27-11-2012, 17.45.49 | #1071 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai le parole di Blind ed arrossii violentemente...
"Vi sbagliate!" dissi allora, seccamente, voltandogli le spalle e allontanandomi di qualche passo "Sì, vi sbagliate... e di molto anche!" Esitai... le mani mi tremavano, così le strinsi per fermarle... "Forse..." soggiunsi poi, con un piccolo sospiro "Forse quanto dite è stato vero un tempo... molto, molto tempo fa. Ma oggi... oggi per lui non è più così. Ed è stato lui stesso a dirmelo. Poco fa, quando sono corsa sul ponte per pregandolo di non fare quella pazzia, per implorandolo di non sbarcare, di non avvicinarsi neanche alle coste di Las Baias... ebbene, è stato allora che ha chiarito la sua posizione ed il suo pensiero con assoluta chiarezza!” La voce mi tremava per il dolore, ma cercai di controllarla. L’aria era cupa ed umida, quella mattina... una densa foschia nascondeva l’orizzonte e solo a tratti era possibile scorgere le coste di Las Baias, sempre più vicine, oltre i banchi di nebbia. Avanzai lentamente sul ponte... incerta... chiedendomi come fossi finita lassù... ero stata chiara dopo tutto con Blind, pensai... chiara quanto Guisgard lo era stato con me... Eppure ero lì, ora... e non riuscivo a togliermi dalla mente quel suo folle proposito... sbarcare... sbarcare con noi... ma perché? Esitai ancora... guardandomi intorno... ed allora lo vidi. Se ne stava da solo sul castello di prua, scrutando quell’orizzonte incerto... Mi avvicinai, dunque, silenziosamente alla scala che conduceva lassù... ma, prima di iniziare a salirla, mi bloccai... rimasi per molti minuti immobile, osservandolo in silenzio... poi, lentamente, presi a salire... fino a giungere esattamente alle sue spalle. “Io e Blind siamo pronti!” mormorai, chiedendomi se avrei avuto il coraggio di dire altro, chiedendomi se per lui fosse davvero così semplice “Siamo ai tuoi ordini...”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
27-11-2012, 18.42.15 | #1072 |
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Il cielo.
Cupo, inquieto, tormentato, attraversato dall'inclemente sibilo del vento che assomigliava ad un tetro lamento. Forse il lamento di tutte quelle vittime cadute nelle acque di Las Baias sotto i colpi della spaventosa arma del governatore. Ma non solo il cielo appariva così sconvolto e tumultuoso. Lo era anche l'animo di Guisgard. Il pirata fissava il mare, mentre pian piano il crepuscolo, ormai prossimo, disegnava la forma della costa lungo l'orizzonte. La Santa Rita tagliava le onde, come se avesse una gran fretta di giungere a destinazione, incontro alla sua sorte. “Forza, amica mia...” disse fra sé Guisgard, come se stesse parlando con la sua nave “... raggiungi presto Las Baias... avanti, non farmi attendere oltre...” Ad un tratto, però, quella voce lo destò dai suoi pensieri. Si voltò di scatto e la vide. Talia era lì, davanti a lui. Bella come non mai. Forse, se possibile, ancor più bella di tutti le volte in cui l'aveva sognata. Più bella, proprio ora che sembrava così irraggiungibile. “Bene...” mormorò il corsaro “... ho già dato disposizioni sul nostro sbarco... sarò io ad accompagnarvi a Las Baias...” la sua voce appariva decisa “... solo due cose... vorrei chiedervi scusa per il mio comportamento di prima nella mia cabina... ero... si, ero nervoso e del tutto soggiogato dalla vostra bellezza... non sono abituato a donne che mi resistono... a Portuga o a Cappellas, le donne che frequentano i pirati e banditi come me” sorrise beffardo “si concedono facilmente, bastano qualche moneta o poche pietre preziose... devo dunque chiedervi scusa... fortunatamente per voi questo increscioso fatto non accadrà più...” quel sorriso scomparve di colpo “... e poi...” ad un tratto il vento cessò e un lampo squarciò le nubi “... prima di scendere da questa nave voglio che mi riveliate la verità... voglio sentirvi dire che mai mi avete amato... mai avete provato amore per me... ditemelo... ditemelo ora!” Un tuono rimbombò ovunque intorno a loro. "Il fantasma di quell'amore mi ha tormentato ogni giorno ed ogni notte... e stanotte voglio liberarmene..." le afferrò il braccio "... voglio la verità! E voglio sentirla dalla tua voce! Dimmi che mai mi hai amato!" E un'intensa pioggia cominciò a cadere sulla Santa Rita.
