14-03-2014, 01.38.35 | #1091 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea, sentito quell'urlo bestiale, corse nella camera dove aveva lasciato Elvet.
Entrata, trovò una scena simile a quella della stanza nella locanda. Mobili sottosopra, rotti e disordine ovunque. La finestra dava, da un altezza di qualche metro, su un piccolo praticello incolto e da qui Elvet, dopo essersi liberato, era saltato giù, fuggendo nuovamente. Infatti cominciava ad albeggiare. “Signora...” arrivando nella camera Fra' Clemente e gli altri monaci “... cosa è accaduto? E dove si trova il vostro compagno?”
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14-03-2014, 01.45.45 | #1092 |
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“Non temete...” disse Fra' Severius ad Elisabeth “... ci riposeremo qualche ora e al sorgere del Sole ripartiremo, lasciandoci alle spalle questo luogo.”
Poco dopo salì in camera anche Daizer. “Alla fine” rivolgendosi questi alla maga “sono riuscito a liberarmi di quel medico pedante ed impiccione. Ora riposiamoci... all'alba ripartiremo.” Guardò poi la ragazza che dormiva nel suo letto. Ora sembrava davvero essersi tranquillizzata. “Mi chiedo” mormorò il contrabbandiere “chi sia davvero questa ragazza e che relazione ci sia tra lei e la bambina trovata nel bosco...” scosse il capo “... sarà meglio riposare ora... abbiamo già abbastanza cose a cui pensare...” Trascorsa la notte, al sorgere del Sole, Daizer si preparò per scendere e sistemare il carro, ma qualcuno bussò alla porta. Era il locandiere. “Perdonatemi, signori...” disse. “Cosa accade?” Chiese Daizer. “Ecco...” fece il locandiere “... credo che qualcuno abbia parlato di voi a Don Auster... ha chiesto infatti di vedervi e vi attende al Palazzo Gaudioso...”
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14-03-2014, 01.55.23 | #1093 |
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Flees rise a quel racconto di Eilonwy.
“Sinceramente” disse divertito “dubito che questa storia sia vera. Mi sembra di ricordare che i Cristiani affermino che non bisogna combattere, né uccidere... dunque trovo divertente che un cavaliere ammazza draghi sia poi stato fatto addirittura Santo!” Scosse il capo. “Comunque... spero che la vostra informazione sia giusta, così da poter arrivare presto in quella città.” “Perdonatemi...” volando il merlo sulla spalla della ragazza “... che io sappia Gioia Antiqua è sconosciuta ai più... addirittura molti ignorano persino la sua esistenza... come fate a sapere che San Giorgio è il Santo Patrono di quella città?” Nel frattempo Flees osservava la bussola. “Ehi, segna qualcosa...” mormorò il cavaliere “... secondo la bussola qui vicino c'è una chiesa dedicata proprio a San Giorgio...” Il merlo allora si alzò in volo, sorvolò quella zona e ritornò da Eilonwy e Flees. “C'è una piccola cappellina in mezzo alla boscaglia con l'immagine di San Giorgio sull'ingresso...” rivelò l'uccello.
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14-03-2014, 02.38.06 | #1094 |
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Gufo Scarlatto guardò Clio.
