07-07-2011, 14.38.57 | #1 |
Dama
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Curiosità....all'incontrario-San Severo
Leggendo una rivista mi sono imbattuta in un articolo che trattava delle particolarità della Cappella di San Severo a Napoli.
La mia curiosità mi ha portata ad informarmi sulla veridicità di questa storia tramutata in leggenda tanto che avevo pensato di aprire un topic ad hoc in merito proprio ad essa. E invece vi propongo una cosa di questo genere, considerando che vi sono molti campani che girovagano tra le vie di Camelot. Descrivete voi la storia e/o la leggenda di questo luogo che ospita scheletri e utilizzato da un principe per testare esperimenti alchemici |
28-07-2011, 18.13.41 | #2 |
Cittadino di Camelot
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Mi era sfuggito questo argomento...
Mea Culpa! La Cappella di Sansevero... nominandola, la primissima cosa che mi viene in mente è quella splendida opera di Giuseppe Sanmartino... un'opera tanto sublime quanto 'chiacchierata', dall'esecuzione così raffinata da risultare persino sorprenderente... Un'opera per la quale il grandissimo Antonio Canova dichiarò (dopo aver tentato a lungo di acquistarla, ma senza successo) che avrebbe volentieri dato dieci anni della sua vita se solo avesse potuto essere l'artista che fu capace di realizzarla! Ve la mostro... So che esistono varie leggende circa l'esecuzione di quel velo -che, anziché di marmo com'è, sembra incredibilmente leggero, trasparente e morbido...- così come pure sugli interessi e le capacità dei principi di Sansevero... ma, a dir la verità, non mi sono mai documentata a sufficienza! E poi, via... non vorrete che sia io, qui dalle mie colline verdi e ocra, a narrare la storia, vero? Temo di non averne i numeri!! Attendo trepidante qualcuno che sveli qualche altro interessante dettaglio di questa lunga e intrigante storia...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
29-07-2011, 02.41.04 | #3 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La Cappella di Sansevero è uno dei luoghi più straordinari, misteriosi e affascinanti che si possano visitare.
Anche per giungervi il percorso è, diciamo, “particolare”. Che decidiate di arrivarci risalendo Via Duomo, o scendendo attraverso Port’Alba, per poi percorrere San Domenico e i suoi vicoletti fatti di forme, colori e suoni, il vostro cammino avrà comunque qualcosa di “magico”. Come le straordinarie chiese che segnano, come mistiche tappe, il vostro cammino: il celebre Duomo nel quale è racchiuso l’inestimabile tesoro di San Gennaro; il Gesù Nuovo con il suo classicheggiante splendore e la “presenza” di San Giuseppe Moscati che aleggia ovunque; senza poi dimenticare la gotica Santa Chiara, raro esempio di un’arte essenziale eppur complessa nello sterminato mare del Barocco Napoletano; per chiudere poi con San Domenico Maggiore. Ma Sansevero è altro ancora oltre a tutto ciò. E celata, coperta, confusa in stretti vicoli, quasi muta, come ad invogliarvi a calarvi nel complesso percorso che vi attende per conoscere alcuni dei suoi arcani. Così, giunti nel cuore più vecchio e folcloristico di Napoli, dove si trova il vero volto di una città unica, troverete il vostro tesoro. Già l’ingresso vi stupirà e turberà. Un’iscrizione in Latino vi preparare ad un’atmosfera fatta di austera contemplazione Nell’entrare vi ritroverete in un mondo a parte. Che cerchiate l’arte, o i preziosismi architettonici, oppure gli splendori del Barocco, è un cammino particolarissimo che vi ritroverete a fare: quello verso la verità. La verità alchemica e totalizzante della visione massonica dell’uomo e dell’universo. Le straordinarie sculture, che celebrino la Gloria di Dio, la Misericordia Divina o che invochino la Pietà per i defunti, hanno un duplice ruolo: segnare un cammino verso la conoscenza e confondere i “deboli”, facendoli smarrire sul quello stesso cammino. E fra tante meraviglie domina il Cristo Velato. Forse quest’opera è l’esatta descrizione di ciò che custodisce la Cappella di Sansevero. La sua perfezione sembra rappresentare la meta stessa di quel cammino alchemico voluto da Raimondo di Sangro. Un volta un uomo, parlando proprio di quella celebre scultura, mi disse: “Non domandarti come è stato fatto, ma perché è stato fatto!” L’uomo si era presentato come uno dei tanti intellettuali neoborbonici, ma credo fosse molto di più. E quelle sue parole ben descrivono il significato di Sansevero. Fu realizzata nel 1750 per volere dell’alchimista Raimondo di Sangro, Gran Maestro della Loggia Massonica napoletana. In realtà lui diede solamente la forma ultima alla cappella. Essa infatti, nel suo nucleo più antico, risale ad almeno a due secoli e mezzo prima e fu dedicata a Santa Maria della Pietà. Raimondo di Sangro cominciò così il suo infaticabile lavoro, lungo decenni, nel tentativo di forgiarla a sua immagine ed a quella del suo credo. Nulla in quel luogo è frutto del caso. Ogni cosa assume un preciso significato. E qui comincia il viaggio vero e proprio, dove ognuno di noi inizia a leggere la cappella secondo la chiave di lettura che riesce a comprendere. Ed infatti San Severo altro non è che un libro. Un libro nel quale esistono diversi linguaggi e significati. E sta a voi