25-04-2013, 01.44.35 | #1001 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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E così, mentre Elisabeth e gli altri discutevano della trama per il loro spettacolo, giunse da loro un servitore.
“Sua maestà vi riceverà subito.” Disse. “Prego, seguitemi.” Li condusse allora attraverso un lungo corridoio illuminato da ampie vetrate e ornato di statue. Arrivarono infine in un'ampia sala che in realtà faceva da anticamera ad un ambiente più grande. Infatti una porta si aprì ed un valletto fece loro cenno di entrare. Si ritrovarono così nella sala del trono. Il seggio era però vuoto e il valletto pregò loro di attendere. “Come ve lo immaginate questo re?” Chiese Enusia agli altri. “I re sono tutti uguali.” Mormorò Orez. “Hanno la barba, perchè conferisce loro saggezza, una corona, per ostentare autorità ed uno scettro per imporre agli altri soggezione.” Ad un tratto la porta dietro al trono si aprì ed apparve qualcuno. Era un bambino e restò a fissarli.
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25-04-2013, 02.22.42 | #1002 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le grida di disprezzo di quei cavalieri, poi le loro risate e le urla disperate di Densesu.
E ancora la risata del signorotto e infine quel silenzio insopportabile da parte di quella gente davanti alla terribile scena del pestaggio di Mamyon. E solo dopo quelle frecce lanciate in maniera disperata da Clio. Solo due però andarono a segno. La prima si conficcò nella spallina di uno dei cavalieri, facendolo arretrare e poi barcollare per la ferita. La seconda invece raggiunse il braccio del signorotto, strappandogli un forte grido di dolore. E nel vedere il loro signore cadere all'indietro e sbraitare sofferente, i suoi cavalieri smisero di pestare Mamyon e corsero da lui. “Maledetti cani!” Disse inferocito il signorotto, mentre i suoi tentavano di strappargli via quella freccia dal braccio. “Chi è stato fra loro? Chi fra questi villani ha osato tirarmi una freccia? Chi? Li farò impiccare tutti e donerò le loro donne e i loro bambini ai miei soldati!” Ma proprio in quel momento giunsero dalla foresta altri uomini a cavallo. E anche quelli erano cavalieri. “Fermi tutti!” Intimò quello che li guidava. “In nome di Sua Signoria l'Arciduca!”
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25-04-2013, 16.54.09 | #1003 |
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Nel vedere che una mia freccia si era conficcata nel braccio del signorotto, un sorriso compiaciuto mi si piazzò sul volto. Ma quando mi accorsi che i cavalieri smisero di pestare Mamyon e si diressero verso il loro padrone, fui davvero fiera di me stessa.
Dapprima le parole del signorotto e poi quelle dei nuovi venuti mi incuriosirono non poco, e decisi di uscire dal mio nascondiglio per soccorrere Mamyon e Densesu. "..Lasciateli stare.." dissi secca guardando con disprezzo il bifolco che avevo colpito "...nessuno di loro vi ha colpito.. nessuno di loro si è opposto a voi.. non vedete come sono buoni e silenziosi?" tenevo la balestra ben salda in mano, perfettamente visibile "...A quanto pare rischiare la vita per difendere l'onore e la virtù propria o altrui è usanza soltanto di nobili e cavalieri..." dissi, senza nascondere la rabbia"..Quelli veri, s'intende.." lanciandogli una nuova occhiata sprezzante. Il silenzio e l'indifferenza di quegli uomini mi aveva davvero esasperato, certo rischiavano molto, ma Mamyon non aveva esitato a difendere quella fanciulla, eppure poteva tranquillamente proseguire per la sua strada. Io stessa li avrei affrontati se ne fossi stata in grado. Evidentemente appartenevamo a mondi molto diversi. Guardai poi i cavalieri giunti a cavallo, ma non posai la balestra. Allargai leggermente le braccia ed inizia a parlare con voce calma, alta e decisa. "..Ho colpito io quest'uomo… e se in questo paese è un reato, allora sarò lieta di pagarne le conseguenze.. costui.." indicando il signorotto "...si è presentato alla festa di nozze, pretendendo l'antico ius primae noctis con la sposa.. nonostante gli sia stato ricordato dal padre di lei che un editto ducale lo ha abolito..". Solo allora guardai Mamyon, a