04-02-2011, 22.21.40 | #1091 |
Cittadino di Camelot
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Guardai Guisgard e dissi me lo auguro per voi amico mio se cosi non fosse dovrete venirmi a seppellire una volta riusciti da qui ho il collo in un cappio dissi se la fanciulla morisse suo padre mi verrebbe a cercare e mi ucciderebbe poi mi misi seduto sul pavimento a pensare.
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fabrizio |
04-02-2011, 22.28.01 | #1092 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le due dame camminavano attraverso il lungo corridoio e, tra le due, donna Ines teneva in mano un candeliere.
“E’ giunto oggi a Cartignone?” Chiese Talia, con la voce rotta dall’emozione. “Si, milady.” Rispose donna Ines. “E’ una pazzia…” “Si, mia signora.” “E’ già qui a palazzo?” Domandò Talia. “Sarà ormai giunto.” Rispose donna Ines. “Gilbert lo stalliere lo avrebbe accompagnato attraverso i giardini.” “Che follia…” “Follia e pazzia” replicò la fedele dama “sono ignote ad un innamorato.” “Non sono cose da contemplarsi” la riprese Talia “e voi lo sapete.” La dama annuì lievemente. “E poi non posso rischiare di perdere anche voi…” continuò Talia “… monsignor Guxio ormai ha cacciato ogni mia dama di compagnia, accusandole di tradimento verso la corte… se perdessi anche voi… io resterei sola in questa prigione…” “Eccoci, milady.” Indicò donna Ines. “Gilbert ha detto che l’avrebbe portato in questa stanza.” Nella stanza, in piedi davanti ad una biblioteca gremita di libri c’era Guisgard. Aveva fra le mani il suo cappello piumato ed un lungo mantello scendeva sulle sue spalle. La spada bene in vista, come è usanza per ogni cavaliere di Cornovaglia e un paio di guanti di pelle di daino erano adagiati nel ricco cinturone di cuoio. Sir Guisgard passava a ragione come il più temerario ed affascinante cavaliere di Britannia. Sul suo conto, da quando aveva ereditato il ducato di Cornovaglia, si narravano storie ed avventure di ogni genere. Prediletto del re e favorito dell’arcivescovo di Canterbury, Guisgard aveva fama di essere campione assoluto di cavalleria e cortesia e molti giuravano che Roma gli avesse già strappato la promessa di una sua partecipazione ad una Crociata di Reconquista in Spagna. Ad un tratto la porta si aprì ed il cavaliere sospirò un nome ad alta voce. Era giunta lady Talia. Ancora giovanissima, la signora di Cartignone, era nel fiore della sua bellezza. Guisgard restò a fissarla, come fa il naufrago quando scorge la terra lungo l’orizzonte, o il marinaio quando riconosce nel cielo di un emisfero sconosciuto una stella amica. Talia gli appariva bellissima. Come un sogno. Ancora più bella dell’ultima volta. “Forse è vero” disse “come ciò che è lontano ci appare sempre più bello…” “Sir, io…” tentò di dire Talia. Ma Guisgard non le permise di aggiungere altro, inginocchiandosi davanti a lei. “Sir, sul vostro onore…” riprese a dire la ragazza “… ben sapete che mai io incoraggiai qualsiasi vostro slancio o intenzione.” “Non aggiungete altro, milady…” la interruppe Guisgard “… fui stolto io a credere al contrario…mi illusi che il purpureo tramonto di una sera d’Inverno presagisse cielo terso e azzurro per l’indomani, o che una lieve brezza spazzasse via la calura e l’umidità da un sognante crepuscolo di fine Estate… ma ora che vi vedo nulla più ha importanza per me…” “Continuate a rischiare simili situazioni…” lo riprese lei “… ben sapendo che questa corte ha occhi ad ogni angolo e orecchie dietro ogni colonna... ebbene, ancora una volta vi chiedo di non tornare più qui a Cartignone e dimenticare questa vostra sciocca ed inutile passione…” “Inutile?” Ripetè Guisgard. “Forse… ma questi momenti sono linfa per me… sono i ricordi che conserverò per rendere meno avvilente quanto mi resta da vivere… sorridetemi ora… un vostro sorriso ed il mio scrigno sarà colmo… e sarà il solo tesoro che nutrirà ogni altro attimo che mi sarà concesso in questa vita... da quella prima sera in cui vi vidi proprio qui a Cartignone ad ora… ora che tutto di voi mi dice addio… tutto tranne il tremore della vostra voce e la luce dei vostri occhi che mi accarezza dove le vostre parole mi percuotono…” “Non siate sciocco e sacrilego, cavaliere…” mormorò lei fingendosi indispettita “… non