La guardò a lungo. Tuttavia il buio della notte ed il suo travestimento impedirono al mercenario di riconoscerla. “Mi avevi quasi spaventato, vecchio mio...” disse sorridendo Guisgard “... pensavo che il giro di ronda lo lasciassi fare ai tuoi sgherri.” “Chi è questa donna?” Chiese lo Scarlatto. “Beh...” rispose Guisgard, col suo modo di fare un po' Guascone “... io non sono certo un prete e soffro di solitudine in notti come queste.” “Chi è?” Fissandolo Gufo. “Una sgualdrina?” “Ehi, stai parlando della mia ragazza.” Replicò il cavaliere. “Della donna che mi ha rapito il cuore.” Si voltò verso Clio e le fece l'occhiolino. “Vero, Angelo?” “Ah, mi prendi in giro!” Esclamò lo Scarlatto. “Non c'era con te ieri e non può essere arrivata qui da sola! Siamo lontani dalla città e di notte questo bosco pullula di animali e briganti!” “Ti pare che lasci un simile bocconcino in un luogo incustodito?” Ridendo appena Guisgard e stringendo ancor più a sé la ragazza. “Le avevo detto di attendermi in una piccola cappella lungo il sentiero che conduce qui... quella vecchia, dove vive da solo un vecchio fraticello...” “E perchè è venuta qui ora?” Guardandolo Gufo. “Perchè non può stare lontana da me.” Sorridendo il cavaliere. Il mercenario guardò entrambi con uno sguardo enigmatico. “Naturalmente” mormorò Guisgard “non ho alcuna difficoltà a dimostrarti ciò che ho detto...” sorrise ancora e si voltò verso la ragazza. La guardò negli occhi e portò piano le sue labbra su quelle di lei, per poi baciarla. Un bacio lungo, intenso e passionale. E quando la sua bocca lasciò quella della ragazza, dischiuse appena gli occhi, restando a fissare i suoi per un lungo istante. “Dubiti ancora che ti abbia detto la verità?” Rivolgendosi Guisgard a Gufo, senza però alzare il suo sguardo da quello di Clio. Il mercenario rise forte e con lui anche i suoi tirapiedi. “Vedo che ci sai fare, amico mio!” Divertito lo Scarlatto. “Si, ci sai proprio fare!” Continuando a ridere. “Le donne adorano essere prese così! Bravo!” E gli diede una pacca sulla spalla.
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14-03-2014, 13.58.44 | #1095 |
Cittadino di Camelot
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Rimasi sbigottita nel vedere la stessa scena della locanda, più che altro capii...quell'uomo non poteva essere entrato come nella locanda, infatti mi tornò in mente un particolare...se non era Elvet ad emettere quell'urlo perchè allora si era fatto imbavagliare.
Mi aveva ingannato..potevo capire quando era in preda al sortilegio e diventato qualcosa non ancora chiaro ma fino ora mi aveva solo detto bugie pure in sembianze normali..ricordai le parole dell'uomo al maniero..lo aveva definito bugiardo, falso e senza scrupoli...e forse era vero..mi aveva voluto preservare? Trattenni una lacrima...aveva finto di amarmi per chissà quale scopo...aveva mentito e mi aveva istigato a mentire. Arrivò frà Clemente..."Vedete la camera...la stessa cosa avvenne nella locanda da dove proveniamo..è fuggito, rimanete qui tutti..non so in cosa si trasformi...io ora parto..vado ad Averze, probabilmente tornerà stasera quando riprenderà sembianze umane ditegli sono laggiù e di raggiungermi...laggiù, sempre sia ancora vivo, sapranno cosa fare". Mi avvicinani al frate..gli diedi delle monete..."Questo per riparare ciò che Elvet ha distrutto, la altra parte per voi e per i bisognosi che trovano riparo qui nella casa del Signore". Congedatami, uscii dal convento...mostrai a frà Clemente il cavallo di Elvet..."Questo è il cavallo di milord Elvet...sappiate egli mi ha spinto a mentirvi, non è come sembra...