terra, sanguinante, e mi si strinse il cuore. "..Noi siamo soltanto viaggiatori, avevamo chiesto ospitalità per la notte.. ma il mio campione non ha potuto sopportare la vista di tale abominio.. e ha tentato di redarguirlo a parole..." alzai le spalle "...quando questo gentiluomo ha minacciato di toccarmi, beh.. è preciso dovere di un campione difendere la propria madrina.. ma l'hanno atterrato e nemmeno l'aiuto del suo scudiero è servito… uno contro quattro non è esattamente un duello.. così mi sono sentita autorizzata a prendere questa balestra e tentare di difendere il mio cavaliere e me stessa.. poichè nessuno è accorso in nostro aiuto.." cercai gli occhi del primo dei cavalieri con lo sguardo "..questo è quanto… ora, se permettete.. devo occuparmi del mio campione..". E senza aspettare ancora mi diressi verso il tavolo presi una caraffa d'acqua. Puntai la balestra contro tutti i cavalieri che mi si paravano davanti, e mi chinai finalmente su Mamyon. "..Ehi.." dissi dolcemente "....Sono qui..ci sono qui io adesso..". Intinsi il mio fazzoletto nell'acqua e iniziai a pulirgli il volto dal sangue e dalla sabbia. Mi avvicinai a lui, posandogli leggerissimi baci su tutto il viso, sembrava così fragile, come se ogni mio movimento potesse fargli del male. "..Sei davvero il miglior cavaliere del mondo.. Il più coraggioso, il più audace.." sussurrai piano, dolcemente "…sono fiera di te, amor mio.. Non sai quanto...". Ed era vero, ero davvero fiera ed orgogliosa di avere accanto un uomo tanto leale e impavido. Non mi importava delle ferite e delle percosse, sapevo che non era stata una lotta impari. Non riuscivo a sopportare la vita di lui ridotto. in quel modo, mi si riempirono subito gli occhi di lacrime. "...Sono qui, sono qui solo per te... è finita..." sussurrai ancora "..ti donerò un bacio per ogni loro botta.. " sorrisi "... Vedrai che passerà in fretta..". Poi, mentre continuavo a puligli il viso e a posargli dolci e leggeri baci sulle guance e sulle tempie, accostai le labbra al suo orecchio e sussurrai ancora più piano, cosicchè nessuno potesse sentire. "...siamo in territorio capomazdese, non dire chi sei… non voglio che ti accada nulla". Poi tornai a cercare i suoi occhi e mi sforzai di sorrdirere "..Da bravo, devo toglierti la freccia.." ed osservai la freccia conficcata nella gamba del cavaliere. Lanciai uno sguardo preoccupato allo scudiero poco distante. "...Densesu, come state?siete tutto intero?" Dopodiché mi avvicinai, ruppi la punta della freccia, e la sfilai con tutta la forza che avevo. Dopodiché tentai di disinfettare la ferita in qualche modo, bendandola con un lembo della mia sottoveste di seta pura. "...va un po' meglio, caro?" Dissi tornando a fissare i suoi occhi, con un sorriso "...hai bisogno di cure..." Sfiorando dolcemente il suo viso con una mano tremante "...tranquillo, non ti lascerò mai solo...". |
25-04-2013, 18.49.11 | #1004 |
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Quante chiacchiere.....ma la trama di una storia era importante..sino a quando, un valletto non ci invito' al cospetto del Re....La stanza da piccola era diventata grande...la sala del trono......era diversa da come si presentava nel mio paese.......mi affascinavano i quadri alle pareti....uno mi colpi' non poco....era una donna dai tratti fini....somigliava a qualcuno..gia' somigliava a Liam..e sotto vi era una scritta Elisabeth del bosco...Lady Altea......e vicino al ritratto della Regina vi era quello del Capitano Reas.....la storia sembrava assemblarsi nella mia mente come se un vecchio ricordo vi riaffiorasse........ad un angolo della sala una bellissima scultura due cigni.....Ero sorpresa e felice...felice perche' ogni cosa raccontata da Liam era diventata realta' aveva preso vita....piroettando su me stessa stavo tornando dai miei compagni....quando si udi' il rumore di una porta..che si apriva.......apparve un bambino bellissimo......dietro di lui..il valletto........mi avvicinai all'orecchio di Orez e vi sussurrai..." Per la barba...mi sa che dovremo aspettare un bel po'...cio' significa poca saggezza ?.......se questo e' il Re.....poverino, i suoi impegni quali sarebbero ?.....dove ho messo il gioco dell' oca ?.....".....
