24-01-2011, 11.23.24 | #1011 |
Cittadino di Camelot
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Guardai dove la fanciulla mi indicò e dissi non sappiamo chi c'è dentro in quella chiesa dobbiamo stare molto attenti avviciniamoci lentamente e senza fare rumore dissi guardando Giselide voi state dietro a me mylady dissi mentre mi avvicinavo lento a quella chiesa
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fabrizio |
24-01-2011, 13.45.09 | #1012 | |
Cittadino di Camelot
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La risata di Guxio risuonò tra le ombre di quella sala, facendo vibrare della sua malvagia soddisfazione ogni pur minimo angolo.
“Guxio, aspettate...” dissi, balzando in piedi “Aspettate!” Volevo fermarlo per parlargli... per temporeggiare... ma lui era già sparito, come inghiottito da quell’opprimente buio. Tentai di seguire l’eco della sua voce, dunque, e mossi qualche incerto passo ma non vedevo dove andavo e, man mano che mi allontanavo dalla debole luce di quella candela, non riuscivo a distinguere niente intorno a me. Ad un tratto vidi di nuovo una luce, mi avvicinai e con mio sommo sgomento mi ritrovai di nuovo al punto di partenza... di nuovo quello specchio, quel giaciglio, quella candela... mi guardai intorno confusa: come potevo essere ancora lì se avevo proceduto in linea retta, seguendo l’eco della risata di Guxio? Afferrai, dunque, la candela e la sollevai... Non si vedeva niente intorno, niente che non fossero ombre e un denso buio nero. Mossi di nuovo qualche passo, questa volta tenendo la candela ben alta di fronte a me e facendo bene attenzione a proseguire sempre dritto... ma dopo un momento mi trovai di fronte di nuovo quel giaciglio e quello specchio. Lo sconforto mi assalì. Mi sentivo prigioniera in una prigione senza nome, mi sentivo come se Guxio mi avesse rinchiusa in un luogo senza un altrove... Mi lasciai cadere sul letto, riappoggiai la candela e mi presi la testa tra le mani... che fare? E allora le parole di Guxio fecero breccia nella mia mente... Citazione:
Rabbrividii. E lentamente varie immagini iniziarono a venirmi alla mente... Pensai a Guisgard... a quando ci eravamo conosciuti e a quando lo avevo probabilmente provocato al punto da costringerlo quasi a seguirmi, a quante ne aveva dovute passare dopo e a quante ne stava ancora passando... perché lo aveva fatto? Perché non aveva lasciato semplicemente che mi infilassi in quel guaio da sola? Pensai al giovane Morven... alla sera in cui lo avevo incontrato per la prima volta a Cartignone, alle sue parole misurate che male si addicevano a quello sguardo determinato... Quanto ero stata rigida con entrambi quella sera, che ora sembrava tanto lontana... quanto ero determinata e quanto dovevo esser sembrata loro presuntuosa... dov’era finita ora quella determinazione? Ora è tutto diverso... disse una vocina nella mia testa ...ora in gioco non ci sei più soltanto tu! Pensai al Cappellano e al giorno in cui lo avevo conosciuto a Corte: avevo subito provato una sorta di innata fiducia in lui... Era vero: ora c’era anche la sorte di tutti loro da mettere sul piatto e, probabilmente, ora la loro sorte contava per me più della mia stessa! La nebbia sotto la superficie dello specchio prese di nuovo a vorticare, finché ne emerse un gruppo di figure... erano fermi, in cerchio di fronte ad una diramazione della galleria e sembravano discutere... passai delicatamente una mano sullo specchio, sfiorando appena qualcuno di quei volti, finché le mie dita non giunsero a Guisgard... “Se solo tu sapessi...” mormorai, chiudendo gli occhi “...se solo tu potessi sentirmi!” Se solo tu fossi qui... mi sorpresi a pensare.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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24-01-2011, 17.15.31 | #1013 |
Cittadino di Camelot
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Fu un sussulto improvviso, repentino, inaspettato.
