07-05-2013, 01.23.10 | #1101 |
Disattivato
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Sorrisi, al tentativo di Luke di dare un po' di sapore al piatto.
"...si beh.. Quella è stata la mia tesi di laurea.. E, sinceramente, la faccenda mi sembra già abbastanza affascinante e misteriosa così com'è senza bisogno di inventare.." Tagliai una fetta di quella pizza squisita "...perché, infondo, non è tanto quello che sappiamo, ma quello che non sappiamo ad essere così interessante... Non è un simbolo, ma un vero e proprio amuleto.. Come quelli che si portavano al collo in tempi antichi... E che in un ambiente laicista, materialista e chi più ne ha più ne metta come Sygma qualcuno abbia trovato le risposte nella religione dei padri mi sembra già intrigante... Per non parlare dell'ipotesi contraria... Si immagina cosa sarebbe successo se fosse appartenuto ad un nobile capomazdese?". I miei occhi brillavano, e, nella foga di parlare della mia ricerca ero rimasta con la forchetta in mano, con un pezzo di pizza arrotolato sopra. "...mi scusi, tendo a farmi trasportare...". Poi, buttai l'occhio distrattamente sul giornale. "...si, ho letto stamattina... Un Taddeo morto... Come farà Capomazda adesso? Vi metterete tutti a lutto per una settimana..." Dissi, con un sorriso ironico. "... Non era questo che voleva farmi notare, immagino..." Dissi prendendo un sorso di birra. "...il mistero... Già.. Il terrore nei suoi occhi... E di questo che mi dice? .. La maledizione dei Taddei è tornata alla riscossa?" Ridendo. |
07-05-2013, 01.45.39 | #1102 |
Cittadino di Camelot
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Finendo di leggere quell’articolo, uscii per strada.
Il caos era frenetico in città, e maggiormente proprio a quell’ora di punta... e tuttavia lo notai appena... le automobili e gli autobus si accalcavano nell’ampia piazza davanti alla stazione, c’era gente che chiamava, gente che attendeva, gente che correva e si affaccendava... io notai un taxi fermo a poca distanza da me, mi avvicinai dunque e dissi all’uomo di occuparsi del mio bagaglio, poi salii in auto. Rilessi in fretta l’articolo... più e più volte... riflettendo... quel nome mi aveva colpita... mi aveva colpita inconsciamente ed ora stavo cercando di rammentare perché... rammentavo quella vecchia leggenda di cui avevo letto... si, quella leggenda che parlava di antiche maledizioni... ed il nome di quella famiglia era ricorrente in quelle leggende... sì, molto ricorrente... rilessi quelle allusioni a quella strana morte... una morte strana... si sarebbe detto quasi che fosse morto di paura... Rilessi l’articolo ancora e ancora, mentre il taxi percorreva lento la città... non guardai mai fuori dal finestrino, neanche una volta, e sollevai gli occhi solo quando l’uomo al volante mi informò che eravamo giunti all’indirizzo che gli avevo fornito... Scesi di macchina, dunque, e mi guardai intorno... ero in un quartiere residenziale, vagamente silenzioso e tranquillo, molto diverso dal centro città, e davanti a me si dipanava una fila di case tutte simili, dall’aspetto lindo, candido e semplice... quella casa era stata un prestito: era appartenuta alla madre di Carl, il mio editore... quando ero andata da lui a chiedergli di prestarmela perché volevo partire, avevo creduto avrebbe dato in escandescenze... non capiva perché volevo partire e non potevo scrivere, non capiva il senso di quella fuga... ma alla fine lo avevo convinto e aveva acconsentito a darmi le chiavi. La mia mente, tuttavia, in quel momento era altrove... spulciando il giornale, infatti, in taxi, avevo scoperto ciò che cercavo in un annuncetto in una delle ultima pagine... “Può aspettarmi per qualche minuto, per favore?” domandai, quindi, al tassista. L’uomo annuì ed io corsi in casa, dunque, e lasciai lì il trolley... cercai un specchio e mi sistemai, poi presi al volo una giacca scura, gli occhiali da sole e la borsa, prima di correre di nuovo fuori... qui trovai di nuovo il taxi ad attendermi e salii a bordo, fornendo all’uomo il nuovo indirizzo. Sul giornale, infatti, nell’ultima pagina, quella dei necrologi, avevo letto che proprio quel giorno ci sarebbe stato l’estremo saluto a Robert de’ Taddei ed in un attimo avevo deciso di andarci... non sapevo perché ma volevo andare al cimitero: ero curiosa. Forse perché c’era qualche cosa in quell’articolo che avevo letto che mi aveva colpita, e che non mi quadrava... forse solo perché ero suggestionata da quelle antiche storie... eppure di una cosa ero certa: volevo andare al cimitero e vedere... sì, io volevo vedere chi avrebbe partecipato a quel funerale...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
07-05-2013, 03.02.21 | #1103 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'aria si era fatta più fresca di colpo e sul cimitero era calato un cupo silenzio.
