28-09-2012, 17.49.53 | #101 |
Cittadino di Camelot
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Sbuffando entrai nella stanza.."Queste Isole Flegee sono una noia, mi divertivo di più a Camelot, Odette..non guardare fuori..è meglio farsi gli affari propri..e quando troverò marito e soprattutto fare i convenevoli al Governatore".
Mi sedetti sul letto e dissi alla balia che poteva andare nella sua stanza ed ero molto stanca. In effetti, la curiosità di vedere cosa riservasse la città era forte, aspettai che Odette si fosse addormentata, aprii piano la serratura della porta e scivolai lentamente giù per le scale della locanda Rosa dei Venti, volevo solo vedere come era la strada, cosa animava le persone a Las Baias, non poteva essere solo un luogo dove aver paura a ogni minimo movimento.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
28-09-2012, 18.35.32 | #102 |
Disattivato
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Ero salva, pensai. Ce l'avevo fatta. Non avevo dimenticato tutto, infondo.
Respiravo affannosamente cercando di recuperare le forze. Mi guardai attorno, l'aria era calma e densa nella piccola stanza. Osservai, nella semioscurità, i miei tre salvatori, incapace di proferire parola. Presi la bottiglia che mi porgevano e bevvi avidamente quel liquore caratteristico che stavo cominciando ad apprezzare. Ripresi fiato e ringraziai di tutto cuore quei misteriosi uomini che continuavano a guardarmi con occhi interrogativi e divertiti: "Non sono una semplice ragazza, sono cresciuta in un reggimento di soldati e ho imparato a combattere fin da bambina, per necessità.. ma è una lunga storia" e così dicendo presi un altro sorso di liquore. Mi chiesi dove mi trovavo, avevo corso talmente tanto da dimenticare l'orientamento. Poi pensai a Guerenaiz che mi stava aspettando al molo: aveva visto tutto? avrebbe saputo dagli altri soldati che ero io la misteriosa fuggitiva? E all'improvviso scoppiai a ridere pensando alla faccia che avrebbe fatto il bel capitano sapendo quello che avevo combinato. Alzai la testa verso i miei salvatori che mi guardavano sempre più stupiti "non stanno simpatici nemmeno a voi eh?" con un sorriso divertito. |
28-09-2012, 18.39.27 | #103 |
Cittadino di Camelot
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La sorpresa e lo scontento di mio padre per la scarsa attenzione che gli stava riservando il nuovo Governatore erano evidenti... palpabili, addirittura, nella stanza in cui eravamo stati fatti accomodare nell’attesa che Sua Eccellenza si liberasse.
Ed io, mio malgrado, dovetti ammettere di essere sorpresa e vagamente colpita... non mi ero mai interessata molto agli affari di mio padre e meno ancora a quelli della Compagnia... tuttavia sapevo bene quanto quegli uomini fossero potenti nei nuovi territori delle Flegee, forti di tutti i privilegi e del grande consenso di cui godevano e che gli erano stati concessi dal Re in persona... Pensai, tra me, che questo nuovo Governatore doveva essere un pazzo ad osteggiare così la Compagnia... un pazzo o un intrepido... Sorrisi appena... constatando che comunque, in entrambi i casi, ero molto curiosa di incontrarlo. Finalmente un servitore giunse a dirci che il Governatore era pronto a riceverci...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
28-09-2012, 19.20.29 | #104 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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In una grande sala rettangolare, ammobiliata con un deciso e sfarzoso cattivo gusto, tappezzata con parati dal sapore esotico, tende color porpora e arazzi di mussola del Madagascar, con seggiole e mobili d'ebano trattato con ottone, una figura anonima, dai modi bizzarri e dalle movenze teatrali, stava fissa davanti a tre parrucche incipriate.
