03-03-2012, 14.37.48 | #1001 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Il sarcofago si aprì davanti a Daniel e a Nigros e subito una luce verde e potentissima investì i due.
Daniel non vide più nulla. Come se avesse perso la vista. Poi, dal buio emersero delle voci. “Stella della Mattina...” “Prega per noi.” “Porta del Cielo…” “Prega per noi.” “Regina dei Profeti...” “Prega per noi.” “Regina dei Martiri…” “Prega per noi.” “Regina di tutti Santi…” “Prega per noi.” “Regina della Chiesa…” “Prega per noi.” Poi il silenzio. Un attimo dopo, Daniel cominciò a vedere una luce. E una voce gli parlò: “Daniel... sono Giada... ci stanno circondando… sono ovunque... il loro potere è spaventoso… capace di offuscare il Sole e la luce della ragione...” Poi, finalmente, Daniel tornò a vedere. Era in un paesaggio battuto dal vigore della natura. Stava in piedi a dominare con lo sguardo su una terra che appariva sconfinata. E indossava una corazza. Una corazza verde... Il sarcofago era aperto e quella visione svanita. “Eccola, Daniel…” indicò Nigros “… guarda nel sarcofago… è l’armatura del Cavaliere Verde…” E Daniel, nel vederla, riconobbe subito che era la stessa che aveva indossato in quella straordinaria visione.
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03-03-2012, 19.48.16 | #1002 |
Cittadino di Camelot
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All'interno del sarcofago si trovava l'armatura.. Mi attirava verso di lei.. La toccai e una luce verde mi invase per pochi secondi nei quali l'armatura si montò da sola sopra di me.. La spada si sollevo e venne nella mia mano e una voce mi diceva.. Compi la tua missione.. Guardai Nigros e gli dissi:
<<Quale missione?>>
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03-03-2012, 20.07.05 | #1003 |
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Avevo ancora negli occhi la luce intensa che vidi negli occhi di Reas, l' Amore non era una questione di tempo, l'Amore era alchimia pura......l'Amore era fatto di sensazioni, di attimi.......leggeri tocchi potevano fare battere il cuore come se fosse pronto ad esplodere...........ma il punto era un'altro, non volevo che innocenti perdessero la vita ed innamorata o no avrei comunque voluto impedire quel duello.....i miei pensieri furono arrestati dalla voce di un uomo...un servitore a quanto pare di Kojo....." Desideravo essere annunciata al vostro Signore.....ditegli che Lady Elisabeth desidera parlargli....."..........era l'ultima cosa umana che facevo...poi la mia vera natura avrebbe preso il suo giusto posto........
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04-03-2012, 00.43.09 | #1004 |
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Ascoltai le parole di Reas...."l'Amore...no, non poteva essere solo conoscenza..Amore era qualcosa di magico, un qualcosa che scoppiava all'improvviso, il maestro mi raccontò che uno scrittore disse che..l'Amore non è spiegabile, e non si deve spiegarlo se non lo si vuole rovinare".
Reas si allontanò da me...con le guardie, Elisabeth era scappata, e mi trovavo sola, a Tylesia, non potevo crederci...che la Regina dei Cieli e degli Angeli fosse stata benevola? Mi guardai attorno e imboccai una stradina e iniziai a correre, si udivano i miei passi sul lastricato alabastrato, mi tolsi le scarpe e corsi scalza per non farmi udire, guardavo il Cielo e la Luna si rifletteva sulle cupole di Tylesia. Era vero??...ero libera??
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
05-03-2012, 01.31.11 | #1005 |
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La scelta di proseguire insieme,rincuorò le nostre speranze.... seguimmo il suono di quelle campanema ad un tratto tutto tacque.
Avid, sembrava disorientato e perso.... aveva paura di andare oltre, ma all'improvviso una voce di donna, incoraggiava il nostro gruppo a proseguire. IL Maestro Redentos rimase incredulo e la sorpresa fu ancora più grande perchè quella voce era quella del suo amore..... "...... mi manchi...." dissi tra me. Proseguimmo verso quella voce e per la radura, il percorso era irto, sembrava non finisse mai..... finchè ad un tratto, non giungemmo dinanzi ad una cappellina. Ai piedi di essa vi era un uomo che scolpiva un bassorilievo, ci avvicinammo con cautela e dissi: "Perdonate messere, cosa ci fate qui? Cosa state facendo?"......
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05-03-2012, 16.50.20 | #1006 |
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Di nuovo quelle visioni.
