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24-10-2013, 20.59.24 | #891 |
Disattivato
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Restai in silenzio durante tutto il colloquio tra Roberto e il capitano.
Quando poi se ne andò, mi avvicinai al mio finto cugino. "Sicuro, di non voler parlare con de' Binardi?" dissi, alzando lo sguardo su di lui "Insomma, non sei nemmeno un po' curioso? L'ultimo desiderio di un condannato a morte non dovrebbe mai essere negato... andiamo, quel ragazzo è un incosciente e un imbecille, ma non mi sembra così pericoloso.. ancor più se è dietro le sbarre.. E le parole estorte con la tortura lasciano il tempo che trovano, se penso a cosa confessavano le donne accusate di stregoneria sul Continente.." scossi la testa "..andiamo, anche un bambino capirebbe che erano fantasie degli accusatori.. ma questo non c'entra..". Cercai nuovamente i suoi occhi "E' da quella sera che mi chiedo perchè abbia rischiato tanto per venire qui, cosa volesse dirti... Beh, non mi permetterei mai di dirti cosa devi fare, lo sai.. ma sono troppo curiosa per perdere un'occasione simile.. ma non ha chiesto di me, ma di te.. dunque non spetta a me decidere.." sorrisi. Come poteva non essere curioso? Insomma, un uomo senza un motivo non rischia la vita a cuor leggero. Doveva esserci sotto qualcosa. Quel qualcosa che mi era parso di scorgere negli occhi del mercante mentre abbassava l'arma, un attimo prima che le guardie lo portassero via. Ma spettava a Roberto decidere, anche se avevo l'abitudine di fargli sempre sapere come la pensavo, in maniera del tutto disinteressata, naturalmente. |
25-10-2013, 01.56.44 | #892 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Velv fissò Elisabeth senza scomporsi.
“Si dia il caso” disse “che ho del denaro. Ho sempre dato la caccia a lestofanti, assassini, fuggitivi e ad ogni tipo di canaglia che abbia calcato questo mondo. Naturalmente conto di rifarmi con gli interessi. Dopotutto la compagnia di mercanti che ci ha assoldati ha messo un bel gruzzolo sulla testa di quell'Azable. Dunque non abbiate a preoccuparvi del denaro. Saremo in tutto e per tutto dei signori. E appena avrete imparato a camminare non più come una villana, ma come una dama dell'alta società, vi spiegherò il nostro piano. E' semplice ma ingegnoso. Su, rimettetevi quel libro in testa adesso e cercate di non farlo più cadere a terra. Naturalmente dovrete riuscirci calzando le scarpe.”
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25-10-2013, 02.18.10 | #893 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea, sempre col fedele Mardhuan accanto, era in quella sala, in attesa di poter incontrare il Cavaliere d'Altafonte, quando una porta si aprì all'improvviso.
Apparve così un uomo anziano. Camminava lentamente ed aveva un aspetto bonario. Guardò la donna e sorridendo la salutò con un cenno del capo. “Salute a voi, milady.” Disse avvicinandosi ad Altea. “Mi piace passeggiare in queste stanze, perchè ci sono tante opere straordinarie. Come quel ritratto di dama del Rinascimento, o quel quadro che raffigura una battaglia sotto le mura di una città. Eppure, fra tutte queste magnifiche forme d'arte, nessuna, permettetemi, può starvi alla pari. Avete la freschezza di un fiore e l'appetibilità di un frutto maturo. Eh, se vi avessi incontrata, diciamo, durante la mia giovinezza... chissà!” Esclamò facendole l'occhiolino. “Ma voi, allora, non eravate neanche nata! Bella e giovane come siete!” E restò a fissarla.
