08-11-2011, 18.03.31 | #1051 |
Cittadino di Camelot
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Finalmente sul patrio suolo, non so descrivere quanto mi sia mancato.
Vi sarà tempo per la contemplazione, tempo per la nostalgia. Ora dobbiamo prepararci ad accogliere i nostri nemici, e tale è il senso della mia proposta a De Jeon e a Lord Missan. "Miei signori," esordisco rispondendo all'invito all'azione del mio Lord "vi domando il privilegio di potermi celare dietro le sembianze del boia in occasione dell'esecuzione. Se il Giglio Verde riterrà di poter liberare il condannato, cerchiamo perlomeno di rendergli le cose difficili. I miei uomini in incognito si mescoleranno alla folla urlante, e il frate per l'estrema unzione sarà uno dei nostri balestrieri, di modo che, se necessario, dovessi io cadere saprà colpire anche a distanza con la dovuta rapidità. La tonaca monacale saprà ben nascondere poi le sue intenzioni e l'arma per attuarle."
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------------------------------ Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù, la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli, le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi ~~~oOo~~~ |
08-11-2011, 18.45.26 | #1052 | |
Cittadino di Camelot
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C’era fermento ad Ostyen quella mattina, non c’era persona che non fosse per strada e che non stesse attendendo con trepidante attesta la parata e il successivo discorso di De Jeon... e io, in tutta sincerità, non potevo dire di far differenza.
Me ne stavo di fronte al carrozzone, scorrendo con lo sguardo il mare di volti che mi sfilava di fronte, quando inaspettatamente una mano mi afferrò saldamente il braccio e mi strattonò con forza sul retro... Citazione:
“Renart, tu sei pazzo!” dissi poi, dominando a stento la collera che quel suo tono duro e quell’atteggiamento autoritario mi stavano facendo salire “Tua o di nessun altro? Che cosa significa questo? Chi sei tu per dirmi questo? Io non sono tua, Renart... non lo sono mai stata! Ho cercato di dirtelo gentilmente, ho cercato di spiegarti... ma tu ti ostini a non voler capire! Ti ostini a vedermi come ‘la tua Colombina’... ma Colombina non esiste, hai capito? Non esiste e non esisterà mai, ficcatelo bene in testa!” Tentai di divincolarmi dalla sua presa ma non ci riuscii... “Mi stai facendo male...” mormorai. E fu in quell’istante che Essien ci richiamò. Con mio enorme sollievo, dunque, Renart lasciò il mio braccio, ormai intorpidito dalla sua stretta, e andò a prendere il suo posto sul carrozzone... La sfilata fu un successo, la gente di Ostyen non era poi così diversa da quella che avevamo visto in ogni altra città o paese che avevamo visitato... anche nella capitale, infatti, correvano e si accalcavano al bordo della strada al nostro passaggio, carichi di euforia e curiosità. Quando infine giungemmo al luogo preposto e fermammo il carrozzone al centro dell’ampio spazio, io mi avvicinai lentamente al capocomico... Avevo riconosciuto in parte la strada che avevo percorso la sera precedente, ero dunque abbastanza certa di esser vicina a Place des Martyrs... e una sorta di vaga agitazione mi colse, allora... “Essien...” dissi raggiungendolo, in tono vagamente implorante “Essien... posso andare a vedere la sfilata? Ti prego, ti assicuro che ricordo perfettamente la mia parte... e ti prometto che non tarderò e sarò qui in tempo per l’ultima prova! Guarderò solo la sfilata... magari sentirò il discorso di De Jeon...” soggiunsi con l’aria di chi non intende dare ad una cosa troppo peso “...e tornerò subito. Ti prego!” E poi lì c’era Renart, pensai. E io volevo assolutamente stargli ancora un po’ lontana: il braccio mi faceva ancora male dove l’aveva stretto!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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08-11-2011, 21.44.45 | #1053 |
Cittadino di Camelot
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a quelle parole rimasi in silenzio non sapevo cosa dire ero come pietrificato pensai dentro di me in che guaio mi sono messo e rimasi ammutolito
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fabrizio |
09-11-2011, 02.12.52 | #1054 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Un lieve chiarore, poi un incerto alone.
