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20-06-2010, 22.09.03 | #1 |
Bannato
Registrazione: 31-03-2009
Residenza: Fossano
Messaggi: 454
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Contest di storie/fanfiction: Bacia La Pioggia
Autore: Undomiel Perry
Genere: Drammatico, romantco Avvertimenti: Non è quello che sembra. Rating: ? Parring: Erec/Rhiannon ( lo so, lo so non ci sono i personaggi Arturiani, ma voi vlevate fantasia! leggete e poi ditemi!) Fu tanto tempo fa, tanto che quasi mi fa male la testa a scovare ricordi; ve lo racconto, ma promettete di ascoltare attentamente perchè non ripeterò nemmeno una parola. Come ho già detto fu molto tempo fa, nell'era di Artù il Re dei buoni e dei giusti. Il Regno di Camelot cresceva di giorno in giorno e ogni volta che sorgeva il sole arrivava al castello un nuovo cavaliere e così la tavola rotonda si riempiva sempre di più come la gioia nel cuore del Re. Ovviamente ad ogni scontro qualcuno veniva portato via dalla morte, ma state certi che il giorno dopo un altro valoroso guerriero prendeva il posto di quello sconfitto. Ogni anima perduta veniva ricordata con grande onore da tutti i cavalieri e dal loro Re, ma andiamo avanti... Molti bramavano un posto nella tavola rotonda, fra essi c'era il giovane Erec, forzuto, ma gentile. Era maggio ed Erec si trovava a bordo di una nave mercantile e aspettava il pasto giornaliero, povero, ma pur sempre un pasto. Era seduto su un sacco di farina e si asciugava la fronte colma di sudore con un pezzo di stoffa e in più puzzava come un cammello in pieno deserto. Per fortuna gli era permesso darsi una sciacquata con l'acqua gelida di una tinozza; si avvicinò piano, quasi trascinando a forza i piedi. Il mare era agitato quella sera quindi quella poca acqua che serviva per lavarsi sembrava in tempesta. Erec tentò di tener fermo il tutto e pian piano riuscì a scorgere i suoi lineamenti: vide un ragazzo piuttosto giovane con gli occhi grigi e i capelli biondo cenere ricci fino a metà collo; un neo gli spuntava vicino all'occhio destro che lo faceva sembrare fine e e lui l'odiava. Erec si gettò un po' d'acqua sul viso e sui capelli poi si fermò e si girò di scatto; sopra di lui il mondo era in agitazione, ma non capiva cosa stava succedendo. Cominciò a correre e a salire le scale per arrivare al ponte di coperta; poco dopo scoprì il perchè di tutte quelle corse e quelle grida: una nave che navigava a circa 100 metri da loro era esplosa e l'equipaggio cercava di portare in salvo le persone che sembravano ancora vive in mare. Erec aiutò i suoi compagni a portare a bordo quella gente ferita e spaventata e il capitano decise poi di posare l'ancora e fermarsi per la notte e per recuperare ancora i superstiti. Ora, non ricordo bene cosa successe nelle ore successive poichè era un continuo andare e venire tra i ponti. Erec era al bordo della nave che beveva un liquore che gli era stato dato da un suo compagno per sconfiggere il freddo visto che la maggior parte dell'equipaggio fu costretto a dormire sul ponte di coperta. Osservava il movimento delle onde e immaginava un futuro di cavaliere alla corte di Re Artù; immaginava le dame ridacchiare e fare a gara a chi riusciva a rubargli un bacio. Alzò gli occhi alla luna e cominciò a dire: <<Oh, luna...cambia il mio destino, se rimarrò qui non diventerò mai un cavaliere; so che non basta ambizione per diventare qualcuno, ma la forza d'animo e l'amore con cui si combatte fa di noi dei nobili con armatura e spada...cambia la mia vita luna>>. Appena abbassò lo sguardo vide qualcosa galleggiare sull'acqua; cercò di guardare meglio che poteva, poi non riuscendo a capire cosa fosse urlò: <<C'è qualcuno laggiù?