“La bianca fa troppo giudice” disse fissandole “e quella scura... non so... mi sembra più adatta ad un circolo aristocratico... e qui di certo non ve ne sono, ahimè... voi cosa ne dite, caro ammiraglio?” Era un uomo di bassa statura, dai lineamenti anonimi e con qualcosa di tremendamente borghese nell'espressione di un viso che tradiva un vistoso pallore, abituato com'era a vedere poco la luce del Sole. “Forse questa castana...” continuò, prendendo in mano una di quelle parrucche e accomodandosela poi sul capo “... si, decisamente meglio... e poi castano è il colore naturale dei miei capelli...” sbuffò “... ah, disdetta averli dovuti tagliare così corti a causa di quei dannati pidocchi! Come si può vivere in un luogo del genere? Per questo gli indigeni riescono a starci... è una terra adatta agli animali, più che agli uomini!” E si voltò verso l'ammiraglio che invece gli dava le spalle e fissava la baia da una finestra, sorseggiando in piedi una tazza di tè. Era un uomo di corporatura robusta, con i capelli rasati a zero ed un pizzetto folto a dar colore ad un viso dallo sguardo cupo e dall'espressione impenetrabile. Alle sue spalle stava in piedi un servitore dalla pelle scura, immobile e con un vassoio in mano. “Detesto” mormorò l'ammiraglio “chi non è capace di trattare e di sfruttare le risorse della propria terra... anche a voi flegeesi, benchè più vicini alle bestie che agli uomini, la natura ha voluto dare beni e possibilità per poter ambire ad una vita decente... beni capaci di attirare in questi sperduti angoli del globo le nazioni civilizzate... e fra questi doni c'è anche il tè... chissà poi perchè la natura ha voluto donarvi proprio il tè, adatto di certo ad un popolo raffinato e non invece a voi selvaggi...” e si sedette, posando sul tavolino la tazza di tè. “Ah!” Esclamò divertito il governatore, ora ancora più ridicolo con quella monumentale parrucca posta sulla testa. “Egli non ama il tuo popolo, amico mio!” Rivolgendosi al servitore indigeno che stava sempre in piedi con il vassoio tra le mani. “Cosa penseranno i nostri amici inglesi” fece l'ammiraglio, masticando un po' ti tabacco che prese dal sacchetto che aveva in tasca “quando, prima di essere impiccati, chiederanno come ultimo desiderio una bella tazza di tè, tanto per sentirsi un'ultima volta nella loro lercia isola?” E sputò a terra, dopo aver masticato, un po' di quel tabacco. Il servitore, allora, subito si chinò per pulire e lesto l'ammiraglio cominciò a schiacciargli la mano col tacco del suo stivale. “Non è tè questo che ci hai portato...” con disprezzo, mentre premeva sempre più con lo stivale sulla mano del povero indigeno “... è piuttosto acqua calda, solo sporcata appena da un po' d'ambra...” L'indigeno tratteneva a stento un grido di dolore, tutto contratto, com'era, in un'espressione di sofferenza. “Dite che riescono ad avvertire dolore come noi bianchi?” Chiese il governatore all'ammiraglio. “Lo sapremo” rispose questi “quando ci porterà un'altra tazza di tè... se, come credo, sarà decente, allora anche queste scimmie possono sentire dolore quando si tenta di addomesticarle...” In quel momento un altro servitore giunse ed annunciò l'arrivo di Philip Van Joynson e della sua famiglia. A quelle parole, l'ammiraglio finalmente tolse il suo stivale dalla mano del servo, lasciando il poveretto chino a terra per il dolore, mentre stringeva a sé la mano insanguinata. “Vattene ora.” Ordinò a quel miserabile. “Phlip Van Joynson ?” Stupito il governatore. “E chi diavolo è?” “Non rammentate?” Fissandolo l'ammiraglio. “Ah, si...” rispose l'altro “... il mercante... che noia, l'avevo scordato... ma un governatore non può mica ricevere tutti i mercanti di Las Baias!” “Quello che voi chiamate mercante” disse l'ammiraglio “altri non è che la più alta autorità della Compagnia delle Flegee Occidentali in queste terre. Ed è grazie alla Compagnia che voi avete ricevuto questa carica.” Il governatore lo ascoltava in silenzio. “Sarà meglio, allora, accoglierlo come si conviene.” Continuò l'ammiraglio. “Visto che, almeno per ora, è bene tenercelo come amico.” “Io, un governatore, alla mercé di un pugno di commercianti!” Lasciandosi cadere su un grosso seggio. “In che mondo viviamo? Io qui rappresento la corona