25-02-2014, 20.57.30 | #911 |
Cittadino di Camelot
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Che storia graziosa...e non era neanche troppo spaventosa da raccontare ad un bambino......ma quella storia aveva la medesima situazione, i Frati erano in Chiesa quando successe il tutto la prima volta e i due Frati vennero con noi in chiesa quando provammo a rivivere la stessa cosa per la seconda volta.......ma il Borgomastro ci parlo' di tombe e profanazione.......quindi le due leggende nascevano dallo stesso ceppo...." Voi siete mai stato in quel villaggio ?...voglio dire...avete ....mai visto con i vostri occhi ciò che succede ?.....Pensate sia pericoloso andarci oppure potrebbe essere interessante, andare a vedere questo posto desolato ......... e perdonatemi se vi trattengo oltre...conoscete un certo Comino il Maniscalco ?......."...
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25-02-2014, 22.16.06 | #912 |
Cittadino di Camelot
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Ma quando la finiva di ridere di tutto ciò che gli dicevo?
Il sole si levò alto e io mi ritrovai nuda davanti a quel verme. Mi coprì all' istante con la folta e lunga chioma bordeaux. Odiavo essere spoglia....in special modo con tipi poco raccomandabili come lui!!! Arrivammo davanti a un sinistro maniero e non potè sfuggirmi di bocca un ironico commento: "Posticino simpatico....devo farmi dare il nome dell' architetto da vostra madre!....Dite che è ancora in circolazione?". Arrivammo davanti ad un enorme portone in ebano e ferro. Benvenuta all' Inferno, Eilonwy! "A proposito!.....Come vi chiamate?" chiesi al biondo cavaliere. COLONNA SONORA:
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 26-02-2014 alle ore 00.38.00. |
25-02-2014, 23.32.47 | #913 |
Disattivato
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"Maledetti! Maledetti..." sbottai "Non sarebbero mai dovuti venire.. Ah, ma la pagheranno... eccome..." mormorai.
"Senatore, quali sono gli ordini?" dissi, controllando la rabbia "Abbiamo l'autorizzazione a trattare questi mercenari per i criminali che sono o dobbiamo chiudere un occhio perché sono loro? Le donne di questa città sanno bene che impartisco pene molto severe a chi osa sfiorarle contro la loro volontà.. vergini o prostitute che siano, per me non fa differenza.. e non parlo degli omicidi perché non serve essere una donna per comprenderne la gravità.. ma io ho preso un impegno con il popolo e, con tutto il rispetto, punirò quegli animali con o senza la vostra autorizzazione! Se volete arrestare me, sapete dove trovarmi, anche se vi garantisco che i miei uomini eseguiranno i miei ordini in ogni caso.. Ma per ora, naturalmente, la priorità è prestare soccorso. In qualche modo troveremo gli uomini.. anche se, una volta ancora, non potremo contare sull'aiuto dei mercenari, visto che non fanno altro che peggiorare la situazione, al posto di esserci utili.." scossi la testa, discutere non serviva "mi chiedo cosa siano qui a fare.." mormorai tra i denti, pianissimo. "Con il vostro permesso, porterò alcuni dei miei uomini nel luogo dell'esplosione.. così da dare manforte alle milizie vescovili.." voltandomi verso il capitano "..insieme porremo fine a questa situazione assurda..." sorrisi, ma senza allegria alcuna. Quella giornata sembrava non finire mai. Il venerdì in cui avrei parlato con Maria sembrava non volere mai arrivare. "Rostis.." voltandomi verso uno dei miei fedelissimi "vedi quanti uomini riesci a trovare, la sorveglianza del Palazzo Reale non può essere sfoltita troppo, mi raccomando.. vedi a che punto sono quelli che si stanno occupando delle macerie dell'autodromo.. i morti ci perdoneranno se li trascureremo per tentare di salvare qualcuno.. Avete sentito cos'ho detto riguardo i mercenari, regolatevi di conseguenza... ma non uccidetene nemmeno uno a meno che non ne vada della vostra vita naturalmente, non dovete in alcun modo diventare come loro.." guardai l'altro soldato "Kastor, Tu vieni con me, partiamo immediatamente... prima siamo sul posto, più aiuto possiamo dare..". "Se non c'è altro, signori.. io andrei... le parole sono solo d'intralcio in questo momento, servono i fatti.." dissi inchinandomi rispettosamente rivolta al senatore e al capitano delle milizie vescovili "Capitano, fatemi sapere se avete bisogno di noi per qualche operazione in particolare.. contate pure sui miei uomini...". |
26-02-2014, 01.10.22 | #914 |
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Il padrone del castello, indossando sempre quel cappuccio a celarne il volto, fissò Altea fino a quando la donna non si sedette al suo posto.
“E' stata una notte come tante...” disse poi, cominciando a mangiare “... silenziosa, solitaria, indifferente... e la vostra invece? Spero sia stata tranquilla. Ho notato che non avete con voi il fiore che vi ho donato... posso vederlo?”
