05-03-2014, 19.20.14 | #1001 |
Cittadino di Camelot
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Arrivammo finalmente in un borgo, le campane suonavano era il Giorno delle Ceneri..mi feci il segno della croce e guardai Elvet..."Dove andiamo? In una locanda..per fortuna ho preso pure la mia sacca e ho dei soldi con me..quanto a quella donna...dovremmo allora andare da lei perchè vi tolga la maledizione..io la conosco..l'ho veduta in un bosco con suo figlio ma non sono caduta nella sua trappola."
E mi guardai attorno assieme ad Elvet..dovevamo assolutamente trovare un posto dove fermarci, sorrisi alla idea che mi voleva al sicuro mentre dormiva...forse temeva quell'uomo poteva scoprirci?
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
05-03-2014, 19.25.26 | #1002 |
Disattivato
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"Ed è proprio questo il problema.." Mormorai quando se ne andarono "Non mi fido affatto...".
Mi sedetti contro il muro, e le parole di Gufo Scarlatto mi rimbombavano in mente. "Era curioso di conoscere il suo piano.." Scossi la testa "Non prevedo niente di buono..". |
05-03-2014, 19.31.01 | #1003 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea ed Elvet raggiunsero il borgo, in cerca di un posto in cui alloggiare.
Le strade erano ancora deserte, visto l'ora, con un profondo silenzio che dominava ovunque, rotto solo dal rintocco delle campane. Infine i due trovarono una locanda. Sul porticato in legno oscillava un'insegna accarezzata dal vento. “La Volpe” si chiamava quel posto. Elvet scese allora da cavallo e aiutò poi Altea a fare altrettanto. Entrarono nella locanda e si avvicinarono al bancone. “Una camera per due...” disse Elvet al locandiere “... e ci occorre una corda lunga e robusta.” Quello annuì, consegnando la chiave e la corda ai due, che poi subito salirono nella stanza. “Ora ascoltatemi bene...” rivolgendosi Elvet ad Altea “... tra breve io cadrò di nuovo nel mio malefico sonno... appena entrerò in questa stanza voi mi aiuterete a legarmi al letto, per poi chiudere la stanza e andare via... la chiave la terrete voi e tornerete qui solo al tramonto, chiaro?” Entrarono e lui si sdraiò sul letto. “Avanti, legatemi al letto...” fissando Altea “... e stringete le corde più che potete...”
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05-03-2014, 19.43.48 | #1004 |
Cittadino di Camelot
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Rimasi perplessa a quelle parole di Elvet, lui si stese sul letto e io presi la corda e lo legai per bene..."Bene ti ho legato..ci vediamo stasera."
Gli diedi un bacio e uscii e chiusi bene a chiave la camera, scesi le scale turbata...perchè non potevo vederlo? E perchè legarlo? Scossi il capo...si fidava di me..non dovevo entrare...o non mi avrebbe detto di fare questo. Mi avvicinai al locandiere..."Messere potreste servirmi la colazione? E dirmi dove ci troviamo esattamente?"
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05-03-2014, 19.47.05 | #1005 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Dopo un po' da Clio tornò il carceriere con dell'acqua fresca ed una candela nuova.
La sistemò a terra, poco oltre le sbarre e poi passò il bicchiere con l'acqua attraverso le grate. Si sedette allora su uno sgabello di legno e si addormentò. La cella aveva una piccola finestra in alto, appena sufficiente a far entrare un po' di luce. E da quella finestra Clio cominciò a sentire qualcosa. Una musica che saliva piano e come la luce si diffondeva leggera tra quei muri umidi e consumati. “Suona ancora.” Disse la voce di uno dei due mercenari che dall'esterno sorvegliavano la cella. “Certo, amici miei...” annuì Guisgard, dando loro una bottiglia di vino “... e questo renderà più gradevole il mio suonare per voi... vediamo un po'... una musica accompagnata da una storia...” “Sentiamo!” Esclamò l'altro mercenario. “Allora credo di aver trovato qualcosa di adatto...” parlando Guisgard sotto la finestra “... la storia di due amanti... Orfeo e la sua Euridice... erano felici, fino a quando lei, morsa da un serpente, cadde morta... lui allora cercò l'Ade ovunque...” “Cos'è l'Ade?” Chiese uno dei due mercenari. “Il regno dei morti.” Rispose Guisgard. “L'Inferno.” “Continua.” Gli intimò l'altro. “Dunque, Orfeo vagò ovunque in cerca della porta degli Inferi...” riprese il cavaliere “... fino a quando la trovò presso Puteoli...” Intanto i due bevevano con gusto quel vino. “Scese allora nell'Aldilà” continuò Guisgard “e chiese ad Ade, il signore dei morti, di poter riavere la sua amata... e per convincerlo suonò per lui e per sua moglie...” guardò i due e si accorse che erano già brilli “... Ade accettò che Orfeo si riprendesse Euridice, ma a patto di non voltarsi a guardarla per tutto il tragitto fino alla superficie...” i due ormai manco lo ascoltavano più, confusi dai fiumi del vino com'erano “... e chissà, disse Orfeo, se Euridice si fiderà di me...” cambiando tono e guardando verso la finestra della cella di Clio, in modo che la ragazza sentisse.
