La vendetta di Fantamas

[Guisgard]

Elv guardò Gwen, poi uscì dalla doccia, indossò un accappatoio e raggiunse il salotto.
Aprì la cassaforte e consegnò il denaro.
"Rischiavate di beccarvi un'accusa per favoreggiamento o peggio." Disse uno degli sbirri.
Andarono via e portarono con loro anche l'auto.
"Beh, ora è davvero finita..." sbuffando Elv.

[Guisgard]

Restarono nel letto, abbracciati.
Allora Fessen le raccontò tutto.
Destresya così scoprì l'origine di tutta la faccenda.
Lui si era inventato l'intervista per vendere copie, ma senza fare i conti col vero Fantamas.
Il super criminale aveva così ordito la vendetta in concomitanza del furto progettato alla Biblioteca Antoniana.
Aveva catturato il giornalista, spacciando falsi indizi con l'intento di incolparlo, facendo credere a tutti che Fessen fosse Fantamas.
"Questo è quanto..." disse lui a Destresya "... mi ami lo stesso anche se sono un imbroglione come tutti o quasi i giornalisti?" Accarezzandole il viso. "Io ti amo... e questo non è un trucco..." baciandola ancora.

[Lady Gwen]

Elv uscì dalla doccia mettendo un accappatoio e consegnò finalmente il denaro alla polizia.
Speravo che adesso fosse davvero finita.
"Non ti nascondo che mi sento più leggera, ora... Sì, è vero, quei soldi mi sarebbero stati utili, ma non li avevo voluto fin dall'inizio. Non erano soldi onesti e sono contenta che ce ne siamo liberati" ammisi con sincerità.
"Tu hai finito di fare la doccia?" chiesi poi, con un sorriso più rilassato.

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[Guisgard]

"Si..." disse Elv a Gwen "... ho finito... e mi sento più rilassato... forse è stato meglio così... dopotutto il denaro non ci serve..." e la baciò.

[Destresya]

Restare abbracciata a lui nel mio letto era uno dei momenti più belli della mia vita.
Gli altri risalivano comunque alle ultime ore in cui avevo conosciuto la passione e l’amore più assoluti.
Ma quell’istante, in cui mi appoggiavo sul suo petto e lo stringevo a me, mi sembrava davvero quanto di più bello avessi mai potuto desiderare al mondo.
Lui mi raccontò ogni cosa.
L’intervista, Fantamas e il rapimento.
Io a mia volta gli dissi quello che avevo scoperto, il traffico di libri antichi e tutto il resto.
Era comunque abbastanza per farci dei bei pezzi.
Poi, a quelle sue parole mi strinsi ancora di più a lui, alzandomi appena per guardarlo negli occhi.
“Io ti amerò in ogni caso, in ogni situazione, in ogni avversità, ti amerò sempre, ogni giorno, qualunque cosa tu faccia, chiunque tu decida di diventare… io ti amo in un modo così folle e profondo che nulla al mondo potrà mai incrinare il mio Amore!” fissandolo negli occhi, finalmente libera di essere me stessa.
“E poi, che dovrei dire io, che di notte me ne vado in giro ad ammazzare i cattivi?” facendogli l’occhiolino e sporgendomi per baciarlo.
Poi quelle parole, che mi colsero completamente impreparata.
Parole aspettate, desiderate, sognate.
Parole che valevano una vita intera.
“Oh amore mio…” sussurrai, sporgendomi per baciarlo, con il cuore che mi batteva all’impazzata.
Ora non esisteva nient’altro che non fossimo noi e il nostro amore.
Per sempre.
Solo noi… solo noi.

[Lady Gwen]

Mi illuminai sentendo che era d'accordo con me e accolsi di nuovo quell'altro bacio che mi regalò.
Era meraviglioso, età tutto ciò di cui avevo bisogno e non mi serviva altro nella vita.
"Ti amo, Elv..." sussurrai, dolcemente, ma con un sentimento tale da avere quasi gli occhi lucidi e un nodo in gola.
Il suo profumo, i suoi occhioni scuri che mi guardavano, i suoi capelli, la sua dolcezza unica che sempre accompagnava le sue parole e i suoi gesti.
Tutto mi rimandava a lui, ogni istante.
Il suo era il primo profumo che cercavo, suo l'unico sguardo che desideravo avere su di me, sue le carezze che bramavo.
Lui, nessun'altro.

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[Guisgard]

Intanto la polizia non si dava per vinta.
L'ispettore Goaz mobilitò tutte le forze che aveva a disposizione per bloccare Fantamas prima che lasciasse il paese.
Voleva catturarlo, davanti a tutto il mondo.
Ma il super criminale era già lontano.
Il suo sguardo enigmatico, il suo ghigno malefico, ma soprattutto il suo volto senza tratti erano la giusta maschera di chi ancora una volta si stava prendendo gioco delle autorità.
A bordo di un'auto bianca si apprestava ad uscire di scena.
A modo suo, ossia con quel gusto tipico per la teatralità.
Azionò un meccanismo segreto e la sua macchina volò via.
Così svaniva, ancora una volta, l'uomo dai mille volti.


FINE




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