comprendete che tutto ci separa? Due terre ostili, i giuramenti della Fede e quelli della patria! Coi vostri insensati propositi vi ritroverete a sfidare la legge degli uomini e quella della Chiesa!” “La Chiesa?” Ripeté Guisgard. “Ma essa è custode delle sole Leggi Divine, che il Buon Dio fece per rendere felici i Suoi figli! Non capite che nulla è più sacro di quanto io provi per voi!” “Tacete!” Lo zittì quasi con uno sforzo lei. “Tacete e non rendete il tutto più doloroso!” “Cercate, mia signora…” la esortò lui “… cercate un amore più grande del mio… un amore che non chiede o pretende sospiri, baci, carezze… un amore che si nutre di se stesso… un amore che alberga in un solo cuore eppure, da solo, nutrirebbe tutti quelli che pulsano su questo mondo! Cercate, milady, cercate un amore simile al mio ed io allora vi avrò mentito! Cercatelo fin anche nei romanzi o nelle poesie, nelle leggende, nei miti e persino nei sogni! No… non troverete nulla di simile al mio amore… né in passato, né oggi e né in futuro…” E si chinò baciando il lembo del suo abito di raso azzurro. “Andate via, vi supplico…” “Chiedetemi di morire, sarebbe meno doloroso…” “Non capite, qui siete in pericolo…” “Allora siete in pena per me!” Esclamò Lui. “Voi dunque mi amate! Nel bosco… durante la fuga… io sentii il vostro amore...” “Milord…” sospirò lei “… forse gli eventi funesti, il fascino dell’avventura, la forza della vostra audacia… forse io ne fui affascinata…ma non altro…” “Allora celatemi la verità…” disse lui “… lasciatemi con quest’illusione... mi avete rubato il cuore e l’anima, lasciatemi almeno quest’utopia celata da speranza…” “Milord…” quasi commossa lei “… monsignor Guxio vuol rompere ogni legame con la Cornovaglia a causa vostra…” “Non aspetto altro!” Esclamò lui. “Questo vorrà dire guerra! Ed io potrò tornare in queste terre! Non come clandestino, ma come conquistatore! Ulisse conquistò Troia, Rinaldo Gesuralemme ed io farò altrettanto con Cartignone! E la ricompensa non sarà il suo oro o i suoi raccolti, ma voi!” “Una guerra?” Ripetè allarmata lei. “Che pazzia!” “Si, una guerra!” Esclamò lui. “I miei uomini si lancerebbero nell’Ade per me! Ed io, pur amandoli come fratelli, non esiterei a sacrificarli tutti per voi! Sacrificherei tutta la Cornoivaglia, tutta la Britannia ed anche l’Europa intera se dovesse servire! Amatemi, Talia… amatemi come nessuna ha amato mai…” “Milord…” sospirò lei quasi vinta da quell’irrefrenabile ardore “… eppure basterebbe una semplice cosa per mettere fine a tutto questo… a ridarvi la serenità…” “Cosa, mia signora?” “Sposarvi…” sospirò lei con un filo di voce “... sposatevi e dimenticatemi…” “Credete davvero sia così? Come potrei temere ancora la morte? Sono appena morto, milady… e per mano vostra… e sia… è quanto chiedete? Allora lo farò, ma ad una condizione… che siate voi a scegliere la mia futura moglie… per me una donna vale l’altra… finirei per odiarla per tutte le volte che non ritroverei il vostro sguardo sul suo volto...” “Milord…” con un sospiro lei “… una grazia vi chiedo…” “Qualsiasi, milady…” “Lasciate Cartignone… lasciate questa terra e non fatevi più ritorno… giuratemelo... su quanto avete di più sacro... sapervi al sicuro sarà un sollievo…” “Non giurerei mai il falso su di voi…” “Addio, cavaliere…” “Dopo un vostro pegno…” “Non ho più nulla...” rispose lei “… quanto di vivo e bello avevo, si è spento allora in quel bosco quando fui rapita…” Allora, spinto da quell’amore, tanto intenso e travolgente quanto disperato, Guisgard la strinse a sé e la baciò con una passione senza fine. “Tornerò… prima di tre mesi...” disse guardandola negli occhi“…se sarò ancora in vita, tornerò…aspettatemi, milady… come si attende l’aba… aspettatemi...” “E’ ora di andare, milord…” mormorò lo stalliere. La fissò ancora una volta e sospinto quasi a forza dal fedele Gilbert, senza togliere mai gli occhi dal volto di Talia, Guisgard svanì nell’oscurità della stanza. Un leggero alito di vento penetrò da una delle finestre aperte e soffiò nella stanza, facendo quasi spegnere la piccola candela accanto al letto di Talia. La ragazza si svegliò in quel momento. Per un attimo indefinito quel sognò sembrò ancora avvolgerla, per poi svanire tra le ombre di quella notte d'Inverno a Cartignone.