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25-04-2013, 20.28.49 | #1005 |
Cittadino di Camelot
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Vidi cadere uno ad uno quegli uomini...mi voltai di scatto...certo era la mira infallibile di quell' uomo di nero vestito..Velvò.
L'uomo non aveva certamente perso la sua spavalderia nemmeno in quella circostanza..."Parlate peggio di mio padre" risposi a tono.."grazie per aver salvato la mia..virtù..anzi io vi ringrazio per avermi salvato la vita. E comunque sappiatelo che sono cosi di indole, lo dice sempre il mio caro padre..il conte Trevor..che ho preso dalla antenata che sfidò il mondo per andare a Tylesia e di cui porto il nome..quando tornò da quella avventura scrisse il suo racconto e strano caso io mi trovo come quella lady Altea, a cercare di andare a Capomazda e mi accadono tutti gli eventi più strani di questo mondo." Sbuffai..."Ora gentilmente, potete slegarmi da questo albero? Anche perchè penso sia meglio andare via da qui, questi uomini parlavano di un loro padrone..non so se parlano di un aristocratico o di un capo villaggio".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
26-04-2013, 02.39.11 | #1006 |
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Il bambino fissò Elisabeth, Sawas, Enusia ed Orez.
Nessuno di loro però osò parlargli. “Forse la barba è spuntata sul volto di suo padre...” disse sottovoce Orez ad Elisabeth “... ammesso che questo fanciullo sia davvero imparentato al re...” “Parlare al cospetto del re” all'improvviso il bambino “senza averne licenza è già un atto di scortesia... ma farlo poi a bassa voce, senza farsi udire, è da villani.” “Chiede umilmente scusa per i miei compagni...” fece Sawas dopo aver rivolto un'occhiata in direzione di Elisabeth e di Orez “... ma in verità attendavamo di essere ricevuti da sua maestà e nel frattempo discorrevamo sullo splendore di questa corte.” “Siete abile con le parole” replicò il piccolo “ma esse ai nostri occhi hanno ben poco valore. La libertà di parola non è un diritto in questa città, ma un privilegio e come tale va meritato.”
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26-04-2013, 02.47.32 | #1007 |
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Velvò liberò così Altea.
“Credetemi, vi ho reso un gran servigio...” disse ridendo “... ho sentito dire che a Capomazda le donne devono essere tutte virtuose, dunque capirete che vi ho tratta da un grande impiccio.” Le fece l'occhiolino. “Però sul padrone di quei due villani dite il vero... sarà meglio andare via, visto che per salvarvi ho sprecato la mia mossa migliore... il fattore sorpresa.” Fissò il cavallo morto di Altea. “E a quanto pare abbiamo un solo mezzo di trasporto... il mio cavallo.” Salì in sella al suo palafreno e aiutò la donna a fare altrettanto. E insieme galopparono via da quel luogo. “Non possiamo andare troppo veloce” fece Velvò “o rischieremo di far stremare il cavallo, visto che siamo in due. Comunque, mi spiace per voi... ma, almeno fino a quando non troverete un altro mezzo di locomozione, faremo la medesima strada. E vi assicuro che non conduce di certo a Capomazda.”
