05-03-2012, 21.21.11 | #1021 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Daniel con quel trucco sostituì il sarcofago vero con uno finto.
Però, come spesso accadeva, il giovane aveva sottovalutato gli effetti della magia. Un lieve torpore lo prese, facendogli poi perdere i sensi a causa dello sforzo. In quella sorta di veglia, Daniel visse visioni e sogni. Tutto confuso, sfuggente e mutevole. Fino a quando riprese di nuovo i sensi, un’ora dopo circa. E trovò accanto a sé il dottor Nigros.
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05-03-2012, 21.29.11 | #1022 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quel paesaggio.
Tutto mutò in un attimo, per poi ritornare come prima un istante dopo. Kojo apparve turbato e fissò Elisabeth. “Chi siete voi?” Domandò alla donna. “Chi siete veramente?” Continuò a fissarla per diversi istanti che apparvero come infiniti. “Siete un’incantatrice o cosa?” Allora afferrò la donna e la portò a sé. “Volete dunque vendermi il vostro corpo? Potrei prenderlo lo stesso e lo sapete…” allora la baciò con ardore.
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05-03-2012, 21.35.49 | #1023 |
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" le vostre labbra senza il sapore del vino.....come faranno a farmi perdere la testa, io non voglio vendervi niente....voi mi volete e anch'io ho desiderio di voi.....infondo sono una donna...niente altro che una donna.....l'illusione della immagini e' solo un attimo Kojo...solo un meraviglioso attimo.........vi prego beviamo insieme...e poi lasciamo che il desiderio ci trascini per mano....la notte prima di una grande vittoria.....non trovo altro modo per vivere questo momento..."...ancora stretta tra le sue braccia gli porsi il calice......doveva bere....solo cosi' potevo evitare quel duello
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05-03-2012, 21.36.21 | #1024 |
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Ascoltai le parole del mendicante...i nemici di Tylesia...allora esistevano davvero, aveva poca importanza, non mi sentivo in pericolo. Forse vi era una via d'uscita in questa città, mi sedetti sul ciglio di una fontana, gli spruzzi d'acqua iniziarono a bagnarmi il volto e capelli...forse dovevo rinfrescarmi le idee e l'animo. E dove sarei andata? Ma che facevo in questa città? Mi voltai e guardai la Luna riflettersi sull'acqua della fontana, aspettando un segno...
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
06-03-2012, 00.35.29 | #1025 |
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Padre è appena andato via un uomo non mi a detto chi era ma mi a detto che doveva far dire una messa per non essere maledetto e mi a dato questo elmo cosa vuol significare chiesi sorridendogli e aspettai una sua risposta
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06-03-2012, 11.30.43 | #1026 |
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L'incantesimo mi fece svenire per qualche minuto, quando ripresi i sensi Nigros era lì accanto a me.. Lo guardai e gli dissi:
<<Allora? Va bene?>>
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06-03-2012, 11.40.19 | #1027 | ||
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Fui trascinata via... sentivo voci concitate intorno a me, grida, sospiri, invocazioni...
Non sapevo dove fossi... avevo perso l’orientamento da tempo, ormai. E la mano di Guisgard era scivolata via dalla mia... “E’ una festa...” mormorai tra me, rammentando le sue parole “E’ solo una festa...” Sospirai, dunque, profondamente e mi misi in ascolto: forse non vedevo, pensai, ma potevo contare su altri sensi... Citazione:
Chiusi dunque gli occhi e mi concentrai... così avrei potuto ‘vedere’ meglio... vedere con la mente. I primi a scagliare la freccia furono dei giovani pastori... molto giovani e molto poco abili con l’arco, almeno a giudicare dai loro tiri deboli e sprecisi. Poi fu la volta di qualcuno un po’ più abile... dotato di un po’ più di forza, senza dubbio... la freccia, tuttavia, sibilò irregolare, come se avesse preso una pessima rotazione... segno di scarsa perizia, pensai tra me e me. Infine tirò l’uomo con la voce arrogante... lo sentii vantarsi... e poi una ragazza, poco distante da me, gridò forte. L’uomo tirò l’arco con forza... con molta forza... decisamente troppa perché il tiro potesse risultare anche preciso. Ed appunto... seppi che l’avrebbe al massimo sfiorata prima ancora che avvenisse. Ed avvenne ciò che avevo immaginato... lo capii dal sottile rumore della castagna solo in parte colpita... poi il filo che sobbalzava e oscillava... Urla, grida, ovazioni... Sorrisi... pensando che di certo, da quelle parti, non dovevano aver visto molti buoni arcieri di recente: il Maestro avrebbe imposto ai suoi allievi almeno due settimane di punizione e di esercizi ininterrotti dopo un tiro come quello! Ma la folla esultava e così anche io applaudii appena. Infine udii un passo familiare... udii il rumore degli stivali sulla pedana di legno, mentre si sistemava saldamente su entrambe le gambe. Udii lo scricchiolare della corda mentre la tendeva appena, per testarne la resistenza. Udii il modo in cui la rilasciava subito, quasi con stizza, e sorrisi vagamente intuendo che quell’arco non doveva affatto essere di suo gusto. Poi pizzicò appena la corda, ancora una volta... lo sapevo... era il suo modo di lanciare, quello... lo