12-03-2012, 01.31.38 | #1081 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth aveva appena finito di parlare ad Isolde, quando la regina si alzò di scatto e la fissò.
“Milady!” Disse ad Elisabeth. “Siete stata chiamata solo per esprimere un parere su messer Goz! Le vostre idee e convinzioni su cose astratte e fiabesche non interessano questa corte! Forse voi del popolo potete permettervi di sbandierare pensieri sdolcinati e fantasiosi su tante cose che hanno per secoli riempito libri, dare sfogo alle illusioni più sfrenate per abbellire ed animare l’esistenza umana! Ma chi governa un regno e guida un popolo non può permettersi di abbandonarsi a simili sogni! Anzi, questa terra già una volta ha sofferto questa mania, questa debolezza che attanaglia le umane miserie, col subdolo intento di volerle consolare! Siete straniera e per questo sarete perdonata, ma badate che è nostro compito difendere la verità e la felicità della gente di Tylesia! Dunque vi proibiamo di spargere ancora simile veleno in queste terre!” Il suo volto era attraversato da una rabbia e un odio non comuni. Una rabbia e un odio fortissimi, capaci di mutare il volto della sovrana che fino ad oggi si era mostrato si alterò e impenetrabile, ma anche luminoso e compassionevole. Ora invece gli occhi della regina apparivano ardenti di un sentimento implacabile ed immutabile, che sembrava rivelare un qualcosa di appassito, di sfiorito, reso sterile da un vento inesorabile che soffiava, giunto chissà da dove, senza sosta nel suo animo. Fissò per qualche altro istante Elisabeth, poi scosse il capo e si ritirò. “Forse hai perso il favore della nostra regina, cara Elisabeth…” sussurrò Isolde all’orecchio della maga dei boschi. “Siete straniera e non potevate sapere…” disse Berengario ad Elisabeth “… venite, vi narrerò dell’ordine universale e razionale che domina a Tylesia…”
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12-03-2012, 02.32.57 | #1082 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Daniel sembrava esserci riuscito.
Forse era davvero riuscito col suo spirito, con tutto il suo essere, a penetrare la più profonda essenza di quella corazza. Ad un tratto avvertì qualcosa. Un’inquietudine ed un turbamento nell’aura verde scintillante che lo avvolgeva. Daniel avvertì delle voci confuse. “Sta accadendo qualcosa…” disse Giada. Un attimo dopo Daniel si ritrovò in un altro posto. Era davanti al palazzo reale di Tylesia. Un istante dopo un gruppo di individui, armati di forconi e zappe, aggredì alcuni soldati che sorvegliavano l’accesso. “In città” fece Giada “stanno scoppiando dei malcontenti… la gente comincia a non resistere più all’assedio che attanaglia Tylesia… tu, come Cavaliere Verde hai il dovere di intervenire per difendere la corona… starà a te decidere come agire… puoi massacrare quella gente o risparmiarla… sta a te decidere come difendere il palazzo reale… vai, Daniel… così scopriremo quanto riesci a sfruttare la tua corazza… ma bada che se non sarai concentrato, avrai la peggio…”
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12-03-2012, 02.39.14 | #1083 |
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Fyellon fissò Altea e sorseggiò poi dell’altro vino dal suo bicchiere.
“Sembra che abbiate vissuto dei momenti tutt’altro che noiosi e scontati, milady, in quel palazzo.” Accennò un lieve sorriso. “Perdonatemi, ma non posso evitare di rivelarvi come voi ora mi apparite… vi vedo e vi immagino come una di quelle eroine, tra il romantico e l’avventuroso, che animavano le commedie di Plauto e di Terenzio… eroine che un fato ostile rendeva schiave, cortigiane, orfane, naufraghe e rapite da briganti o pirati… ma che poi, puntualmente, la fortuna rendeva felici attraverso un incontro speciale, una verità rivelata o la scoperta di un qualche tesoro…” sorseggiò altro vivo e tornò a fissare Altea “… pare che abbiate vissuto un gran numero di avventure e provato svariate sensazioni in quel palazzo, milady… e il vostro racconto mi ha incuriosito e affascinato non poco… voglio farvi una proposta… andiamo insieme al palazzo, visto che cerco un impiego… mi presenterete voi stessa alla corte, dicendo che siamo vecchi amici, o magari cugini… così, vedendovi accompagnata da un cavaliere, ci penseranno bene prima di importunarvi ancora… vi piace l’idea?”
