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Vecchio 02-09-2011, 04.49.58   #91
Guisgard
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Gonzaga aveva mandato via le guardie ed era rimasta sola con il misterioso Daniel.
Nel frattempo le ricerche del ladruncolo erano proseguite per tutto il palazzo, senza però, ovviamente, giungere a nulla.
La notizia, così, fu portata a lord Tudor.
“Avete cercato dappertutto?” Chiese il nobile signore ai suoi.
“Si, milord. Tranne che nella stanza di lady Gonzaga.” Rispose Jalem. “Probabilmente aveva lei le chiavi e dunque nessuno sarebbe potuto entrare. Ora forse quel ladruncolo sarà fuggito chissà dove.”
“Va bene, va bene…” con tono spiccio il nobiluomo “… ora dov’è lady Gonzaga?”
“Nella sua stanza, milord.” Rispose Jalem. “Credo stia riposando.”
“Appena sarà sveglia ditele di raggiungermi.” Fece lord Tudor. “E’ appena giunta a Camberbury e bisogna presentarla in società. Ma questa sarà una sorpresa, mi raccomando.”
“Si, milord.” Annuì il fedele Jalem.
“Ah, si hanno notizie di mio nipote?” Domandò il duca.
“Credo che, almeno stando a ciò che scrisse nell’ultima lettera, sua signoria abbia ormai lasciato l’Italia. Probabilmente in questo momento starà già facendo ritorno in Inghilterra.”
“Bene, non c’è altro.”
E Jalem si congedò dal suo signore con un inchino.
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Vecchio 02-09-2011, 04.54.43   #92
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Il ragazzino esitò un momento, poi rispose alle parole di Chantal:
“Mi chiamo Esetien… vengo per chiedere aiuto a padre Adam… ormai non ci sono più preti in città… e… e mio nonno sta male… e ha chiesto un prete… conducetemi da lui, vi supplico, mademoiselle…”
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Vecchio 02-09-2011, 05.24.04   #93
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Essien lanciò un’occhiata rapida e categorica al giovane abbigliato come un ufficiale.
Un attimo dopo Renart apparve sulla scena.
Simulò una corsa e con passo guardingo si avvicinò a Colombina.
“Ferma, ferma tutto!” Gridò all’improvviso Essien. “Cosa diamine stai facendo?” Chiese con rabbia al giovane ufficiale.
“Mi sto avvicinando alla mia amata!” Rispose Renart. “Cos’altro dovrei fare?”
“E perché imiti una goffa scimmia nel farlo?”
“Come sarebbe?”
“Si, quel passo felpato, prudente, che può andar bene per una spia, un cospiratore, un sicario, un prete, un lacché, un cortigiano e persino per un demagogo, ma non certo per un innamorato che si vede apparire davanti la sua bella!”
Renart lo fissò sbuffando.
“Posso domandarti il perché di quel tuo modo di avanzare?”
“Beh, mi guardavo le spalle…”
“E facevi bene, allora, ragazzo mio!” Esclamò con un ghigno Essien. “Devi pensarci tu alla tua buona sorte, visto che madonna Fortuna, purtroppo per te, aiuta solo gli audaci!”
“Non comprendo, padrone…”
“Nel vedere la tua amata” spiegò il vecchio capocomico “tutto il resto perde valore per te! Il Sole si spegne, il mare si prosciuga, il Cielo si scurisce! La tua stessa vita non vale niente senza di lei! E’ lei la tua unica preoccupazione, per Giove!”
Renart annuì, come a dire di aver compreso.
“Se lei è lì, davanti a te, cos’altro può dunque intimorirti?” Continuò Essien. “E’lì, l’hai inseguita da sempre ed ora finalmente sei con lei! Suvvia, ragazzo, sei giovane e messer Amore ama dilettarsi con i vostri cuori!”
“Stavolta non vi deluderò, padrone.”
“Voglio sperarlo.” Sbottò il capocomico. “Avanti, proseguiamo…”
Renart allora fece un secondo ingresso in scena, meno prudente e più attinente al suo ruolo.
