11-08-2014, 17.39.16 | #971 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Era il mattino di un giorno d'Agosto e già si presagivano ormai le fattezze ed i colori di una bella e luminosa giornata d'Estate, col Sole cocente, il cielo terso, azzurrissimo e appena velato da alte e fiabesche nuvole arenate lungo l'orizzonte sterminato.
Sull'isolotto di Nisidas tutto era pronto ed anche Clio e Yanos l'avevano compreso. Il luogo infatti ben si prestava, con il suo antico borgo accovacciato e raccolto ai piedi di un irto colle, reso arido e brullo dal Sole e dallo scirocco, sulla sommità del quale sorgeva ciò che restava di una vecchia torre di avvistamento, al genere di spettacolo che le autorità stavano per mettere in scena. Il lento rullo dei tamburi sembrava quasi scandire un sinistro conto alla rovescia, dopo il quale da quei cappi sarebbero penzolati i corpi dei tre rei. La popolazione dell'isola, pochi decine di pescatori ed artigiani, era stata chiamata ad assistere a quell'esecuzione, come sempre accadeva quando la giustizia doveva mostrare il suo corso come monito al popolo. Sul palco in legno montato per l'occasione furono condotti i tre ritenuti rei: due uomini ed un ragazzino. Il terzo, poco più di un bambino, fu fatto salire su uno sgabello e poi a tutti e tre fu legata la corda intorno al collo. Davanti a quel rude e rozzo altare sacrificale prese ad avanzare un ufficiale, la cui elegante divisa bianca e blu, il suo portamento fiero e l'aspetto gradevole sembravano quasi stonare in quello scenario sporco e maleodorante, così intriso di una profonda e rassegnata disperazione. Il militare guardò i tre condannati con una freddezza che mal si legava ai piacevoli tratti del suo volto. “Capitano Velv...” avvicinandosi a lui un sottufficiale “... siamo pronti.” “Bene.” Annuì il militare. “Precediamo.” Ordinò. Un nuovo rullo di tamburi e un soldato salì sul palco, avvicinandosi ai tre rei. “Qualcuno vuol confessare la propria colpa” disse “e sperare dell'indulgenza del Cielo?” Nessuno dei tre rispose. Il soldato allora fece un passo verso il ragazzino. “Neanche tu vuoi confessare, figliolo?” Il piccolo scosse il capo senza alzare da terra gli occhi umidi di lacrime. Ma un attimo dopo qualcosa attirò la sua attenzione. A pochi passi da lui, infatti, tra i pali che sorreggevano il palco, vide posarsi una gabbianella blu. E non era la prima volta che la vedeva. Il mare era di un intenso blu, screziato solo da spumose onde che andavano ad infrangersi contro gli scogli che racchiudevano l'ingresso al piccolo molo. Nell'aria vi era un intenso profumo di salsedine ed il ragazzino se ne tornava mesto verso casa senza essere riuscito a pescare nulla. “Ti è andata male, vero?” All'improvviso una voce. Il ragazzino si voltò e vide qualcuno steso sul parapetto, con un cappello sul viso per ripararsi dal Sole. “Pescare” continuò quell'uomo steso “richiede molta pazienza e spesso neanche ripaga l'impegno profuso. Fossi in te mi dedicherei a qualcosa di più produttivo. Hai forse visto qualche nave battente la bandiera dell'ammiragliato, ragazzo?” “Si, signore.” Annuì il piccolo. “Rammenti il loro numero?” “Sei, signore.” Rispose il ragazzo. “Quattro fregate e due vascelli.” “Mh...” sollevando per un momento il cappello dal viso quell'uomo “... sei un tipo attento, vedo... e qualcuna di quelle navi si è forse fermata qui?” “Solo due fregate, signore.” Lesto il ragazzo. “Una poi è ripartita dopo un'ora circa, mentre l'altra è rimasta ormeggiata nel porto quasi per tre ore.” “Sei un buon osservatore, ragazzo.” Fissandolo l'uomo per un istante con i suoi occhi azzurri. “Fai bene a guardarti intorno, si evitano molti guai così.” E gli lanciò un Taddeo. “Grazie, signore!” Prendendolo al volo il ragazzo. “Ma chi siete voi? Perchè vi interessate di navi militari?” “Magari sono un soldato.” “No...” guardandolo il ragazzo “... non avete l'uniforme e neanche l'aria...” “Allora forse sono solo uno di quei modellisti” tornando a mettersi il cappello sul volto l'uomo “che amano costruire velieri in scala per poi metterli in una bottiglia. Per questo dunque sono così attratto dalle navi.” “Secondo me invece siete una specie di avventuriero.” Sorridendo