Talia entrò e si trovò davanti una statua di un Angelo che sovrastava una nicchia dall'aria molto antica. “Agape, hai creduto in Cristo, vivrai in Dio.” Vi era inciso sulla nicchia. Poco distante vide poi una nutrita fila di persone. Si avviavano verso la chiesa del cimitero. Una macchina lussuosa e con una vistosa ghirlanda le fece comprendere che si trattava del funerale dell'industriale morto. Era quasi impossibile avvicinarsi oltre, data la folta presenza di persone che affollavano il piccolo spiazzo antistante la chiesa. Da lontano il sacerdote cominciò a celebrare la messa. Ma durante l'Eucarestia una voce si alzò dai presenti. “Come fate” disse “ad essere così cechi? Non capite che nonostante gli sforzi fatti, tutto sta andando nel medesimo modo?” Cercarono di farlo tacere, ma senza riuscirci. “La storia si ripete e noi ne siamo schiavi.” Continuò. “Anche Robert de' Taddei l'aveva compreso, ma non è riuscito a farci nulla. Le leggende che fosse stata sconfitto, che si trattasse solo di un antico mito sono state tutte smentite... e oggi piangiamo una nuova vittima...” La Messa allora si concluse col sacerdote che impartì sui presenti la Solenne Benedizione. Molte persone si avvicinarono per dare l'ultimo saluto alla tomba dell'industriale. Ma poi quella voce tornò a mischiarsi alla folla. “Ora ne è rimasto un altro.” Fece. “Un'ultima vittima e poi non resterà più nessuno dei Taddei. E' tutto vero... la maledizione non è stata vinta... ci hanno raccontato una storia che aveva bisogno di un lieto fine... di un finale che dipingesse i Taddei come invincibili... ma non lo sono... e stavolta non accetteremo nessun finale di circostanza...” Poi, prima che la bara fosse calata nel terreno, prese la parola l'amministratore delegato della Taddei Corporation, Saome Tondo. “Oggi ci troviamo ad attraversare un lungo tunnel, amici miei...” disse “... l'improvvisa morte del signor Taddei ci ha lasciati tutti senza più la nostra guida... senza la colonna più alta e robusta della nostra grande famiglia... eppure so... si, lo so... che egli non soffrirebbe nel vederci così. Questa società è il frutto della sua intelligenza, della forza, della sua determinazione. Ed il modo migliore per tenerlo in vita... l'unico veramente giusto, è quello di continuare ciò che lui ha cominciato e definito. Continuare a tenere alto il nome della Taddei Corporation. E noi tutti, insieme, ci riusciremo.” “Raccontateci la verità!” Ancora quella voce tra la folla. “La verità!” Alla fine, identificato colui che continuava a proclamare queste cose, fu allontanato da alcuni agenti addetti alla sicurezza. Talia vide così quell'uomo che veniva portato via dagli agenti. Portato via insieme a quelle sue strane parole proclamate al vento.