>>. Nessuno rispose, ma poi cominciò a vedere dei capelli; una lunga chioma bionda e delle braccia bianche come il pallore della luna. Erec si tuffò in acqua e nuotò fino ad arrivare alla donna che sorgeva dal mare come una Dea; la portò a bordo con le sue forze, poichè tutti ora dormivano. Le tolse i capelli dal volto e cercò di farla respirare e quando lei tossì e aprì gli occhi chiese dov'era capitata, ma non vi fu risposta da parte di Erec che ora stava quasi gelando. Gli occhi della ragazza avevano il colore della resina degli alberi e le labbra erano rosse ciliegia, il tutto faceva contrasto con la pelle lattea. <<Luna, ti ho chiesto una nuova vita e mi hai portato un angelo>> sussurrò Erec prima di portare la ragazza al coperto. L'appoggiò deicatamente su delle coperte e la coprì, poi si distese accanto a lei e si addormentò. Il mattino seguente su quella nave c'era una confusione tale da non riuscire nemmeno a sentire la propria voce; la ragazza non c'era più ed Erec cominciò a cercarla e tra la folla vide che si stava abbracciando con un uomo dai capelli e la barba bianca, vestito piuttosto bene...doveva essere il capitano dell'altra nave. <<Chi ti ha salvata? chi ti ha salvata figlia mia?>> chiedeva tra le lacrime mentre la stringeva forte a se. La ragazza si girò verso di lui e lo indicò facendolo vedere a suo padre: <<Sia ringraziato il cielo! giovanotto! vieni qui!>> disse il signore. Con fare timido e piuttosto imbarazzato Erec si avvicinò ai due e chiese chinando il capo: <<Ditemi mio signore>>. <<Hai salvato tu la mia figlia adorata dal mare?>> chiese poi alzandogli la testa con due dita. <<Si, signore...>> rispose Erec voltando leggermente il viso a destra. <<Non devi vergognarti figliolo, mi hai riportato il gioiello più prezioso della mia vita e te ne sarò grato per sempre...come ti chiami?>> disse allargando le braccia in segno di riconoscenza. <<Il mio nome è Erec signore>> rispose il ragazzo guardandolo negli occhi e accorgendosi che era da suo padre che li aveva ereditati la ragazza. <<Io mi chiamo Rhiannon...>> si intromise poi la ragazza. La sua voce era soave come il canto di un uccellino in primavera. Erec sembrava essere stato appena accarezzato da una leggera brezza marina e sorrise alle parole della giovane. Il ragazzo se ne stava andando quando il padre di Rhiannon lo fermò: <<Erec, voglio che vieni con me, al mio servizio...come cavaliere, dopo un addestramento che farai nel mio regno ovviamente>>. A quelle parole il cuore di Erec cominciò a battere all'impazzata: <<Dite davvero mio signore? dite..dite davvero?>>. I mesi che seguirono servirono all'addestramento del cavaliere che ben presto venne battezzato come tale nel Regno di Re Ashram, in Britannia. Il sogno di Erec, ormai ventiduenne, si era realizzato grazie all'angelo che amava in segreto: Rhiannon. Non ricordava minuto o secondo di quel periodo in cui non pensasse a lei come la terra pensa a far nascere le sue piante e i suoi fiori e a far scorrere i ruscelli per dissetare i suoi animali. Come un fiume pensa a ramificarsi nel mare, come il mare pensa a dare ossigeno ai suoi pesci; così era l'amore che provava Erec per quella ragazza, ogni cosa di lei, tutto...un gesto, un sospiro, una parola, qualsiasi cosa lo faceva andare e tornare dal paradiso. Ogni sera le lasciava una rosa rossa con un nastro blu legato al gambo davanti alla sua stanza senza lasciare biglietto, solo quel fiore profumato in segno del suo affetto come bacio della buonanotte. Presto venne l'estate e il Re in quei giorni di sole era turbato da qualcosa che non voleva svelare a nessuno, nemmeno alla sua amata figlia che ormai non sorrideva più a causa del segreto del padre. Le uniche volte che riusciva a vederla era quando andava ad inginocchiarsi sulla tomba di sua madre e le lasciava dei fiori, spesso piangeva e appoggiava la testa sulla sua lapide, poi tornava al castello con ancora le lacrime agli occhi; l'atmosfera serena di una volta non abitava più in quei luoghi. Erec la osservava piangere da lontano, mai ebbe il coraggio di avvicinarsi a lei, mai...fino a quel giorno. Pioveva e l'unico riparo per Erec era il suo mantello; come ogni giorno Rhiannon era sulla tomba di sua madre e stava appoggiando i fiori davanti al pezzo di marmo con incise delle parole e il nome del genitore. Non c'era nessuno, solo lei, la pioggia e lui. Si avvicinò senza far rumore e appena lei cominciò a piangere lui si inginocchiò e l'abbracciò stringendola forte forte a se e non la lasciò andare finchè lei non si calmò e alzò il viso per guardare chi fosse stato ad abbracciarla con tanta passione. <<Erec, cosa ci fate qui?