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26-04-2013, 03.33.06 | #1008 |
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Mamyon gridò forte per il dolore, appena Clio strappò dalla sua gamba la freccia.
Poi le cure della ragazza, ma soprattutto la sua vicinanza, ridestarono un po' il cavaliere dalla ferita e dalle percosse prese poco prima. Densesu allora corse verso di loro per sincerarsi anch'egli delle condizioni di Mamyon. “Si, sto bene...” disse annuendo lo scudiero a Clio. “Una ragazza” fece il capo dei nuovi venuti “che si dimostra più impavida di voi e dei vostri uomini.” Fissando il signorotto ed i suoi cavalieri. “Potrei farvi impiccare per questo, visto che non meritate dunque il maniero che Sua Signoria vi ha affidato.” “Sir Rudolf...” mormorò il signorotto “... se avessi saputo del vostro arrivo io vi avrei accolto degnamente...” “Per questo non ho fatto giungere notizie.” Replicò il nuovo venuto. “Così da potervi vedere all'opera nel vostro naturale elemento... la melma.” “Milord, io...” “Comunque non avevo finito.” Lo zittì Rudolf. “Parlavo della vostra probabile impiccagione... e potrei farvi penzolare da un albero perchè avete tentato di far violenza ad una giovane nonostante un editto ducale. Ma in verità poca importanza ha ciò che stava accadendo qui. Almeno non tanto da richiedere il mio fastidio nell'intervenire.” “Certo, sono villani questi.” Annuì il signorotto. “Ma il vostro problema, ahimè...” scuotendo il capo Rudolf “... non è tanto lo stupro in sé... ma l'aver violato un Editto Ducale... in pratica avete disobbedito a Sua Grazia il vescovo e a Sua Signoria in un colpo solo... il reato in sé non è tanto il male che potevate fare a questa gente, ma la violazione ad un edito proposto da Sua Grazia e proclamato da Sua Signoria... e voi sapete quanto l'Arciduca detesti vedere i suoi ordini anche solo discussi. Figuriamoci poi ignorati. Eh, amico mio... ora posso rivelarvelo... io non ho mai visto di buon occhio la vostra presenza in queste terre. E a quanto pare avevo ragione. Dunque capite che ora con soddisfazione mi accingo a fare ciò che devo.” “Milord, io...” Ma Rudolf lo zittì con un cenno. “Vi prego...” facendo poi segno ai suoi di prenderlo “... avete vissuto come un brigante, affrontate ora la giusta punizione come un aristocratico...” “Mio signore, aspettate...” spaventato il signorotto. “In nome di Sua Signoria...” avvicinandosi Rudolf al signorotto che i cavalieri ora tenevano fermo “... vi viene tolta ogni giurisdizione su queste terre per aver ignorato un Editto Ducale... e per aver disobbedito alla volontà del vostro signore sarete punito con l'evirazione.” I cavalieri lo condussero allora nel mulino e dopo qualche istante si udì un forte grido di dolore, fino a quando la voce del signorotto si alterò completamente. Poi silenzio. “Cosa ne facciamo dei suoi cavalieri, signore?” Chiese uno dei suoi a Rudolf. “Chi non è capace di scegliersi un degno padrone” rispose questi “non può servire Sua Signoria. Impiccateli.” “Si.” E gli uomini del signorotto furono condotti poco distante ed impiccati. “I corpi resteranno lì per due giorni.” Ordinò Rudolf. “Come monito.” Poi si sedette ad uno dei tavoli. “Beh?” Fissando lo sposo e la sposa. “Basta un caprone castrato per interrompere il giorno più bello della vostra vita? Avanti, riprendete i festeggiamenti. Ora avete altri ospiti.” E subito le donne offrirono cibo e vino a Rudolf ed ai suoi cavalieri. “Voi invece chi siete?” Domandò poi Rudolf a Clio, Mamyon e Densesu.