“Colombina…” sussurrò raggiungendo Talia e prendendola per mano “… oh, Colombina… ho sfidato mille insidie per te… ti ho cercata dove solo i miei pensieri possono raggiungerti… ma ora basta parole…” la prese fra le braccia e la baciò.
“Passabile…” disse Essien, fermando la scena “… passabile… mio buon Renart, fossi in te baratterei con la sorte un po’ del tuo bell’aspetto per avere, non dico tanto, ma almeno un po’ di quell’enfasi che Pacuvio destinava ai servi che animavano le sue tragedie…” grattandosi la barba “… l’incontro va allungato… il bacio arriva troppo presto e questo smorza l’attesa amorosa che invece dobbiamo suscitare negli spettatori… il pubblico ama vedere gli amanti che si struggono per amore.”
“Padrone, vi assicuro che i miei baci sulla scena tutto fanno tranne che smorzare l’enfasi amorosa!” Con fare sicuro Renart. “Chiedetelo alla nostra Colombina!”
Come i lettori avranno ormai ben compreso, il buon Renart non difettava certo di sicurezza in se stesso.
E questo gli veniva perlopiù dalla sua presenza fisica.
Era biondo, ma con gli occhi scuri e vispi, il viso regolare e aitante.
“Ho detto, attesa amorosa, non enfasi amorosa…” scuotendo il capo Essien. “Meglio proseguire con la seconda scena… avanti!”
Ma prima che il tutto proseguisse, Renart si avvicinò a Talia.
“Allora, come ti è sembrato il mio bacio?” Chiese con un sorriso. “Un bacio vale sempre più di mille chiacchiere, no? Un bacio è il simbolo dell’amore e a cosa servono anche i più belli e poetici versi se non a farci raggiungere il frutto del nostro amore?”
In quel momento Arlecchino e Fantine, nei panni della servetta, entrarono in scena.
“Eh, brutto affare l’amore non ricambiato…” mormorò Gobert nei colorati panni di Arlecchino “… già, proprio un brutto affare…”
“Di chi parli?” Chiese Fantine.
“Eh, di quel povero ed infelice innamorato, rapido di spada, lesto con la lingua, ma altrettanto facile a perdere le staffe per un nonnulla…”
“Oh, ma a chi ti riferisci?” Stupita la servetta. “Forse ad un qualche cavaliere di passaggio, uno spadaccino senza ventura e padrone, oppure ad un romantico brigante?”
“Eh, ma lui è tutti loro messi insieme! Zitta, eccolo che arriva!” Fece Arlecchino portandosi un dito sulla bocca. “Facciamo finta di niente, o saranno guai! L’infelice amore lo ha reso furioso!”
In quel momento sulla scena comparve l’uomo con la maschera.
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Vecchio 02-09-2011, 13.50.08   #94
Chantal
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Chantal sarà presto famosoChantal sarà presto famoso
Chantal aprì il cancello senza indugiare e condusse il ragazzo a varcarne la soglia con lei.
"Cosa è accaduto,puoi spiegarmelo?"Domandò mentre percorrevano insieme il viale."Esetien,in quale parte del paese vivete tu e tuo nonno?"Aggiunse.
Nel frattempo furono già in casa.
Chantal gli indicò il salone ove erano soliti offrire ospitalità a chi li onorasse della loro visita a quella casa,e gli chiese di pazientare qualche minuto,di lì a poco sarebbe sicuramente sopraggiunto lo zio.Lo rassicurò.
Non potè fare a meno di guardarlo,era un ragazzo robusto,ma slanciato,il suo volto esprimeva fierezza e soggezione insieme.Pensò che dovessero vivere di stenti lui e la sua famiglia,ma pur nel suo malconcio abbigliamento,egli si mostrava educato,affabile,e soprattutto rispettoso.
E lo appezzava.