>> chiese guardandolo negli occhi. <<Rhiannon, vedervi piangere ogni giorno su questa tomba e non saperne il motivo mi distrugge il cuore, ma vi ringrazio...non avevo mai visto le lacrime di un angelo ne mai l'avevo sentito singhiozzare nel silenzio delle anime>> rispose Erec abbracciandola ancora. L'alzò da terra e si tolse il mantello per poi appoggiarlo sulle spalle di lei: <<Prenderete freddo Milady, se non tornate al castello vostro padre si preoccuperà, non credete?>> sorrise. Arrivarono al grande giardino del castello; stavano per varcare la soglia di casa quando Rhiannon fermò Erec prendendolo per un braccio, lo fece voltare e lo baciò sulle labbra gettandogli le braccia al collo. <<Mio padre non ha che debiti e vuole darmi in sposa al Barone del Galles...ecco il motivo delle mie lacrime, non voglio morire senza amore>>. Per la prima volta, le parole di Rhiannon riuscirono a spezzare il cuore del ragazzo, ma le cinse dinuovo i fianchi e la baciò ancora. <<E se ci scoprissero?>> disse Rhiannon staccandosi dal suo viso. <<E se ci scoprissero saremo condannati a morte e forse bruceranno i nostri corpi pensando che non potremmo più trovarci, ma quando il vento soffierà sulle nostre ceneri ci unirà per sempre; oh non aver paura mio angelo, ti proteggerò sempre, sono nato per proteggerti>> finì la frase e le due anime si sfiorarono dinuovo i volti e si accarezzarono ancora i capelli. <<Ma guarda un po' chi tradisce il proprio genitore>> ghignò una voce dietro l'albero di mele. <<Chi siete?>> urlò Erec stringendo a se la sua amata. <<Comandante Bairre dell'esercito di Re Ashram e amico fedele di quest'ultimo, voi pur essendo il salvatore della libellula che tenete fra le vostre braccia non siete degno della sua fiducia>> e appena finì la frase attaccò Erec uscendo veloce da dietro l'albero. Erec allontanò Rhiannon che cadde atterra impaurita, poi tirò fuori la spada dal fodero e respinse l'attacco del comandante Bairre. Poco dopo però arrivarono i soldati armati di tutto punto a dare una mano al proprio comandante. <<Arrestateli! Il Re sarà sicuramente d'accordo con me che questo non è altro che un tradimento alla corona!>>. <<No! fermatevi! lei non c'entra niente!>> gridò Erec tentando di divincolarsi dalla stretta dei soldati, ma uno di loro lo colpì in testa e lo fece svenire. Si svegliò che era pomeriggio inoltrato; la testa gli pulsava nel punto in cui gli avevano inferto il colpo. All'inizio vedeva sfocato, poi i sensi si rimisero al loro posto e potè sentire, vedere e annusare ciò che c'era intorno: una cella sotterranea. Udì dei passi e si avvicinò alla porta lentamente; poco dopo un soldato entrò, loprese per il braccio e lo condusse nei corridoi delle segrete, poi si fermò, fece voltare e inginocchiare Erec e parlò: <<Il Re non ti vuole qui, ti sta dando la possibilità di scappare, andartene in terre lontane e non fare più ritorno>>. <<Io senza di lei non me ne vado>> rispose Erec con voce tremante. <<Volete morire>> disse fermo e impassibile il soldato. <<Se il mio destino mi imponesse di morire vecchio, solo, in una casa di campagna allora scelgo di cambiare e combattere il mio destino, perchè senza il mio angelo la morte avrebbe un sapore disgustoso>>. <<Allora non mi lasciate altra scelta cavaliere, vi devo portare davanti al mio signore e far decidere un'altra volta a lui la fine della tua vita>> così dicendo lo fece rialzare e lo portò con se nella sala del trono. Appena entrò udì solo una sottile voce che riconobbe subito: era quella di Rhiannon. <<Padre vi prego, vi scongiuro non fate pazzie>> diceva in ginocchio con le lacrime in volto. <<Tu non sei mia figlia>> le amare parole del Re aumentarono i singhiozzi della fanciulla. <<Che ci fa lui qui?