è un ricco signore di un borgo..per il resto tutto è vero di ciò che vi ho narrato". Salii in groppa a Cruz e partii ma non verso Averze, presi una altra stradina senza farmi vedere dai frati e spronai il cavallo che iniziò una forte corsa..."Avanti Cruz, si ritorna ad Afravalone, tu sei rimasto il mio unico compagno di viaggio fedele" accarezzandogli la folta criniera e il manto nero.."e una volta arrivata a casa, finalmente, partirò subito e salperò verso la Terra Santa, voglio andare dai miei fratelli, voglio sincerarmi di come stanno e ho bisogno della loro presenza". Ormai eravamo usciti dalla foresta...tutto era lontano..e rallentai la corsa...pensai a tutto ciò fatto fino ad ora..Tyssen...perchè quando scappai non mi segui per salvarmi..di cavalli vi erano in quella carrozza. E le parole dell' Abate Nicola...ovvero qualcuno mi stava mentendo...tanti mi avevano mentito ma soprattutto l' Amore, io avevo voluto dargli una altra possibilità all'Amore ma mi aveva tradito, non mi sarei mai più innamorata...e lo giuravo su me stessa stavolta. Il fatto di essere stata caritatevole, aver aiutato i Taddei portando loro la missiva e poi non averne ricavato nulla..di aver voluto salvare il novizio di Abate Nicola ed essermi trovata appunto in questa situazione e di aver voluto salvare Elvet e di trovarmi ora qui...sola. Guardai il Cielo.."Sia fatta la tua volontà Signore..probabilmente questo è scritto per me in Cielo..e così è in Terra". Ad un tratto vidi un centro abitato e un anziano signore che raccoglieva delle bacche vicino a un ruscello e mi avvicinai a lui..."I miei omaggi messere" scesi da cavallo per far abbeverare il cavallo e lasciarli mangiare l'erba del prato "mi sto recando ad Afravalone, potete gentilmente dirmi la strada..ancora è giorno, anche se vedo un paesello li vicino ma ho fretta di arrivarvi, forse sono pure sulla via sbagliata" e gli sorrisi..non volevo più essere triste, non volevo più storie tetre ma volevo pensare a me stessa ora.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
14-03-2014, 20.00.30 | #1096 |
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Sorrisi a Guisgard, alzando lo sguardo su di lui, e annuii appena.
Vidi poi i suoi occhi cercare i miei per un momento, e avvicinarsi. Restai al gioco, era fondamentale che Gufo ci credesse. Così, mi abbandonai a quel bacio, così intenso e passionale, come avrebbe fatto una fanciulla innamorata, chiudendo gli occhi a mia volta. Quando poi gli riaprii, restai a fissare i suoi. Quell'azzurro così nitido e intenso, come il cielo in alcune giornate estive, quando il sole non vuole tramontare ma l'ora è tarda, era così diverso dal mio, quasi trasparente all'interno come una mattina di primavera, bordato però del blu intenso di una notte senza stelle. Il cavaliere restò con gli occhi nei miei, e toccò a me distogliere lo sguardo, arrossendo imbarazzata, per poi tornare a guardare il cavaliere. Ero una semplice ragazza, infondo, e lui mi aveva baciato in quel modo davanti a quegli uomini, avevo ottimi motivi per arrossire. Mi strinsi al mio cavaliere, sempre in silenzio. Sperai solo di lasciare quel posto il prima possibile. |
14-03-2014, 20.37.31 | #1097 |
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Me la sarei aspettata una reazione così da Sir Flees. Che noia, lo avrei avuto accanto per tanto tempo! Era proprio uno sciocco presuntuoso, un superbo imbecille, un insensibile e pedante maleducato e uno spudorato codardo.