il ragazzo. “Forse un contrabbandiere o un marinaio. Io amo i pirati e sogno di arruolarmi in qualche ciurma di corsari, sapete?” “E se sono davvero ciò che dici” mormorò l'uomo steso sul parapetto “cosa ci faccio ad oziare qui?” “Beh, forse aspettate la vostra bella...” fece il ragazzino “... magari si trova su una di quelle navi... la state aspettando e sognate di fuggire insieme... chissà, e sposarvi proprio stanotte nella chiesetta di Santa Maria del Faro.” L'uomo steso sul parapetto rise piano. “Se davvero sarete impegnato in una fuga d'amore” aggiunse il piccolo “allora mi servirà questo...” togliendosi il ciondolo che portava al collo “... questo è il mio portafortuna... c'è una ragazza, signore... si chiama Carmen ed io le ho chiesto di sposarmi...” rise “... oh, non adesso... quando un giorno diventerò ricco... e la porterò via da qui... e quel giorno, quando le chiesi di sposarmi, io indossavo questo ciondolo... e lei mi disse di si...” “Beh...” prendendo il ciondolo l'uomo “... se davvero questo è un portafortuna d'amore allora vale molto più di un Taddeo... ti sono dunque debitore...” sorridendo “... vorrà dire che quando avrai bisogno di toglierò dai guai.” “E come farete a saperlo?” Chiese il ragazzino. L'uomo indicò una gabbianella blu che svolazzava sul molo. “Quando vedrai quella gabbianella” svelò “allora saprai che io non sarò troppo lontano da te...” Vedendo la gabbianella e rammentando quell'episodio, il ragazzino sentì una stretta al cuore ed una cieca disperazione. “Lasciatelo in pace, vigliacchi...” mormorò uno degli altri due condannati “... ha solo tredici anni...” “Allora forse” fissando la scena il capitano Velv “vuoi essere tu a volerci dire qualcosa prima di morire?” “Certo...” sbottò il condannato “... voglio solo dire che dopo aver vissuto sotto il regno di un tiranno qual'è il vostro duca, è un onore fare la conoscenza di messer boia, l'unica persona perbene rimasta a Capomazda... per questo io sempre grido viva il legittimo signore di Capomazda, lord Taddeo l'Austero e morte al tiranno Dominus!” Uno dei soldati allora per zittirlo cominciò a frustarlo. “Commovente...” mormorò Velv “... commovente davvero, quando un pirata e un traditore grida la sua fedeltà... peccato però che l'abbia fatto verso il duca sbagliato... procedete!” Comandò ai suoi uomini. Di nuovo quel tetro rullo di tamburo. Un prete allora, lo stesso che i lettori hanno incontrato dal barbiere, salì sul palco per benedire i tre condannati. “Coraggio...” disse piano ai tre. “Non abbiamo paura di morire, padre...” guardandolo il terzo di quei rei. “Certo...” sottovoce il prete “... ma val pur sempre la pena vivere...” e fece un enigmatico cenno ai tre. E nei loro occhi si accese di colpo una strana curiosità. In quel momento, sul torrione diroccato che sovrastava la piazzetta dove c'era il palco, una misteriosa figura avvolta in un mantello e col capo coperto da un cappuccio apparve a tutti loro. Sembrava in balia del vento e giunta da un lontano e remoto Oltretomba. Tutti subito cominciarono ad additarla e mormorare. Da una delle case circostanti, allora, approfittando di quel momento di distrazione, qualcuno sparò verso uno dei barili di pece che ardevano attorno al palco, causando una piccola esplosione, dalla quale poi subito si sviluppò un incendio. Il caos scoppiò tra i presenti. Il palco cominciò a spezzarsi e tutti coloro che vi erano sopra, condannati inclusi e ormai liberi dai cappi, si ritrovarono a terra. Un altro colpo di fucile ed un secondo barile di pece esplose, incrementando l'incendio ormai esteso per buona parte della piazza. Il disordine aumentò ed i pochi soldati presenti, sufficienti per assistere ad un'esecuzione ma non abbastanza numerosi per poter controllare una simile confusione, finirono subito in balia della baraonda generale. Velv tornò a guardare così sul torrione, dove quella misteriosa figura assisteva a tutto ciò. “Fate fuoco!” Ai suoi Velv. “Uccidetelo!” Ma prima che i colpi potessero raggiungerla, quella figura aprì le braccia e lasciò che il vento gonfiasse il suo mantello. Un attimo dopo si lasciò cadere all'indietro, gettandosi giù dal torrione, nel vuoto sottostante. “Si è ucciso!” Gridò