26-04-2013, 17.33.39 | #1011 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Altea, Velvò fermò all'istante il suo cavallo.
“Si, avete ragione e vi comprendo...” disse “... probabilmente avete anche voi uno scopo, come io ho quello di ritrovare la mia balestra. Dunque credo sia giusto che ognuno segua la propria strada. Laggiù...” indicò poi alla donna “... vedo il fumo di un comignolo... ci sarà probabilmente una fattoria o comunque una casa di contadini. Magari con un po' di fortuna troverete lì anche un buon cavallo. Vi auguro buona fortuna, milady. Io non posso lasciare il sentiero, poiché sono già in ritardo per ciò che mi aspetta.” Salutò Altea e galoppò via alla ricerca della sua formidabile balestra rubata.
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26-04-2013, 17.41.22 | #1012 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Voi” disse Rudolf a Clio “provenite da Sant'Agata di Gothia? Eppure il vostro accento non è di quella regione. E cosa accade laggiù? Raccontateci dei suoi governanti, delle sue leggi, del suo popolo e di tutti i fatti degni d'importanza a cui avete assistito. Fatelo e vi prometto che avrete la mia gratitudine. E naturalmente quella di Sua Signoria.”
Poi fece cenno alle donne di accomodare alla meglio Mamyon e di servire ai tre stranieri cibo e vino.
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26-04-2013, 17.46.47 | #1013 |
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E lo vidi cosi...andarsene, aveva capito le mie ragioni ma anche lui non voleva abbandonare le sue motivazioni...e ognuna delle nostre erano importanti..per la nostra vita futura...Velvò che il Signore vi dia ciò che più desiderate..pensai tra me e me afferrando quel rosario.
Lo riposi nella sacca, mi rammaricai solo di una cosa..volevo donargli la bussola. Comunque seguii il consiglio di Velvò e mi diressi verso la zona che mi aveva indicato la mia antenata e quell'uomo oscuro...e cosi mi trovai davanti a un casolare molto grande, e iniziai a chiamare..."Scusate, vi è qualcuno?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
26-04-2013, 17.54.07 | #1014 |
Cittadino di Camelot
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Andiamo bene pensai nella mia mente......un fiore introvabile......ci eravamo vestiti da attori...ci aspettavamo il Re barbuto di Orez e invece ?.......un dolce fanciullo....dalla lingua di fuoco....e che fosse il Re o meno.....le sue parole erano troppo adulte per un bambino.........il punto era che non si poteva parlare.....gia'....ma si poteva danzare.........
mi feci largo tra i miei amici.....e iniziai a danzare ......avevo imparato bene..cio' che erano le movenze dell'antica danza.......e se era un bambino cosi' intelligente forse avrebbe potuto cogliere qualcosa dalla mia muta richiesta.......toccai i petali azzurri che si intrecciavano intorno al mio corpo sino a toglierli ad uno ad luno e poggiarli ai piedi del Bambino.....non tornai insieme ai miei amici...ma mi diressi e mi misi sotto il quadro di Elisabeth.... Ansimavo per la fatica.........ed ero molto arrabbiata infondo ero la figlia di un Re nel mio paese......eppure...dovevo guadagnarmi il permesso...ogni uomo aveva diritto alla parola ...anche il peggior assassino |
26-04-2013, 18.22.25 | #1015 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Capitolo XI: Il fiore perduto di Tylesia
“Madre, non ho incontrato Kunta. Colui che ho incontrato Ha pure lui la pelle nera Ma non ti conosce.” (Diarra B. Tieco, Kunta e Tobby) Il bambino osservò danzare Elisabeth, fino a quando la donna terminò quel suo ballo e ritornò al suo posto. “Voi...” disse a lei il bambino “... quale costume è questo che indossate? A noi pare rappresentare un fiore. E' così? Siete mascherata da fiore? E come mai? Vi è forse un motivo particolare?” Sawas e gli altri fissarono allora Elisabeth, lanciandole sguardi di intesa.
