14-09-2010, 04.30.34 | #1131 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La battaglia infuriava sempre più.
Ad un tratto un grido e Tisson si accasciò ferito al suolo. Maladesh allora gli si avvicinò, cercando di proteggerlo dai colpi avversari. "Presto!" Urlò disperato al suo assistente. "Io ti copro le spalle, mentre tu lo porterai sul carro! Sbrigati però, è ferito!" Ma ad un tratto, consumati dal fuoco delle frecce incandescenti che li avevano colpiti, gli alberi che circondavano quell'angusto passaggio crollarono miseramente, facendo venir meno la copertura dei nostri eroi. In un momento furono tutti circondati. "Ed ora come la mettiamo, cani!" Disse ridendo uno dei cavalieri. "Il padrone ci ha detto di sterminarli tutti..." prese a dire un altro di loro "... cosa aspettiamo dunque?" "Aspetta, hai visto quella?" Intervenne un terzo cavaliere indicando Morrigan. "Stasera potremmo spassarcela con un simile bocconcino! Accoppiamo questi idioti e poi ci divertiremo a turno con lei!" E tutti esultarono con versi lascivi. "Il primo che oserà avvicinarsi a lei lo infilzerò come un maiale!" Minacciò Mion, stringendo Morrigan a sé.
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14-09-2010, 04.50.26 | #1132 |
Cittadino di Camelot
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D'un tratto uno strano vento si sollevò nella radura, insieme alla polvere. Le fiamme divamparono e divorarono le fronde, aggredendo con violenza la natura, che fino a quel momento si era schierata, alleato aggiunto, al fianco di quella ardita spedizione.
I rami si piegarono, come se non potessero sostenere più il loro peso, e i tronchi si squarciarono, negando ai cavalieri la loro protezione. Morrigan avvertì con sgomento il cupo schiocco del legno che si spacca al crepitare del fuoco, e l'istante dopo vide che erano scoperti. Tutti gli uomini di Cosimus, armi alla mano, li avevano circondati! Le ci volle un attimo per studiare la situazione e comprenderne l'intima disperazione. Guisgard era sparito nella nebbia... Tisson era caduto... erano rimasti solo in cinque, e tra loro, soltanto lei e Mion potevano vantare una lunga familiarità con la spada e con la guerra. Ciò che vide l'istante successivo, la fece rabbrividire ancor di più, se questo era possibile. Sentì gli sguardi di quegli uomini che le scivolavano addosso... brutali... sconci... scivolavano su quelle forme che i suoi abiti, seppure comodi in battaglia, facevano intuire come loro non erano avvezzi a vedere in una donna... ascoltò con un brivido le loro intenzioni... non voleva nemmeno figurarsi una simile scena! In quel momento sentì accanto a sè la stretta di un corpo, di un corpo che, al contrario, non le faceva paura. "Il primo che oserà avvicinarsi a lei lo infilzerò come un maiale!" gridò Mion. QUel contatto la riportò in vita e la rincuorò, facendole ritrovare immediatamente quella foga che per un istante la paura aveva appena sbiadito. Si voltò verso Mion, gli lanciò uno sguardo che mescolava fierezza, ammirazione e riconoscenza. "Ammazziamoli, Mion!" disse al suo orecchio con voce tesa "Ammazziamoli tutti... anche a costo della nostra stessa vita! Quando tutto sarà finito, in un modo o nell'altro, nessuno qui avrà nulla da festeggiare!"
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14-09-2010, 05.06.01 | #1133 |
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Mion la strinse ancor più forte a sé.
Aveva udito le sue parole ma non avevo tolto lo sguardo da quei cavalieri. "Il primo che si avvicinerà sarà un uomo morto..." Disse Mion. "Sgozziamolo!" Gridò uno di loro. Allora cominciarono ad avvicinarsi. Erano almeno una quindicina. "Moriresti per niente, grande eroe..." disse uno di loro a Mion "... è solo una donna..." "Solo una donna..." ripetè fra sé Mion. Due cavalieri si avvicinarono a Morrigan. Mion Chiuse gli occhi per un istante... per poi aprirli un attimo dopo e colpire con due rapidi fendenti i due cavalieri. "Addosso!" Gridò uno di loro. In breve tutti furono su di loro. Il carro venne capovolto dalla foga di quei cavalieri. Maladesh e gli altri ripresero a battersi, ma furono in breve disarmati. Mion lottò come un leone ferito, restando sempre davanti alla sua Morrigan. Ma nella battaglia, uno dei cavalieri lo colpì con lo scudo sulla spalla ferita. Un grido di rabbia e dolore si udì. E quell'attimo di distrazione fu fatale. I cavalieri si avventarono su di loro e li separarono. E nel vedere Morrigan confusa tra quelle corazze, mentre lui veniva spinto via, fece sorgere in Mion una cupa disperazione. "Morriogan!!!" Chiamò con tutte le sue forze.