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26-02-2014, 01.17.36 | #915 |
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“Sono passato talvolta per quel posto...” disse il villano ad Elisabeth “... ma ormai è un villaggio fantasma... il sibilo del vento è l'unica cosa che si sente e a tratti sembra simile ad un lamento... è un luogo desolato... non troverete nulla laggiù...”
“Avete mai udito le campane della chiesa del villaggio suonare?” Chiese Daizer. “Le campane” rispose il villano “ormai neanche suonano più... ammesso che ci siano ancora...” Il volto del contrabbandiere si fece ancora più inquieto. “Quel nome poi...” aggiunse il campagnolo “... avete detto? Comino il maniscalco?” Pensieroso lui. “No, non mi pare... magari è vissuto in quel villaggio tempo fa ed ora riposerà insieme agli altri in questo camposanto... ora che ci penso, però... si, forse qualcuno di quegli abitanti è ancora vivo... si tratta di un chierico... vive in una chiesetta all'inizio del bosco...” “Come possiamo raggiungerlo?” Domandò Daizer. “Seguite il sentiero” spiegò il villano “e alla fine vi troverete davanti alla sua chiesa...”
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26-02-2014, 01.40.35 | #916 |
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Bool annuì a quelle parole di Clio ed acconsentì.
“Fate il necessario per aiutare il nostro popolo e assicurare alla giustizia quei mercenari...” disse “... andate ora, non vi trattengo oltre...” Così, come stabilito, le forze in campo si divisero per la città. Clio ed il fidato Kastor lasciarono il palazzo e si diressero dove i disordini erano più forti. La città era stata infatti colpita con ferocia da quell'ennesimo attentato. Come riportato dai testimoni, l'attacco dei ribelli era stato portato nei quartieri più poveri, quelli della plebe, dove le case erano perlopiù di legno. Questo aveva consentito ad un grande incendio, scoppiato in seguito all'attentato, di divampare ed avvolgere gran parte dei quartieri plebei. Molti morti erano nelle strade, coi volti irriconoscibili per le ustioni. Qualcuno di quei corpi era poi del tutto carbonizzato. Alcuni avevano trovato riparo nelle cloache, altri invece cercando di invadere i quartieri della borghesia. Le case e le botteghe poi, lasciate incustodite, erano state assalite da gruppi di facinorosi, intenzionati ad arricchirsi sfruttando quella tragedia. Ma circolavano voci che i mercenari pagati dal Senato, approfittando del caos e del panico, avevano cominciato a fare razzie, derubando, uccidendo e stuprando donne. Clio e Kastor raggiunsero i luoghi in cui il disordine era più forte ed in breve si trovarono in quella ressa. Ma un grido disperato all'improvviso si udì in strada. “Sembra provenire da quella casa, capitano...” indicando Kastor “... ma le fiamme la stanno avvolgendo...” “Aiutatemi!” Ancora quel grido. “Aiutatemi ad uscire da qui con la mia bambina! Aiutatemi, vi scongiuro!” “E' la voce di una donna!” Disse Kastor a Clio. “Probabilmente è rimasta intrappolata in mezzo alle fiamme con sua figlia!” “Si, ma nessuno può entrare ormai!” Avvicinandosi una guardia del vescovo alla ragazza ed al suo soldato. “A momenti crollerà!” “Ma quella donna è là dentro con sua figlia!” Urlò Kastor. “Purtroppo sono spacciate ormai!” Sentenziò la guardia vescovile.
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26-02-2014, 01.51.44 | #917 |
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Eilonwy, così, tornò ragazza proprio davanti agli occhi di quel giovane cavaliere.
Questi allora, divertito ed affascinato, restò a guardare la ragazza che pian piano, vedendo svanire le sue squame, si mostrò completamente nuda davanti a lui. “Niente male davvero...” guardandola tutta lui “... davvero niente male...” rise “... e quei capelli, per mia fortuna, solo a stento riescono a coprirvi nei punti giusti, damigella...” prese di nuovo il suo mantello e avvicinandosi a lei la coprì tutta con quello “... a malincuore, ma devo farlo... almeno così la smetterete di dire male di me!” Rise ancora. Galopparono allora verso il castello della misteriosa Isolde. Dopo un po', finalmente, si ritrovarono davanti ad un grande e cupo maniero. “Flees...” rivolgendosi il giovane cavaliere ad Eilonwy “... il mio nome è Flees... per servirvi, mia bellissima sirena!” Con un vistoso inchino. Raggiunsero allora il portone del castello, dove il cavaliere bussò più volte. Alla fine qualcuno aprì. Era un gobbo che subito salutò Flees. “Salute a voi, padroncino...” “Mia madre è nel castello?” Chiese il giovane cavaliere. “Non in questo momento, padroncino...” “Allora attenderemo il suo ritorno.” Mormorò Flees, per poi fare cenno ad Eilonwy di seguirlo all'interno del maniero.
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26-02-2014, 02.00.34 | #918 |
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Seguì il cavaliere Flees all' interno del cupo maniero.
