e,una volta ricevute istruzioni sul da farsi, lo raggiungesse per riferirgli quanto gli fosse stato ordinato.
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Rodolfo Iulo " Concordia parvae crescunt, discordia maximae dilabuntur " Ultima modifica di Rodolfo : 26-10-2011 alle ore 18.32.29. |
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