>> chiese il Re alzandosi dal trono e guardando Erec con occhi stupiti. <<Signore, il ragazzo non vuole andarsene>> rispose il soldato continuando a tenere il braccio del ragazzo. <<Va bene...e quindi mi pare il caso di mettere fine alla mia delusione condannando a morte questo traditore e dando in sposa questa sgualdrina al Barone che tanto la desidera>>. <<No!>> urlò Rhiannon all'unisono con Erec. <<Vi prego padre non lo uccidete...lui non ha fatto niente!>> disse la giovane aggrappandosi al mantello del sovrano. <<Non chiamarmi padre! ti ripeto che tu non sei mia figlia! ormai è deciso, questo ragazzo morirà e morirà sotto i tuoi occhi!>>. Portarono dinuovo in cella Erec e il soldato prima di andarsene gli disse che sarebbe stato giustiziato il mattino seguente. Troppo tempo per pensare, troppo poco per cambiare le cose; Erec impazziva all'idea di vedere la sua amata in moglie ad un altro, ma forse era meglio così, almeno era protetta e non sarebbe morta. All'alba il soldato aprì la cella di Erec, lo svegliò lo portò nella piazza dove tutto il popolo era li a dargli l'addio che meritava, anche Rhiannon era li vicina al Barona del Galles che se la rideva sotto i baffi; vide che lei cercò di avvicinarsi a lui, ma il suo futuro sposo la trattenne, forse dai capelli, non vide bene e poi voltò lo sguardo verso il patibolo. <<Mai avrei pensato di morire per una causa così pura e così nobile quale l'Amore>> sussurrò. La sua testa era ormai appoggiata a quel pezzo di marmo grigio; pensava che non avrebbe sentito dolore o almeno era sicuramente più lieve di quello che sentiva al cuore. Non si sentì più nulla, solo un boato e un grido. Erec girò il volto verso il boia che giaceva atterra morto con una freccia conficcata nel cranio. C'era molta confusione attorno a lui così si alzò inpiedi e si mise a correre verso la sua amata che correva verso di lui. Qualcuno aveva attaccato il regno uccidendo gran parte delle persone che si trovavano li. Rhiannon liberò Erec dalle corde e insieme scapparono nella foresta. <<Rhiannon, mai avrei pensato di farcela! Ma siamo qui e devo chiederti una cosa!>> disse Erec mentre correvano. <<Non mi sembra il momento adatto per parlare!>> rispose Rhiannon continuando a correre tra gli alberi. <<Rhiannon, ora o mai più! mi vuoi sposare?>>. La fanciulla si fermò di colpo, tirò a se il suo amato e lo baciò intensamente. <<Si>>. Ricominciarono a correre più velocemente possibile e arrivarono davanti ad una piccola cappella dove viveva ormai da tantissimi anni Don Cailte. Entrarono nella cappella con il fiatone e il cuore che batteva a mille e il Prete si voltò piano verso i due innamorati e sorrise come se avesse visto due piccoli cuccioli. <<Fatemi indovinare, volete che vi sposi>> disse il Prete alzando le braccia al cielo. I due si guardarono e poi fecero cenno di si al Prete. <<Bene, non so cosa vi porta ad essere così frettolosi, ma non posso oppormi al volere del Signore>>. Celebrarono le nozze in maniera semplice e romantica. Uscirono dalla cappella e ricominciarono a correre sorridendo questa volta; caddero sull'erbetta bagnata della foresta e cominciarono a baciarsi e a sfiorarsi fino a unirsi nel fuoco della passione. Erano abbracciati sotto il mantello del cavaliere; lui le accarezzava la bionda chioma e lei chiudeva gli occhi e accettava le sue coccole. <<Non importa quale sarà la nostra vita... io ti amerò, qualunque sarà il nostro destino io ti amerò...>> disse Erec concludendo con un timido bacio sulla fronte di lei. Si rivestirono e si misero in cammino per trovare un paese, un posto dove vivere felici. Sentirono dei passi e una risata macabra: <<Buongiorno signori, dormito bene?>> chiese una voce. <<Chi sei? fatti vedere!>> urlò Erec. <<Bairre...>> disse lui attaccando come l'ultima volta il cavaliere che con se aveva solo un pugnale. Comicniarono a cobattere e Erec si difendeva quanto poteva, ma la maggior parte del tempo si limitava a scansare i colpi. Presto si ritrovarono con le armi puntate alla gola. <<Carissimo Erec stai facendo uno sbaglio...l'hai combinata grossa, devi essere punito>>. <<Punito da te? l'amore non viene punito!