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26-04-2013, 15.14.22 | #1009 |
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Nell'udire quel grido, mi si strinse il cuore, ma sapevo di dover togliere la freccia il più presto possibile.
"...è finita, è finita.. Dovevo farlo..." Dissi prendendo delicatamente il suo viso tra le mani. "...dobbiamo rimetterlo in piedi... Anche se non so se potrà camminare subito, fortuna che abbiamo il carretto..." Dissi rivolta a Densesu. Poi, guardai di nuovo Mamyon "...ehi... Quando te la senti, appoggiati a noi.. Ti porteremo sul carretto, così potrai riposare..." Gli tolsi una ciocca di capelli dagli occhi "...povero caro...". E lo baciai ancora. Mentre ero inginocchiata accanto a Mamyon sofferente, udii perfettamente il discorso tra Sir Rudolf e il signorotto. Un sorriso compiaciuto mi si piazzò sul viso, quando udii la sua punizione. Dopo poco mi resi conto che Sir Rudolf si era rivolto direttamente a noi. Mi voltai ed osservai tutti che banchettavano davanti alla tavola imbandita. Scossi la testa e mi alzai. "..il mio nome è Clio di Restoiry, costui è Sir Mamyon e il suo scudiero Densesu...". Mentire sui nostri nomi non avrebbe portato a nulla di buono ma di certo non potevo raccontare la verità. "...siamo fuggiti da Sant'Agata di Gothia... In quella città senza Dio accadono cose terribili.. Io ho perso un fratello... Ora siamo diretti lontano, lontano da tutto... Dove poter vivere in pace...". Mi avvicinai al banchetto dove le donne avevano servito cibo e vino. Presi un bicchiere e lo riempii di vino, poi mi diressi nuovamente verso Mamyon. "...ecco.. Bevi un po'... Ti farà bene.." Sorrisi "...anche se forse ci voleva qualcosa di più forte...". |
26-04-2013, 15.21.12 | #1010 |
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Presi la mia sacca a terra e salii con Velvò sul suo cavallo..quando udii le sue ultime parole..non si andava a Capomazda.."Certo" risposi fermamente.."e dove andrete? A cercare la balestra Costanza? Per poi fare la lotta a chi vi ha rubato i vostri possedimenti? Una guerra...come Sygma e Capomazda..è cosi che voi uomini risolvete le situazioni..con la guerra e uccidendovi"
Ad un tratto udii il nitrito del cavallo, si fermò lentamente e fui accecata da una forte luce.. Due donne camminavano lentamente celate e una era di bianco vestita.. le avevo riconosciute..erano lady Anastasiya e Eleonor.. Lady Anastasiya mi fece un cenno con la mano...lei era come una aurea angelica..e a un tratto mi apparvero quelle immagini, scene che non capivo..Sebastian? O chi era..era Lui? e un Frate...parlavano tra loro, e una dama, la stessa col volto non riconoscibile. "Frate Nicola.." disse la dama eterea "stai andando dalla parte sbagliata, egli si trova da quella parte..." e vidi la sua mano col rosario bianco in mano indicarmi la via.."Ti aiuto io, Altea..vedo che non sai come uscirne da questa situazione e sii ferma e risoluta, questo uomo ha le sue priorità ma le tue vengono prime delle sue...ad esempio del Casato e della Maledizione". Non le vidi più, osservai Velvò che mi scrutava."E' laggiù che dobbiamo andare" e gli indicai la via che mi aveva mostrato lady Anastasya e in quel momento mi accorsi che nella mia mano ciondolava il suo bianco rosario..trasalii ma capii che era la sua benedizione.."E se non volete portarmici, ci andrò a piedi, d'altronde la mia antenata per arrivare a Tylesia e salvarla camminò per mari e monti" dissi fermamente scendendo da cavallo e guardandolo con aria di sfida..."Poi potrete andare dove volete, ovviamente" aggiunsi.
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