Una capanna illuminata da poche candele, alcune voci confuse ed immagini sbiadite. Elisabeth cominciò a riprendere i sensi. Pian piano rammentò ogni cosa: il libro smarrito, la lite con Emile, gli uomini entrati nella sua stanza. “La donna si è svegliata…” disse uno degli uomini attorno ad un tavolo “… va a controllare.” A quell’ordine, un altro si alzò e si avvicinò ad Elisabeth. “Avete sete?” Chiese alla prigioniera. Elisabeth era infatti legata con le mani dietro lo schienale di una sedia. “Dalle da bere e torna a giocare.” Mormorò uno di quelli rimasti attorno al tavolo. L’uomo allora avvicinò un mestolo d’acqua alla bocca di Elisabeth. In quel momento la donna si accorse di una borsa sul tavolo, proprio in mezzo a quegli uomini. Una borsa grande poco più del suo prezioso libro.
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09-11-2011, 02.40.42 | #1055 |
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Il vecchio prete stava parlando con lord Carrinton, quando, voltandosi verso Altea, sorrise alla ragazza.
“E’ molto bella, milord.” Disse a Carrinton. “Non mi stupisco che l’abbiate scelta come compagna.” “Ci occorrono anche dei testimoni.” Fece Carrinton. “Non abbiamo null’altro se non il nostro desiderio di amarci per sempre.” “E solo quello, alla fine, conta veramente.” Ridendo il chierico. Era questo un vecchio e minuto prete di provincia, che portava avanti quella chiesetta sulla scogliera da chissà quanto tempo. Ad un tratto due persone uscirono dal retro del sacro edificio. “Questi sono Walcott e sua moglie Yreen.” Sorridendo il chierico. “Lui è fabbro e lei è sarta. Mi aiutano da tempo a portare avanti la chiesa. Saranno i nostri testimoni.” “Mi occorre però un anello da dare a mia moglie.” Disse Carrinton. Fissò allora Walcott. “Siete fabbro, vero?” “Si, mio signore.” “Bene, allora non avrete difficoltà a fondere questi” togliendosi i suoi due preziosi anelli d’oro “e a farne uno per la mia dama. Alla fine, vi incastrerete sopra questa.” E diede al fabbro anche un ciondolo che portava al collo, nel quale era incastonata una meravigliosa pietra preziosa rossa come il tramonto dopo una tempesta. Walcott prese i tre oggetti preziosi e dopo un inchino si diresse nella sua fucina. Nel frattempo il vecchio prete e Yreen addobbarono l’altare con alcuni lunghi veli bianchi, sistemando poi delle rose davanti alla statua della Vergine col Bambino. Yreen, dopo aiutato il prete con questi preparativi, raccolse alcuni fiori nel campetto davanti alla chiesa e li preparò in un delicato mazzetto da dare ad Altea. Poco dopo Walcott tornò con l’anello nuziale. Era semplice nella sua forma, ma la meravigliosa pietra rossa incastonata rendeva i riflessi aurei di quel gioiello simile a quelli che lascia l’aurora boreale nei cieli del Nord. “Tutto è pronto figlioli…” disse il prete ai due amanti. Così, in quella piccola chiesa, tra le silenziose scogliere del Sud dell’Inghilterra, sotto gli occhi dei due testimoni e quelli della statua della Vergine col suo Bambino, il vecchio prete unì in matrimonio Carrinton ed Altea.
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09-11-2011, 02.54.34 | #1056 |
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“Ottima idea, capitano.” Esclamò compiaciuto Missan a quelle parole di Lancelot. “Così terremo sotto controllo il patibolo. Cosa ne pensi?” Chiese voltandosi verso De Jeon.