Prese ad osservarlo mentre percorreva la grande sala per andare a bussare alla porta dello studio di suo zio.Il ragazzo se ne stava in piedi,nel bel mezzo della stanza,sembrava aver diretto lo sguardo sull'arpa posizionata di fronte alla grande vetrata che volgeva ad ovest.O forse,scrutava in quella direzione la campagna che proprio quella grande finestra conteneva nelle sue linee rigide e definite dal colore avorio,come avorio erano le pareti della casa.E proprio il sole di quel tardo pomeriggio che avviava la sua marcia a congiungersi con l'orizzonte per farsi sposo della Terra e patire il suo essere disgunto dalla Luna,sembrava infondere nel cuore di Chantal una sorta di preghiera,tanto che la ragazza si voltò verso uno dei grandi quadri che vestivano le mura di quel salone,e sospirò,come a voler esprimere una richiesta.
Aveva esortato con lo sguardo la Beata Vergine Maria raffigurata in una tela grande ed antica.
Bussò.
"Zio,siete lì,posso disturbarVi?C'è una persona che chiede di voi e vi sta attendendo?"
Chantal non attese la risposta,certa che egli li averebbe raggiunti,e si accostò al ragazzo per domandargli se gradisse del the o del latte fresco."Dimmi,Esetien,di cosa patisce tuo nonno?".
S'apprestava l'ora dei vespri.In lontananza si poterono udire i rintocchi della campana del paese a destare gli uomini perchè non indugiassero nel lavoro.E quel suono percorse tutta la sala andando a smorzarsi sugli arazzi e sugli arredi.

Ultima modifica di Chantal : 02-09-2011 alle ore 14.58.58.
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Vecchio 02-09-2011, 13.59.08   #95
ladyGonzaga
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" Ricordo , dissi a Daniel, che quando ero piccola,prima che lord Tuodor si preoccupò di mandarmi alla corte della baronessa di Sant Pierre, qui nel palazzo viveva una dama . Io non seppi mai il suo vero nome ne il suo nome di casato, ricordo solo che era molto legata a Lord Tudor. Lo capivo dal fatto che lui era sempre molto gentile con lei.
Poi ricordo che una mattina qui , successe un putiferio. Ero piccola nessuno mai mi disse cosa stava succedendo. Ricordo che vidi questa giovane donna piangere e i servi di Lord Tudor indaffarati che correvano da una stanza all'altra del palazzo.
L'ultima volta che vidi quella giovane fu quando salì su una carrozza e andò via lungo il viale ..
Ero piccola ma ricordo bene ancora il tutto.
Chiesi spesso a Lord dove fosse andata , ma lui mi diceva sempre che ero troppo piccola per capire e che dovevo solo pensare ai giochi.
La cosa che mi colpì più di tutte fu che dal giorno lui non era più se stesso, era sempre triste e burbero, tanto da farmi venire dei pensieri.
Ricordo che una mattina corsi da lui piangendo , suplicandolo di non mandare via pure me.
Sento ancora il suo caldo abbraccio sulle mie spalle, mi prese sulle sue ginocchia, mi guardò e passandomi una mano fra i capelli mi disse... Tu sarai il mio orgoglio...un giorno capirai ".

Finì di raccontare questo a Daniel, quando ad un certo punto sentì bussare alla porta...

" Presto andate via, ve ne prego..è meglio per voi"...
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Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B]
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Vecchio 02-09-2011, 14.52.41   #96
Talia
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“Allora, come ti è sembrato il mio bacio?” Chiese con un sorriso. “Un bacio vale sempre più di mille chiacchiere, no? Un bacio è il simbolo dell’amore e a cosa servono anche i più belli e poetici versi se non a farci raggiungere il frutto del nostro amore?”
“Ma che profonda e sentimentale visione, Renart!” mormorai in tono appena sarcastico “Colui che sosteneva che gli attori sono dei sognatori, di certo non conosceva te, non è vero?”
Il quel momento Essien fece segno che si proseguisse con la prova. Gobert e Fantine, quindi, entrarono in scena ed io afferrai per il braccio un corrucciato Renart, sorridendogli divertita e trascinandolo da parte, dietro la quinta.
