26-05-2011, 06.10.56 | #951 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Il vecchio frate fece segno ai due giovani di seguirlo.
“E’ raro che qualcuno passi da queste parti” disse salendo le consumate scale e seguito qualche gradino più indietro da Guisgard e Morrigan “e che si fermi al convento… come siete giunti quaggiù?” “Il convento ci è stato indicando da un vecchio orafo…” rispose Guisgard “… ci ha detto che qui avremmo trovato ospitalità e protezione… non sforzarti troppo, mia cara…” rivolgendosi poi a Morrigan ed aiutandola a salire le scale “… sono stati giorni duri e difficili per te… ora però potremo riposare…” Il frate li condusse in una stanzetta austera e non troppo grande. “Qui troverete tutto ciò che vi occorre per la notte…” mostrò loro il frate “… quando la cena sarà pronta sentirete la campanella suonare…” li salutò con un lieve cenno del capo e li lasciò soli. “Sembra fatta…” mormorò Guisgard assicurandosi che il frate si fosse allontanato “… come immaginavo non ci hanno fatto domande…” Gettò poi uno sguardo dalla piccola finestra che dava sul cortile. “Quando scenderemo per la cena cercherò di capire dove si trova la biblioteca…” continuò “… è li che dobbiamo cercare…” Si voltò poi verso Morrigan e le fece l’occhiolino. “E non darti troppi pensieri per questa notte…” sorridendo “… non avrò molto tempo per dormire, quindi non dovrai tollerare la mia compagnia durante il tuo sonno! Ed in più potrai scegliere tranquillamente da quale lato del letto dormire!” E rise di gusto. In quel preciso momento si udì la campanella. Era il segnale che chiamava tutti per la cena. “Vieni, ci attendono… mogliettina!” E scoppiò di nuovo a ridere.
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26-05-2011, 06.33.10 | #952 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Dafne era al capezzale di Pasun con il piccolo Hubert.
Il bambino stringeva ancora in mano l’anello del cavaliere, mentre Dafne sentiva crescere dentro di lei un’irrazionale paura di perdere di nuovo una persona cara. Il villaggio era ormai avvolto nel crepuscolo e Pasuan lo attraversava con passo svelto. Ad un tratto si ritrovò in una stradina laterale sconosciuta. Inizialmente turbato, decise poi di seguirla. Giunse così ad un piccolo molo che non aveva mai visto. Qui vi era un piccolo battello. “Devo raggiungere l’altra sponda…” disse al traghettatore “... potreste condurmi lì?” Il traghettatore lo fissò con attenzione. “Dov’è l’anello’” Chiese. Pasuan si guardò le mani e non lo vide. “Devo averlo perduto...” mormorò. “Senza anello non posso condurti dall’altra parte!” Ad un tratto qualcuno urlò. “Sta piovendo! Correte o il fiume strariperà!” “Presto, bisogna chiudere la strada!” Gridò un altro. “O la processione di Santa Rita non potrà passare!” E un tuono lontano annunciò il temporale ormai prossimo. Pasuan si agitò e si lamentò “Forse ora dovrebbe riposare, damigella…” disse Finiwell a Dafne “… potrete vederlo più tardi…” In quel momento entrò Llamrei. “Grazie per essere giunta, sorella…” fece Finiwell “… forse possiamo solo pregare…”
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26-05-2011, 16.34.11 | #953 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Mi adombrai. Sapevo, che nonostante la drammaticità, nelle sue parole si celava la verità. Il destino avrebbe potuto essere crudele.