uno dei soldati. “Voglio allora il suo corpo!” Urlò Velv. “Portatemelo!” Ma proprio in quel momento qualcosa di incredibile si mostrò ai presenti. Dalle spalle del torrione, dove la misteriosa figura si era buttata, cominciò ad emergere, come da un irreale abisso, un lungo albero maestro. Prima la cima, poi i pennoni e le vele spiegate. Emersero allora altri alberi, tutti con le vele sciolte, ampie e gonfie. E poi la prua, il ponte e la poppa. Infine lo scafo e la chiglia. Era un gigantesco veliero le cui vele incredibilmente erano in grado di alzarlo in volo. Un'altra vela, poi, simile ad un grande triangolo rettangolo, come un pinna si alzò tra il ponte principale e il castello di poppa. In un attimo quel fantastico vascello era già diversi metri sull'alto torrione, sovrastando la piazza e tutti coloro che ancora si trovavano in essa. E sull'albero maestro di quella meraviglia volante apparve di nuovo la misteriosa figura avvolta nel suo mantello, che con un inchino salutava Velv ed i suoi soldati. E attorno alla prua svolazzava quella gabbianella blu. “Fuoco! Fuoco!” Dopo un attimo di smarrimento Velv. Ma i soldati erano tutti scossi da quella visione. “Fuoco, dannazione!” Di nuovo Velv. I soldati allora aprirono il fuoco su quel vascello volante, senza però riuscire a raggiungerlo. E con la sua chiglia corazzata, dalla quale spuntavano degli speroni d'acciaio, il fiabesco veliero colpì la parte alta del torrione, frantumandola e facendo crollare la muratura sui soldati sottostanti. Pochi istanti dopo quella eccezionale nave svanì tra le alte nubi di un cielo sterminato, lasciando a bocca aperta tutti coloro che avevano assistito a quell'incredibile apparizione.
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11-08-2014, 17.55.49 | #972 |
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Avevo gli occhi pieni di lacrime.....quei fiori erano tutte le nostre preghiere......ascoltai Pileo...alle mie spalle...." Grazie Pileo....e pensare che volevo distruggere quella vecchia barca...pensando che non ne avremmo mai avuto bisogno....sembrano così lontani quei giorni eppure...la Tempesta li ha riportati indietro....".....asciugai gli occhi con le mani......" Andate...verrò subito......."...quando lo sentii andare via....accesi alcune bacchettine di incenso.......il profumo era denso......." A te Diana......perchè tu protegga.....le tue figlie....pensa a loro....e dalle conforto....."......lasciai andare che le bacchette si consumassero.........presi alcune foglie dal fiore dell'amore...e le misi tra le pieghe del mantello......ed andai via...da quel luogo per me sacro.....raggiunsi l'ansa dell'Isola piu' nascosta....c'era molta vegetazione ......e vidi l'uomo del mare ...era piu' alto rispetto a Pileo......." Bene......avete avuto fiducia alla fine........spero che non abbiate remore sulle donne a bordo...dicono che portano male.........." Risi..di cuore....." Andiamo Pileo.........e' tempo di avventura...." la barca dondolava.......inquieta......" E se soffrissi il mal di mare ?...."......
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11-08-2014, 17.58.25 | #973 |
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Odiavo sentirmi impotente.
Lo avevo sempre odiato, some se delle catene mi stringessero i polsi. Sgranai gli occhi quando vidi i condannati: i naufraghi non ci avevano parlato di un bambino. "Maledetti.." sibilai tra i denti. Ma poi accadde qualcosa, qualcosa che non avrei mai previsto. Non c'era tempo da perdere. "Andiamo..." feci cenno a Yanos. Dovevamo sfruttare tutta quella confusione per liberare i prigionieri. Restai solo un secondo ad osservare la strana nave. Non avevo tempo da perdere. Mi lanciai a capofitto in quel disordine, sperando che anche i tre naufraghi capissero. Calai il cappuccio sul viso e raggiunsi il palco. Dovevamo portarli via di lì, l'Hydra non era lontana. Avevamo una speranza, dovevamo aggrapparci ad essa con tutte le nostre forze. |
11-08-2014, 18.14.18 | #974 |
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Ad un tratto entrò Oxuid e presentò l'uomo di quella nave mercenaria..il respiro si faceva più affannoso, il desiderio di gettare uno schiaffo verso quel uomo stolto.