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12-03-2012, 11.27.48 | #1084 | |
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“Si...” risposi con un sorriso “Ho dormito... bene! Vi ringrazio!” Per un attimo il ricordo di quel sogno affiorò ancora alla mia mente... mi passai però delicatamente una mano sulla fronte e mi convinsi a metterlo da parte, almeno per il momento. Per qualche altro istante rimasi immobile, assaporando quella gradevole sensazione intorno a me: il profumo del pane appena sfornato che saliva dal piano di sotto, le coperte calde e soffici, la luce che entrava dalla finestra e che sentivo sfiorarmi la pelle... poi, con un piccolo sospiro, scostai la coperta e mi alzai... Non avevo difficoltà a stare in piedi, né a muovermi... feci qualche passo cauto verso la fonte di luce e ben presto le mie dita incontrarono il vetro chiuso della finestra... lo spinsi, dunque, e la aprii, respirando l’aria fresca della mattina. “E’ una bella giornata, oggi... vero?” chiesi, voltando le spalle alla finestra e tornando a fronteggiare la donna sulla soglia “Sapete... la casa in cui sono cresciuta si trova in mezzo ad un bosco e nelle mattine simili a questa la luce che entrava dalla mia finestra era verde e limpida... le cime degli alberi frusciavano, mosse da un vento tanto leggero che soltanto loro riuscivano a cogliere... e talvolta c’era un tale, sereno silenzio che riuscivo quasi ad udire il rumore dell’erba che cresceva...” Sospirai... “Qui avverto la stessa sensazione...” proseguii dopo un momento “La luce che entra da questa finestra è vagamente verde... per via i boschi, forse, e le colline che si stendono a perdita d’occhio... Sì, sento il profumo dell’erba tenera bagnata di rugiada... e del grano che coltivate... e poi... non so... lavanda, forse! Avete dei cespugli di lavanda qui fuori... è così?” un vago sorriso mi increspò le labbra per un istante “Siete fortunata, signora... vivete in un bel posto!” Silenzio accolse le mie parole... ed io, di nuovo, sorrisi. Era curioso ciò che mi stava accadendo... da quando non potevo più a vedere, infatti, era come se gli altri miei sensi si fossero affinati... riuscivo a percepire ciò che mi stava intorno... forse, per assurdo, riuscivo a ‘vedere’ meglio ora di quanto non avessi mai fatto. “Sapete...” dissi, avviandomi a piccoli passi verso la porta “Avete ragione: ho davvero fame!” Con circospezione e urtando solo leggermente una sedia ed il bordo del letto, raggiunsi la porta e tesi una mano verso la donna... “Mi piacerebbe scendere di sotto a mangiare!” affermai “Ma non credo di essere in grado di fare le scale da sola... vi sarei dunque grata se mi aiutaste!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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12-03-2012, 14.58.07 | #1085 |
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Ascoltai con attenzione le parole del cavaliere, egli notavo era proprio un adulatore, ma certo non mi sarei lasciata trascinare da delle parole amorevoli, per conquistare la mia amicizia ci voleva ben più...però era giusto anche aiutarlo visto era uno sconosciuto a Tylesia come me...e quindi pensai di accettare "D'accordo..sir Fyellon...anzi Fyellon...se siamo cugini, allora dobbiamo chiamarci per nome. Diremo che siete venuto a cercarmi poichè avete saputo che ero partita e non si sapevano mie notizie, e l'unica cosa che sapevate era che...avevo preso un battello per andare lungo le foci del Calars". Mi alzai e feci cenno a Fyellon di seguirmi.."Fate presto, dobbiamo parlare con Sir Reas".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
12-03-2012, 16.05.32 | #1086 |
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un cavaliere dissi ce e mi dice che non sono riuscito a trovare un clerico per far dire una messa e a detto di destarmi se no mi viene a prendere lui cosa sta accadendo padre non riesco più a capire sto diventando forse pazzo domandai tutto intimorito da quelle parole di quel cavaliere
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fabrizio |
13-03-2012, 01.26.45 | #1087 |
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Fyellon sorrise ad Altea ed annuì.
Lasciò poi delle monete sul tavolo e con la ragazza uscirono dalla locanda. Percorsero un tratto della strada che dava al palazzo, quando grida e schiamazzi attirarono la loro attenzione. “Cosa succede?” Sorpreso Fyellon. “Sembra che questo chiasso arrivi dalla fine della strada… aspettatemi qui, vado a dare un’occhiata…” e si allontanò. Qualche istante dopo, Altea cominciò a sentire delle voci. “Presto, al palazzo!” Gridava qualcuno. “Attaccheremo i magazzini con le scorte! Non vogliamo vedere i nostri figli morire di fame!” Ma appena quel gruppo di persone raggiunse Altea, uno di loro cominciò ad urlare: “Guardate questa donna!” Indicando proprio Altea. “E’ abbigliata con vestiti degni di una corte! Forse è proprio una delle dama di compagnia della regina!” “O magari una nobildonna!” Fece un altro. Allora, con fare minaccioso, circondarono Altea. Erano tutti armati con bastoni e forconi.
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13-03-2012, 01.32.45 | #1088 |
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Padre Nicola, a quelle parole di Cavaliere25, guardò di nuovo la selva.