E tutto sommato era giusto che si preoccupasse per Uriel, nonostante fosse alquanto restio a riferirsi a lui come a suo figlio. Probabilmente non era pronto ad accettare quell'idea di paternità. In fondo anche io avevo fatto fatica ad accettare di identificarmi con una madre. L'istinto materno non era mai stato una delle mie priorità, non sapevo nemmeno di possederlo. Il vento mi soffiava tra i capelli, asciugandoli in ciocche ribelli che scendevano lungo la schiena. "Vorrei che riuscissimo a evitare questa guerra..." sussurrai nel vento. Non ero certa che avesse udito. Forse l'avevo detto solo per me. Non potevo dirgli che avevo un accordo con Capomazda che mi avrebbe consentito di avere salva la vita. Tuttavia, se per qualche ragione quell'accordo fosse stato dimenticato, la mia sorte non sarebbe stata rosea. Mi era stata ben chiara quale fosse la posizione della Chiesa riguardo a quelle come me e l'eminenza capomazdese non si era risparmiato dal farmelo notare, durante il mio soggiorno. O il rogo o la reclusione. E Uriel sarebbe rimasto solo. "Uriel vive presso la famiglia del Lord che sovrintende a Poggio del Sole... salvai la vita del vecchio Signore del Peggio, gravemente ferito, e in cambio lui e la sua sposa accettarono di accogliere Uriel nella loro casa." Mi voltai verso Gouf. "Puoi mandarlo a chiamare... è giusto che tu lo veda... poi lo accompagnerò io stessa al tuo maniero e mi assicurerò che sia al sicuro." Se ci sarà una guerra! Pensai. Sentivo nostalgia di mio figlio. Non ero presente quando aveva detto le sue prime parole, non c'ero per consolarlo dopo le prime cadute. Non ero sicura di essere una buona madre. Non ero sicura nemmeno di essere stata una madre... Presi una pietra dei sogni dal sacchetto che portavo appeso alla cintura, una goccia infilata in un cordoncino e la porsi a Gouf. "Se riceveranno questo, lo lasceranno partire, sapendo che sono io a chiamarlo." Ero ansiosa e incerta. Mentre mi domandavo se avessi fatto la cosa giusta, spronai il cavallo e lo lanciai in una corsa. In fondo al mio cuore una parte oscura si agitò... mi stava suggerendo una mossa che razionalmente non potevo nemmeno concepire: distrarre Gouf con la presenza di Uriel per avere più spazio d'azione. Davvero lo avrei fatto? Avrei messo in pericolo mio figlio per i miei scopi? Un'ondata di disgusto mi attraversò. Mi disprezzai. Che cosa sto facendo?, mi domandai tetramente.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
26-05-2011, 16.48.14 | #954 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Un paese invisibile ad occhi umani...
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"Lei è ancora qui? E' qui? E' stato solo un incidente, lo giuro..."
Mi guardai attorno, vedevo tutto sfocato e mi girava vorticosamente la testa. Ero sdraita sul letto e dovevo aver dormito, ma la sua immagine era ancora impressa nella mia mente e non potevo che pensare a lei e al suo viso sfigurato continuamente... Non può essere lei. E' successo così tanto tempo fa, e non avevo più incubi o visioni del genere da anni... "Mi, mi scusi... ora sto bene." Guardai Lho e cercai di sorridere, ma senza successo. "La vecchia che è appena uscita, crede che io sia pazza a causa della morte dei miei genitori... Forse hanno ragione, forse sono davvero pazza." Mi presi la testa tra le mani e mi massaggiai le tempie. Stavo male, molto male. "Ora se non le dispiace, signore. Preferisco andare a rifocillarmi nelle mie stanze, sa non sto molto bene e poi si sta facendo tardi." Mi alzai dal letto e accennai un inchino, scoprendo così che non indossavo più il mio splendido vestito. Feci finta di niente e mi diressi a passo svelto verso la mia stanza, ma ad un certo punto fui costretta a chiedere aiuto ad un giovane servitore che passava di lì di sorreggermi. Il ragazzo mi accompagnò fino alle mie stanze e mi aiutò a sdraiarmi sul letto, poi se ne andò augurandomi una buona notte. Lo fissai finchè non uscì dalla stanza, poi tornai con i piedi per terra e ripensai di nuovo alla visione... Non posso parlare con Luna stasera. Non ce la faccio. Ma era stato davvero solo un incidente... e io sono davvero pentita, ma non potevo disubbidire ad un ordine. Mi dispiace tanto, Luna...
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"La Morte non è una punizione, ma una liberazione" Dragon Heart. Ultima modifica di Lady Morgana : 26-05-2011 alle ore 19.06.11. |
26-05-2011, 18.24.52 | #955 |
Cittadino di Camelot
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Morrigan fece scorrere lo sguardo attorno, sfiorando il mobilio spartano e le mura spoglie della stanzetta, ma non tradì nessuno stupore. Sebbene fosse nata nobile, infatti, in quell'ultimo anno le era capitato di dormire in luoghi anche meno confortevoli di quello... e alla fine non le avevano chiesto nemmeno di cucinare, il che era di certo un sollievo per lei e un vantaggio per gli altri commensali.