La prova proseguì celermente: Gobert era un Arlecchino strepitoso e Fantine lo seguiva senza fatica... poi il nostro compagno mascherato fece la sua comparsa in scena.
D’istinto mi nascosi nella striscia d’ombra che il sipario disegnava e lo osservai avanzare fino al centro del palco.
“Hey, Renart...” mormorai piano all’uomo che era rimasto vicino a me “E di lui che ne pensi? Come mai si sarà unito a noi? Non trovi che sia... beh, che sia un tipo quantomeno insolito?”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 02-09-2011, 15.49.04   #97
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L’uomo con la maschera entrò in scena.
La maschera era variopinta, con un grosso naso e copriva buona parte del volto, lasciando liberi solo bocca e mento.
Indossava un lungo mantello, un basco piumato ed una spada che pendeva dal suo cinturone.
“Dite…” fece con tono grave verso Arlecchino.
“Chi io, mansieur?”
“Si, voi. Dite, avete visto una graziosa fanciulla?”
“Ecco, io…”
“Si, voi?”
“Si, l’ho veduta…”
“E dite, era sola?”
“Ehm…”
“Era sola?” Chiese di nuovo l’uomo mascherato.
“Forse… del resto chi può dire se siamo soli o accompagnati? La vita è come attraversare una piazza gremita e fra tanti volti solo qualcuno ci resta davvero impresso e…”
“Tagliate corto o vi taglio la gola, gaglioffo!” Ringhiò lo spadaccino mascherato.
“Pietà, io non so che dire!” Piagnucolò Arlecchino. “Erano insieme…”
“Chi?”
“La ragazza, Combina mi pare si chiami, insieme ad un giovane ufficiale dai modi romantici…”
“Ah, canaglia di un soldato!” Urlò l’uomo mascherato.
E corse via.
In quel momento entrò Essien nei panni di Pantalone.
“Cosa accade qui?” Chiese ad Arlecchino ancora tutto tremante.
“Quell’uomo…”
“E’ forse folle?”
“Peggio!” Esclamò Arlecchino. “E’ malato!”
“E’ grave?”
“Si, malato di una ferita che non si rimargina!”
“E’ ferito dunque?” Domandò Pantalone.
“Si, mortalmente, al cuore!” Sbottò Arlecchino. “Ama la bella e dolce Colombina, ma ella ha occhi solo per il bel capitano di Florence!”
“Accipicchia!” Esclamò Pantalone. “Fra tutti i mali di certo l’amore, quando è vero, è quello da cui non si guarisce mai!”
Nel frattempo, dietro il sipario, Talia e Renart discutevano proprio del misterioso uomo dalla maschera variopinta.
“Mah… non saprei…” fece Renart osservandolo “… non mi intendo molto di uomini, preferisco le donne!” E rise di gusto. “Da quel che so si è unito alla compagnia poco prima di me, ma, da quel che vedo, il padrone lo tratta come se fossero amici da sempre. Mah, strani questi attori…”
“Proprio stasera il padrone ci parlerà di lui.” Disse Tissier ai due ragazzi, appena sbucato dalle quinte di quell’improvvisato teatro. “Almeno così credo. Altrimenti perché organizzare una cena, come ha detto lui stesso, speciale?”
“Colombina, tocca a te!” Chiamo Essien. “Entra in scena col tuo monologo alla Luna, mentre qualcuno ti osserva nel buio della notte!”
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Vecchio 02-09-2011, 16.05.02   #98
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Era una soleggiata mattinata d’Aprile e l’aria della Santa Pasqua era ancora diffusa nell’aria, grazie anche al profumo di dolci e pietanze tradizionalmente preparate per la Settimana Santa.
Padre Adam raggiunse l’anticamera di casa sua, per controllare se i suoi fiori avessero bisogno d’acqua.
“E tu cosa ci fai lì dietro?” Domandò al ragazzino seminascosto sulla terrazza.