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07-05-2013, 03.24.44 | #1104 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Bingo.” Disse Luke a Clio. “Era lì che volevo portarla. La Gioia dei Taddei. Non le sembra il titolo ideale per una saga gotica di fumetti? Io credo sia perfetta.” Sorrise. “Non importa se sia reale o meno, ciò che conta è che la Gioia dei Taddei sia spettacolare, fuori dall'ordinario, epica e roba simile. Questo il pubblico vuole. E noi questo gli daremo.” Sorseggiò altra birra. “Cosa ne dice? Cominciamo da qui? Dalla terribile Gioia dei Taddei? Magari le sembrerà cinico, lo so, ma del resto bisogna attirare il pubblico... io direi di sfruttare questa nuova moda sui miti e sulle leggende di questo paese... soprattutto ora che è morto proprio un altro dei Taddei... bisogna battere il ferro finchè è caldo.” La fissò. “Cosa ne dice? Andiamo a caccia di materiale e tradizioni sulla Gioia dei Taddei?”
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07-05-2013, 05.03.14 | #1105 |
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Poco dopo Altea si svegliò.
Trovò Josephine accanto al suo letto, su un divanetto, intenta a leggere un libro. “Ben svegliata.” Disse accorgendosi del suo risveglio. “Julien è nel suo studio con un paziente. Ha detto che dopo questo appuntamento ci avrebbe accompagnate in facoltà.” Chiuse il libro. “Che strana cosa la psicoanalisi, non trovi? Parlare parlare... parlare fino a stare male, con l'intento di stare poi meglio... mi chiedo che senso ha rinvangare il passato se ormai è andato... mah...” ad un tratto si udirono dei rumori “... forse sarà finita la seduta... vieni, andiamo a vedere se Julien ora è libera...” e senza attendere altro, Josephine prese per mano Altea e la trascinò fino al pianterreno, davanti alla porta dello studio di Julien. Ma da quella porta uscì qualcuno. Doveva trattarsi del paziente. Era uno strano ed inquietante individuo. E appena uscito dallo studio si voltò verso le scale, come se avesse avvertito la presenza di Altea e di Josephine. “Dovete stare attente, amiche mie...” fissandole con i suoi enigmatici occhi “... le strade sono piene di gente, ma solo per un funerale... e si dice che la morte non venga mai per un solo uomo...” restò a guardarle per un po' e poi rise. Una risata agghiacciante, delirante con un che di visionario e sfuggente. E andò via. Un attimo dopo, Julien uscì dal suo studio. Ma il volto di quell'inquietante uomo era ancora impresso nelle menti di Altea e di Josephine.
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07-05-2013, 09.38.47 | #1106 |
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Fissai l'uomo che mi aveva parlato...erano rimasti rigorosamente in piedi......" Sapete tutto di me...o almeno cio' che il mondo accademico conosce, ma so che sapete molto di piu'...ho trovato una lettera sulla mia scrivania.....aveva la stessa calligrafia di un tempo...quante litigate con Liam....lui non riteneva possibile che una donna potesse essere Massone.....gia' era una prerogativa maschile...di rito diceva lui......chiacchiere dico io.....voi siete maestri e lo leggo dai vostri spillini e oggi siete qui da me......allora penso che il caro buon Fratello Liam abbia bisogno diciamo .....di quella sensorialita' femminile...ache al mondo maschile manca......la dualita'....ho sempre pensato che l'uomo e la donna si completano..ed e' in visione di questo.....che il mondo si svela.......ditemi adesso cosa posso fare per Lui.....il dovere mi aspetta e non posso tardare oltre.....".......Liam...lo avevo conosciuto tanti anni fa..prima all'universita' poi c'eravamo persi di vista.....e da adulti ..c'eravamo urtati ad un caffe' di Firenze.......e da li' non ci eravamo piu' persi di vista ......passavamo serate intere a parlare del nostro mondo....nascosto......poi alla fine ci rendevamo conto che uno aveva bisogno dell'altro......e a quanto pareva i due Signori erano li' per dirmi qualcosa che non potesse essere ne scritto....ne passato attraverso fili e computer o telefoni........la vecchia e meravigliosa voce.......