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27-11-2012, 19.11.18 | #1073 |
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Storm prese il foglietto e lesse con attenzione, mentre Elisabeth piangeva sulla catenina di Ingrid.
“Dice poco questo biglietto...” disse Storm “... parla di un luogo per un appuntamento... sembra una locanda... Puerto Baias... forse questi due dovevano incontrare qualcuno laggiù...” si voltò verso Elisabeth “... ora basta disperarsi... per farlo c'è sempre tempo nella vita... dobbiamo andare a quella locanda.” “Ed io cosa farò?” Chiese la ragazza prigioniera. “Te ne tornerai a casa tua.” Rispose Storm. “E in futuro scegli con più attenzione i tuoi amanti.” E la liberò dalle catene.
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27-11-2012, 19.27.14 | #1074 |
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Mi afferrò il braccio con forza... e poi quelle parole dure, decise...
Poi silenzio. All’improvviso una densa e fitta pioggia cominciò a cadere, ma io non ci badavo più... non la sentivo neanche... I miei occhi erano larghi, fissi nei suoi... e faticavano a contenere lo stupore, la sorpresa, lo sconcerto per ciò che avevo udito... “Come...” mormorai poi, la voce bassa e dolorosa “Come puoi dire questo? Come puoi anche solo averlo pensato? Come?” Esitai per molti minuti... incerta e spaventata... tremando sempre più violentemente... “Non mi importa ciò che vuoi sentirti dire!” dissi ad un tratto, quasi con rabbia, abbassando lo sguardo “Non mi importa quello che la tua coscienza ed il tuo orgoglio vogliono che ti dica... ma io non ti mentirò! Non posso... perché la verità è un’altra, la verità è che tu eri tutto per me... lo capisci? Tutto! E la verità...” soggiunsi, rialzando caparbiamente lo sguardo ed arrossendo appena di fronte al suo “La verità è che lo sei ancora! Sei tutto ciò che vorrei, tutto ciò che desidero... lo sei sempre stato e, probabilmente, lo sarai sempre! Ed è per questo che non voglio che tu sbarchi, lo capisci? Non voglio che tu corra un simile rischio, non voglio che ti catturino, non voglio che tu sia al tiro delle loro spade o dei loro cannoni... non voglio perché io sono innamorata di te... e morirei se ti accadesse qualcosa!” Sostenni il suo sguardo per molti minuti... non capivo cosa c’era esattamente in quello sguardo, c’erano così tante sensazione che non riuscivo a decifrarne nessuna... e ne ero spaventata... e ne soffrivo... “Perché non riesci a capirlo?” mormorai infine, abbassando tristemente lo sguardo “Perché?”
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27-11-2012, 19.37.26 | #1075 |
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Lin fissò quella scena di morte e distruzione.
“Sono dei mostri...” disse “... inumani assassini...” strinse i pugni per la rabbia “... non posso accettare tutto questo...” e corse verso il porto. Corse fino a raggiungere le guardie sul molo. “Voglio parlare con sua eccellenza!” Fissando i militari. “Non si può passare.” Rispose uno di quelli. Lin allora tentò di passare con la forza, ma i soldati lo spinsero a terra, per poi puntargli contro i fucili. “Cosa succede?” Arrivando Musan. “Questo voleva passare senza permesso.” “Chi sei?” Chiese Musan a Lin. “Sono il maestro scelto da sua eccellenza.” “Un uomo di lettere” fece Musan, per poi estrarre la spada “non impone mai la sua presenza con la forza...” e gli puntò contro la sua spada, mentre Lin lo fissava con rabbia.
