19-07-2019, 14.47.47 | #101 |
Cittadino di Camelot
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Osservai gli uomini che scendevano dalla turbodiligenza, penultimo fu il parroco e poi un giovane uomo, mi chiesi chi potesse essere il latifondista e se non era vi era uno scienziato o qualcosa del genere.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
19-07-2019, 20.46.43 | #102 |
Cittadino di Camelot
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Non è che questo pianeta fosse proprio come me l’aspettavo.
La pubblicità che spingeva i terrestri ad andare sulla colonia aveva giusto omesso di parlare di certe cosucce che potevano rivelarsi determinanti per la scelta. A meno che la scelta di trasferirsi sul pianeta non fosse stata obbligata come nel mio caso. Dopo tutto il casino della sparatoria, non avevo avuto altra scelta. E anzi, meno male che Leslie aveva quel contatto che poteva imbarcarmi per il pianeta con un documento falso. Qui nessuno mi sarebbe venuto a cercare, poco ma sicuro. Per me non era stato difficile andare via dalla terra, non avevo niente a trattenermi e l’idea di una nuova avventura mi aveva sempre attratto. Ormai erano 15 anni che ero qui, 15 anni in cui avevo dovuto guadaganarmi da vivere in qualche modo, o meglio… nell’unico modo che conosco. Avevo fatto un po’ di tutto, qualche scorribanda, qualche rapina, non ero certo venuta qui per chiudermi in un negozio e sorridere ai clienti, o peggio. Lo avevo anche fatto, per qualche settimana, appena arrivata qui avevo pensato fosse il momento giusto per mettere la testa a posto e avevo trovato lavoro in una bottega che vendeva un po’ di tutto. Ma poi avevo fatto cadere delle boccette, risposto male a qualche cliente, e me ne’ero andata (con tutti i soldi della cassa) prima che potesse licenziarmi. Tempo qualche ora ed ero già lontana. Anche in quel caso, nessuno si era dato briga di cercarmi. Forse perché pensavano fosse opera di qualche bandito. Da lì in poi avevo capito che pianeta nuovo o no, io ero sempre la stessa e non aveva senso cambiare. E poi diciamocelo, questo posto è ideale per gente come me. Bisogna saperci vivere in mezzo a queste rocce, serve gente che schiacci e che non si faccia schiacciare. Così, avevo ripreso in mano la mia vita, e una volta accettato chi ero davvero, tutto mi era andato ancora meglio. Ci sono molti modi di essere un fuorilegge in questo strano pianeta, e tutti passano per l’avventura, il rischio, la vita a contatto perenne con la morte. Tutte cose che mi hanno sempre esaltato. Ma ora comincio ad essere vecchia, non ho più vent’anni, e una vita intera a sparare e scappare comincia a lasciare le sue tracce. È stato per caso che ho scoperto che c’era un modo molto più redditizio per fare soldi, e anche in modo legale. La polizia era così disperata nella ricerca dei banditi da mettere taglie da capogiro sulla loro testa. Beh, con quelle mi ero potuta comprare una propietà, farla fruttare, anche se non me ne curavo mai perché la vita noiosa l’avrei riservata alla mia pensione. Anche se avevo sempre pensato che la mia pensione l’avrei passata in fondo a un pozzo con la testa mozzata. Ma ad ogni modo, non si poteva mai sapere. Buttai della terra sul fuoco che avevo acceso nel bivacco lungo la strada per spegnerlo. Ero in viaggio da giorni, e avevo già rimediato un paio di taglie quella settimana, una buona settimana, dovevo ammetterlo. Ma niente in confronto al pezzo grosso. Il mio taccuino era pieno di linee cancellate, tranne una. Quella restava sempre intonsa, come a ricordarmi quanto non riuscissi a fare. Oh ma l’avrei spuntata, eccome se l’avrei spuntata. Risalii a cavallo e mi rimisi in cammino. D’un tratto, eccola lì, Afrastone. Mancavo da un bel po’ da quella cittadina, era cresciuta parecchio nel frattempo. E lui era lì, le mie ultime informazioni lo dicevano chiaramente. La taglia era pressochè principesca. E sarebbe stata mia. Erano anni che esisteva quella taglia su di lui, era una leggenda, i migliori cacciatori di taglie si erano scannati per averla. Nessuno c’era mai riuscito. Ma solo perché non mi ci ero mai messa io. Sorrisi, nel vedere la città che si faceva sempre più vicina. Dovevo giocare d’astuzia, non mi sarebbe scappato stavolta. Il sole ormai era alto nel cielo e lo spettacolo che si presentava ai miei occhi in quel momento era romantico e unico. Uno spettacolo da far sospirare un animo capace di apprezzarlo. E nonostante tutto, io sapevo apprezzare la bellezza di quel posto, era unico, era un miracolo. Spronai il cavallo e mi diressi al galoppo verso la città, dove avrei cominciato una nuova avventura.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì! |
19-07-2019, 23.56.02 | #103 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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I pistoleri cominciarono a parlare con il nativo, mentre Gen prese a defilarsi, pure restando attenta su quella scena.