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07-05-2013, 14.49.27 | #1107 |
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Guardai l'uomo di sottecchi, mentre un'espressione corrucciata mi si dipinse sul volto.
"..La Gioia dei Taddei? Lei è venuto da me per questo?" Sorrisi, distogliendo lo sguardo. "... Il professore deve avere un gran senso dell'umorismo... Con tutti gli studenti, gli assistenti, i ricercatori che ci sono di storia capomazdese l'hanno mandata da una studiosa di storia romana.. Perché non l'hanno indirizzata dalla dottoressa Morin? È lei l'esperta..." Scossi la testa. Decisamente, il professore doveva avere una grande considerazione dei miei studi. Ma mentre sorseggiavo l'ultimo sorso di birra, il mio sguardo si perse in un punto lontano, così come la mia mente. Aprii la porta con la stessa trepidazione di sempre. Rammentai per un momento la tensione dei primi anni, quando varcare quella soglia era per me come affrontare la macchina della verità. Sarei davvero stata all'altezza? Bussai alla porta aperta nel corridoio. C'era sempre uno strano profumo in quel corridoio ormai così familiare. "...Si può? Buongiorno..." Dissi piano, non vedendo nessuno. "...Ah è lei, Buongiorno, entri..." Disse una donna piuttosto giovane, dal sorriso cordiale "...Si accomodi, Clio..". "...Grazie, Professoressa..." Prendendo posto. "...Allora, come si sente?" Un sorriso mi illuminò il viso. "...lo sa, vero che questo non è che l'inizio?" "...certo, certo.. Ma sono felice di aver avuto una possibilità..." "...Non la sprecherà, ne sono sicura..." Si lasciò scappare la professoressa. "..il suo progetto di ricerca mi sembra interessante, ma anche ambizioso..." "..lo so, potrei cercare per anni senza trovare nulla..." "...quello non è importante.." Disse muovendo distrattamente la mano "..non deve per forza esserci qualcosa.. Potrebbe trovare prove per dire che non esisteva nulla di quel tipo.." "...naturalmente...". La professoressa mi guardò e sorrise. "...Allora, da dove ha pensato di iniziare?" Sgranai gli occhi. Era passata solo una settimana dalla notizia della mia ammissione al dottorato. "...io.. Non lo so..." Balbettai. "...ottimo, che ne dice di Capomazda?". Sgranai gli occhi ancor di più, doveva avermi confuso con qualcun altra, anche se mi sembrava impossibile. Già era stato stravagante studiare Sant'Agata di Gothia, ma adesso, si stava esagerando. "..Capomazda? La roccaforte del cattolicesimo più intransigente? Non credo che..." "...il cattolicesimo non è esistito da sempre, o sbaglio?" Mi interruppe, alzando gli occhi per lanciarmi un'occhiata divertita. "...No, ovviamente..." Mentre una strana luce si accendeva nel mio sguardo. "...esatto.. Buon lavoro...". Poco tempo dopo mi avevano informato dell'invito a Capomazda, tra presentazioni e convegni avevo perso il filo della ricerca. E non avevo fatto grandi progressi per la mia tesi. Guardai il fumettista con uno sguardo diverso, quasi a volerlo studiare, mentre la mia mente volava in collegamenti e supposizioni. Infondo, pensai, perché no? Capii immediatamente che non era stata una gentilezza nei miei confronti appiopparmi quell'incarico, ma avrei sfruttato la situazione a mio favore. Del resto, non si dice forse che nulla avviene per caso? "...E sia.." Dissi battendo il palmo della mano sul tavolo "..la aiuterò... Ma la avverto, sarà una ricerca anche per me... Ho come l'impressione che all'università abbiano fatto un po' da scarica barile.. Si dice così?" Sorridendo "...ad ogni modo, se vuole ancora il mio aiuto, possiamo cominciare anche domani...". Guardai l'ora dal display del cellulare. ".. Ora peró dovrei andare... Si sta facendo tardi, e ho ancora del lavoro da fare... Oltre ad un micio tutto solo che starà facendo impazzire i miei vicini di casa...". Presi l'agenda dalla borsa e osservai le pagine per qualche istante. "...facciamo domani alle nove in punto davanti alla biblioteca di Storia Capomazdese? Sa dov'è?". |
07-05-2013, 15.31.08 | #1108 |
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Il volto ma soprattutto l'espressione e il sorriso di quell' uomo era agghiacciante ma rimasi attonita alle sue parole...che senso avevano? Era una sorta di premonizione o solo le parole di uno psicopatico?
