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Vecchio 31-05-2019, 17.48.40   #11
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Non so perchè, ma questo vostro bellissimo scritto mi ha fatto tornare alla mente la frase di un vecchio film, milady:

"Se ti stai facendo domande sul Tempo e sulla distanza allora questo non è un grande Amore!"

E forse è proprio così
E questa vostra magnifica storia sembra davvero un'immagine incantata, al di là del Tempo e dello spazio, lady Destresya.
Così sono i veri scritti d'Amore.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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Vecchio 15-02-2021, 01.37.56   #12
Destresya
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Destresya è sulla buona strada
Ho sempre amato il mare, fin da bambina guardavo falla finestra l’infrangersi delle onde sugli scogli in lontananza e passavo le mie giornate a immaginare storie di pirati, immaginavo una nave che venisse a portarmi via, o una nave tutta mia con cui solcare i sette mari, poi combinavo le storie e immaginavo di partire su una nave tutta mia per poi venire rapita dal bel capitano di un’altra nave, che mi faceva impazzire, imbestialire... e innamorare come mai avevo provato prima.
Tutti sogni, fantasticherie di bambina, che tornava ogni sera a fissare il mare e immaginare nuove storie, stavolta si trattava di una cattivissima regina e di un cavaliere che le faceva ribollire il sangue nelle vene, e ancora una guerriera indomabile domata solo dall’amore, la schiava di un demone salvata da un eroe senza macchia. Crescendo poi le storie si intrisero di fantascienza, androdi e alieni che si innamorano, oppure più oscuri con personaggi che esplorano i lati più nascosti e reconditi della mente umana, o altri più affini alla vita quotidiana.
Infiniti alter ego che si alternavano tra di loro per raccontare storie diverse, ma che avevano sempre gli stessi occhi, quelli incontrati in una notte proprio in riva al mare.
Perché il mare c’era sempre, in ogni storia e in ogni sogno, lui che con le sue onde cullava il mio sonno, che era l’orizzonte delle mie giornate, il confine del mio mondo.
Eppure doveva per forza esserci di più...
Me lo dicevo ogni giorno quando scendevo al porto a guardare le barche che andavano e venivano.
Avevo passato anni a sognare, anni a non perdere mai la speranza.
E avevo ragione.
C'era davvero di più.
Ecco perchè stavo scendendo in strada quella sera, avvolta nel mio abito nuovo, con il cuore che batteva a mille.
Il mare era sempre lì che mi aspettava, il fruscio delle onde era ancora più fragoroso in quella sera di febbraio.
Eppure, mi sembrava tutto diverso, tutto più bello.
Perchè c'era lui ad aspettarmi.
«Sei bellissima» mi disse, venendomi incontro sul molo .
Io per poco non incespicai nell'orlo della gonna e lui dovette sostenermi, ridacchiando piano, ma senza smettere di avere quella luce negli occhi azzurri che mi faceva tremare il cuore.
Sembrava quasi di essere in un vecchio film.
«Mi sei mancato» riuscii a dire, mentre le parole si arrampicavano in gola, facendo fatica a uscire, travolte dall'emozione.
Lo strinsi a me, lo strinsi forte, come se non lo vedessi da mesi, come se il distacco fosse qualcosa di impalpabile, qualcosa di tangibile, che doveva essere scacciato con la forza, la stessa forza che mettevo in quell'abbraccio in riva al mare, mentre tutti attorno a noi si affrettavano nei locali, chiaccheravano, passseggiavano.
A me non importava, non mi importava niente che non fosse lui.
«Anche tu mi sei mancata» mi sussurrò tra i capelli.
Quanto adoravo il suo profumo, mi rimaneva addosso quando indossavo la sua felpa, quando restavo talmente a lungo abbracciata a lui che non si capiva più dove iniziasse il suo profumo e dove finisse il mio. Una meravigliosa sensazione di intimità che mi portavo via ogni volta che dovevo lasciarlo andare.
Ci guardammo negli occhi per un lungo istante, lungo come il tempo che ci aveva separati.
Era sempre così, quando eravamo lontani era straziante, certo, ma sapevamo essere più vicini noi distanti che tanta gente che dormiva accanto ogni notte.
Perché noi lontani non lo siamo mai.
Mi baciò, quei baci intensi e folli che solo lui sa dare, quelli che ti fanno togliere il fiato, che si prendono il tuo respiro e anche la tua anima.
«Facciamo una passeggiata, ti va?»
Annuii, troppo persa nell'incanto di quel momento per parlare.