Io, Costanza e Tommaso ci osservammo e io e la sorella facemmo un leggero inchino e mi rivolsi al Duca Dominus..."Sua Signoria ora ha l'onore di conoscere colui di cui vi ho parlato..di un uomo cinico che ama sparare alla folla uccidendo i più deboli" e osservai il ciambellano sorridendo ironicamente.."Messer Izar..ora vi è pure la altra parte che potrà dire la sua e difendersi, ma se permette Sua Signoria..vi lascio parlare soli, noi abbiamo già raccontato la nostra versione..anche perchè certe visuali mi disgustano". Feci un inchino verso il Duca e mi congedai, uscii dal salone e iniziai a camminare a passo forte, le mie scarpe si univano al marmo prezioso del pavimento in un suono forte e sordo finchè raggiunta una grande terrazza, aprii la massiccia porta di cristallo e uscii, cercando di prendere aria guardando lo sconfinato giardino della corte. Mi sedetti in una panchina e vidi Tommaso raggiungermi..."Oh..sono certa cugino caro..che l' Ammiraglio Oxuid saprà lavorarsi bene il Duca..d'altronde egli è persona giusta ma non ascolta e non bada a queste cose..è un dato di fatto..quel bambino e quella madre non avranno giustizia, ma gliela abbiamo data noi" feci cenno al cugino di sedersi vicino a me e voltai la testa all' indietro ridendo.."Vedrai stasera..vi sarà pure una festa e un ballo in onore di questi nuovi venuti...magari mangiando la nostra torta..se non è già avariata". |
11-08-2014, 18.17.00 | #975 |
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La barca prese il largo, guidata con maestria dal vecchio Pileo che non aveva certo dimenticato il moto delle onde e la foga del vento.
“Si, dicono che le donne a bordo portino male...” disse il naufrago ad Elisabeth “... ma in verità non immagino che idea avessi io di questa cosa...” sorrise “... vi siete mai chiesta chi sono? Non pensate certe volte di avere magari un pirata o un contrabbandiere di fronte? Potrei essere chiunque dopotutto... e poi” ridendo appena “mi incuriosisce la sicurezza che ostentate... vivete su un'isola di sole donne, arriva uno sconosciuto e voi non tradite emozioni, titubanze o altro... a volte quasi dubito siate mortale...”
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11-08-2014, 18.31.13 | #976 |
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La barca ondeggiava trasportata dalla corrente Pileo da esperto marinaio la domava....calmandola.......potevo vedere il suo volto solcato dal sole........era un uomo di grande saggezza..........e poi lui l'uomo del mare.......lo ascoltavo...diceva il vero..non mi ero ancora fermata a pensare chi fosse, ma non era un pirata....certo non era una divisa che poteva farmi pensare ad altro...infondo i pirati portavano via tutto a tutti.....ma la storia...alle volte non era sempre veritiera.....e i pirati..avevano loro codice d'onore......" Già...magari non mi avreste mai fatta saliere a bordo.....ma Pileo ormai vive solo con donne e piu' iellato di così non potrebbe.....datemi le mani ".....presi le sue mani tra le mie...e guardai la sua pelle.....le unghie.......le callosità........" Deduco...che nonostante la vostra divisa...amiate piu' comandare che farvi comandare....le vostre mani....portano i segni del sole...le callosità di chi stringe....il legno o la spada o un fucile...ma non credo abbiate mai lavato un ponte ......"......il suo modo di parlare, non era rozzo....sembrava colto.....e anche quando la sua memoria non lo aiutava...aveva dei modi garbati...." Vi sembro immortale ?.....io ?.....Vi sbagliate.......ho imparato...a tenere per me le mie emozioni...così come fate voi dall'alto del vostro ponte di comando.....le truppe devono sempre essere sicure e tranquillizzate da chi gestisce la loro vita.........La mia Isola.........e' particolare......la natura ne e' la padrona...e io...sono solo il tramite tra gli Dei...e la natura stessa.......".....tolsi le sue mani dalle sue..." Allora Pileo...quanto ci vuole ancora......e visto che ci siamo....uomo del mare come vorreste chiamarvi......."...
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11-08-2014, 18.37.29 | #977 |
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Ovunque era il caos.