“Io non vedo niente, ragazzo…” disse il chierico “… hai forse le allucinazioni?” Fissò allora Cavaliere25, poi i suoi occhi caddero sulla piccola cappella scavata nella roccia. “Forse queste visioni ti sono date da…” continuò padre Nicola “… resta qui e non fare nulla, ragazzo…” ed entrò nell’apertura della roccia. Intanto, nella selva, quella spaventosa creatura che minacciava il boscaiolo sembrava essere sparita. Ad un tratto, però, Cavaliere 25 vide qualcuno avvicinarsi. Era la misteriosa figura che gli aveva parlato poco prima chiedendogli un chierico per celebrare una Messa.
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13-03-2012, 02.06.19 | #1089 |
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“Si, nella campagna circostante” disse la donna dopo aver preso sottobraccio Talia “la lavanda tinge i campi con i suoi colori ed ingentilisce l’aria col suo profumo.” Scesero le scale. “Siete davvero nobili e cortesi voi e vostro fratello, milady.” Sorridendo. “Appartenete all’aristocrazia, vero?”
“Seora, non impicciarti sempre degli affari dei nostri clienti!” La riprese il marito, una volta che le due furono al pianterreno. “Non ci vedo nulla di male!” Replicò la donna al marito. “Cosa vuoi saperne tu?” Lui scosse il capo. “Piuttosto” continuò la donna “servi del pane appena sfornato e del latte caldo sul portico! E’ una bella giornata e la nostra bella dama farà colazione sotto il Sole! Dov’è il cavaliere?” “Credo nelle stalle.” “Ecco, prendete posto qui, milady…” disse la donna aiutando Talia a sedersi ad uno dei tavoli all’aperto “… io andrò a chiamare vostro fratello per la colazione…” Ad uno dei tavoli vicini, tre studenti discutevano fra loro. “Se Iddio Onnipotente” cominciò lo studente di Filosofia “avesse voluto racchiudere la Gioia e la Felicità con fattezze di questo mondo, quale delle cose terrene avrebbe scelto?” “Di sicuro un fiore!” Rispose quello di Teologia. “Sono d’accordo…” annuì quello di Retorica “… ma quale fiore tra le infinite specie che animano il Creato?” “Un fiore particolare, che non appassisca.” Fece il Teologo. “Non esiste un fiore simile.” Scuotendo il capo il Filosofo. “Allora un fiore a cui sopravvivano i petali.” Fissando gli altri due quello di Retorica. “Una rosa.” Sorridendo quello di Filosofia. “Essa è la regina tra i fiori.” “Troppo solenne e scontato.” Obbiettò il Teologo. “Iddio non ama gli eccessi. Per questo volle far nascere Suo Figlio il Redentore in un’umile stalla. Io dico un giglio, perché è puro e immacolato. Come l’animo dei beati.” “Ma se si parlava di petali” guardandoli quello di Retorica “allora vi è un solo fiore capace di conservare consensi e verdetti tra i suoi… una margherita, senza alcun dubbio.” In quel momento due zingari, un ragazzo e una ragazza, si avvicinarono ai tavoli. Lui suonava un flauto, mentre lei vendeva spille ai clienti. “Se fosse così semplice, amici miei…” disse lo zingaro ai tre studenti “… sarebbe già stato colto quel fiore. Non vi pare?” I tre lo fissarono. “Secondo me si tratta di un fiore unico…” continuò lo zingaro “… immutabile ed eterno, eppure capace di confondersi con i sogni di ogni uomo… dalle fattezze ultraterrene dunque e per questo introvabile…” “Sei forse un poeta?” Domandò lo studente di Teologia allo zingaro. “E chi non lo è, messere?” Ridendo lo zingaro. “Per essere poeta basta un cuore e una donna che lo faccia pulsare in eterno. Volete darmi una moneta per qualche mio verso? Io e mia sorella” indicando la zingara che era giunta con lui “ci guadagniamo da vivere vendendo la nostra arte per le strade.” “Volete acquistare una delle mie spille, milady?” Avvicinandosi la zingara a Talia. “Vi farò un prezzo di favore. Stamani ne ho fatte tre… scegliete quale più vi aggrada…” e pose davanti alla ragazza tre spille fatte con paste vitree colorate, raffiguranti, rispettivamente, una rosa, un giglio e una margherita.
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13-03-2012, 09.20.48 | #1090 |
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Fyellon pagò il conto e uscimmo dalla locanda in direzione del Palazzo, fuori vi era una quiete insolita, stavo in silenzio quando fu interrotto da delle voci concitate. Il cavaliere mi disse di aspettare e in avanscoperta andò a controllare cosa stesse succedendo, aspettavo ma non tornava, quando mi vidi accerchiata da degli uomini...parlavano di fame, miseria e assalto al Palazzo. Poi vennero verso di me, inveivano ancora...puntando il dito su me, giudicandomi senza conoscermi e credendomi una cortigiana per quei vestiti che indossavo dati in prestito, forse, quando prima arrivai con miseri stracci...."Per favore, datevi una calmata. Io non sono una dama o cortigiana del Palazzo, sono una umile persona come voi e non posseggo nulla..che succede? Fyellon dove siete?" urlai chiamando il cavaliere in soccorso.
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