“La sicurezza ed il successo dell’esecuzione spettano a voi.” Rispose questi. “Dunque mi affido completamente al vostro piano. Ovviamente mi attendo di veder rotolare, oltre alla testa del chierico, anche quella di quel maledetto inglese.” “Non temere, non falliremo.” Fissandolo Missan. “Questa sarà l’ultima avventura del nostro Giglio Verde.” “Ovviamente non ci sarà alcun monaco sul patibolo.” Fece De Jeon. “Anche volendo, non ci sono più chierici in attività in questo paese.” E lui e Missan si abbandonarono ad una risata che sapeva di trionfo. “Al suo posto ci sarà invece un notaio, pronto a convalidare l’avvenuta sentenza del Tribunale del Popolo.” Aggiunse De Jeon. “Questo cambia poco il nostro piano.” Disse Missan. “Col saio o con la toga, poco importa. Sotto quegli abiti ci sarà comunque un nostro soldato. Capitano, andate pure verso la caserma, dove potrete radunare i soldati che vi sembreranno più adatti e pronti a seguire ogni vostra direttiva.” Aggiunse poi rivolgendosi a Lancelot. “Mi raccomando, occupatevi personalmente di ogni aspetto di questa operazione. Tutto deve essere perfetto.”
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09-11-2011, 03.03.18 | #1057 |
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Un’ombra attraversò il volto di Cavaliere25.
La paura per quelle parole di Hagus sembrava averlo immobilizzato. L’uomo teneva i suoi occhi in quelli di Cavaliere25. Per un istante indefinito dominò il silenzio in mezzo a loro. Poi la risata di uno quegli zingari scatenò le risate di tutti gli altri. “Sei colpevole di aver servito un assassino come Missan e di aver partecipato al rapimento di una donna innocente.” Disse Hagus. “E per la legge inglese sarai appeso con un cappio al collo.” Ed uno di quegli zingari scimmiottò il rumore di un collo che si spezza. “Ma noi non ti consegneremo alla legge…” continuò Hagus “… no, noi ti giudicheremo senza tirare in ballo magistrati e giudici… e la tua condanna sarà infinitamente peggiore.” Tutti gli zingari esultarono. “A meno che…” fece Hagus fissando uno spaventato Cavaliere25 “… tu non decida di abbandonare Missan e ti aiutarci in questa missione… rinneghi dunque quell’assassino del tuo padrone?”
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09-11-2011, 03.39.48 | #1058 |
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Essien fissò vagamente incuriosito Talia.
“Non immaginavo ti interessasse questo genere di cose…” “E’ per la parata, Essien.” Disse Fantine, ancora intenta a sistemare i costumi per lo spettacolo. “Soldati che sfilano in uniformi e in sella a bianchi cavalli. E poi la capitale in festa. E’ ovvio che la nostra Talia ne sia attratta. E’ una ragazza. Non è mica un rudere come noi due.” “Oh, ma voi siete un fiore, madame.” Sorridendo Essien e mostrando un vistoso inchino verso Fantine. “Farò finta di crederci, mio troppo cortese Pantalone.” Rispose la donna. “Su, lascia andare Talia a quella parata.” “E sia, ma mi raccomando, signorina.” Fece Essien, fissando Talia con un atteggiamento che, dallo scherzoso di un attimo fa, era diventato paterno e severo. “Non dare confidenza a nessuno di quei soldati ed evita di assistere allo spettacolo da posti appartati e poco frequentati.” “La piazza sarà stracolma, Essien!” Esclamò Fantine. “Non ci sarà un posto isolato o libero nemmeno a pagarlo!” “La prudenza non è mai troppa.” Sbottò Essien. “Però non voglio che tu ci vada da sola… accidenti, Tafferuille è già lontano…” fissando la strada che conduceva al centro cittadino, proprio dove si trovava Place des Martyrs “… dov’è Renart? Renart!” Chiamò il capocomico. “Non c’è.” Rispose Gobert. “Credo sia andato in città.” “Che il diavolo lo porti, quel lavativo!” Inveì Essien. “A volte mi chiedo perché continuo a tenerlo nella compagnia! Bah…” scuotendo il capo “… d’accordo, va alla parata.” Disse a Talia. “Magari cerca di raggiungere Tafferuille, così che non sarai sola. Mi raccomando, eh!” Di nuovo con quel suo tono paterno, mentre fissava la ragazza.