stesso modo di lanciare del Maestro... ed infine incoccò la freccia e la tese. “Impegno, dedizione ed esercizio! Questo è tutto ciò a cui devi pensare!” disse il Maestro, allontanandosi “Esercitati! Quando riuscirai a far centro al primo colpo, allora potrai dirti un arciere discreto!” Il ragazzo osservò il cavaliere allontanarsi. Poi sistemò meglio nel terreno il ramo che fungeva da bersaglio, si allontanò di dieci passi e, incoccando una freccia, tornò a fronteggiarlo. La prima freccia mancò il ramo piantato a terra di pochissimo e finì contro il tronco di un albero lì dietro. Guisgard la fissò con evidente disappunto per qualche momento... poi incoccò una seconda freccia, prese la mira e... Stava proprio per lanciare quando si bloccò ed osservò meglio il ramo, che gli era sembrato essersi mosso. Batté le palpebre un paio di volte, poi tese di nuovo la corda... ma di nuovo si bloccò ad un lieve movimento di quello... ed un vago sorriso gli sfiorò le labbra. Ripose quindi la freccia e tornò verso il bersaglio... la vegetazione era fitta in quell’angolo di bosco oltre il lago: cespugli, arbusti... Il ragazzo aggirò il suo bersaglio e si mise ad osservare là intorno... Io, acquattata dietro un alto cespuglio di gelsomino, risi piano... lo vedevo cercare poco distante da me... ed appena si voltò dalla parte opposta, lasciai cadere il secco rametto che avevo usato per spostare il suo bersaglio e corsi via, ridendo. Corremmo tra gli alberi, io fuggendo e lui inseguendomi... finché, ad un tratto, la sua mano si strinse intorno al mio polso ed entrambi cademmo a terra, rotolando e ridendo giù per il leggero declivio... “Hai di nuovo mancato il bersaglio...” dissi infine, senza riuscire a smettere di ridere, quando il terreno tornò regolare “Temo che la tua mira non sia molto buona, mio povero arciere!” “Beh... forse era il bersaglio ad essere imperfetto...” rispose, ridendo a sua volta. “Oh, io credo che dovresti ringraziarmi, invece... chi altri ha la possibilità di esercitarsi su di un bersaglio mobile, dimmi?” Quel lontano ricordo attraversò la mia mente in un lampo, lasciando dietro di sé l’eco di risa e felicità... ed, al suo ricordo, sorrisi. Il silenzio nella piazza era denso... mi soffermai ad ascoltare il vento, sapendo che anche Guisgard lo stava ascoltando... un vento leggero che mi faceva volare appena i capelli e che, di certo, faceva oscillare quella castagna... un oscillazione leggera, tuttavia, regolare e dunque calcolabile... Ci fu ancora un momento di immobilismo... poi uno schiocco, un sibilo e l’inconfondibile rumore della castagna che si spaccava... Un gridolino di soddisfazione mi sfuggì dalle labbra senza che riuscissi a trattenerlo, risi poi e battei le mani... e nel silenzio generale la mia voce cristallina e gioiosa sovrastò ogni cosa... per un attimo... poi fu inghiottita dalle urla, dagli applausi e dalle grida dei pastori. Citazione:
Poi lentamente cercarono Guisgard di fronte a me e, trovandolo, si mossero delicatamente sulle sue guance e sulla bocca... anche lui stava sorridendo... “Beh, devo ammettere...” mormorai piano, avvicinando il mio viso al suo “Che la tua mira è davvero molto migliorata!” E sorrisi divertita.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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07-03-2012, 02.11.39 | #1028 |
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Kojo, a quelle parole di Elisabeth, rise ed un lampo di lussuria attraversò il suo sguardo.
Prese allora il calice e lo scolò tutto d’un fiato. Lo gettò via e cominciò a baciare la donna con fare lascivo. Prima il volto, poi il collo e il petto, mentre le sue mani scendevano lungo i fianchi e poi sulle gambe di lei. Prese allora la donna e la spinse su un comodo e vellutato giaciglio che si trovava alle loro spalle. “Non ho bisogno del vino” disse con la bocca già inebriata dal desiderio di lei “per farvi provare piacere…”
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07-03-2012, 02.22.07 | #1029 |
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Redentos, Parsifal, Jovinus e Avid giunsero così presso quella cappellina.
Qui trovarono un uomo che scolpiva un bassorilievo. “Io?” Voltandosi l’uomo verso Parsifal. “Io qui sto lavorando. Sono stato incaricato di riparare questa cappellina… ed infatti la lastra da fissare in essa è quasi ultimata…” “Ditemi, avete udito una voce di donna?” Domandò Redentos. “No, milord.” “Eppure l’abbiamo udita tutti…” fissandolo il cavaliere “… veniva proprio da questo luogo…” “Mi spiace, ma io non ho udito alcuna voce.” “Chi siete?” Chiese Avid all’uomo. “Io sono il Maestro delle Gesta di Amore.” “E a cosa state lavorando?” “A questo bassorilievo…” rispose l’uomo “… esso raffigura Laodamia che si getta nel fuoco insieme alla statua dell’amato marito Protesilao…”
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07-03-2012, 02.26.47 | #1030 |
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Nigros fece bere un estratto di erbe a Daniel ed il giovane, in breve, riprese le forze.
I due allora, poco dopo, lasciarono il laboratorio del dottore. Scesero nei sotterranei fino alla cloaca che correva sotto il palazzo. “Qui nessuno ci troverà…” mormorò Nigros “… avanti, ragazzo, prendi il sarcofago che hai miniaturizzato e riportalo alle sue reali dimensioni…”
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