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25-10-2013, 03.05.07 | #894 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Sinceramente” disse Roberto a Clio “non mi interessa nulla di quell'idiota. Anzi, tutta questa storia è una seccatura. Se quello sciocco non avesse tentato di uccidermi l'altra notte, a quest'ora avrei avuto soddisfazione, lasciandolo stecchito sul campo del duello. No, non ci penso neppure...” scosse il capo “... non voglio certo recarmi in una prigione per ascoltare le ultime fandonie di un uomo che dovrebbe invece essere già morto.” Prese del liquore in un bicchiere e cominciò a sorseggiarne un po'. “Tu invece mi sembri alquanto incuriosita...” fissandola “... beh, se vuoi, puoi sempre recarti tu ad ascoltare cosa vuol dire quello spaccamontagne... le sue ultime confessioni prima di liberarci per sempre dalla sua insulsa esistenza...”
“Ben detto, Roberto!” Esclamò Selenia. “Gente simile, trovata in casa altrui con un'arma in pugno, non meriterebbe neanche un processo!”
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25-10-2013, 09.29.46 | #895 |
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Sorrisi "Sai bene che io sono curiosa per natura.. tutttavia, quell'uomo non vuole parlare con me, e già una volta gli ho chiesto di riferirmi il suo messaggio, ma si è rifiutato.. di certo non andrò a trovarlo in prigione!" mi voltai verso Roberto "In effetti, devo dire che la cosa mi ha sorpreso.. pensavo che, essendosi introdotto in casa tua saresti stato ancora più offeso e avresti comunque voluto soddisfazione... Santo Cielo, io non l'ho colpito perchè non si dicesse che eri stato avvantaggiato da una sua ferita..." scossi la testa "Scusa, la smetto di intromettermi nei tuoi affari..".
Mi voltai poi verso Selenia "In un paese civile, chiunque ha diritto ad un giusto processo.." mi avvicinai verso la finestra, e lasciai vagare lo sguardo sul paesaggio circostante "Anche se questo avanzato stato liberale sembra averlo dimenticato.." sussurrai, tra i denti. Non era Francesco l'unico a cui pensavo. C'era Diomede, rinchiuso in una di quelle celle, con i vestiti logori, il viso scavato, lo sguardo spento. Lui aveva avuto un giusto processo? No, una sentenza sommaria, nonostante gli stemmi e le firme. Sentii la rabbia impossessarsi di me, piano piano, non potevo permetterglielo. Avevo una possibilità di salvare quello sciagurato di mio fratello, non potevo lasciarmela sfuggire. Mi aggrappai alla balaustra, e respirai lentamente. Non bastò. "Non mi sento molto bene, vogliate scusarmi..." dissi, abbozzando un sorriso. Salutai entrambi e mi diressi verso la mia stanza. Chiesi ai servitori di lasciarmi sola e non appena sentii la pesante porta chiudersi dietro di me, iniziai a respirare nuovamente. Mi buttai sul letto, come se un'improvvisa stanchezza si fosse impossessata di me. Restai lì, immobile, per molto tempo, in balia dei miei pensieri. |
25-10-2013, 13.09.05 | #896 |
Cittadino di Camelot
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I miei occhi erano nei suoi... mi sentivo le guance in fiamme...