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05-02-2011, 02.58.45 | #1093 |
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Mi svegliai all'improvviso... un alito di vento, leggero ma gelido, era entrato da una delle finestre e mi aveva raggiunta.
Aprii gli occhi e mi guardai intorno per un istante... poi, in fretta, li richiusi per tentare di tenere con me quel sogno il più a lungo possibile! Quel sogno... cos'era stato? Continuai a tenere gli occhi chiusi, stretti contro quella realtà che cercava di imporsi e di cacciare via a poco a poco i suoni, la immagini e i profumi di quel sogno... E non so per quanto tempo ci rimasi... immobile, con il viso schiacciato contro la coperta soffice e la mante tutta rivolta ad un sogno... a due occhi, ad una voce e un volto che vivevano in quel sogno e tra mille e mille ricordi, rimpianti e paure...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
05-02-2011, 03.07.07 | #1094 |
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Le mani di quel verme si muovevano lussuriose su di lei.
Dio mio, dammi la forza... La sua lingua avida le lambiva l'incavo del collo. Signore ti prego, fa che io resista... La sua voce le chiedeva di denudarsi per lui. Ora, o mai più... Ad un tratto la porta cigolò. “Stolto!” Esclamò Lyan varcando la soglia. “Se il maestro ti vedesse, verresti immolato insieme a quei miserabili che abbiamo catturato! Sai bene che le martiri non possono essere toccate! Ora vieni via… manca poco al cerimoniale!” Di malavoglia, Dukey si ricompose e uscì dalla cella, lasciando Gaynor nella più totale disperazione. Il suo tentativo di fuga era stato reso vano dall'intervento di Lyan... l'umiliazione per quanto appena accaduto era così cocente che lacrime copiose le offuscarono la vista. Sentiva ancora addosso le mani ed il respiro del rinnegato, ed un solo pensiero si ripeteva infinito nella sua mente. E' stato tutto inutile, tutto inutile... Non c'è modo di scampare alla sorte... Ma quei fanatici non mi avranno viva, il mio corpo non sarà profanato dai loro rituali bestiali... Ripensò a Duncan ed al fatto che non avrebbe mai saputo cosa le fosse accaduto... pensò a sua madre, al suo dolce volto e alle sue carezze che non avrebbe mai più ricevuto... rivide i suoi compagni di sventura e si maledisse per aver condotto alla morte anche Iodix e il vecchio, che si erano fidati di lei... e poi ci fu solo un volto, quello di Guisgard, a riempirle la mente e gli occhi. Non lo vedrò più... proprio ora che avrei avuto così tante cose da dirgli... ma ormai è tardi, i giochi si sono conclusi... Gaynor si alzò in piedi, gli occhi ora asciutti, e cominciò a strappare la tunica in tante strisce sottili, di cui legò insieme le estremità con l'intento di formare una specie di corda...
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
05-02-2011, 04.27.35 | #1095 |
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Nel frattempo, a Cartignone, Guxio si era fatto annunciare presso Frigoros.
