08-02-2011, 22.14.01 | #1121 |
Cittadino di Camelot
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"No! Iodix, no!! Perdonami, perdonami se puoi!" gridò Gaynor fra le lacrime. "Anche tu, vecchio e fedele amico che ti sei schierato al mio servizio in questa avventura, perdonami per averti portato alla morte e sappi che se fossimo usciti di qui ti avrei chiesto di unirti a me nel mio viaggio... Signore Iddio, dona forza a tutti noi in questo momento terribile!"
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
08-02-2011, 22.40.56 | #1122 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le grida di dolore di Iodix si confusero con la risata demoniaca di Lyan, mentre la litania recitata dagli uomini tatuati assumeva un ritmo sempre più incalzante.
"Maledetti assassini!" Gridò Guisgard davanti alle atroci sofferenze del suo giullare. "Perchè non cominci da me, vigliacco?" Urlava a Dukey. Allora uno di quegli uomini tatuati gli si avvicinò e gli strappò la camicia. "Voglio sentirlo supplicare ed invocare la morte!" Ordinò Dukey al suo fedele. "Avanti..." mormorò Guisgard "... cominciate pure... vi mostrerò come muore un vero cavaliere... quando invece toccherà a te, vigliacco, strillerai come un maiale sgozzato..." fissando Dukey. L'uomo tatuato allora cominciò ad incidere con un ferro incandescente sul petto di Guisgard, mentre questi stringeva i denti per il dolore. Il supplizio durò alcuni interminabili istanti, fino a quando, vinto da quell'insopportabile dolore, pur senza aver mai emesso nemmento un lamento, Guisgard perse quasi i sensi.
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08-02-2011, 22.45.36 | #1123 |
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Intanto, nella cappella del monaco, Bethan aveva raccontato al chierico la sua drammatica storia.
"Il male è ovunque, milady..." disse il monaco "... e non lo si può sconfiggere solamente con le armi... bisogna pregare... pregare per non essere deboli, per non cedere alle forze oscure ed alle loro seduzioni... pregherò per voi, mia signora... pregherò affinchè troviate pace dai vostri tormenti..." Allora le si avvicinò e la benedisse segnandola tre volte. "E ricordate... per giungere in Paradiso bisogna attraversare l'Inferno..."
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08-02-2011, 22.47.07 | #1124 |
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Nello stesso istante, a Cartignone, Talia era con Guxio.
“E come potrei negare” disse questi con un sorriso “alla sposa il suo dono di nozze? Milady, vi darò ciò che chiedete… vi giuro sul mio onore che subito dopo aver pronunciato il vostro si, nel voltarvi indietro, scorgerete in fondo alla navata della cattedrale i vostri compagni sani e salvi… ma non prima che il sacerdote abbia consacrato i vostri voti nuziali… ricordatelo, non prima…” Le prese la mano e la baciò. “Ora andate a riposarvi…” aggiunse “… tra non molto vi manderò alcune ancelle col compito di prepararvi per la cerimonia…” E detto questo, diede ordine ad un servitore di accompagnare Talia nella sua stanza.
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09-02-2011, 02.43.08 | #1125 |
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Quando lo marchiarono a fuoco, Guisgard non emise un solo lamento, ma per Gaynor quel suo silenzio fu più pesante di mille grida.
Sta soffrendo le pene dell'inferno senza un lamento, per non conceder loro alcuna soddisfazione. E' l'unico modo che gli è rimasto per dimostrare la sua superiorità, la sua integrità, il suo coraggio... "Guisgard!"
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09-02-2011, 03.23.27 | #1126 |
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I miei occhi si infiammarono alle parole di Guxio e sentii in sangue ribollirmi...
...non prima... aveva detto ...non prima... Per un istante fui sul punto di gridare... ma a cosa sarebbe servito protestare? Guxio mi teneva in pugno perché teneva sotto scacco l’unica cosa di cui mi importava... e io non potevo farci niente in quel momento, niente che non fosse assecondarlo. Convulsamente strinsi i pugni, mentre il mio cuore prese a sprofondare verso il basso, sempre più verso il basso... e lentamente, controvoglia, chinai la testa. Quel gesto mi fece rivoltare lo stomaco... di nuovo strinsi il pugno e, con un gesto secco, sfilai la mano dalla sua... “Non prima...” dissi “Ma non un secondo dopo, o considererò rotto il nostro patto!” Rimasi per un istante a fissarlo, ma i suoi occhi erano indecifrabili e la sua espressione immobile... così mi voltai e seguii il suo servo fuori dalla sala. Camminai in silenzio fino alle mie stanze, la mente era lontana da lì... Fu a quel punto, dopo che il servitore mi ebbe fatta entrare nella camera e si fu chiuso la porta alle spalle, che un dolore lancinante mi colpì il cuore, tanto forte da farmi vacillare... “Guisgard!” mormorai... Quasi senza accorgermene, mi avvicinai di nuovo alla finestra e guardai fuori, ricercando gli alberi più lontani mentre il mio sguardo sembrava voler penetrare di nuovo tra le fronde... Infine lentamente iniziai a scivolare a terra, le mani sul vetro della finestra, la fronte sulle mani, gli occhi chiusi e un profondo, straziante dolore nell’anima.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
09-02-2011, 11.59.07 | #1127 |
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Guardai torturare Guisgard e un dolore al cuore mi venne vedendo tutto quel orrore non potevo aiutare nessuno pregavo che quei maledetti marcissero al inferno e che fosse solo un brutto incubo
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fabrizio |
09-02-2011, 15.19.44 | #1128 |
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"Grazie, Padre." disse Bethan, alle parole del monaco.