Guisgard intanto, si era sporto dalla piccola finestra che dava sul cortile. “Quando scenderemo per la cena cercherò di capire dove si trova la biblioteca…” disse “… è li che dobbiamo cercare…” A quelle parole, l'attenzione di Morrigan tornò su di lui. Incrociò le braccia al petto e, fissandolo con uno sguardo diretto, annuì. "Bene," rispose "e questa mi sembra la parte più facile della faccenda. A cena lascia fare a me, mi farò condurre alla biblioteca in un batter d'occhio" Mentre lei diceva questo, Guisgard si era voltato con il suo solito sorriso beffardo e le aveva fatto l’occhiolino. “E non darti troppi pensieri per questa notte…” aveva detto sorridendo “… non avrò molto tempo per dormire, quindi non dovrai tollerare la mia compagnia durante il tuo sonno! Ed in più potrai scegliere tranquillamente da quale lato del letto dormire!” Per la prima volta, invece di pungersi per le sue battute irriverenti, Morrigan non rispose e sorrise. Gli sorrise dolcemente e nei suoi occhi si accese una luce diversa, intensa e brillante. Si accostò a Guisgard, senza staccare da lui il suo sguardo e senza che il suo sorriso mutasse. Gli slacciò il mantello che lo aveva protetto durante il viaggio, lo lasciò cadere su una panca e con le dita cominciò a sistemargli delicatamente la camicia. "Darmi pensiero per questa notte?" domandò, con voce dolce, stranamente lusinghiera e sottomessa, guardandolo negli occhi da quella minima distanza "E perchè dovrei, mio caro marito? E poi... sopportarti..." mormorò, continuando ad armeggiare con i vestiti di lui, mentre le sue labbra passavano vicino all'orecchio di Guisgard "...che brutta parola, mio adorato! No, io non dovrò affatto sopportarti..." Dicendo questo, si staccò da lui, si allontanò come per poterlo osservare meglio e i suoi occhi brillarono di un bagliore incomprensibile. " ...e non sarà necessario che io scelga un lato del letto... mi è sufficiente scegliere il letto! Quella panca mi sembra adeguata e confortevole per il tuo riposo notturno!" esclamò, mentre la sua voce tornava infine ad essere diretta e decisa, e la sua frase si concludeva con una sonora risata.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
26-05-2011, 18.44.03 | #956 |
Cittadino di Camelot
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corsi dietro alla fanciulla e dissi aspettatemi dentro di me stavo male vedendo pasual in quelle condizioni alzai lo sguardo al cielo e dissi signore ti prego fa che quel uomo continui a vivere a ancora tutta la vita davanti non portarglielo via alla sua donna e a suo figlio e rimasi fermo immobile
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fabrizio |
26-05-2011, 19.44.47 | #957 | ||
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Uscimmo in strada, dunque, ma anche qui non trovammo altro che silenzio e desolazione... del fermento e dell’aria festosa che poco prima avevano animato gli stretti vicoli non era rimasto niente e questa nuova atmosfera, cupa e angosciante, rendeva il vecchio borgo spettrale, inquietante.
Osservai mio marito fare qualche passo per le strade deserte, chiamando a gran voce qualcuno da cui non ricevette risposta... io rimasi un poco indietro, con il cuore in gola e la paura di veder giungere da un momento all’altro il cavaliere con la tunica rossa... perché lui era lì, lo sapevo, lo sentivo, percepivo la sua presenza con quel sesto senso tipico della preda che fugge dal suo predatore... sapevo che era lì da qualche parte, così come sapevo che ci stava cercando, ci stava braccando, ci percepiva a sua volta. La voce di Icarius mi riscosse... Citazione:
“Non servirà!” mormorai “Non riusciremo a trovare nessun cavallo questa notte...” Lo dissi con la buia e terribile convinzione di una verità che sapevo assoluta, sebbene non la potessi spiegare... Ma, prima che mi fosse possibile aggiungere altro, qualcosa di terribile accadde e mi interruppe... Citazione:
Poi quella voce... giunse alle mie orecchie quasi ovattata, quasi come un’eco... ...portami alla Pieve... disse quella voce. Sussultai, mi mancò l’aria e il mio cuore saltò parecchi battiti. Ma fu Icarius a destarmi... fu lui quando, un istante dopo, fui invasa dal terrore che intendesse inseguire quell’ombra. Mi mossi in fretta quindi e, prima che potesse decidersi a farlo davvero, mi parai tra lui e quell’eco... “Icarius...” mormorai, prendendo il suo viso tra le mani e quasi costringendolo ad abbassare i suoi occhi nei miei “Aspetta, ti prego... ascolta... ci sono cose che non ti ho mai detto ma che devi sapere, cose che devo assolutamente raccontarti prima che sia tardi...” esitai e la voce mi tremò di paura e di rammarico “...sono stata così sciocca a non farlo prima! Ma ti prego... ti prego, fidati di me!” Abbassai gli occhi, dispiaciuta... poi li rialzai su di lui e un’idea mi colse. “La chiesa!” esclamai, voltandomi al contempo a scrutare la semplice ma rigorosa costruzione dall’altra parte della piccola piazza “Rifugiamoci in chiesa... saremo al sicuro lì e ti racconterò tutto!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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26-05-2011, 21.09.04 | #958 |
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"No, no, io non esco di qui neanche per sogno! Mi metto lì in un angolo e non lo disturbo. Lui ha bisogno di assistenza e più ancora ha bisogno della mia presenza. Resto qui, so curare queste ferite, l'ho già fatto altre volte. Non mandatemi via. Lo sapete anche voi, Sir Finiwell, che lui vorrebbe avermi vicino".