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14-09-2010, 05.25.53 | #1134 |
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Incrociarono le loro spade con rabbia e con disperazione insieme, cercando di respingerli. Ma erano almeno una quindicina, ed erano assetati di sangue e bramosi di conquista. In un istante furono loro addosso e una lotta caotica e confusa prese vita, tanto più confusa in quanto era sopravvenuta in loro la necessità di restare in vita ad ogni costo, ed il timore di perderla, e di perdersi, è il peggior nemico per un guerriero in battaglia.
Maladesh e gli altri ripresero a battersi, ma furono in breve disarmati. Mion continuava a lottare cercando di farle scudo con suo corpo contro quell'assalto, ma poi, di colpo, tutto divenne indistinto. Sentì un grido, poi sentì che l'afferravano e la trascinavano via. Mion non era più al suo fianco. Sentì la sua voce che invocava il suo nome con disperazione. Morrigan si guardò intorno, smarrita per un istante appena, e vide solo i volti osceni di quegli uomini, e sentì le loro mani che la afferravano e la trascinavano... una nausea violenta all'idea di quel contatto si sposò ad una rabbia sorda al pensiero che tutto potesse concludersi in quel modo. E allora Morrigan decise... si abbandonò! Si arrese a se stessa! Allontanò il pensiero che l'aveva tenuta in catene in quell'ultimo periodo, e decise di affondare nel suo lato oscuro... quel lato di lei che, dopo quell'ultima, fatale battaglia combattuta, aveva rifiutato, dimenticato, esiliato dal suo stesso pensiero. Ma l'idea di annegare nuovamente nel lato oscuro del suo essere, di certo non poteva mai essere così oscura quanto la fine che l'attendeva! Allora si sforzò di allargare le braccia, lasciò scivolare la spada al suo fianco e chiuse gli occhi. Lasciò sfuggire il suo spirito, in un sospiro, e il corvo nero della battaglia sfrecciò dalle volte celesti e si precipitò dentro di lei, come tante altre volte aveva già fatto. Morrigan aprì gli occhi e con uno sguardo fece scoppiare il cuore dell'uomo che la teneva stretta. Il soldato si fermò, come se fosse stato passato da una lama da parte a parte. La fissò con gli occhi sbarrati di cupo stupore per un istante, quindi dalla sua bocca uscì un fiotto di sangue rosso e guizzante, un attimo prima che l'uomo si accasciasse davanti a lei. E lei, con aria distante e indifferente, come una divinità ctonia, volse allora il suo sguardo freddo e tagliente verso il soldato che le era più prossimo.
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14-09-2010, 05.36.51 | #1135 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Che il diavolo ci danni tutti!" Urlò uno di loro, mentre il silenzio scese su quell'angolo di foresta.
La morte di quel cavaliere fece sorgere un vivo terrore in loro. "E'... è... una strega!" Si udì dal gruppo dei cavalieri. Anche Mion restò impressionato da quelle scena. Fissava Morrigan con uno sguardo incredulo, stentando a credere a ciò che aveva visto. "Hai visto, cane? Volevi difendere una strega!" Disse uno di loro afferrandolo per il mantello. Ma Mion era troppo sconvolto per opporre resistenza. Restava in silenzio, continuando a fissare Morrigan. Gli puntarono allora le loro armi contro e fissarono Morrigan. "Ecco, strega!" Gridò con disprezzo uno di loro. "Il tuo difensore è alla nostra mercè! Usa di nuovo i tuoi diabolici poteri e lo infilzeremo!" Poi, guardando il fuoco che consumava gli alberi, aggiunse: "Il Fato ci ha donato anche un bel rogo... ora comincerà la festa!" E tutti loro si abbandonarono a volgari risate di vittoria.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 14-09-2010 alle ore 05.59.49. |
14-09-2010, 06.00.39 | #1136 |
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Le urla di quegli uomini strapparono Morrigan dalla sua trance e da quella strana estasi che si impadroniva di lei in quei momenti. Sentì grida di vivo terrore... "E' una strega! E' una strega! Hai visto, cane? Volevi difendere una strega!"