Lo vidi uscire e Julien si affacciò alla porta...ancora scossa chiesi informazioni su quell' uomo "Mrs Julien, lo so che vige il vostro segreto professionale, ma avete udito le parole di quell' uomo rivolte a noi? Cosa intendeva dire?".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
07-05-2013, 17.19.29 | #1109 |
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“Si, così il professor Asevol mi ha parlato di lei...” disse Luke a Clio “... come un'esperta di Storia Antica. In verità io non sono molto ferrato e quindi faccio confusione se mi si chiede di distinguere Romani da Greci, Egizi da Babilonesi o da Hittiti... spero di aver messo l'accento al punto giusto...” sorrise “... perciò tutto ciò che è antico per me va messo nella stessa scatola. Anzi, il mio mestiere mi ha insegnato che più roba metto in quella scatola, più la gente ne è attratta. E poi è stata la notizia della morte improvvisa e misteriosa di Robert de' Taddei ad avermi dato l'idea di studiare quell'antico mito. Rifletta... e non da storica, ma da lettrice di fumetti, magari...” le fece l'occhiolino “... una stirpe maledetta... ricca, famosa eppure con un segreto inconfessabile... cosa li perseguita da secoli? L'odio di chi detesta la loro ambizione, o forse qualcosa di oscuro?” Sorrise. “La gente impazzirà. E forse dopo queste nostre ricerche, anche lei diventerà una lettrice accanita di fumetti.” Di nuovo le fece l'occhiolino. “Allora domani davanti alla biblioteca. Così comincerò a fare pratica... trovare una biblioteca e poi il mistero di un'antica maledizione.” Pagò il conto e si alzò. “Domani mi troverà là. Ad attenderla impaziente.” E andò via.
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07-05-2013, 17.50.41 | #1110 |
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“Conosciamo la persona di cui parla, dottoressa...” disse uno dei due ad Elisabeth “... tuttavia non è stato lui ad inviarci qui oggi.”
“Molte cose” fece l'altro “stanno cambiando, dottoressa. Il mondo sta mutando velocemente e bisogna sapersi adattare. E' prerogativa delle menti superiori leggere con anticipo le svolte che si approssimano. Questo ci differenzia dagli animali e dagli esseri inferiori. E questo permetterà di definire la nuova gerarchia umana. Si, noi conosciamo molto di lei. E ancora più cose conosce colui che ci ha inviato. Ma non le spargerà ai quattro venti, stia certa.” “Però lei oggi non terminerà le sue mansioni qui.” Fissandola il primo dei due. “Deve seguirci subito. C'è una macchina giù che ci sta aspettando. Non abbiate pensieri. Vi riaccompagneremo qui molto presto. Ora, direi che possiamo andare. Ci segua, prego...” e le fece cenno di andare con loro.
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