28-01-2011, 00.13.28 | #1041 |
Cittadino di Camelot
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I pensieri di Gaynor furono interrotti dalla parole di Guisgard a lei rivolte: "Milady, avete perso la vostra audacia? Volevate attraversare il bosco da sola senza tradire la minima preoccupazione... ed ora invece vi lasciate intimorire da una stupida musica lontana? Suvvia, sarà stata di certo la mia ocarina ad avervi rattristato! Ora faremo suonare qualche allegro verso al nostro stolto giullare! Vero, Iodix?"
"Milord..." rispose Gaynor quasi sussurrando, "... vi ho raccontato che al mio arrivo a Cartignone Iodix mi offrì ristoro... ebbene, quando mi addormentai feci uno strano sogno. Era la festa di San Vito ed io mi trovavo su una scogliera a guardare il mare. Voltandomi, dietro di me vidi un cavaliere che suonava l'ocarina e, quando lui smise, una frotta di topi invase le strade... Capite ora il perchè del mio sgomento? Vi ho sognato ancor prima di conoscervi e non riesco a spiegarmi come questo sia possibile... voi e i topi... Che sia stato un presagio? Ho paura, Guisgard..." Gaynor si accorse di averlo chiamato per nome, per la prima volta... "... ho paura di ciò che non riesco a comprendere..." In quel momento, il Cappellano parlò: "Cavaliere... nel buio, guardate... sembra una porta..." "Forse ora, cavaliere..." mormorò la piccola Lyan fissando Guisgard "... scoprirai chi suonava quella musica lontana..."
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28-01-2011, 03.07.14 | #1042 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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E mentre Cavaliere25 gridava e si dimeneva, uno dei due lo colpì con un violento calcio alla pancia.
"Tranquillo..." disse uno dei due "... la tua richiesta verrà esaudita e morirai presto!" "Ed anche la tua amica farà la stessa fine..." aggiunse l'altro. "Anche se in maniera molto più lenta e dolorosa!" Concluse il primo. Ed entrambi scoppiarono in una insopportabile risata, davanti alla disperazione ed al dolore di Cavaliere25.
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28-01-2011, 03.30.57 | #1043 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"I sogni..." mormorò Guisgard "... ho smesso di crederci nello stesso istante in cui ho smesso di farne... milady..." voltandosi verso Gaynor "... questo luogo è ricco di incanti e stregonerie... avete fatto un grosso errore ad avventurarvi in questa storia... quel sogno era solo un oscuro presagio a tutto questo..."
"Lei ha paura..." disse Lyan abbracciando Gaynor e baciandole il capo "... perchè ora non apri quella porta? Forse perchè anche tu ne hai, cavaliere?" Guisgard allora si avvicinò alla porta. Si voltò di nuovo verso i suoi compagni e poi, con un gesto che sembrava dettato solo da cieco istinto, aprì di colpo la porta. Un lungo corridoio si aprì davanti a loro. Due file di torce su ambo i lati illuminavano quel passaggio. E tante celle, chiuse da robuste sbarre di ferro, si affacciavano in quel corridoio. "Cos'è questa puzza terribile? E' disgustosa ed insopportabile!" Si lamentò Iodix. "Questo..." mormorò Guisgard "... questo fetore..." E corse verso quelle celle. E quando fu al centro del corridoio, non ebbe più la forza di andare avanti. "Le hanno..." tentò di dire tossendo per il disgusto "... le hanno uccise tutte... ed ognuna in maniera differente... ma tutte in un modo inumano..." Il Cappellano allora si avvicinò alle prime celle del corridoio e quando si rese conto del loro contenuto chinò il capo segnandosi più volte. "Cosa accade, padrone? Cosa c'è in questa prigione?" Chiese Iodix senza avere il coraggio di avanzare e scoprirlo egli stesso. "Le hanno uccise tutte!" Gridò Guisgard. "Tutte! Macellate come fossero bestie!"
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28-01-2011, 03.49.50 | #1044 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, una carrozza, rapida, correva attraverso il bosco.