E sulla scia di quelle parole, Morrigan si voltò indietro. Mion, che era riuscito a lanciarsi dietro di lei dopo che li avevano separati, restava lì, a pochi passi, circondato dai loro assalitori. Stava in silenzio e la fissava con occhi colmi di stupore, come se non potesse o, peggio, non volesse credere a ciò che aveva visto accadere. La guardava con uno sguardo così colmo di dolorosa consapevolezza da aver dimenticato tutto ciò che lo corcondava, persino del suo nemico, cui avrebbe dovuto opporre resistenza. Invece restava lì, immobile, lasciandosi colpire dal loro scherno e minacciare dalle loro spade, come se su quello spiazzo non ci fossero che loro due. A quella vista, Morrigan fu colpita dal medesimo, immenso dolore... un dolore così forte che pensò per un istante che il suo cuore potesse esplodere come era accaduto a quel soldato... ecco, è accaduto... sapevo che sarebbe accaduto... perchè non si può sfuggire a ciò che si è, nemmeno desiderandolo... Mion, mi dispiace... sapevo che sarebbe accaduto... ho provato a dirtelo, ma tu non mi hai creduto... e adesso vedi chi è davvero la donna che amavi e che volevi salvare? Hanno ragione loro, Mion, hanno ragione... non ne vale la pena... dare la vita per una strega! Tu sei nella luce, e io nell'ombra, e mai potrai amare ciò che sono, mai! E adesso, che il tuo cuore così ferito non potrà più amarmi, nulla ha più senso per me... e non ci sarà più l'Oriente, nè i rami di ciliegio... dove vanno i sogni, quando sorge il sole? Lo fissò con la morte negli occhi. "Perdonami, Mion...", disse soltanto, mentre i suoi occhi si sforzarono di trattenere una lacrima. Quindi passò lo sguardo su quegli uomini che li corcondavano, lo sguardo più altero che riuscì a mostrare. "E sia, signori..." disse "Ammetto la vostra vittoria" Fece scivolare la mano lungo i calzoni, tirò fuori dallo stivale il suo fido stiletto e lo puntò di fronte a sè. "Ma chi di voi vuol essere il primo, dovrà essere anche colui che tra tutti voi riuscirà a disarmarmi... avanti!" E dicendo questo, sfidò tutti a farsi avanti, contando sulla loro brama e distogliendo così l'attenzione delle loro armi da Mion.
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14-09-2010, 06.14.04 | #1137 |
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"Adoro le donne ardimentose!" Disse uno di loro facendosi avanti.
"Vai, Gawrosh, è tutta tua!" Lo incitavano gli altri. Mion restò ancora a fissare il corpo senza vita di quel cavaliere ucciso dal solo sguardo di Morrigan. "Alza la testa, cane!" Gli disse uno dei cavalieri. "Vuoi scommettere che le piacera? E tu che volevi difendere le sue virtù!" E rise forte. Mion allora, finalmente, rialzò lo sguardo e fissò Morrigan. Appariva determinata, coraggiosa, fiera e forse indifferente. Ma non era così. Mion sapeva leggere nei suoi occhi, l'unica via che conducevano al suo cuore. Gli occhi lucidi ed inumiditi da un sordo e temuto dolore. Un dolore che nasceva dal cuore. Dolore e paura. Questo Mion vide in Morrigan. Il cavaliere si avvicinava a lei, facendo versi e gesti osceni, mentre tutti già pregustavano la scena. La mano di Mion allora afferrò la sua spada e silenzioso si alzò da terra. Un attimo dopo il cavaliere accanto a sé era a terra, in un lago di sangue. Si lanciò allora su altri due e li trafisse. Ma in quel momento tutti si voltarono verso di lui. "Uccidetelo!" Urlò uno di loro. Una freccia di balestra trafisse la sua mano disarmandolo. "Accoppalo, a questo bastardo!" "Fermi tutti!" Ordinò una voce. "In nome di sua grazia il vescovo di Avignone, deponete le armi!"
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14-09-2010, 06.26.32 | #1138 |
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Morrigan fissava quell'uomo che con un ghigno si stava avvicinando a lei, incitato dalle grida dei compagni. Respirava con affanno, aveva gli occhi lucidi, allertati dal timore, e la gola asciutta. Era come un animale stretto ormai dai lacci del cacciatore e braccato dalla sua muta, senza più un luogo dove sfuggire.