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26-04-2013, 20.08.54 | #1016 |
Cittadino di Camelot
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Avevo avuto il consenso di parlare.....la mia danza lo aveva incuriosito....tolsi il velo dal volto e mi inchinai a lui...cosi' come era consono innanzi ad un Re.....
" Mio Signore, questo che indosso e' un abito che viene dall'oriente.....e anche la danza con cui vi ho parlato....viene da quel lontano posto, sono felice che Voi abbiate compreso.....si...il mio abito e' un Fiore...il Fiore Azzurro.......il Fiore che racchiude in esso l'emblema dell' Amore.........veniamo da lontano...perche' questo Fiore da sempre lega la vita di molte persone, e in questo momento il vostro Fiore equivale alla vita di una persona che amo molto....Sire........in passato venne distrutta la vostra citta'.......e il Fiore gli ha ridonato la vita.....questo vi chiediamo....il Fiore azzurro......".....a quel punto feci un passo indietro.....consapevole del fatto....che potevo anche avere la testa tagliata...potevo essere messa ai ferri.......potevo tante cose e sopra ogni cosa...i miei amici potevano subire la mia stessa sorte.......L'egoismo mi aveva portato a mettere la vita di quattro persone in pericolo...guardai il volto di Elisabeth......tu ...cosa avresti fatto ?......ma i quadri non parlano........un ombra leggera attraverso' la grande sala....vidi il suo volto ma solo per qualche istante......era la donna che avevo visto alla locanda.....ma non era il momento di tirar fuori i fantasmi......tanto se continuava cosi'...avrei potuto parlare con Elisabeth di persona...... |
26-04-2013, 21.15.28 | #1017 |
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Aiutai le donne a sistemare Mamyon, restando sempre al suo fianco.
Era una pena vederlo ridotto così, non aveva detto una parola e i suoi occhi avevano perso l'abituale lucentezza. Mi accorsi delle domande di Sir Rudolf. "...Avete ragione, sono molto lontana da casa.. Sono originaria di Camelot, in Britannia.. Sono giunta a Sant'Agata per cercare notizie di un antico manoscritto bella biblioteca della sua scuola cattedrale.. Ma non ho trovato ciò che cercavo... So ben poco delle istituzioni, l'influenza della mia famiglia non si estende così lontano... So che la città è retta da un arconte, che ha l'aiuto di una principessa... Ma poco tempo fa c'è stato un attentato.. E, per quanto ne so, la principessa potrebbe essere già morta... Ah, e ovviamente so che non vi è più la scuola cattedrale ne il vescovo..." Alzai le spalle "..e che la selva brulica di briganti.. è li che ho perso chi era come un fratello per me, e avrei fatto la stessa fine se lui non mi avesse salvato..." Posando delicatamente una mano sulla spalla di Mamyon "...non so dirvi altro, solo che desidero proseguire il viaggio lontano da qui.. Il più lontano possibile da uomini come quello che avete giustamente punito... Dove poter vivere in pace...". Ci avevano servito cibo e vino, nel frattempo. "...riesci a mangiare qualcosa,caro?" Sussurrai a Mamyon. Volevo andarmene da quel luogo il più in fretta possibile ma sapevo che, con Mamyon in quelle condizioni sarebbe stato più difficile del previsto. |
26-04-2013, 21.21.18 | #1018 | |
Cittadino di Camelot
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Il mio sguardo, inclemente e distante, rimase per tutto il tempo sul chierico...