Il mondo all'interno di quell'Inferno sembrava essersi fermato, ma fuori il Sole, la Luna e tutti gli astri del cielo continuavano a scandire lo scorrere eterno e perpetuo del tempo. Tra i suoi tre passeggeri regnava un irreale silenzio. Guxio sembrava assorto da oscuri pensieri e guardava costantemente nel vuoto. Bumin invece fissava Talia. I suoi occhi sembravano animati da ambigui desideri. E di tanto intanto accennava un lieve sorriso che pareva nascondere ancor più indicibili bramosie. Ad un tratto il folto bosco terminò e la carrozza giunse alle porte di Cartignone. "Ora arriveremo a palazzo..." disse Guxio a Talia "... ricordate solo ciò che è accaduto... sir Bumin vi ha liberata... della vostra prigionia ricordate ben poco... al resto penserò io... e badate di non tradirvi o basterà un mio cenno ed i vostri compagni saranno cibo per ratti!" Poco dopo la carrozza si fermò davanti al palazzo di Cartignone. I tre scesero e subito furono accolti da una sorta di corteo, fatto di paggi e servitori. E accompagnato da alcuni baroni, lord Frigoros corse incontro ai tre. "Talia, figlia mia!" Disse commosso, stringendo la giovane a sè. "Sarei di certo morto se anche tu mi avessi lasciato come Eileen... tu mi sei cara come una figlia!"
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28-01-2011, 05.01.06 | #1045 |
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Quello spettacolo orribile ed inumano.
Decine di corpi mutilati con una rabbia senza eguali, sventrati con una ferocia che sembrava sottostare a qualche oscuro rituale, il tutto a soddisfare un odio che pareva primordiale. Così apparivano quei corpi che tradivano chiaramente i tormenti che avevano accompagnato quelle sfortunate negli ultimi momenti delle loro esistenze. I ratti avevano già invaso quelle celle, facendo di quei corpi i loro pasti. Guisgard si guardava intorno, in balia di rabbia, odio e disperazione senza fine. "Questo... questo incubo..." tentò di dire "... sembra non avere fine... no... non avrà mai fine..." In quello stesso istante, dal lato opposto del corridoio, emersero i responsabili di quello scempio. Armati con i loro lunghi coltelli, i feroci uomini tatuati si lanciarono verso di loro.
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28-01-2011, 09.43.56 | #1046 |
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mi accasciai a terra e dissi maledetti qualcuno vi punirà per tutto questo male s rimasi a terra non potevo fare nulla erano piu forti di me ero indifeso e solo non avevo altra via di fuga
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fabrizio |
28-01-2011, 14.05.07 | #1047 | |
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Vi sono momenti in cui ogni gioia e ogni possibile felicità sembrano averci abbandonato, momenti in cui non vediamo niente di fronte a noi che non sia dolore e paura, momenti in cui ci sentiamo sull’orlo di un cieco abisso di disperazione e non osiamo neanche respirare perché si è certi che questo basterebbe a farci precipitare... e io, probabilmente, in quel momento avrei preferito precipitare in quel cieco oblio, avrei voluto semplicemente dissolvermi nell’aria e scomparire dal mondo per non esser costretta a fare alla mia città ciò che, invece, stavo per fare. Ma non potevo! Non potevo perché, se mi fossi gettata nel precipizio, Guxio non avrebbe esitato a mettere in atto le sue minacce...
Il silenzio regnava denso e pesante in quella carrozza, ma io non ci badavo. Avvertivo lo sguardo di Bumin su di me, ma neanche a questo badavo. Tenevo gli occhi fissi fuori dal finestrino e guardavo gli alberi correr via rapidi man mano che ci avvicinavamo a Cartignone... e un solo volto e una sola voce riempivano ogni angolo della mia mente: il volto e la voce di un cavaliere conosciuto per sbaglio in una lontana sera a Cartignone ed entrato nei miei pensieri senza che quasi me ne rendessi conto... Perdonami per averti trascinato in questo inferno... continuavo a ripetere al suo ricordo ...perdonami per averti procurato tanti guai, perdonami per non aver mai ammesso che tu avevi ragione, per non averti voluto ascoltare quando dicevi che era una pazzia avventurarsi in quest’impresa, perdonami per non aver mai avuto il coraggio di ammettere quanto tu per me fossi... Mi bloccai, perché persino il solo pensare a ciò era troppo doloroso ormai. ‘Morirà lo stesso...’ sibilò una subdola vocina nella mie mente ‘Moriranno tutti! Guxio non manterrà mai la parola, lo sai benissimo!’ No... ribattei a quella vocetta ...Non morirà! Ucciderò Bumin, Guxio e chiunque altro oserà anche solo pensare di fargli del male! ‘Non lo farai! Non potrai farlo, perché loro ti terranno in pugno e tu non sarai che un burattino nelle loro mani!’ Non sarò mai un burattino... ‘Lo sarai dopo anni di privazioni, di paura e di abusi... Lo sarai, al punto da non avere più la forza per ribellarti!’ No... ribattei di nuovo, ma sempre più piano. E lentamente una calda lacrima mi scivolò involontariamente sulla guancia. La voce di Guxio, improvvisamente, mi riscosse dai miei pensieri... Citazione:
Il resto successe tutto in fretta: la carrozza che attraversava la città e si fermava di fronte al palazzo, noi che scendevamo, il corteo dei paggi, le grida, la festa, i baroni che uscivano... Finché mi ritrovai stretta tra le braccia di un commosso lord Frigoros. Di nuovo non dissi niente... scivolai però a terra, presi la sua mano tra le mie e la baciai, chinando la testa mentre calde ed inarrestabili lacrime mi bagnavano il viso. Possiate perdonarmi, mio principe, per ciò che farò... fu tutto ciò che riuscii a pensare.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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29-01-2011, 01.53.28 | #1048 |
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Alla vista di ciò che si celava dietro la porta, Gaynor rimase impietrita... Nemmeno in mille anni avrebbe creduto che la ferocia umana potesse compiere un tale massacro della carne e della dignità. Ed in nome di cosa, proprio non riusciva a spiegarselo. Si fece il segno della croce, mentre lacrime di pietà e di impotenza cominciarono a rigarle il volto, bagnando i capelli di Lyan che lei teneva saldamente stretta al seno, impedendole di vedere quello scempio. Indietreggiò di qualche passo quando si accorse della miriade di topi riversi nelle celle che, emettendo degli orribili squittii, banchettavano con ciò che restava di quelle povere creature... Eccoli, i topi... Ebbe giusto il tempo di formulare questo pensiero, quando dal corridoio in fondo sbucarono coloro i quali avevano evidentemente provocato quell'orrore, grossi uomini tatuati e armati di coltelli. In un lampo, Gaynor si avvicinò al giullare e gli posò Lyan tra le braccia. "Iodix, svelto, restituitemi il pugnale che vi diedi e badate alla bambina. Se occorre buttatevi in una delle celle, ma copritele gli occhi affinchè non veda. La spada vi è sufficiente, nella mia mano un pugnale in più significa un nemico in meno..."
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29-01-2011, 02.25.58 | #1049 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cavaliere25 era a terra, sulle fredde pietre di quella cella.
Il calcio subito faceva male, ma era la disperazione per il destino di Giselide ad essere insopportabile. Ad un tratto un fischio proveniente dal corridoio richiamò i due uomini tatuati. "Presto, ci stanno chiamando!" Disse uno dei due. "Sembra sia giunto il momento di entrare in azione!" "Finalmente! Sento già il richiamo del sangue di quegli infedeli!" Rispose l'altro. "E dopo penseremo anche a questo miserabile!" Aggiunse indicando il giovane arciere. E corsero fuori dalla cella. E rimasto solo, nello sconforto più totale, Cavaliere25 cominciò a sentire qualcosa. Grida miste a pianti. E tante voci di donne sembravano accavallarsi nella sua mente. E fra queste, al giovane arciere parve di udire anche quella di Giselide che lo chiamava disperata. Era davvero lei? O solo i lamenti provenienti da un Inferno che cominciava ad aprire le proprie porte a tutti loro?
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29-01-2011, 02.46.13 | #1050 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, nel Corridoio delle Martiri, si stava per scatenare uno scontro furioso.
"Siamo attaccati!" Gridò ai suoi Guisgard. Allora, estratta la spada, si lanciò nella mischia. In un momento grida e rumore di armi animarono quell'ambiente. "Morven, affiancatemi!" Ordinò Guisgard. "Dobbiamo difendere il resto del gruppo!" Ma il cavaliere non aveva fatto i conti con l'inaspettata abilità di Gaynor. La ragazza con coraggio affrontava gli uomini tatuati, senza tradire paura e mostrando una capacità di maneggiare le armi non indifferente. Ma in quello stesso istante, alle loro spalle, altri uomini tatuati si unirono ai loro compagni, chiudendo i nostri eroi in una morsa. "Siamo perduti..." pensò Guisgard mentre tentava disperatamente di respingere quegli attacchi. Ad un tratto una parete si aprì ed una voce chiamo Guisgard: "Presto, di qua! Porta tutti qui dentro!" Il cavaliere allora, mentre menava fendenti per tenere dietro gli attacchi di quei fanatici, fece segno ai suoi di entrare nel passaggio da cui proveniva quella misteriosa voce. E dopo che tutti furono dentro, anche Guisgard fece lo stesso. Un attimo dopo la parete si chiuse alle loro spalle. "Per un pelo!" Disse Dukey. "Tu? Cosa ci fai qui?" Chiese stupito Guisgard. "Ti credevo a Cartignone!" "Beh..." rispose Dukey "... in verità ho provato ad uscire da questo posto, ma credo di essermi perso e vagando, per caso, ho scoperto questa stanza. E quando ho sentito il rumore dei combattimenti ho cominciato a cercare un varco nella parete... fino a quando ho scoperto il passaggio segreto che vi ha permesso di entrare qui!"
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