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09-11-2011, 09.39.11 | #1059 |
Cittadino di Camelot
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Riprendermi era sempre una gran fatica.....la testa era in piena confusione, ma piano piano incomincia a prendere coscienza........erano i tre uomini che etìrano entrati nella stanza, l'aria era fresca, il luogo sembrava una capanna di quelle che si trovano nei boschi per dare asilo ai viandanti, mi sentivo indolenzita le braccia mi dolevano i miei polsi erano legati....quando qualcuno si accorse che mi ero svegliata, mi porse dell'acqua.....aveva un modo piu' gentile nei miei confronti respetto a gli altri, ma questo non voleva dire che era megli di loro.....bevvi a piccoli sorsi dal mestolo....vicino al capannoc i doveva essere un ruscello...perche' l'acqua era fresca....e il rumore che proveniva da fuori era come di un torrente ben alimentato.....lo vidi tornare con gli altri al tavolo....e mi accordi della borsa....che era posta al centro tra di loro...non era la mia sacca...ma la grandezza era quella del libro.......potevo slegarmi o attivarmi in simbiosi con l'ape e aiutarmi con la magia.....ma questo mi avrebbe messa fuori gioco per qualche giorno, gli uomini erano in tre.....e non sapevo se in quel capanno sarebbero venuti altri compari oppure no.....se solo Emile fosse nei paraggi lui si sarebbe potuto prendere cura di me ......e il libro sarebbe stato al sicuro...ma i se non mi avrebbero aiutata....anche perche' ne' io ne' il libro servivamo a loro loro erano solo dei mandanti.......chi era la persona veramente interessata a noi.....sapeva che doveva mantenere in vita me e l'ape.....o il tutto non avrebbe piu' avuto effetto alcuno..........per una volta decisi di attendere...la magia mi avrebbe stancata.......e l'attesa per lo meno mi avrebbe chiarito l'arcano.......di sicuro mi volevano viva.......".....Scusate se interrompo il vostro diletto....ma vorrei sapere perche' sono qui e perche' sono qui da prigioniera.....e a quanto pare con qualcosa che mi appartiene.........e poi mi stanno facendo male le braccia vorrei essere slegata......tre uomini possono bastare a tebere d'occhio una sola donna...."...
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09-11-2011, 13.31.24 | #1060 |
Cittadino di Camelot
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Soddisfatto che il mio piano abbia riscosso un buon successo presso Lord Missan e De Jeon, assecondo le parole del mio signore accomiatandomi con il saluto marziale, e muovendo i miei passi verso la caserma.
Molti soldati erano degli della mia fiducia, ma solo pochi potevo chiamare "amici". Figli genuini della rivoluzione, ognuno di loro aveva patito perdite o soprusi per mano del clero o dell'aristocrazia, le due metastasi che per secoli hanno afflitto il ventre altrimenti florido della nostra nazione. Il lodo odio nei confronti di tutto ciò che tali caste rappresentano è fiero e indomabile, e ciò vale più di qualunque promessa, di qualunque ideale, e di qualunque giuramento. Tredici uomini, questo è il numero di cui abbisogno. Tre uomini per ogni lato del patibolo, nelle primissime file dinnanzi ad esso, sporchi e consunti, in abiti stracciati, mischiati in mezzo alla folla a urlare le peggiori e più turpi delle nefandezze. Perfettamente camuffati nei modi e nel vestiario del popolino infuriato. Ognuno di loro, armato di spada sotto la lurida cappa infangata e di coltelli corti da mischia. Sul patibolo, il notaio sarà il tredicesimo, il miglior tiratore fra loro. La sua balestra celata sotto la sua toga saprà far giustizia della mia eventuale caduta, quale che sia la distanza. "Uomini, compagni, rivoluzionari, amici miei. La giornata di domani non rappresenterà soltanto l'ennesima occasione di far giustizia di un torto subito, ma darà per una volta a noi la possibilità di essere gli artefici della definitiva sconfitta di tutto ciò che odiamo: il privilegio, la disuguaglianza, il sopruso, l'oligarchia. Ho scelto voi perché più di ogni altro avete sofferto, e più di ogni altro saprete quindi ricordare, e riuscire in quest'impresa. Ecco i vostri ruoli." Così parlando, poso sul tavolo un foglio bianco riportante la mappa del patibolo, la distribuzione della folla e le vie di accesso e di uscita alla piazza. Spiego a ognuno dei miei tredici uomini il suo ruolo, e come portarlo a termine. La logica è impeccabile, il piano perfetto. La ragione trionfa sulla paura e sulla fede, e noi prevarremo.
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