"Dunque..." disse il pistelloro di bell'aspetto "... l'oro?" "Noi Rapache" fiero il nativo "siamo guerrieri d'onore e manteniamo la parola data. Il Grande Spirito punisce le menzogne." "Si si, risparmiami la lenzioncina sulle vostre tradizioni..." accendendosi una sigaretta il pistolero "... facci vedere l'oro." "Chi sono questi?" Chiese il pellerossa dopo aver gettato un lungo sguardo sul resto della banda. "I miei compagni..." rispose il bel pistolero "... Monty... Taros... Royg... il mio nome invece già lo conosci, no?" "Si, sei Elv." Fissandolo il nativo. "Perfetto. Tu invece sei Velv." Ridendo Elv. "Bene, ora che abbiamo fatto la conoscenza di tutti direi di passare a cose serie... dov'è l'oro?" "E il gigante di ferro?" Deciso Velv.
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20-07-2019, 00.15.32 | #104 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Scesero tutti dalla turbodiligenza.
Per ultimo un giovane uomo, dall'aspetto distinto, ben vestito, bruno, il volto dai lineamenti gradevoli ed una certa aria di nobiltà nello sguardo scuro ma gentile. Subito Belven, che era con Altea e Goz, andò in contro ai nuovi arrivati, dando loro il benvenuto ad Afrastone. "Molto lieto, sono Minsk." Disse l'uomo scese per ultimo dalla vettura mentre stringeva la mano a Belven. "Spero che da queste parti si possano acquistare buoni pascoli per farci crescere del bestiame." "Qui, signor Minsk, troverete una quantità di terra sconfinata." Ridendo il giudice. "Ha mai visto qualcosa di più grande di questo pianrta?" "Beh, più o meno lo spazio cosmico che ho attraversato per raggiungerlo." Sorridendo Minsk.
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20-07-2019, 00.25.35 | #105 |
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Con la faccia nel vento caldo della prateria, accecata nello sguardo dal Sole alto di Mezzogiorno e forse stanca nel corpo, quanto nella mente, Destresya in sella al suo cavallo intravide in lontananza la sagoma di Afrastone.
La cittadina sorgeva in mezzo al nulla, alla mercè delle strade di lunghe carovane e di un paio di corsi d'acqua che puntavano, oltre la grande prateria, verso i canyon fra le montagne rocciose. La bella cacciatrice di taglie arrivò in città poco dopo la turbodiligenza. Ad accoglierla vi erano alcuni uomini armati, con sul petto la stella di latta che li identificava come gli aiutosceriffo.
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20-07-2019, 00.59.49 | #106 |
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I due cominciarono a discutere circa uno scambio.
Il pistolero, che scoprii chiamarsi Elv, voleva l'oro dal Nativo, Velv e la differenza fra i due era lampante. Poi, ad un tratto, il Nativo nominò un certo gigante di ferro ed io, incuriosita, rimasi ad ascoltare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
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20-07-2019, 01.02.53 | #107 |
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Minsk.. Ecco il nome del latifondista. Sorrisi leggermente ma con indifferenza. Pascoli.. Voleva pascoli.. Ma il territorio dove abitavo io era arido e brullo e ci stava solo una piccola oasi dove alcuni avventurieri si fermavano di tanto in tanto.
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20-07-2019, 01.08.46 | #108 |
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"Prima l'oro" disse Elv al nativo "e poi potrai fare le tue richieste."
"E cerca di non farci innervosire, selvaggio!" Fece Monty. Velv lo guardò con durezza. "Oh, non badare al mio amico Monty, non è cattivo, solo risoluto." Fumando Elv. "Avanti, dacci l'oro ed avrai quanto pattuito." "Mi dai la tua parola?" Fissandolo Velv. "La mia parola?" Divertito Elv. "Ma certo, ci mancherebbe!" Sarcastico, mentre i suoi amici ridevano forte. Gwen, poco distante, ascoltava tutto.
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20-07-2019, 01.12.22 | #109 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Beh, allora mi metterò subito alla ricerca dei pascoli che mi occorrono." Disse Minsk a Belven. "In verità non sono un allevatore, ma a questo punto ho deciso di ricominciare." Sorridendo.
"Saremo lieti di aiutarvi." Annuì il giudice. "Magari troveremo per voi una guida esperta." Poi gli presentò iil nuovo sceriffo Goz ed Altea, che lavorava nel cybersaloon. "Molto lieto." Minsk gentile e solare nello stringere la mano a Goz e poi baciare quella di Altea.
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20-07-2019, 01.25.08 | #110 |
Cittadino di Camelot
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L'armistice iniziò a scaldarsi e i due rischiavano di arrivare ai ferri corti.
Quell'Elv non sembrava intenzionato a rispettare la parola, si vedeva che era inaffidabile ed io ero sempre curiosa di capire cosa fosse questo gigante di ferro. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
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