Feci finta di niente. Anzi, più lo avrei ignorato, e meglio sarebbe stato per me! Poi, risposi al merlo: “Volete sapere come so che il Santo Patrono di Gioia Antiqua è S. Giorgio?....Bene è molto semplice, amico mio!....Dovete sapere che mia madre, la Regina Consel dei Gigli, è cugina della Regina Gioiosa Azzurra, sovrana di Gioia Antiqua. Essa è una donna molto intelligente e bella, ma molto crudele e tirannica. Ed è per questo motivo che tra lei e mia madre non scorreva buon sangue. Infatti, io riuscì a conoscerla solo all’ eta di 12 anni!....Era una donna minuta, ma molto sensuale e seducente con gli occhi viola e i capelli color nocciola. Forse, sarebbe per il suo modo di fare la donna giusta per voi, Sir Flees!” sentenziai l’ ultima frase con un sorriso gelido ed accattivante. La bussola indicò che nelle “vicinanze”, se possiamo così dire dato che c’ erano 4 leghe (1 lega= 4 Km; quindi 4x4 = 16 --> 16 Km) di foresta che ci separavano dal luogo, una cappellina dedicata a S. Giorgio. Il Principe dei Merli si alzò in volo e dopo un’ ora tornò confermando ciò che indicava la bussola. Partimmo, con furia, all’ istante e ci impiegammo 3 ore spronando i cavalli come non mai. Alla fine, quando giungemmo alla piccola cappella era quasi il tramonto! Per mia fortuna, a qualche metro di distanza dal sacro luogo trovammo una cascata di media grandezza ed altezza con un laghetto. “Questo posto è perfetto!....Allora vi auguro, in anticipo, una buona notte!...A domani!” esclamai al colmo della felicità. (in alto Gioiosa Azzurra, Regina di Gioia Antiqua; in basso io di fronte alla cascata)
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 14-03-2014 alle ore 20.42.54. |
15-03-2014, 02.31.15 | #1098 |
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Eilonwy, così, salutati Flees ed il merlo, si diresse verso la cascata, dove avrebbe passato la notte da sirena.
“Direi, messere, di bussare alla cappellina e chiedere magari un posto per trascorrere la notte.” Disse il merlo. “Siete d'accordo?” “Per niente!” Esclamò il giovane cavaliere. “Non intendo mettere piede in quel luogo. Detesto i cattolici ed i loro edifici di culto!” “Intendete trascorrere qui la notte?” Chiese stupito il merlo. “Al freddo ed all'umidità, messere?” “Meglio qui” rispose Flees “che in quel luogo per bigotti.” Scosse il capo. “Cosa sai tu di Gioia Antiqua e della sua regina? E' vero ciò che ha raccontato prima la ragazza? In verità non mi fido molto di lei. E' poco più di una ragazzina e credo sia anche un po' sognatrice...” rise “... ma saprò metterla in riga io... ha bisogno di qualcuno che le faccia capire che una donna deve obbedienza al suo uomo...” “Beh...” mormorò il merlo “... in verità si sa molto poco della regina di Gioia Antiqua... vi è un fitto mistero sul suo conto...” “Che mistero?” Chiese il giovane cavaliere. “Secondo una leggenda” raccontò il merlo “un incantesimo la rende per sempre giovane e bellissima. Altri invece raccontano che è l'amore dell'Arciduca a preservarla dal Tempo... ella è l'unica cosa di Sygma presente nei territori di Capomazda... infatti la regina Gioiosa Azzurra discende da una stirpe originaria di quella nobile terra... dalla dinastia che diede i natali alla principessa Sygmese che andò in sposa all'Arciduca Ardeliano...” “Sarà” sbadigliando Flees “ma a me di queste leggende o presunte tali importa davvero poco...” si voltò verso la cascata “... anzi, visto che mi annoio, vado a vedere cosa combina la nostra damigella...” e si diresse dove era andata Eilonwy. E la trovò adagiata sotto il gradevole scorrere di quella cascata, mutata, naturalmente, in sirena come ogni notte. “Com'è l'acqua?” Chiese divertito alla ragazza, per poi spogliarsi e tuffarsi anch'egli sotto la cascata.
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15-03-2014, 02.43.30 | #1099 |
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L'anziano sorrise ad Altea.