Gli occhi di Lyan si posarono su di lui, e Morven, senza un apparente motivo, sussultò e di scatto ritrasse la mano che le stava sfiorando i capelli. Chiuse gli occhi e li riaprì, comprese che non era trascorso che un attimo e che forse nessuno aveva avuto il tempo di scorgere il suo trasalimento. Ma lei sì. Lyan lo aveva visto. Perchè i suoi occhi erano ancora fissi su di lui, e lo guardavano con uno sguardo penetrante e innaturale. "La strada giusta non è mai semplice..." disse con un filo di voce e con tono enigmatico. In quel momento Morven sentì la sua Samsagra ardere come se bruciasse per davvero. Samsagra era stata in silenzio per troppo tempo, o lui aveva preferito non ascoltare, perchè era troppo stanco e amareggiato da quegli eventi per seguire ancora quella voce. Ma lei adesso chiedava attenzione, e la chiedeva a gran voce e senza requie, come una donna insoddisfatta che non viene ascoltata. Istintivamente Morven cercò di allontanarla dal suo corpo, ma la spada era così saldamente legata alla sua cinta che il giovane non vi riuscì. E mentre le sue dita armeggiavano con l'elsa e i legacci, qualcosa cominciò a bruciargli nel cuore, un calore che passava dalle sue dita alle sue vene, una sensazione che lo placò infine, facendogli abbandonare la presa sull'arma. SOllevò lo sguardo, dischiuse le labbra, come ancora sorpreso da qualcosa che non riusciva a dire. "E' una trappola..." mormorò infine, con voce bassa e a nessun interlocutore in particolare, come se quelle parole non gli appartenessero in verità, come se a parlare fosse stato un altro, e non lui. Si riebbe infine da quel primo stupore, e si rivolse a Guisgard. "La strada è quella giusta, la bambina dice il vero... ma è una trappola, Guisgard... ci stanno aspettando..." Scosse il capo, confuso. In realtà lui stesso non avrebbe saputo spiegare bene perchè stesse parlando a quel modo. "... non so come questo sia possibile... forse Bumin ha già avuto il tempo di avvertirli... ma ci stanno aspettando, e questa bambina ci porterà dritti dritti nel ventre della balena..." Rimase in silenzio, osservò Guisgard che ragionava sulle parole dettegli da Lyan. "A destra si ritorna a Cartignone... mentre a sinistra si scende all'Inferno... ognuno decida liberamente cosa fare... io non obbligherò alcuno a seguirmi!", aveva esclamato infine il cavaliere. Quindi, dopo aver brevemente conversato con il Cappellano, "Allora... avete deciso quale strada prendere?" , concluse Guisgard. Morven sorrise, di quel suo strano sorriso che mescolava tristezza, sicurezza e rassegnazione insieme. Si avvicinò a Guisgard, gli poggiò una mano sulla spalla. "Ho detto che la bambina ci porterà nel ventre della balena... e Giona soravvisse là dentro per tre giorni e per tre notti, finchè Dio non ordinò al pesce di vomitarlo in salvo sulla riva..." Fece una breve pausa, quindi, guardando Guisgard dritto negli occhi: "Andiamo a sinistra, Guisgard... nel ventre della balena... io vi coprirò le spalle".
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
25-01-2011, 01.44.39 | #1014 |
Cittadino di Camelot
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Per la prima volta, Gaynor guardò Lyan con occhi diversi. Era troppo piccola perchè quelle parole fossero sue, sembrava parlare per bocca di qualcun altro. Il modo in cui era apparsa, la strada che aveva indicato loro, queste frasi adulte... Forse che la sua mente era sotto il controllo di un essere malvagio? O al contrario il suo scopo era quello di aiutarli? Con questo dubbio nella mente, Gaynorl a strinse ancora più forte, perchè qualunque fosse stata la verità, il corpo di Lyan restava sempre quello di una bambina, la cui innocenza era forse compromessa per sempre.
"Allora... avete deciso quale strada prendere?" La domanda di Guisgard la riscosse dai propri pensieri e le bastò poco per rispondergli con fermezza: "Sir Morven, Iodix e il Cappellano sono con voi. Se pensate che una donna e una bambina non vi siano d'intralcio, allora contate anche sul mio aiuto. E voi, mio fedele amico..." chiese Gaynor al vecchio delle fosse "...continuerete a seguirmi?"
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
25-01-2011, 02.55.26 | #1015 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Una trappola..." ripetè Guisgard fissando Morven "... ci stanno aspettando? Forse, anzi è probabile... ma lady Talia in questo momento è con loro... quindi non abbiamo molta scelta..."
Guardò poi Gaynor ed annuì, dopo che la ragazza aveva espresso la sua volontà di seguirli. "Il muratore non ferma il suo lavoro quando piove..." disse il vecchio delle fosse a Gaynor "... come il mercante non rinuncia a salpare per porti lontani quando il mare è grosso... seguirò la vostra stessa strada..." "Siamo tutti compatti, cavaliere..." fece il Cappellano guardando Guisgard "... avanti, fateci strada e vi seguiremo come abbiamo fatto fino ad ora..." "Un momento!" Intervenne Dukey. "Siamo giunti qui quando credevamo di avere sir Bumin dalla nostra parte! Ora invece tutto è diverso..." "Che cosa intendi dire?" Chiese Guisgard. "Avanti, dico..." farfugliò Dukey "... siamo in questo posto che sembra avere trappole ed incanti ad ogni passo! Magari faremo solo pochi passi e subiremo un'imboscata che ci spedirà tutti all'altro mondo! E poi questa bambina! Come fa a sapere tutte queste cose? Dovrei fidarmi di una mocciosa? Siamo nel covo di quegli uomini ed è già un miracolo se siamo ancora vivi! Io ho una vita davanti! Una famiglia!" "Hai sentito, no? La strada di destra porta a Cartignone..." indicò Guisgard "... prendila e torna dalla tua famiglia..." "Chi mi conosce sa che non sono un vigliacco..." tentò di giustificarsi Dukey "... ma proseguire non vuol dire aver coraggio, ma solo essere pazzi! Potrebbero essere in centinaia ad attenderci! E non abbiamo un esercito con noi!" "Vattene, Dukey!" Disse Guisgard. "Potrei andare a Cartignone e tornare con un robusto drappello di cavalieri!" "Torna a Cartignone!" "Si, tornare con dei rinforzi sarebbe la cosa giusta da farsi!" Affermò Dukey. "Rischiare così è inutile... e per cosa poi? Nove su dieci lady Talia sarà già morta a quest'ora e..." "Ti ho detto di andartene, cane!" Urlò Guisgard afferandolo per la tunica e spingendolo verso la porta di destra. "Vattene o ti ammazzo io stesso prima ancora che lo facciano quei fanatici! Vatene! Vattene, ti ho detto!" Dukey allora, dopo aver fissato tutti loro, come un topo che abbandona la nave, varcò la porta di destra e svanì nell'oscurità. "Ora andiamo..." ordinò Guisgard al gruppo.