“Così… pensavo…” mormorò il piccolo.
Era un bambino dallo sguardo vivace e gli occhi di un luminoso azzurro, i capelli scuri e la pelle chiara.
“Questa è bella!” Esclamò il chierico. “A quest’età e già ti lasci angosciare dalle preoccupazioni?”
Il bambino scosse le spalle e sbuffò.
“E cosa ti da tanto da pensare?”
“Ecco… una ragazzina…”
Il chierico scoppiò a ridere.
“Ma voi siete un prete e non potete capire…”
“Davvero? Guarda che sono un uomo anche io e poi l’amore è per tutti.” Replicò padre Adam. “Ci sono tanti tipi d’amore e sono tutti doni e frutti di quello immenso ed eterno di Dio.”
Il bambino lo fissò.
“Ti posso comprendere, ragazzo mio. Ti posso comprendere.”
“Voi? Un prete?”
“Non sono mica nato con questa tonaca, sai! Anche io sono stato innamorato.”
“Davvero?”
“Già… avevo circa la tua età… lei era una ragazzina bellissima…aveva folti capelli biondi dello stesso colore del grano maturo… una pelle come i petali di un fiore, due occhi simili a quelli di una colomba ed un sorriso capace di incantare e far confondere i sogni con la realtà…”
“E cosa successe?”
“Beh, ovviamente la corteggiai… ma non fu facile conquistarla, perché il vero amore non è soltanto un privilegio, ma anche un merito.”
“ E poi?”
“Poi la sposai.”
“Ma siete un prete!”
“Si, ma a quel tempo non lo ero.”
“Ed ora dov’è lei?” Domandò il bambino.
“Nei due posti più belli e sicuri per lei… fra le braccia di Dio e qui, nel mio cuore…”
Il bambino sorrise.
“Su, ora torna a fare i compiti!” Fece padre Adam. “Tuo zio ti ha mandato qui per studiare, non per fissare le nuvole! Forza!”
Il bambino saltò su e si lanciò fra le braccia del chierico.
“Vi voglio bene, padre Adam!” Disse con gioia.
“Anche io, ragazzo mio. Anche io…”

In quel momento, Chantal bussò alla porta del suo studio e quel ricordo svanì dagli occhi di padre Adam.
“Mio nonno è molto malato e forse non arriverà a domani…” mormorò il ragazzo a Chantal.
“Vieni pure avanti, Chantal…” disse il chierico dall’altra parte della porta.
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Vecchio 02-09-2011, 16.10.55   #99
Guisgard
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Jalem bussò alla porta della stanza di Gonzaga.
“Milady, siete sveglia?” Chiese con voce bassa. “Sua signoria il duca chiede di voi. Appena vi sarà possibile vi prega di raggiungerlo nella sala grande. Quanto a quel ladruncolo non temete…” aggiunse “… abbiamo cercato in tutto il palazzo e di lui non vi è più traccia. Abbiamo però avvertito i soldati e a quest’ora gli staranno di certo dando la caccia. Col vostro permesso torno alle mie mansioni.”
E si congedò.
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Vecchio 02-09-2011, 16.36.54   #100
ladyGonzaga
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Usci dalla mia stanza e mi diressi verso il salone dove mi attendeva il barone, conoscendolo e non scordandomi delle sue fissazioni, sapevo bene che non era amante di chi lo faceva attendere .
Lui era sempre stato un uomo preciso sotto tutti i punti di vista e anche in questo momento, ne ero più che certa.
Eccomi..
eccolo là..seduto come al suo solito, davanti alla grande vetrata che dava sul roseto, non era cambiato nulla...sguardo assorto, bicchiere in mano, ero più che certa che stesse assaporando il suo buon vino...

" Lord Tudor ...eccomi..
a queste mie parole seguì un inchino, degno di una dama dell'alta società.

Il mio capo chino in segno di riverenza , non poteva sostenere il suo sguardo ..e forse era meglio..il mio rossore in viso non sarebbe stato da lui gradito...

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