la mia mente, tuttavia, non riusciva a non pensare agli occhi freddi del cavaliere quando, poco prima, aveva detto di non avere amici lì... non riusciva a non pensare a quell’espressione che si era dipinta sul suo volto, quasi di dolore... la mia mente non riusciva a mettere da parte la sensazione che ci fosse qualche cosa che le sfuggiva, qualcosa di importante... Il chierico intanto parlava, ed ogni sua parola su di noi suonava non come una domanda ma come una sentenza... come una condanna... come un detto che non ammetteva regole... “Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati. Perdonate e vi sarà perdonato.” mormorai allora, interrompendolo “...non era forse questo ciò che vi veniva insegnato? Non era, forse, uno degli apostoli che ammoniva: ‘Chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?’...” lo fissai, con sguardo alto e distaccato “Parole!” mormorai. L’uomo tuttavia non parve dar peso a ciò... Citazione:
A quella affermazione, mio malgrado, vacillai... la mia ombra... come poteva sapere... i miei occhi si allargarono appena, allora, le mie guance si infiammarono e la gola mi parve che mi si chiudesse... Ero nel buio... un buio caldo, appiccicoso, opprimente, claustrofobico... giravo su me stessa, cercando una via, ma di vie non ce n’erano... e poi all’improvviso lo vidi di fronte a me... grande, immenso, luminoso... quell’occhio mi guardava ed io adesso sapevo di non potergli sfuggire... fissavo l’occhio e l’occhio fissava me... mi sentivo attraversata dallo sguardo di quell’occhio... sentivo che mi leggeva dentro. E poi, all’improvviso, udii quella voce vicina... “Non fidarti, Talia... ricorda di non fidarti mai di nessuno!” “Ma Maestro...” iniziai a dire, voltandomi verso l’uomo che era comparso accanto a me. “Di nessuno, Talia... loro sono ovunque! Saranno sempre ovunque! E, se giungeranno a te, sarà la fine!” “Loro?” chiesi. “Si... loro! I nostri nemici! I tuoi nemici!” “Ma chi sono?” L’uomo mi fissò... “Non preoccuparti... penserò io a loro. Tu ricordati solo di non fidarti di nessuno! Di nessuno!” Battei le palpebre, incerta... era durato soltanto un attimo, quella sorta di macabro sogno... un ricordo, pensai... sì, forse era un ricordo... ma antico... un ricordo molto molto lontano e che non avrei saputo collocare né nel tempo né nello spazio. Un lungo brivido mi scosse la schiena, allora... ed improvvisamente mi accorsi di essere spaventata... di essere molto spaventata, inspiegabilmente. Inspirai, dunque, e sollevai di nuovo lo sguardo sui due uomini davanti a me... fissai il monaco, poi spostai lo sguardo su sir Guisgard, poi tornai a guardare il monaco... “Cosa...” mormorai, gelida “Cosa dite? State vaneggiando!” Repressi un nuovo brivido, allora, e tornai a guardare Guisgard... “Voglio ritirarmi!” esclamai.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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27-04-2013, 00.42.23 | #1019 |
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Il Bambino ascoltò con attenzione Elisabeth.
“Il Fiore Azzurro...” disse poi “... voi siete giunti qui per cercare il Fiore Azzurro?” “Si, maestà...”annuì Sawas, svelando i loro intenti “... dobbiamo trovarlo e miti e leggende ci hanno condotto fin qui... e non per cercare il Fiore Azzurro tra i fantasmi della vecchia Tylesia, ma per trovarlo fra lo splendore di quella nuova.” “Allora perchè vi fingete attori girovaghi?” “Per poter essere ricevuti in questa corte, sire.” Intervenne Enusia. “Se siete giunti fin qui” fece il bambino “vuol dire che più di miti e leggende parlano ormai di ciò che sta per accadere. Infatti in questa città sta per sbocciare il più grande di tutti i tesori di questo mondo.” “Questo vuol dire che...” mormorò Enusia con la voce carica di speranze.
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27-04-2013, 04.05.02 | #1020 |
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Altea si avvicinò così a quella casa.
Era un'abitazione rustica, con uno spiazzo racchiuso da una staccionata davanti ad essa. Dal comignolo usciva del fumo, segno che qualcuno vi aveva acceso il camino all'interno. Ad un tratto Altea si accorse di qualcosa. Era una sorta di scatola di legno, a forma di rudimentale teatrino, poggiata su un tronco di un albero. Al suo interno vi erano due pupazzi su un cavallo. Una targhetta di latta era messa in bella mostra sul palco. E recitava queste parole: “Il nostro fiore vi conquisterà.”
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