Strinsi come non mai la mia croce celtica ed iniziai a dire a bassa voce il "Pater Noster": Pater Noster qui es in caelis: sanctificétur Nomen Tuum; advéniat Regnum Tuum; fiat volúntas Tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a malo. Amen. Passammo per i vari corridoi e scale. Alla fine, quando arrivammo davanti alla porta di una stanza, Flees si girò verso di me come per dirmi qualcosa. Lo guardai preoccupata.
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26-02-2014, 02.01.27 | #919 |
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Intanto, mentre la città era per una parte in fiamme e la gente fuggiva via disperata verso i grandi palazzi della borghesia e le zone abitate dalla potente aristocrazia, un gruppo di galeotti, di rinnegati, di schiavi senza alcun valore cercava anch'esso una via di fuga.
Ma non dal fuoco e dalla paura, ma verso la libertà che gli era stata negata. E così, sui muri delle stradine secondarie e laterali, squarciate dall'abbagliante fulgore delle fiamme, si stagliavano lunghe ed inquiete ombre, che furtive avanzavano come dannati tra le fiamme dell'Ade. “Bisogna attraversare la città” disse Guisgard ai suoi compagni di avversità “per raggiungere una delle sue porte e poter così uscire...” “Ma senza armi è impossibile...” fece uno di quelli che erano con lui “... ci sono soldati ovunque...” “Senza dimenticare” intervenne un altro di quelli “che le strade saranno piene di sciacalli pronti a rubare tutto ciò che capiterà loro a tiro...” “Non abbiamo altra possibilità...” fissandoli Guisgard “... questa probabilmente sarà l'unica che ci capiterà per poter tornare ad essere liberi...” Ad un tratto udirono canti e risa. “Qualcuno si avvicina...” mormorò uno dei compagni di Guisgard “... devono essere dei soldati...” “I soldati non cantano e ridono mentre la città brucia...” fece Guisgard “... aspettatami qui e non muovetevi...” Li lasciò e attento a non farsi scoprire cercò di vedere chi si stava avvicinando. Dopo un po' tornò da loro. “Allora?” Chiese uno dei suoi. “Sono mercenari...” svelò Guisgard “... sono uomini del nostro amico Gufo Scarlatto...” “Siamo dunque perduti!” Impaurito uno dei suoi compagni. “No, abbiamo la sorpresa dalla nostra” mormorò Guisgard “e credo siano un bel po' ubriachi...” Allora si nascosero dietro un muro ed attesero che quel gruppo di mercenari si avvicinasse. E quando i soldati di ventura passarono accanto a quel muro, dall'incerta penombra piombarono alle loro spalle Guisgard ed i suoi compagni, armati di mazze e pietre raccolte dalle case in fiamme. Li presero così di sorpresa, colpendoli con quelle loro armi d'emergenza. E alcuni dei mercenari persero i sensi sotto quei colpi, altri addirittura la vita. Alla fine, dalla cantina di una casa ormai disabitata, addossata al muro dietro il quale si erano nascosti, emersero vincitori Guisgard ed i suoi compagni.
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26-02-2014, 10.37.17 | #920 |
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Squadrai il soldato con uno sguardo truce.
"Ringrazia di non essere uno dei miei uomini.. Sono il Capitano della Guardia Reale, e per fortuna non prendo ordini da te.. fatti da parte.." tuonai, imperiosa. Mi voltai verso Kastor "Te la senti? Abbiamo vissuto situazioni peggiori, infondo.." sorrisi. Era bello, di tanto in tanto, ritrovare gli amici. Il capitano deve mantenere un certo distacco dai soldati, ma con alcuni di loro avevo combattuto per anni fianco a fianco, da semplice soldato, ed erano come fratelli per me. "Io penso alla bambina, tu alla donna.." sentenziai, avvicinandomi verso la casa, mi tolsi la corazza, nascosi la treccia sotto la camicia, e usai un secchio d'acqua per bagnarmi completamente i vestiti, avrebbero preso fuoco più lentamente. Feci cenno a Kastor di fare altrettanto. Entrai così nella casa, riparandomi naso e bocca per non respirare l'aria contaminata dalle fiamme. Il fuoco stava avvolgendo ogni cosa, procedevo cauta, un passo alla volta, usando la voce della donna come guida. La raggiungemmo dopo poco, era una piccola casa per fortuna, non un palazzo. "Avanti, ti portiamo fuori di qui.." le dissi "Appoggiati a lui, porterò io la tua bambina in salvo, non temere..". E così, affrontammo nuovamente le fiamme, per salvare quella donna e sua figlia da una morte orribile. Era in momenti come quello che ti rendevi conto di quanto valessero i sacrifici di una vita militare. Quando, al posto che prendere una vita, riuscivi a salvarne anche una sola. Il caldo era insopportabile, trattenere il respiro cominciava a pesare, ma l'uscita ormai era vicina. Potevo vedere la fioca luce della sera, sentire le voci confuse dei soldati. Dopo istanti interminabili, tornai a respirare aria pulita. |
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