"Vi chiedo un ultima cortesia: potete indicarmi la strada per Cartignone? So che una persona a me molto cara si trova lì e avrei piacere di farle visita". Il giardino era pieno di alberi fioriti e le voci squillanti di due ragazzine di stagliavano nell'aria limpida di Aprile. "Prendimi, se ci riesci!" gridava Bethan , all'amichetta che ridendo la inseguiva nel boschetto. Le loro risate risuonavano nell'aria, quando finivano per terra, sul prato, lanciandosi manciate di erba fra i capelli. Nate e cresciute insieme, fino a quel giorno, le due giovanette erano ormai inseparabili e non potevano fare a meno l'una dell'altra. "Io e te saremo amiche per sempre!" disse Bethan. "Per sempre!" rispose l'amica. E abbracciandosi strette strette, corsero di nuovo, felici, fra gli alberi in fiore. |
10-02-2011, 03.11.43 | #1129 |
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"Cartignone..." disse pensieroso il monaco "... è la città più grande che si trova in queste terre... proseguite verso nord e dopo il bosco vi troverete nella vasta campagna che circonda Cartignone..."
Il monaco allora accompagnò alla porta Bethan. E quando furono fuori alla cappella, udirono dei passi. Ai due si avvicinò un cavaliere a cavallo. Era ricoperto da una robusta e magnifica corazza dai riflessi vermigli. "Salute a voi, buon chierico ed i miei omaggi, milady..." cominciò a dire "... perdonate, ma in nome di San Raffaele, protettore dei viaggiatori, avrei bisogno del vostro aiuto... sono in cerca di mia figlia, una giovane e bellissima fanciulla che ha abbandonato la sua casa per fuggire Dio sa dove..." "Temete sia stata rapita, messere?" Chiese il monaco. "No, mio docile monaco..." rispose il Cavaliere Vermiglio "... il maniero dove abitiamo non può essere espugnato nemmeno da un esercito. In verità ella è stata convinta a fuggire da uno stolto ragazzo, che io stesso scioccamente ho condotto nella mia casa. Mia figlia è cresciuta tra le mura di quel castello ed è del tutto estranea al mondo di fuori... ora temo che possa finire in qualche brutto guaio... aiutatemi, vi supplico... avete per caso avuto notizie di quella fanciulla?"
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10-02-2011, 05.25.31 | #1130 |
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Mentre Talia era angosciata da tristi pensieri e sinistri presagi, due ancelle entrarono nella stanza.
Una subito avvolse la ragazza in alcune stoffe pregiate, mentre l’altra accostava diversi gioielli al suo volto. Ad un tratto una terza ancella entrò, con in mano spazzole e fili preziosi da adagiare fra i capelli. “A sentirle” diceva questa ad alta voce “hanno tutte capelli da dee! Non vi è nulla di più sciocco di una dama di corte!” Fissò con attenzione Talia ed aggiunse: “Beh, vedo che con questa abbiamo una possibilità… anzi, diverse possibilità…” accarezzando i capelli della ragazza “… finalmente capelli degni del mio lavoro!” Nel resto della città, nel frattempo, tutti erano in trepida attesa per quell’evento. “E’ quasi tutto pronto, vero, maestro?” Chiese Bumin. “Si, mio diletto discepolo!” Rispose Guxio. “Una volta che il sacerdote avrà proclamato le formule e benedetto gli anelli, nessuno più potrà scogliere questa unione… e noi avremo vinto!” E la sua diabolica risata echeggiò come un sinistro presagio sul palazzo reale di Cartignone. Nello stesso istante, nella sua stanza, mentre quelle ancelle la preparavano per l'attesa cerimonia, Talia restava immobile a fissare il suo volto riflesso nello specchio. Un volto che solo a stento riusciva a celare il profondo dolore provato dalla giovane.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 10-02-2011 alle ore 05.40.04. |