e il popolo d'Olanda!” “Dite il vero...” replicò l'ammiraglio “... voi qui esprimete la nobiltà e la legge del nostro paese, mentre la Compagnia solo i suoi interessi economici e commerciali. Ma non è il sangue blu che porta avanti le nazioni oggigiorno, ma il denaro. Perchè solo il denaro porta il vero potere. Le teste coronate cadono, mentre l'oro invece dura per sempre.” “Dite purtroppo il vero, amico mio...” insofferente il governatore “... sarò dunque obbligato a far buon viso a questi mercanti...” “Si.” Con un ghigno l'ammiraglio. “Come avveniva nell'antica Roma, tra gli imperatori e il Senato... i senatori infatti, abituati com'erano a reggere da sempre le sorti dell'impero, mal vedevano il nuovo potere militare dei Princeps... per questo l'imperatore Caligola, per denigrarli, nominò il suo cavallo come nuovo senatore.” “Mi suggerite dunque questo?” Ridendo il governatore. “Di nominare uno dei miei cavalli come nuovo membro della Compagnia delle Flegee Occidentali?” “Vi suggerisco solo di attendere.” Rispose il militare. “Attendere... per ora, infatti, attenderemo... evitate dunque di toccare temi scottanti ora che incontreremo il nostro ospite... temi come politica, economia, Inghilterra e Spagna...” “Di cosa allora dovrò discutere con lui?” Confuso il governatore. “Del clima? Del cibo? O delle mie parrucche?” Sorrise. “Si, questo potrebbe essere un argomento interessante... parlerò delle parrucche più in voga in questo momento in Europa. Cosa ne dite?” “Philip Van Joynson...” mormorò l'ammiraglio “... ho già incaricato alcuni dei miei uomini di raccogliere informazioni sul nostro uomo e sulla sua famiglia... fa entrare il nostro ospite.” Ordinò poi al servitore. “Sua eccellenza il governatore è pronto a riceverlo.” E così, Philip, sua moglie Maria e la loro figlia Talia furono ricevuti dal nuovo Governatore. “Ma che piacere incontrarvi!” Fece questi nel vederli e andando loro incontro con la più credibile espressione di entusiasmo possibile. “Finalmente riesco ad incontrare l'uomo più importante di Las Baias! Ma che dico, del Nuovo Mondo! Anzi, dell'intero emisfero a est dell'Attlantico!” Sorrise. “Io sono Mark Van Bumin, nuovo governatore di Las Baias e questi” indicando l'uomo accanto a sé “è Rus Guidaux, ammiraglio della nostra flotta qui nelle Flegee Occidentali!”
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28-09-2012, 19.41.52 | #105 |
Cittadino di Camelot
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Fummo accolte con molat cortesia, gli italiani infondo erano dei gran maestri in questo..il nostro appartamento era comodo e ben organizzato, mi buttai sul letto di peso.." Avete ragione Ingrid, il paesaggio e' molto particolare, ma la calura e' insopportabile, dovremmo darci una rinfrescata prima di cena....o gli ospiti penseranno di noi che siamo delle carine puzzole.."...Vidi Ingrid aprire le finestre..lo schiamazzo di sotto era forte, ma sinceramente ero molto menbo curiosa di lei e cominciai a adisfare i bagagli, quando ho avuto la netta percezione che qualcosa non andava per le vie giuste, un fragore alla finestra mi fece voltare di scatto, e un tizzio si infilo' all'interno della camera, come se fosse spuntato dall'inferno...vidi Ingrid indietreggiare e frapporsi istintivamente tra lui e me, le minacce di quell'uomo erano fredde cone lame di ghiaccio.....spostai Ingrid di lato ..." Avete bisogno di qualcosa messere ?....potrete accoltellare solo una di noi due..l'altra fara' in modo che voi abbiate vita breve, ora comprendendo che avete bisogno di riparo e magari siete della peggior specie di malvivente che il mondo conosca...per il vostro bene sara' utile che mettiate via quell'arma...o potreste farvi del male !...." il viaggio cominciava bene, mio padre mi aveva insegnato molte cose, e nella maggior parte della mia giornata portavo i pantaloni.......non era poca femminilita' era la fortuna di essere libera, un coltello non mi spaventava poi cosi' tanto...se non il volto di Ingrid che era bianco come la panna
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29-09-2012, 03.21.48 | #106 |
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Decisa la votazione, Rynos, Cavaliere25, Emas e Fidan si prepararono per raggiungere Lacroas.