Nella piazza la gente correva e si ammassava verso le stradine laterali, intenta a voler allontanarsi dal palco che ormai era avvolto da alte fiamme. Alcuni restarono schiacciati, altri trovarono invece riparo nelle case circostanti. I soldati erano confusi in quella moltitudine e ancora scossi per l'apparizione dell'incredibile vascello volante. Clio allora, approfittando di tutto ciò, raggiunse il palco e lì vide i tre condannati. Uno era steso a terra senza sensi, mentre un altro giaceva invece, ancora cosciente, con una pesante trave che gli impediva di muoversi. Accanto a lui vi era il ragazzino che cercava, inutilmente, di liberarlo. Intorno a loro vi era un rogo incandescente. “Vattene ragazzo...” disse ansimando l'uomo bloccato sotto quella trave “... è troppo pesante per te... non riuscirai a smuoverla... vattene finché sei in tempo...” Ma il ragazzo non sembrava intenzionato a desistere. In quel momento sul palco arrivarono anche Yanos e due dei tre naufraghi ripescati dall'Hydra. “Capitano, siamo qui...” Yanos a Clio “... ma non abbiamo molto tempo... tra poco crollerà tutto...” Un attimo dopo anche Samoa comparve ai piedi del palco.
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11-08-2014, 18.53.12 | #978 |
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Ad un tratto Altea e Tommaso furono raggiunti dal duca, seguito da Izzar, Oxuid e Burmid.
“Milady...” disse Dominus ad Altea “... vi siete congedata da noi senza attendere un mio cenno... e sapete bene quanto invece io tenga alla vostra compagnia...” sorridendole e baciandole la mano “... e poi vi dovevo soddisfazione circa la questione di cui mi avete accennato...” Burmid allora estrasse un foglio dal polso della sua giacca e lo mostrò al duca. E questi poi lo fece leggere ad Altea. Foglio che così recitava: “La presente lettera consente al suo possessore di compiere qualsiasi atto senza doverne rispondere a me o ad altra autorità in questo ducato. Arciduca Dominus de' Taddei” “Ecco...” fece Burmid “... se non erro questa lettera è carta bianca nelle mani dell'ammiraglio Oxuid affinchè liberi queste terre e questi mari dal misterioso mostro.” Rise piano. “Lettera che egli ha dato a noi per attuare quanto Sua Signoria ha richiesto.”
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11-08-2014, 18.53.19 | #979 |
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"Presto, presto, presto.." urlai nella confusione, una volta raggiunti i condannati.
Fui lieta di vedere i naufraghi, così non dovevo star a spiegare ai condannati che non era una trappola, ma volevamo salvarli. "Lascia piccolo.." sorrisi "ci pensiamo noi.." alzando la trave con l'aiuto di Yanos. "Riuscite a camminare, anzi, a correre?" chiesi, squadrando i condannati "La nostra nave non è lontana.. seguiteci.." guardai poi i miei "Aiutateli a confondersi tra la folla..". Senza aspettare oltre, mi lanciai alla volta dell'Hydra, lontano da tutto quel caos, dovevamo essere rapidi, veloci e soprattutto invisibili. |
11-08-2014, 19.09.19 | #980 |
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Mi alzai di scatto vedendo il Duca Dominus e mi inchinai.."Avete ragione Signoria..ma questa storia mi ha troppo fatto arrabbiare" e guardai Oxuid e Burmid.
Ma il colmo fu quando vidi Burmid estrarre quel foglio e leggerne il contenuto..era incredibile. "Messer Burmid...infatti voi siete venuto qui..per combattere quel mostro...sempre mostro sia poichè io sono stata scettica fino dall' inizio..un drago" e risi di gusto.."E ditemi era un mostro quel bambino innocente che avete ucciso? Ovvio avete piena disponibilità di agire qui..ma nella giusta Legge..questo io penso..poi se il Duca vi da piena disponibilità.." dissi alzando le mani "eccomi pure io faccio parte di Capomazda..anche se più di Sygma..e quindi potreste uccidermi e avete la approvazione del Duca". E facendo un inchino dissi a Sua Signoria..."Voi volete il mio parere? Perchè mai...siete un sovrano saggio...mio nonno e mio padre, amici del Duca Taddeo l' Austero e furono a suo servizio, dissero sempre ebbimo la buona opinione di Voi Signori di Capomazda..leggitimi eredi al Trono". In verità mio nonno diceva altro e come il mio maestro Teofilus...ma era meglio lasciar scivolare la discussione, ero solo una dama...non una politica di Capomazda. Osservavo il Duca negli occhi...era inquieto oggi o solo tormentato? |
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