>>. Continuarono a combattere sotto le grida di Rhiannon che gli urlava di smetterla, di fermarsi. E si fermarono solo quando il pugnale di Erec si conficcò nel cuore del comandante. <<Si punisce solo chi ostacola l'amore>> disse Erec lasciando cadere atterra il corpo di Bairre. Si voltò per tornare dalla sua amata quando la sentì urlare e sentì qualcosa trafiggergli il petto. Non udì più nulla, non proferì parola mentre la spada del comandante si faceva largo nel suo cuore e si ritirava piano morendo con il suo padrone. Erec cadde fra le braccia di Rhiannon: <<Ti prego non lasciarmi qui, non andartene via da me...>> supplicava la ragazza fra le lacrime. <<Hey... io non ti lascerò mai ricordatelo...ti amo mio angelo...>> rispose Erec con un filo di voce <<averti incontrato ha reso la mia esistenza la più felice, la più sognante, ha creato l'anima più resistente del mondo; non dimenticarti di me amor mio...>>. E così tra le lacrime e i singhiozzi di lei Erec morì e portò con se quel poco di magia e quell'amore così grande anche per tutto il mondo. <<Non ti dimenticherò, sarai con me per sempre>> queste furono le ultime parole di Rhiannon prima di prendere il pugnale del suo amato e di uccidersi accanto a lui. Poche ore dopo un gruppo di viandanti li trovò morti mano nella mano tra il loro sangue, abbozzarono un funerale e bruciarono i loro corpi senza staccare quelle mani l'uno dall'altra. <<Artù...conoscevi questi due amanti?>> chiese un cavaliere dall'armatura argentata al suo Re che era in ginocchio accanto a lui. <<No Lancillotto, ma lui è un cavaliere e lei è una dama, loro si sono amati e sono morti insieme, inginocchiarsi a pregare per un sentimento eterno credo che sia il minimo che si possa fare per questi due giovani>> rispose il Re. Poco dopo tutti i cavalieri che erano con lui si inginocchiarono a pregare tra la nebbia mentre il fuoco bruciava i loro volti. FINE |
20-06-2010, 23.51.29 | #2 |
Viandante
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Residenza: Bergamo per lo stato, in via Durando a Milano nella vita reale
Messaggi: 25
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Che racconto strappacuore...
Belo, bello, bello. Al momento non riesco a trovare altre parola... scusa. |
21-06-2010, 13.37.14 | #3 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Piacenza
Messaggi: 3,163
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Mi associo ai complimenti di Fragolalidia.
E' un racconto veramente bello. Visto che te la cavi così bene... potresti deliziarci con altri tuoi scritti. Ciao
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"La Morte sorride a tutti... Un uomo non può fare altro che sorriderle di rimando..." Sito Web: http://digilander.libero.it/LoreG27/index.html Libreria on-line: http://www.anobii.com/people/gelo77/ |
21-06-2010, 17.42.14 | #4 |
Bannato
Registrazione: 31-03-2009
Residenza: Fossano
Messaggi: 454
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Grazie a voi che avete utilizzato il vostro tempo leggendo il mio racconto ^^.
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29-06-2010, 02.13.00 | #5 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
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Delicato e sognante questo racconto.
Leggendolo ho colto in esso l'incanto delle favole e la magia dei romanzi cortesi. Un inno all'amore ed alla sua eternità. Questo credo che rappresenti il racconto della nostra Perry. Nascere e morire. Tra questi due momenti è racchiusa l'esistenza di un uomo. E solo l'amore può rendere degno tutto ciò. I miei complimenti, damigella
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
29-06-2010, 02.50.05 | #6 |
Bannato
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Residenza: Fossano
Messaggi: 454
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Grazie Sir, sono lieta che vi sia piaciuto ^^
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