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25-01-2011, 03.21.11 | #1016 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il bosco avvolgeva la radura nella quale sorgeva la chiesa sconsacrata.
Sterpi e rovi, come un manto spettrale, sembravano racchiudere quell'angolo di bosco ed estraniarlo da tutto il resto. "Che posto terribile..." mormorò Giselide "... mette i brividi solo a guardarlo..." La ragazza allora si nascose dietro Cavaliere25 ed attese le sue indicazioni. Ma all'improvviso si udirono degli strani rumori. "Cosa sarà stato?" Chiese Giselide al giovane arciere. "Sarà meglio nasconderci dietro la chiesa! Cosa ne pensate, messere?"
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25-01-2011, 03.49.20 | #1017 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il gruppo così varcò la porta di sinistra.
L'aria sembrava più fredda ed un fetido era diffuso ovunque. Le loro torce quasi a stento riuscivano ad illuminare la strada che li precedeva, visto che quell'ambiente sembrava più grande di quelli attraversati in precedenza. "Guardate che strani disegni ci sono alle pareti! E questa danza macabra, con re, cavalieri e preti!" Indicò Iodix. Infatti le pareti intorno a loro era completamente coperte da disegni che per la maggior parte riproducevano scene di tortura e di morte, con nobili ed ecclesiastici come vittime. "Quegli uomini sono dei fanatici..." disse il Cappellano fissando le pareti "... sono folli e qualcuno deve fermarli..." "Proseguiamo!" Fece Guisgard. "Questi disegni servono solo a farci spaventare!" "E ci riescono benissimo, mio signore valorosissimo!" Esclamò palesemente impressionato Iodix. "Sta zitto, stolto cantastorie!" Lo riprese Guisgard. Il suo sguardo cadde poi su Gaynor. "Vi siete fatta impressionare da questi disegni alle pareti, milady?" Chiese Guisgard. "E tu, cavaliere?" Domandò Lyan. "Tu hai paura di questi disegni?" Guisgard la fissò senza rispondere nulla.
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25-01-2011, 05.10.55 | #1018 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lo specchio mostrava volti, immagini, suoni che apparivano familiari a Talia.
Ma quanto di reale uno specchio può mostrare? Esso non è diverso da un libro o da un quadro, mio giovane signore. Come quelle opere d'arte, anche uno specchio mostra una realtà specifica. Un'altra realtà. Una realtà vista e voluta dall'uomo. Una realtà affascinante, mistica, avventurosa, ideale ed idealizzante. Ma tuttavia una realtà fittizia, chè tiene lontano ciò che l'uomo non conosce o teme. Un libro riporta ciò che vuole il suo scrittore, così come il ritratto obbedisce alla visione del suo pittore. E quello specchio, forgiato dal suo padrone, riflette solo ciò che esso vuole. Quella stanza, buia, indefinita ed enigmatica, teneva ormai prigioniera Talia. E per quanto dimora di incanti ed illusioni, quella prigione non era nulla in confronto a quella in cui Guxio stava per intrappolarla. "Milady..." sussurrò una voce nell'oscurità "... questi sono i vostri abiti e quelli i vostri gioielli" indicando due nani che recavano quegli oggetti. "Indossateli perchè tra poco partirete alla volta di Cartignone insieme al vostro ed al nostro signore. Un attimo dopo di quella voce e dei due nani non ci furono più tracce.
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25-01-2011, 10.28.14 | #1019 |
Cittadino di Camelot
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Si mylady nascondiamoci dietro la chiesa e attendiamo mi preparai per uscire appena si muoveva qualcosa guardai la ragazza e dissi mylady qualsiasi cosa succeda rimanete ferma qui ci penserò io a difendervi in caso di pericolo immediato
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fabrizio |
25-01-2011, 10.41.15 | #1020 |
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Gaynor rabbrividì alla vista di quelle macabri immagini e Guisgard dovette accorgersene perchè le chiese: "Vi siete fatta impressionare da questi disegni alle pareti, milady?"
"Credo che nessuno possa rimanere indifferente di fronte ad un tale orrore, ma quanto più queste scene rappresentano la verità su ciò che accade quaggiù, tanto più bisogna proseguire in fretta nella speranza che Lady Talia non abbia da subire queste torture. E speriamo di trovare vive anche altre giovani donne, compresa la madre di questa creatura..."
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