E stavolta era stata grandiosa agli occhi di Daniel. Ma, un attimo dopo, tutto svanì. Daniel vide l’armatura, bellissima e dalle fattezze quasi ultraterrene, riposta nel sarcofago. “L’armatura vuole darti un messaggio…” disse Nigros “… ormai è chiaro che tu sei il prescelto ad indossarla… forse sei chiamato a difendere Tylesia dai suoi terribili nemici… tuttavia dobbiamo essere cauti, ragazzo mio… la legge del regno osteggia tutto ciò che è irrazionale, contro i valori dell’intelletto… se qualcuno scopre che siamo riusciti ad aprire il sarcofago, temo, ci farà arrestare… dobbiamo trovare il modo di portare l’armatura in un luogo sicuro, così da poter scoprire tutti i suoi segreti…”
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05-03-2012, 16.54.35 | #1007 |
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Il servo, a quelle parole di Elisabeth, annuì ed entrò in una stanza.
Un attimo dopo uscì e fece cenno alla donna di entrare. “Sir Kojo vi attende, milady.” Elisabeth entrò e trovò il cavaliere ad attenderla. “Sapevo che ci saremmo rivisti presto, milady…” sorridendo lui “… anche se, devo ammetterlo, non così presto…” Riempì allora due calici e ne offrì una alla donna.
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05-03-2012, 16.57.02 | #1008 | ||
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I rumori della festa, la musica, le risa, lo scalpiccio di centinaia di piedi che danzavano... tutto ciò, intorno a me, mi causava una sorta di vaga eccitazione...
Ed anche io e Guisgard danzammo... volteggiavo, tenendomi stretta a lui... non vedevo assolutamente niente, ma in fondo non mi importava: non avevo paura perché sapevo che non sarebbe accaduto niente di male, ero sicura che lui non l’avrebbe mai permesso... E poi, senza preavviso, un ricordo lontano mi attraversò la mente... Nella calde sere estive il profumo fresco del bosco giungeva fino al Casale e cullava i miei sogni... Tuttavia quella sera era diversa: quella sera ero inquieta. Il Maestro si era ritirato a meditare nel Tempio, i miei fratelli erano nel cortile e giocavano ai cavalieri tra grida e risa, Guisgard era sparito... ed io ero nervosa. Nessuno si preoccupava troppo delle sue sparizioni, ormai... accedeva, talvolta, che si allontanasse senza darne preavviso, girovagava per il bosco anche se nessuno sapeva dove andasse né perché... ed anche quella volta, come molte altre, nessuno - né il Maestro né i fratelli - dettero peso a quella sua improvvisa ed inspiegabile sparizione. Nessuno, tranne me. Già... anche perché solo io sapevo ciò che era accaduto quel pomeriggio. Quella insensata corsa fino al palazzo del Visconte, dietro a quelle carrozze fin troppo scintillanti... la curiosità, la sorpresa, l’emozione... poi le loro parole e le promesse... i miei occhi larghi di meraviglia... Guisgard non mi aveva detto neanche una parola quando eravamo tornati al Casale, non mi aveva neanche guardata... e poi era uscito ed era scomparso... Ero molto più che nervosa, ormai... ero preoccupata. Poi d’un tratto, attraversando il cortile e percorrendo sovrappensiero il Viale, udii un debole fischio ed una voce... “Talia!” Mi voltai di scatto e lo osservai un momento... era seminascosto tra gli alberi... ma riconobbi la voce. “Guisgard!” mormorai correndogli incontro “Ma dov’eri? Dove sei stato? Ero così in pena...” “Vieni!” disse solo, prendendo la mia mano e conducendomi nel bosco, lontani dalle luci del casale. “Allora?” domandai, quando finalmente si decise a fermarsi... era buio fitto e tutto ciò che riuscivo a vedere erano i suoi occhi chiari, cupi come non mai “Che cosa succede?” Lui esitò per un istante, poi allungò le mani e mi mostrò qualcosa... un fagotto di stoffa candida e liscia. Le mie dita sfiorarono quel ‘qualcosa’ per appena un istante e subito lo riconobbero... fui stupita, sorpresa, emozionata e felice... ed un vago sorriso mi sfiorò le labbra. “Come lo hai avuto?” chiesi. Lui si strinse nelle spalle, poi si avvicinò e mi consegnò quel fagotto: “E’ per te!” Le mie mani accolsero quel ricco abito di quella leggera stoffa bianca con una delicatezza quasi reverenziale... per qualche attimo rimasi immobile, fissandolo... fissando l’abito, poi il ragazzino di fronte a me, poi ancora l’abito ed ancora lui... “Sei tornato fin là per prenderlo?” chiesi infine “Sei tornato a prenderlo per... per me?” Lui non rispose subito... infine, con un sussurro appena percettibile, disse: “A te non deve mancare niente!” Di nuovo sorrisi... Allora, senza una parola, aprii l’abito per poi indossalo sopra il mio semplice vestito, facendolo