Chiesero allora informazioni al locandiere e questi spiegò loro che una carrozza, ogni giorno, partiva da Las Baias e raggiungeva appunto Lacroas verso sera. Questa località infatti non era molto lontana e si trovava in una zona dal destino ancora incerto, visto che olandesi e inglesi avevano stipulato un patto fra loro per lasciarlo, al momento, come territorio neutro. E così il porto di Lacroas vedeva ogni giorno arrivare e partire sia navi olandesi, che inglesi. “Bene.” Disse Rynos agli altri tre. “La carrozza arriverà qui poco dopo l'alba e potremo così partire per Lacroas.”
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29-09-2012, 03.31.26 | #107 |
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Altea, appena la balia si addormentò, lasciò i suoi alloggi ed uscì dall'albergo.
Scese così in strada, attirata dai rumori che aveva udito poco prima. Ovunque dominavano tenebre e rumori lontani, forse risa, forse schiamazzi o, chissà, forse solamente il sibilo del vento che soffiava dal mare e che quelle intricate viuzze avevano imprigionato tra le loro vecchie murature consumate dalla salsedine. Ad un tratto due figure apparvero ad Altea nell'incertezza di quel buio. La ragazza si accorse che erano uomini, probabilmente soldati, armati con fucili e spade. “Voi...” disse uno di quelli fermandola “... chi siete? E cosa ci fate in giro a quest'ora?”
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29-09-2012, 03.38.36 | #108 |
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Quel misterioso uomo era riuscito ad entrare negli alloggi di Elisabeth e di Ingrid, minacciando le due ragazze con la lama del suo coltello.
“Sta zitta tu...” disse con tono minaccioso ad Elisabeth “... zitta, se non vuoi una bella cicatrice sul tuo volto come ricordo di questa notte...” si voltò con fare furtivo verso la finestra e gettò un'occhiata giù in strada “... dannati soldati...” mormorò. Ad un tratto cominciò a barcollare. Si avvicinò allora al letto e si lasciò cadere su di esso. “Ora ascoltatemi bene se vi preme la vita...” fissando le due donne “... mi serve uno straccio o anche una camicia, ma che siano puliti... portatemi poi dell'acqua, insieme alle chiavi di questo alloggio... e vi avverto... vi osservo e vi tengo sotto tiro... al minimo passo falso vi lancerò il mio pugnale... ed esso non perdona...” Il braccio dell'uomo perdeva sangue a causa di una ferita. “Presto, fate come vi ho ordinato!” Intimò alle due donne.
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29-09-2012, 03.49.07 | #109 |
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I tre misteriosi uomini osservavano incuriositi e divertiti l'audace e scaltra Clio.
“Vacci piano con quel rum” disse uno di loro “o finirà per darti alla testa.” “E da quando impedisci ad una ragazza di ubriacarsi?” Chiese un altro. “Dopo non sai che non hanno più freni?” E rise di gusto. “No, non stanno simpatici neanche a noi i soldati del governatore.” Mormorò il terzo. “Chissà poi perchè!” Esclamò divertito l'altro. “Del resto noi siamo dei veri gentiluomini! E della miglior specie!” E tutti e tre si abbandonarono ad una sonora risata. “Avanti, bella damigella...” fissandola quello che le aveva dato il rum “... perchè adesso non ci racconti tutto? Come mai i soldati ti stavano inseguendo? Sei una ladruncola? O magari un'assassina?”
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29-09-2012, 11.53.35 | #110 |
Cittadino di Camelot
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Bene dissi allora mentre che aspetteremo la carrozza potremmo conoscerci meglio che ne pensate ragazzi dissi sorridendo e guardando i mie tre amici
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