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05-03-2014, 19.56.44 | #1006 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Era ormai giorno.
Il locandiere servì ad Altea del latte caldo e qualche focaccia col miele ed uva secca. “Siamo nel borgo di Dugwen, milady...” disse il locandiere all'avventuriera “... vostro marito è ancora in camera a dormire? Volete che salga a portargli del latte e qualche frutto?” Ma proprio in quel momento si udì un terribile urlo. Come il verso di una fiera selvatica. “Cosa è stato?” Chiese la moglie del locandiere uscendo dalla cucina. “Sta calma...” fece l'uomo “... sarà stato qualche lupo avventuratosi nei pressi del borgo... ora è giorno e vedrai che se ne tornerà nella sua tana...” “Ma era vicinissimo...” spaventata la moglie “... avverti gli altri, sarà meglio dargli la caccia o potrebbe aggredire qualcuno...” Altea però aveva riconosciuto quell'urlo. Era lo stesso udito al castello.
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05-03-2014, 20.15.50 | #1007 |
Cittadino di Camelot
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Iniziai a mangiare la focaccina e chiesi al locandiere se eravamo ancora nel regno di Afravalone, in che parte del regno ci trovavamo...poi sentii le parole dell'uomo..mio marito... ma ciò che mi fece impallidire fu l'urlo...quel urlo disumano..ma come è possibile?
Pensai un attimo..sembra l'urlo di un animale o un essere malefico..appunto che deve essere legato. La moglie del locandiere era spaventatissima...ma il marito cercava di calmarla e intervenni..."Un lupo? Oh da queste parti ce ne sono molti credetemi, un mio cavallo fu pure vittima di una tagliola...a me però sembrava l'urlo di un rapace...di un falco direi". Osservai i due..."Non preoccupatevi, messere, mio marito è stanco e sta riposando...mi ha detto cenerà soltanto..abbiamo un lungo viaggio da fare" e sorseggiai del latte caldo.
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05-03-2014, 20.32.49 | #1008 |
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Fui benedetta........ma non avevo mai assistito a benedizioni così particolari....ogni parte del corpo con olio Santo.......lo ringraziammo ed andammo via......Daizer mi ricordò i Frati e mi ricordò il fatto che avremmo dovuto parlargli......sorrisi......" Sai...penso che loro non avranno alcun problema......sono più bravi di noi......."....andai qualche passo più avanti di lui e mi voltai guardandolo negli occhi......" Pensate che io sia ansiosa ?.....forse siete una persona molto attenta..più di quanto pensavo ....sono ansiosa e' vero tutta questa storia mi crea quella situazione che ogni essere umano ha tra bui e la luce........la morte e la vita che si uniscono non e' sempre una cosa semplice, non e' sempre uno stato di normalità....almeno tra gli uomini che vivono nella non conoscenza....... il luogo che raggiungeremo avrà un mondo nuovo.....per tutti noie molte cose non saranno piacevoli......".........non gli dissi.....che provavo qualcosa di particolare per lui...non riuscii...avrei voluto , ma a quanto pare la parte più difficile in realtà era rivelare ad una persona i sentimenti che si provavano.......sopsirai...ed incominciai a far strada per il borgo
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05-03-2014, 21.48.05 | #1009 |
Cittadino di Camelot
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Adesso gli rispondo per le rime!
"Vorrei dirvi tre cosette: 1) Non sono affatto una pulzella indifesa, anzi la prima volta che uccisi degli uomini avevo 10 anni; 2) Scommetto che non sapete neanche impugnare un gladio o un pugnale; 3) Mi rifiuto di consegnarvi il Fiore Azzurro e preferisco restare nella mia condizione. Quindi, se non avete domande o obiezioni, vi porgo i miei omaggi e me ne ritorno dai miei amici!" e detto questo con tono di sfida, girai i tacchi e mi diressi verso l' uscita di quell' Inferno.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
06-03-2014, 00.27.05 | #1010 |
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Ascoltai attentamente ogni parola.
Dapprima inquieta, li aveva chiamati "Amici miei", sembravano andare d'amore e d'accordo. Ma poi, ebbi quasi l'impressione che fossero storditi. Li aveva forse drogati? E poi quella storia, sorrisi nell'ombra. Le ultime parole, sembravano davvero rivolte a me. Sospirai, non avevo scelta, dovevo fidarmi di lui, infondo sapevo che, per quanto non gli interessasse nulla di me o della mia terra, avrebbe fatto qualunque cosa per andarsene al più presto, probabilmente i senatori erano stati più persuasivi di me. Però, la storia che aveva scelto mi metteva in guardia. "Euridice si è fidata di Orfeo, ma egli non ha rispettato l'unica regola che aveva, e voltandosi l'ha fatta sprofondare di nuovo nell'Ade..." dissi, quasi parlassi a me stessa, rivolta verso la finestra "Se gli Dei dovessero concedere al cantore una seconda possibilità, dovrebbe guadagnarsi la fiducia di Euridice.. come può sapere che lui la salverà davvero, questa volta?". Mi chiesi se potesse sentirmi. |
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