scivolare dalla testa, ed aprii poi le braccia, facendo un piccolo giro su me stessa... “Che dici?” domandai infine “Potrei sembrare una gran dama?” Anche lui sorrise... poi sfilò di tasca la sua ocarina ed iniziò a suonare una lieve melodia... “Vuoi ballare, milady?” chiese ad un tratto, smettendo di suonare. “Certo che lo voglio, milord!” risposi, con un piccolo inchino. E così danzammo... danzammo per molto tempo, seguendo l’eco di quella melodia... Quel ricordo attraversò la mia mente velocissimo... lasciando dietro di sé un retrogusto dolce ed amaro insieme... “Ti ricordi quella volta che abbiamo ballato nel bosco, Guisgard?” domandai allora “Ti ricordi quell’abito bianco? Era così bello... e la tua ocarina sembrava suonare da sola... Dimmi, ti ricordi di quella sera?” Sorrisi per qualche attimo... poi leggermente mi incupii... “Di quella che fu la tua ultima sera al Casale...” soggiunsi in un sussurro. Citazione:
Scoprii che vi era un cantastorie lì vicino a noi quando Guisgard scambiò qualche parola con lui... Citazione:
“Sshhh... rilassati!” sussurrai, al suo orecchio “Lui non poteva saperlo... non fa niente!” Ma subito fui interrotta da una voce che annunciava l’inizio della gara... strinsi di più la mano di Guisgard, allora, e mi voltai in direzione di quella voce... “Che cosa succede?” domandai piano.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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05-03-2012, 17.39.23 | #1009 |
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“Inizia la tenzone per nominare la più bella dama per la nuova Primavera!” Disse il cantastorie.
“Davvero?” Fissandolo Guisgard. “Allora dobbiamo prepararci! Canterete qualcosa per noi, mentre siamo in gara?” “Certo, messere!” Sorridendo il cantastorie. “Andiamo, Talia.” Disse lui a lei. Così, i due ragazzi raggiunsero il centro della piazzetta, dove di lì a poco sarebbe iniziata la gara per scegliere la più bella. Il Sole era ancora alto sull’orizzonte e la sua luce rendeva come assopito il paesaggio, dando a tutto un’aria di sapore antico. Ma la vivacità per la festa destava gli animi e li rendeva gioiosi. Guisgard, sempre tenendo Talia per mano, si avvicinò al banco centrale e prese una coccarda come segno dei partecipanti, per poi fissarla tra i capelli di Talia. “Perdete solo il vostro tempo, messere…” mormorò all’improvviso uno dei presenti. “E perché mai?” Incuriosito Guisgard. “Perché sono due anni ormai che la corona di più bella spetta a Rykele…” “E’ davvero così bella?” “Si, è molto bella…” rispose l’uomo “… e poi a difendere i suoi colori vi è Fauno, il più abile e forte del villaggio…” “Forse lo straniero viene davvero da molto lontano, a quanto pare…” disse all’improvviso qualcuno. “Fauno!” Gridarono felici molti dei presenti. “Si, in effetti vengo da lontano…” rispose Guisgard al nuovo arrivato “… e ad essere sincero non conosco le gesta e la fama di voi pastori…” sorrise con fare guascone “… solitamente leggo di draghi e cavalieri, non di pecore e dei loro guardiani…” Fauno lo guardò con un impeto di rabbia. “Preparati a lottare per la tua bella!” Disse. Guisgard annuì. In quel momento si avvicinò una bellissima ragazza. “Quest’anno la gara pare sarà più divertente…” sorridendo Rykele. “Non più del solito…” con astio Fauno.
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05-03-2012, 17.43.33 | #1010 |
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Altea correva tra le strade di Tylesia.
Correva libera e finalmente senza tristezza nel cuore. I marmi policromi, le alte guglie e le maestose cupole, i palazzi che lambivano il cielo e i sontuosi crocifissi che si ergevano come a voler congiungere il Cielo e la terra riflettevano lo splendore di quella città, che di terreno aveva ben poco. Ad un tratto Altea udì delle voci. Erano tre bambini. “Io sono Lancillotto!” Esclamò uno di loro. “In guardia Mordred!” “Ti infilzerò, dannato cavaliere!” Rispose l’altro. E cominciarono a scimmiottare un duello con le loro spade di legno. “Attento, mio campione!” Disse la bambina. “Stai tranquilla, Ginevra, vincerò e ti porterò via con me!” Fece il bambino che impersonava Lancillotto. “E saremo felici per sempre! Andremo nelle Isole Felici, dove nessuno invecchia, mia regina!” “L’amore vero non esiste!” Replicò il bambino nei panni di Mordred. “Tutti lo sanno ed io ti batterò!” In quel momento arrivò una donna ad interromperli. “Bambini!” Li richiamò. “Sapete che queste cose non si dicono! Se passano i soldati e vi sentono? Forza, tornate dentro!”
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