decidere quale decifrare. Come detto, la bellezza delle opere in essa custodite hanno anche lo scopo di confondervi, attirando la vostra attenzione verso aspetti superficiali, esteriori, finiti. Ma la sete di conoscenza, quella tanto cara ai maestri massoni, se seguita vi può condurre “all’origine ed alla fine di tutto, fino a raggiungere voi stessi”, come amava dire, riguardo alle discipline alchemiche e ai rituali massonici, Giuseppe Balsamo, più noto come Conte di Cagliostro. Le statue che si trovano nella cappella sembrano richiamare raffigurazioni allegoriche, come “Il Dominio”, “L’Educazione”, “Sincerità”, “La Liberalità”, “La Pudicizia”, “Il Disinganno”, “La Soavità”, “Lo Zelo della Religione”. Statue la cui denominazione sembra singolare, sebbene fortemente evocativa. Ebbene, è in queste statue, fino a raggiungere Il Cristo Velato, meta ultima del percorso acetico voluto da Raimondo di Sangro, che si cela il cammino della perfezione massonica. Forse esse descrivono la preparazione da intraprendere per l’alchimista. O forse rappresentano la complessa simbologia di un tempio massonico, dove le statue racchiudono funzioni e scopi particolari. Ma la cappella ha tantissimo altro da mostrare. Come l’incredibile pavimento sul quale è impresso un particolarissimo labirinto (oggi purtroppo rovinato da un crollo), realizzato in maniera originalissima, proprio dalla mente geniale di Raimondo di Sangro. Il labirinto è infatti formato da un’unica linea bianca continua che forma svastiche (che però col triste e funereo nazista hanno ben poco a che vedere, essendo tratte dalla simbologia induista) e quadri. Raimondo di Sangro, come detto, era una di quelle figure che fanno epoca e che si rivelano capaci di dominare e segnare il tempo in cui vivono. Nella cappella sono conservati macchinari frutto dei suoi progetti, scheletri che servirono per alcuni esperimenti “occulti” da parte del celebre scienziato, alchimista, letterato ed accademico napoletano. E non si può non chiudere senza tornare di nuovo sull’assoluto capolavoro che è conservato nella cappella: Il Cristo Velato. La perfezione dell’opera è riuscita a suscitare l’interesse, la curiosità e l’ossessione di tanti grandi di diverse epoche. Attorno a quest’opera d’arte circolano leggende di ogni tipo, per spiegare la straordinaria ed incredibile raffigurazione data al Cristo. Una delle più celebri vuole che Raimondo di Sangro con le sue conoscenze alchemiche sia riuscito a “pietrificare” un vero drappo, per poi adagiarlo sul corpo del Redentore. Nel vedere da vicino questo inarrivabile capolavoro, si resta davvero senza parole. Tutto è perfetto. Il velo sembra davvero leggero, tanto da essere soffiato via e liberare l’immagine del Salvatore. Questo e molto altro è racchiuso nella Cappella di Sansevero. Chiudo col riportarvi il testo della lapide (scritto in latino) sull’ingresso della cappella e che già prepara il visitatore al complesso e mistico cammino che lo attende: "O viandante, chiunque tu sia, cittadino immigrato o straniero, entra e adora riverente l'immagine della Pietà Regina già da anni prodigiosa. Tempio gentilizio già sacro alla Vergine e abilmente ampliato nell'anno 1767 da Raimondo de Sangro Principe di Sansevero, stimolato dalla gloria dei suoi antenati, per conservare all'immortalità nei sepolcri le ceneri sue e dei suoi. Guarda scrupolosamente con occhi attenti e contempla, ahimé piangendo, le ossa degli eroi cariche di meriti. Quando avrai dato opportunamente culto alla Madre di Dio, un contributo all'opera e, ai defunti, ciò che è giusto, pensa seriamente anche a te. Va' pure."
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29-07-2011, 09.10.00 | #4 |
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mamma mia che interessante....a leggere questa discussione mi è venuta voglia di andarci....grazie mille, Llamrei, Talia e Guisgard.....sono veramente curiosa,ora....è una chiesa che attira la mia attenzione...chissà...se capiterò a Napoli, sarà la prima cosa che vedrò....
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29-07-2011, 12.36.04 | #5 |
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Si la conosco questa leggenda! Ci andavo sempre La mia bisnonna abita lì vicino! Da piccoli scommettevamo a chi riusciva ad entrarci da solo di sera!
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29-07-2011, 14.48.34 | #6 |
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29-07-2011, 14.57.02 | #7 |
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ho letto con molto interesse questo argomento...siete stati cosi particolari nelle descrizioni che sembra quasi di esserci stati di persona.
grazie!
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30-07-2011, 12.20.55 | #8 |
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Ahahah no perchè di notte faceva paura (a noi bambini) saranno anni che non ci vado! Ci voglio tornare!
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03-08-2011, 19.18.47 | #9 |
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Sono anni che desidero vedere la Cappella di Sansevero e mai ci sono stata... ora questo mio bisogno si sta intensificando vieppiù!
Sir Guisgard... grazie !
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