"Vi vedo inquieto, mio signore..." disse il chierico "... eppure dovreste invece essere lieto... i nemici del regno sono stati sconfitti... e Cartignone è di nuovo libera..." "Dite il vero..." rispose Frigoros, mentre stringeva ancora in mano il pezzo rotto raffigurante il re bianco "... ma non posso dimenticare gli uomini perduti in questa impresa... hanno dato la vita per la nostra libertà e dimenticarli sarebbe da ingrati..." "Comprendo, mio signore..." "Ed il pensiero corre anche a quelle madri che hanno perduto in maniera tanto assurda le proprie figlie..." "Di più, mio signore, non era possibile fare..." "Lo credete?" Chiese Frigoros. "Io invece no... non bisogna mai essere paghi di combattere le ingiustizie e le barbarie di questo mondo..." Guxio annuì. "E poi" continuò il vecchio principe "i colpevoli avrebbero dovuto subire un processo... così da poter pagare davanti a Dio, alla legge e al popolo per i loro crimini!" "Sono stati sconfitti..." rispose il chierico "... quale altra punizione avrebbero meritato? Dobbiamo, io credo, ritenerci soddisfatti per questa vittoria." "Il popolo" replicò Frigoros "e le generazioni che verranno dopo di noi dovranno sapere chi erano i nostri nemici... e di come il loro nome sarà per sempre coperto d'infamia e bestialità!" Un lampo di rabbia attraversò lo sguardo di Guxio udendo quelle ultime parole del suo signore. "Lady Talia riposa?" Chiese il chierico dopo alcuni istanti di silenzio. "Si, lasciamola riposare..." rispose Frigoros "... avrà visto l'Inferno, povera ragazza... lasciamola ai suoi sogni... che possano ridarle sollievo e gioia dopo le atrocità alle quali è stata costretta ad assistere..." Guxio allora salutò il suo signore con un inchino e si congedò da lui. Ma prima che il chierico uscisse dalla stanza, Frigoros mormorò un pensiero ad alta voce. "Cosa mi nascondi veramente?" E queste parole furono udite dal capo degli uomini tatuati prima di richiudere la porta dietro di se. Ma mentre ripensava a quelle parole di Frigoros, un servitore gli si avvicinò consegnandogli la lettera scritta da Talia poco prima. "Avverti sir Bumin di raggiungermi subito..." ordinò per poi leggere con attenzione quella lettera.
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05-02-2011, 05.05.06 | #1096 |
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E mentre Gaynor era tormentata da quei pensieri, si udirono dei passi provenire dall'esterno.
Un attimo dopo la porta si aprì e 5 di quegli uomini tatuati entrarono nella stanza. E Lyan era con loro. "E' giunta l'ora..." disse la bambina con un ghigno "... presto, ricopritela e conducetela nella sala del Grande Altare!" Ordinò poi a quegli uomini. Un lungo velo di seta nera fu allora avvolto attorno al corpo di Gaynor. Dopo ciò, a forza, fu portata via da quegli uomini, per essere poi condotta in una vasta sala, illuminata da centinaia di candele. Qui vi era un grosso altare di granito, circondato da tantissimi uomini tatuati. Recitavano ad alta voce una sorta di litania in qualche sconosciuto idioma ormai dimenticato. Ed appena Gaynor fu portata sull'altare, tutti loro cominciarono a gridare come degli ossessi. Il terrificante rituale sacro agli Atari stava per cominciare.
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05-02-2011, 05.44.54 | #1097 |
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Nello stesso istante, altri uomini tatuati entrarono nella cella dove erano incatenati Guisgard, Morven, il Cappellano, Cavaliere25, il Vecchio delle Fosse e Iodix.
Vennero allora condotti anche loro nella grande sala dell'altare. Qui furono legati a delle colonne, con le mani dietro la schiena. Le colonne circondavano il grande altare, sul quale era stata immobilizzata Gaynor, tenuta ferma da quattro di quei fanatici. "E' buffo, non trovi?" Fece Dukey avvicinandosi a Guisgard. "Volevi spaccare il mondo, sconfiggerci e liberare lady Talia..." e rise forte "... a proposito..." avvicinandosi ancor più al volto del cavaliere legato alla colonna "... domani sposerà sir Bumin... ma la prima notte spetterà al nostro maestro e solo dopo sir Bumin potrà vantare i suoi diritti coniugali sulla bella pupilla del vecchio Frigoros..." Guisgard restava in silenzio, fissandolo con vivo odio, e lacerandosi i polsi nel vano tentativo di spezzare le robuste corde che lo legavano. "E dopo di loro..." continuò Dukey "... probabilmente per premiare la mia fedeltà, il maestro mi concederà di entrare, talvolta, nel nobile letto di lady Talia..." E di nuovo si abbandonò a quella sua sgradevole risata. "Sarai daccordo con me..." aggiunse "... che si rivelerà davvero impresa ardua conoscere la paternità del futuro erede al trono di Cartignone!" "Il fatto che tua madre" rispose Guisgard fissandolo diritto negli occhi "sia stata una gran cagna, non vuol dire che lo siano anche tutte le altre donne di questo mondo..." "Cane maledetto!" Urlò Dukey estraendo la spada. "No, fermo!" Gridò Lyan. "Se lo uccidi ora gli avrai risparmiato atroci sofferenze! Sii paziente e tra un momento lo vedrai torturato fino alla pazzia! La morte, per ora, è un misericordioso gesto che non merita." "Già..." disse con un ghigno Dukey "... per un attimo eri quasi riuscito a farmi perdere la testa..." Guisgard continuò a fissarlo con rabbia. "E' finita, grande eroe..." mormorò Dukey "... tu non sei Lancillotto e questo non è un romanzo... abbiamo vinto noi..." Si voltò allora verso i suoi e con cenno diede ordine di cominciare quel sacrilego rituale.