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27-11-2012, 19.48.17 | #1076 |
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Las Baias, perfetto. Guerenaiz e Parsifal erano partiti sicuramente da lí.
Sorrisi all'uomo e annuii con un cenno. Poi mi voltai verso Parsifal che, nonostante le domande, se ne stava zitto. Gli lanciai un'occhiata impaziente, non potevamo assolutamente permetterci di perdere tempo. Così, mi avvicinai a lui e gli sfilai la sacca con le monete, scuotendo la testa : "..scusa, caro ma non abbiamo tutta la notte...". Aprii la sacca, aveva ragione, non avremmo avuto problemi. "..dunque, marinaio.." Dissi guardando l'ultimo uomo che avviva parlato ".. Venti fiorini possono bastare?". Consegnai di nuovo la sacca a Parsifal. |
27-11-2012, 19.52.47 | #1077 |
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Lo seguii...non ragionava..perchè lo aveva fatto..che dovevo fare? Ero divisa tra due decisioni...lasciar perdere per salvare me stessa..o salvare il maestro ma farmi scoprire e sarebbe stata la fine per me..il Governatore mi avrebbe riportato a casa..no...se mi fossi ribellata.
Uscii allo scoperto..."Sir Musan...riponete quella spada e non minacciate..il mio maestro" dissi con rabbia.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
27-11-2012, 19.59.39 | #1078 |
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“Si...” disse la donna a Cheyenne “... oggi è il giorno in cui scambierò te con il mio amato. Sarai condotta in un luogo e barattata con l'uomo che amo. Il tuo nuovo padrone ti avrà e libererà colui che ha rapito, ossia il mio amore.” I suoi occhi erano glaciali. “Partiremo fra un'ora. Preparati.”
Un'ora dopo tutto era pronto per la partenza. Cheyenne salì in una carrozza, in cui c'era anche la donna e lasciarono il maniero. Dopo qualche miglia, Cheyenne vide in lontananza una ricca villa coloniale.
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27-11-2012, 20.01.41 | #1079 |
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Dice poco, in quel momento per me tutto diceva niente, anche quel maledetto foglietto......" Io non sono una piccola frignetti.....mi sembra di avervene dato prova....e adesso possiamo andare alla Locanda...."....asciugai le lacrime con la manica del saio e misi al collo la croce.....uscii fuori dalla cella prima di Storm e prosegui sino a fuori, pensava forse che ero una ragazzina dalle lacrime facili....e senza voltarmi dissi...." Non piangero' piu' per nessuno non preoccupatevi......".....
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27-11-2012, 20.37.40 | #1080 |
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Guisgard ascoltò le parole di Talia, mentre la pioggia continuava a cadere su di loro.
I capelli di lei avvolgevano il suo viso e gocciolando imperlavano il suo volto, rigandolo come piccole lacrime screziate d'ambra. Le labbra erano leggermente dischiuse e il loro vermiglio sembrava riflettersi sul chiarore del suo viso. Guisgard la guardava e sentiva il cuore battergli forte. La sua anima sembrava gridare e vibrare a quelle parole di lei. Parole sognate e desiderate in infinite notti trascorse a tormentarsi tra ricordi, illusioni e timori. Allora la sua mano, che stringeva ancora il braccio di lei, spinse a sé la ragazza. I loro occhi furono allora vicinissimi ed ancor più le loro labbra, fino a sfiorarsi e poi a congiungersi in un lungo ed appassionato bacio. I loro corpi furono l'uno contro l'altro e i vestiti bagnati facevano sentire i loro cuori, l'uno sull'altro, fino ad unirsi nel medesimo battito. Le mani di Guisgard scivolarono e accarezzarono a lungo il corpo di Talia, fino a quando lui la prese fra le braccia e lasciarono il ponte, ormai alla mercé della pioggia e del vento. Si ritrovarono nella cabina di lui, tra lenzuola di Persia e cuscini di broccato. Avvolti nella seta più luminosa e preziosa. L'uno nelle braccia dell'altra.
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