mi stringeva la mano ma io non opposi resistenza... e, per un attimo, mi sentii come se gli ultimi sette anni non fossero mai esistiti... mi sentii di nuovo sulla collina, presso la Cappella di San Michele... “Se... se lui fosse qui, saprebbe che l’ho già schiaffeggiato una volta... e potrei farlo ancora... ” mormorai, poi abbassai gli occhi “O forse... forse, se avessi voluto schiaffeggiarlo, lo avrei già fatto...” Avevo parlato piano... pianissimo... tornai a fissare i suoi occhi chiari... erano sempre stati enigmatici, quegli occhi, difficili da decifrare... ma ora... ora vi era qualcosa di più in essi, qualcosa che non riuscivo a cogliere del tutto. Lui era sempre stato bravo a prendersi gioco di me, era sempre stato bravo a mettermi in difficoltà... aveva, per qualche ragione, sempre causato in me quella sorta di perpetua incertezza... e, per qualche ignoto motivo, il cuore mi era sempre battuto forte in sua presenza. All’improvviso, però, qualcosa si riscosse in me... quell’antica paura che si prendesse gioco di me tornò a bruciarmi l’anima... sfilai la mano dalla sua e gli voltai le spalle, perché non potesse leggere nei miei occhi quanto dolore mi causavano quelle parole. “Hai lasciato morire il passato con molta facilità, vedo.” mormorai “Sei tornato senza temerlo, senza temere che esso potesse tornare a perseguitarti. Ed hai avuto ragione, se davvero solo io ho riconosciuto Guisgard negli occhi del Cavaliere di Altafonte... Altafonte... fui io a narrarti quella storia, quel pomeriggio... la storia di quella città... quel pomeriggio, rammenti? Quel pomeriggio... appena prima che tu...” esitai “...appena prima che tu corressi dalla tua amante... e tutto poi precipitasse!” Avvertii la mia voce incrinarsi e tacqui. Chiusi gli occhi per un istante ed inspirai profondamente. Inspirai fino a recuperare, almeno in parte, il controllo... “Non m’importa sapere perché sei tornato!” mentii, con la voce che forse tremava troppo per risultare credibile “Non m’importa niente di te! E so che neanche a te importa di me, dato che non ti è importato mai! Ma allora... allora perché hai lasciato che parlassi a Santa Felicita? Perché, nascosto nel buio di quel confessionale, hai ascoltato i miei segreti? E perché mi hai detto quelle cose? So che eri tu... lo so: solo tu sai di quel giorno a San Michele. Perché lo hai fatto? Chiunque tu sia... Altafonte o Guisgard... perché pensi di avere il diritto di prenderti gioco di me?”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
25-10-2013, 13.54.29 | #897 |
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Presuntuoso......bello e presuntuoso....."Allora sono felice che vostra Grazia esista....mi sento protetta,ora i malfattori non esistono piu'.....e sia imparerò ad essere una Dama che sa camminare....ma vi avverto non statemi l'ontano o anche l'ultimo dei camerieri si accorgerebbe da dove provengo..".......rimisi le scarpe e cominciai ad andare avanti e indietro....senza sosta.....i rimproveri e gli accorgimenti di Velv ormai li prendevo senza arrabbiarmi......sino a quando il libro sembrò rimanere incollato al capo.....ero sfinita.....ma avevo raggiunto il primo obiettivo......camminavo come una signora......" Spero tanto che ora siate orgogliosa di me....."....mi gettai sul letto sfinita....."Parlatemi del vostro progetto....vi ascolto "
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25-10-2013, 16.35.12 | #898 |
Cittadino di Camelot
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Vidi quell'anziano fissarmi, ma chi era? Era impossibile un maggiordomo anziano...tutta questa confidenza e poi quegli apprezzamenti?
"Siete veramente gentile milord..sto aspettando il Cavaliere di Altafonte..io sono lady Altea e io con chi ho il piacere e l'onore di parlare?" dissi sorridendo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
25-10-2013, 17.41.47 | #899 |
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A quelle parole di Talia, Altafonte sorrise in maniera enigmatica.