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05-02-2011, 12.27.03 | #1098 |
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Cercai di liberarmi in tutti i modi ma nulla da fare le corde che mi legavano erano troppo spesse dovevo riuscire a liberarmi e a salvare tutti quanti in qualche modo dovevo riuscirci
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fabrizio |
05-02-2011, 16.50.13 | #1099 |
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Gaynor aveva appena finito di annodare l'ultima estremità di un brandello di tunica, formando una specie di corda lunga di cui stava giusto testandone la resistenza, quando alcuni di quegli uomini tatuati e Lyan entrarono nella sua cella per portarla all'altare sacrificale. Alla vista della bambina, il dolore che ne provò fu talmente forte da essere quasi fisico. Un volto d'angelo dal cuore di diavolo... eppure lì dentro, da qualche parte in quel piccolo corpo, doveva esserci la vera Lyan, una normale bambina partorita da un grembo materno e non sputata fuori dalle viscere dell'inferno. Guxio ne aveva plagiato la mente, ma Gaynor era sicura che la sua anima era solo sopita, non morta...
Venne condotta all'altare sacrificale, fatta distendere e tenuta ferma da quattro dei suoi nemici. Pochi minuti dopo vide con stupore i suoi compagni entrare nella grande sala scortati da un gruppo di quei rinnegati, che li legarono ad uno ad uno a delle colonne con delle robuste corde. Con Guisgard e gli altri c'era anche un volto sconosciuto, probabilmente un altro cavaliere finito nelle mani della setta nel tentativo di combatterli. E' finita davvero, siamo tutti qui, immobilizzati e pronti al rituale del sacrificio, senza possibilità di scampo... Non era certo questo che avevo previsto lasciando Imperion, ma forse questa è la punizione che merito per tutto ciò che di sbagliato ho fatto nella mia vita... Signore Iddio, affido a te la mia anima, sia fatta la tua volontà e non la mia... In un mormorio quasi impercettibile, Gaynor cominciò a pregare. Pater Noster qui es in cælis, sanctificétur Nomen Tuum; advéniat Regnum Tuum, fiat volúntas Tua, sicut in cælo et in terra. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen... si, così sia... La voce di Dukey le arrivava come da lontano, sentiva lui e Guisgard litigare, ma non avrebbe saputo ripetere le loro parole. Si sentiva avvolta in una sorta di limbo, solo un gran freddo le impediva di lasciarsi andare, la sua mente non le chiedeva che oblìo... Un ultimo sguardo ai suoi compagni... un ultimo sguardo a Guisgard, che voleva essere come una carezza, ed un sorriso appena accennato rivolto a lui solo e ai suoi limpidi occhi blu... dopodichè Gaynor chiuse gli occhi, lasciando che alcune lacrime le scendessero sulle tempie per poi fermarsi sui suoi capelli, perle trasparenti che in quel momento rappresentavano l'emblema dei suoi rimpianti...
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07-02-2011, 03.20.03 | #1100 |
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Guxio entrò come un'ombra nella stanza.
Vide Talia e la fissò per qualche istante. Le mostrò il biglietto che lei stessa aveva scritto. "Milady..." prese a dire, con una strana ed irreale calma nel suo tono di voce "... sarete la signora di Cartignone e non avete bisogno di porre condizioni... per almeno due ragioni... potete chiedere qualsiasi cosa e sarete esaudita, perchè, come ho detto, siete l'erede al trono... e poi... poi io non accetto mai condizioni!" E strappò la lettera sotto gli occhi della ragazza. "Io mantengo sempre ciò che prometto, milady..." aggiunse "... e badate di fare altrettanto... ora raggiungerete il vecchio Frigoros e gli chiederete di sposare damani stesso sir Bumin... e state attenta a non mostrarvi titubante... se tenete al nostro vecchio principe... perchè se dovesse saltare il mio piano, Frigoros sarebbe il primo ad essere ucciso... ed un certo cavaliere il secondo!" Si avvicinò a lei e concluse: "Ora andate dal vecchio principe e tornate da me con la sua approvazione per le nozze di domani!"
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