Ci dirigemmo così verso il mare, passando accanto a tutti i locali che sembravano scoppiare d'amore, addobbati com'erano con cuoricini, palloncini, stelline e addobbi di San Valentino.
Ma tutta quella folla per noi non esisteva, c'eravamo solo noi, mano nella mano, che passeggiavamo verso il mare.
«Allora, hai scelto in quale ristorante vuoi mangiare?» chiese guardandosi attorno, visto che le varie coppiette cominciavano a dirigersi nei localini sul lungo mare.
«Oh sì, ma è un po' particolare...» ridacchiai.
«Particolare?»
«Sì!»
«In che senso?»
«Ti devi fidare di me!»
Lui mi guardò in quel modo da bambino incuriosito che mi faceva impazzire.
Ecco perché adoravo fargli le sorprese, per poter vedere quello sguardo.
Come un compleanno di anni fa, quando ero riuscita a fargli forse il regalo più bello che finora mi fossi potuta permettere.
Ma anche nei piccoli gesti cercavo sempre di sorprenderlo.
Allora ridacchiai e lo presi per mano, lasciandomi il lungomare alle spalle e iniziando ad addentrarmi nella città vecchia, camminando in senso contrario rispetto a tutti quelli che andavano a passare la serata sul lungomare.
«Ma dove stiamo andando?» lui era sempre più stupito.
Io me la ridevo sotto i baffi .
Ci ritrovammo ai piedi di una lunga scalinata, che ci tolse il fiato due volte, la prima per la fatica, la seconda per la splendida vista sulla baia che ci regalò una volta arrivati in cima.
Eravamo esausti ed estasiati insieme.
Ma eravamo insieme, solo quello contava.
«Siamo arrivati?»
«No!»
«Su, dammi un indizio»
Lui era fatto così, tanto quanto io amavo le sorprese, lui amava provare a smarscherarle, e si metteva molto d'impegno. Ma io riuscivo sempre a fregarlo!
Da una mia occhiata capì che non gli avrei detto niente e manifestò la sua impazienza aumentando il passo.
Mi fece sorridere vederlo camminare tutto impettito verso un luogo che nemmeno conosceva.
«È per di qua..» gli dissi poi, imboccando una stradina secondaria e di periferia.
«Andiamo a prendere la macchina e mangiamo da qualche altra parte. Scusa, perchè non abbiamo preso la mia che era al parcheggio sul lungomare?»
Risi.
«Sei completamente fuoristrada...» scuotendo la testa.
Ma non appena svoltammo l'angolo la sua attenzione fu catturata da tutt'altro, dai palazzi e dal degrado urbano intorno a lui.
«Ma sembra di stare negli anni 90!».
Non fece altro che ripeterlo finchè non arrivammo al residence dove avevo prenotato.
Una piccola casa tutta per noi.
Sembrava un po' uno di quei motel americani dove si ritirano a vivere i serial killer per non essere scoperti, ma era solo nostra.
Lui era entusiasta. (Sì, perchè tutto era anni 90)
«Ma ancora non mi hai detto dove andiamo a mangiare!»
Gli porsi un foglietto, con un menù: «Qui..».
Lui lo guardò, lesse, poi guardò di nuovo me con aria interrogativa.
«È lontano?»
Scoppiai a ridere a quelle parole, prendendo il telefono.
«No qui intendo... qui» indicando la casa «Un ristorante tutto per noi... ce lo facciamo portare a domicilio, che ne pensi? Solo noi...».
Allora capì, e si illuminò.
Mi prese tra le braccia, mi strinse e mi guardò negli occhi, a lungo.
«È perfetto... solo noi.... solo noi...» e intonò il motivetto di quella canzone.
Lo guardavo rapita, incredula, incantata.
Ripensavo a me bambina che guardava il mare dalla finestra ogni giorno e sognava di più.
Eccolo, il mio di più.
Esisteva, e io l'avevo trovato.
«Sì, solo noi...» sussurrai, stretta a lui in quel lento improvvisato sulle note di una musica suonata dai nostri cuori «Buon San Valentino Amore mio...».


__________________
Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!

Ultima modifica di Destresya : 15-02-2021 alle ore 04.37.11.
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Vecchio 28-02-2021, 23.11.25   #13
Guisgard
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Questo racconto, proprio una coppia di fidanzati che camminano mano nella mano ignorando la folla intorno a loro, fra le luci e i colori di San Valentino sembra essere passato in silenzio.
Ma in realtà come una stella sul mare sa attirare con la sua luce e guidare in una delle notti più speciali.
Leggendolo, lady Destresya, sembra quasi di sentire il mormorio del mare, i suoi della città e persino l'odore di salsedine.
Forse perchè ciò che parla d'Amore ha sempre un qualcosa di spaciale, unico e magico.
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