Si voltò verso il tavolino e riempì ancora il suo calice. “Nel confessionale...” disse sorseggiando il liquore “... sapete, si dice che a Santa Felicita ci sia stato quel ladro... quel Mirabole... converrete con me che la vostra affermazione può dare adito a sospetti verso la mia persona... volete forse che vostro marito mi arresti con l'accusa di furto? In verità, l'idea di finire in prigione non mi attrae per nulla...” rise appena “... il ritorno... perchè si torna in un posto, mi chiedete? Conoscete i famosi Nostoi? I ritorni degli eroi in patria? Un filone celebre della poesia greca classica. Ebbene, perchè gli eroi ritornano? Ulisse per amore... il vostro Guisgard aveva un amore qui per ritornare? Ah, già... pare avesse un'amante a sentire voi... e forse altri lo pensarono, vero?” Sorseggiò ancora quell'elisir. “Ma si torna anche per altro... per vincere i propri fantasmi, i propri demoni... e talvolta anche l'amore può diventare un qualcosa che ti tormenta...” la guardò negli occhi, per poi lasciar cadere il suo sguardo su tutta la figura di lei “... perchè il Cavaliere di Altafonte è qui? Oh, ma per cercare moglie. Non l'avete sentito? A proposito... avete forse qualche vostra amica da presentarmi? Perchè sto scoprendo di avere un debole per le donne di queste terre... mi piacciono i loro nomi... non so... Veronica, Chiara...” sorrise di nuovo “... erano amiche di una ragazza che conobbi tempo fa... volete forse conoscere i miei gusti, milady? Così da essere facilitata nell'eventualità di volermi davvero presentare a qualche vostra amica? Vediamo...” finse di divenire pensieroso “... direi mi piacciono raffinate, eleganti, colte... ma che poi sappiano mostrare un volto diverso nell'intimità... mi piace far perdere il controllo ad una donna... turbarla, eccitarla... farle perdere ogni contegno... in barba allo stato nobiliare ed al buon nome...” rise “... eh, ma chissà se una dama dabbene come voi conosce donne simili...” la guardò ancora “... non sono nobile come voi... e neanche di Sygma, visto che questa terra sembra non volermi più... dunque posso rivelarvi una confidenza... pagherei per avere una come voi... anche adesso, milady... pagherei anche una prostituta, purchè vi somigli...” rise e finì di bere dal suo calice. Poi lo lasciò cadere a terra e si avvicinò a lei. Si avvicinò fino a sfiorarla, poi a toccarla e infine a stringerla a sé. “Era così il vostro Guisgard?” Tenendola stretta. “Vi guardava così? Vi stringeva così? E vi desiderava come io adesso vi voglio, milady?” La fissò negli occhi e fu sul punto di baciarla, quando all'improvviso qualcuno bussò. Lui restò a fissarla ancora per qualche istante, con le sue labbra vicinissime a quelle di lei, tanto da avere quasi il medesimo respiro. “Chi è?” Voltandosi verso la porta e lasciando Talia libera da quell'abbraccio. Quella si aprì e apparve Ermiano. “Cosa c'è?” “Perdonate, signore...” mormorò il servitore “... chiedono di voi... pare sia cosa urgente... di vita o di morte...” “Arrivo...” annuì Altafonte “... mi perdonerete, vero?” Rivolgendosi a Talia. “Pare che i miei affari non mi lascino molto tempo libero...” le sfiorò ancora la mano con le labbra e poi si diresse verso la porta “... occupati di milady...” ordinò ad Ermiano “... i miei omaggi, lady Talia...” voltandosi ancora verso di lei. Restò a guardarla per un lunghissimo istante con quei suoi occhi azzurri, per poi uscire e andare via.
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25-10-2013, 18.16.04 | #900 |
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Clio si chiuse nella sua stanza, in balia di pensieri ed inquietudini.
Restò sul letto così e forse per un po' si addormentò. Rammentò infatti immagini confuse, occhi, volti e voci. E tra quelli forse anche quello di Mirabole. Sognò poi suo fratello e persino Francesco. Come una visione, l'immagine di quella sera, con lui che chiedeva di vedere Roberto, sembrava perseguitarla. Vide infine Crysa. Guerre e massacri. E poi udì la voce di suo padre. E solo allora fu certa di essere sveglia. Come se quella voce fosse un presentimento, un segno, di qualcosa di pericoloso sul punto di accadere. La porta bussò poi all'improvviso. “Clio...” disse Roberto da fuori “... sei sveglia? Come ti senti? Ti va di parlare?”
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