“Salute a voi, milady...” disse con un cenno del capo “... Afravalone? Eh, la capitale è un bel po' distante da qui... il luogo che vedete laggiù è Solpacus, la città del vino...” rise in modo amabile “... qui infatti si produce uno dei vini migliori di tutto il regno... e proprio in nome del nostro pregiato vino, infatti anche io vivo a Sulpacus, è stato indetta una giostra cavalleresca che ha attirato qui molti campioni... ora tanti cavalieri sono giunti in città, pronti a sfidarsi e a primeggiare davanti all'intera popolazione che attende trepidante la festa. Io sto tornando a casa con le bacche appena raccolte... se volete potete venire con me in città e vivere l'imminente celebrazione... anche perchè non troverete altri paesi nelle vicinanze e ormai è sera...”
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15-03-2014, 03.19.40 | #1100 |
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Le risate di Gufo ed il suo tono divertito, seguito dalla chiassosa ilarità dei suoi uomini, sembravano rimbombare ovunque.
Guisgard e Clio erano in mezzo a quei mercenari, ai loro sguardi, al loro puerile motteggiare, sempre in bilico e con la concreta possibilità che riconoscessero la ragazza. “Beh...” disse Guisgard, fingendo un'aria accomodante, senza perdere quel suo modo di fare irriverente e scanzonato “... ora che tutto è chiarito, direi che posso riaccompagnare alla cappellina la mia bella...” voltandosi verso Clio e facendole l'occhiolino “... lei si è tranquillizzata, ha visto che non sono fuggito piantandola in asso, dunque dormirà serena... anche perchè, magari, prima di metterla a letto le darò un altro bacio della buonanotte...” Di nuovo quegli uomini risero. “Che fretta c'è!” Esclamò Gufo. “E' notte fonda e non vedo perchè attraversare il bosco fino a quella cappellina! Potreste fare brutti incontri!” “Avanti, vecchio mio...” fissandolo il cavaliere “... pensi davvero che lasci la mia ragazza qui, con i tuoi uomini che non vedono una donna da giorni?” Sorridendogli. “Sarebbe una tentazione troppo forte per questi gentiluomini.” “Ehi, noi siamo gente perbene!” Fece uno dei mercenari. “Già, sapremmo sistemarla per bene la tua ragazza!” Aggiunse un altro divertito, suscitando poi le risate di tutti gli altri. “Abbiamo un lavoro da portare a termine, no?” Mormorò Guisgard allo Scarlatto. “Domani è il giorno decisivo, quello in cui consegneremo la ragazza ai messi del Senato. Voi davvero che i tuoi uomini siano distratti da altro? E che magari facciano qualche sciocchezza, mandando tutto all'aria?” Rise appena, tentando di nascondere il suo nervosismo per la tensione sempre più forte. “Infondo, la storia ci insegna, i guai più grandi sono sempre accaduti per colpa di una donna... vedi la Guerra di Troia, tanto per dire...” “Massì...” annuì Gufo, guardando il cavaliere negli occhi “... si, portala via... poi ritorna in fretta però... all'alba non manca molto.” “Sta tranquillo, vecchio mio...” annuendo Guisgard “... dimentichi che la porterò in una cappellina? E lì il fraticello non mi permetterà certo di coricarmi con lei, ahimè.” Ancora con quel suo sorriso da Guascone. “Va e torna presto.” Disse lo Scarlatto, per poi ordinare ad uno dei suoi di portare il cavallo del cavaliere. “Ovvio, vecchio mio.” Fece questi, aiutando Clio a salire in sella. “Sarò di ritorno molto presto. Non voglio certo perdermi l'arrivo dei messi del Senato.” Montando poi anch'egli sul cavallo. Prese allora le redini del destriero, salutò con un cenno i mercenari e con Clio cavalcò via rapido. Un attimo dopo il suo cavallo era già distante dal rifugio dei Gufi. “Forza, bello!” Spronando il suo sauro Guisgard. “Forza! Quei dannati non ci metteranno troppo a scoprire il nostro trucco!” Incitando l'animale. “Voi tenetevi forte, milady!” Rivolgendosi poi a Clio.
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