Guardai Finiwell supplicandolo con lo sguardo, sperai di averlo convinto ma chissà perchè mi sembrava di non essergli mai stata tanto simpatica.
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
26-05-2011, 21.33.13 | #959 |
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Sayla era turbata e stravolta.
Gli ultimi avvenimenti l’avevano scossa profondamente. Ad un tratto sentì dei passi e qualcuno che bussò alla porta della sua stanza. Entrò una giovane donna. Era molto bella. Alta e slanciata, dalla carnagione chiara e dai modi gentili e delicati. Aveva grandi occhi di un verde luminoso e sognante, con capelli lisci e biondissimi che racchiudevano, come uno scrigno, il viso dolce ed aggraziato. Le sorrise e la salutò. “Come stai? Sono lieta di trovarti meglio.” Disse. Parlava perfettamente la lingua del posto, ma aveva un accento straniero, simile a quello di lady Talia. Sayla pensò che si trattasse di qualche servitrice della Granduchessa, che aveva seguito la sua padrone da Sygma. “Posso farti un po’ di compagnia? Magari farci compagnia a vicenda…” continuò “… così resterò qui fino a quando ti sarai addormentata…” Si sedette accanto alla ragazzina e la pettinò dolcemente. Sembrava avere molta dimestichezza con i bambini. “Sei molto carina, sai…” sussurrò mentre le sistemava i capelli “… ho un bambino che ha dei capelli belli come i tuoi… ora si sarà addormentato… tra un po’ dovrò tornare da lui… ma c’è tempo…” le sorrise di nuovo “… se vuoi posso raccontarti una storia… dai stenditi e riposa…” “Come ogni mattina il duca usciva all’alba per cavalcare il suo splendido destriero dal manto argentato. Attraversava il Viale dei Tigli e poi quello dei Ligustri, per poi recarsi in un luogo speciale e santo, dove era apparso il Primo Arcangelo di Dio e dove ora sorgeva un santuario a lui dedicato. Qui restava a pregare fino a quando non giungeva la sua amata Rasyel. Ma quella mattina non sarebbe giunta, perché lui era altrove. Il marito di lei, sir Brajley, aveva scoperto tutto ed impugnando il diritto aristocratico aveva potuto sfidare il nipote di lord Rauger per difendere il suo onore. Il luogo in cui si sarebbe tenuto il duello fu scelto dall’offeso… era presso una chiesetta che sorgeva tra Capomazda e la capitale del regno. Ma lord Andross non giunse mai per il duello… egli, come tutti i nobili Taddei, pagò con la vita l’aver incontrato il vero amore… fu infatti ritrovato senza vita la sera, nei pressi della campagna che circondava il palazzo ducale… col volto orrendamente sfigurato dall’orrore che da secoli perseguita e punisce il nobile e tormentato sangue della sua famiglia…” Sayla si addormentò subito e senza che il suo sonno venisse turbato da incubi o visioni. Fu svegliata poco dopo dall’arrivo di Lho. “Come stai? Riposato bene?” Domandò l’uomo. Ma in quel momento la ragazzina si accorse di un quadretto a cui non aveva fatto mai caso. Era ritratta una donna. La stessa giunta poco prima e che le aveva raccontato quella triste storia.
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26-05-2011, 21.44.13 | #960 |
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“Non potete restare qui, damigella.” Disse uno dei soldati che sorvegliavano l’infermeria. “E’ il regolamento.”
“Lascia che resti a vegliare…” intervenne Finiwell. “Ma il capitano non vuole che resti nessuno qui!” “Mi prendo io la responsabilità di tutto.” Lo rassicurò Finiwell. “Damigella…” rivolgendosi poi a Dafne “… io devo allontanarmi, ma so che con voi è in buone mani... a farvi compagnia ci sarà questa monaca” indicando Llamrei “e per qualsiasi cosa rivolgetevi ai dottori…” Si avvicinò al letto e restò a fissare Pasuan per alcuni istanti. Poi, insieme a Cavaliere25, uscì dalla stanza. “Forse bisognerebbe avvertire la famiglia di Pasuan…” mormorò Finiwell al giovane amico, una volta usciti dall’infermeria “… si, dobbiamo… prima che sia troppo tardi…” A quelle sue stesse parole s’incupì.
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