Mion, non lo guardava più! Il suo cuore non avrebbe retto ad un altro sguardo. Gli aveva già detto addio, aveva dovuto farlo. Dentro di sè pregava soltanto perchè lui, almeno lui, si potesse salvare... perchè, ormai libero dal pensiero di dover salvare lei, riprendesse in mano la spada e combattesse per la sua vita e per quella degli altri compagni! Ma proprio mentre quegli uomini le si stringevano attorno, e la sua mente offuscata dal dolore non sentiva più che la confusione delle loro grida, una voce squarciò di netto quel folle brusio che le incalzava le orecchie. "Fermi tutti!" ordinò quella voce. "In nome di sua grazia il vescovo di Avignone, deponete le armi!" E sentendo quelle parole, Morrigan credette di sognare. Trasse un profondo sospiro, chiuse gli occhi, abbandonò il capo, come accade dopo una fatica che ci ha svuotato il corpo e l'anima, mentre la sua mano, nonostante un vivo tremore che l'aveva assalita, continuava a brandire il pugnale, come se, nonostante l'ordine udito, fosse ancora incapace di allontanare quell'ultimo baluardo da sè.
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14-09-2010, 06.31.34 | #1139 |
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Nel frattempo, la compagnia di Carcassonne era ormai giunta a destinazione.
Le mura della città, che dominavano sulla campagna, già si potevano vedere chiaramente. Uno dei cavalieri suonò il corno per far apprendere a tutti che Lady Talia era tornata a casa. Poco dopo, la compagnia fu fatta entrare all'interno della città. Al suo passaggio, tutti si inchinavano salutando Talia e rallegrandosi per il suo ritorno nella terra natia. Le campane della città suonavano a festa e dal palazzo reale si vedevano sventolare numerosi stendardi. Giunti al palazzo, furono accolti dai paggi che andarono loro incontro. "Oh, sia ringraziato il Cielo!" Esclamò la nutrice di Talia, nel rivedere quel volto che le era caro come quello di una figlia. "Milady, sapeste quanta pena e paura ho avuto nel cuore! Ma ora siete qui, sana e salva e questo è ciò che conta!" L'abbracciò e la baciò. "Venite, sarete stanca per il viaggio..." aggiunse "... seguitemi nella vostra stanza, dove potrete rinfrescarvi e cambiarvi d'abito." "Milady..." prese a dire Gerard "... io vado ad avvertire sua signoria. Quando sarete pronta raggiungerete vostro padre." Mostrò un devoto inchino e si diresse dal visconte.
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14-09-2010, 09.27.24 | #1140 |
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Ringraziai Empi per aver invocato Madre terra, nel corpo di un uomo non avrei potuto farlo.......quell'attimo di luce rinvigori' la mia energia.......quell'uomo ne aveva di forza......." Guisgard, ascoltatemi, in questo luogo neanche la figura di Cosimus potrebbe essere reale.......la magia non e' illusione..essa e' reale quanto la vostra spada......l'amore che provate per Talia e' talmente grande che vi proteggera'......Amare non vuol dire essere ricambiati.......amare vuol dire aver avuto il dono Divino di ricevere un sentimento che non ha spiegazione sul piano umano.....amatela, amatela anche con la consapevolezza di averla persa.......sara' questo il vostro scudo nei confronti di un uomo che e' pieno di odio........il mio cuore battera' insieme al vostro e la mia forza sara' unita alla vostra.......abbiate Fede mio signore........".....Trovarmi difronte Cosimus......fu come se qualcuno mi avesse dato un pugno allo stomaco......Lui poteva aver ucciso migliaia di uomini.....ma la resa dei conti arriva per tutti.......guardai l'anello al dito di Guisgard....sembrava brillasse di luce propria...Fu solo un attimo e la mia mente ando' a Morrigan la potevo vedere fiera e instancabile....e con orgoglio percepii l'arrendersi al suo essere maga aveva rischiato di perdere Mion....se fosse stato vero amore....nulla, neanche la magia avrebbe potuto dividere due persone che si amavano.........la visione di Morrigan svani' come nebbia al sole.....l'arrivo dello scontro........fu un primo colpo di spada....e poi un susseguirsi di colpi assestati e schivati......ogni colpo scuoteva tutto il mio essere.....Guisgard era veloce...ma Cosimus sembrava una roccia........cosi' padrona della luce........feci in modo che Guisgard assestasse i suoi colpi con una velocita' tale.....da lasciar senza fiato il suo avversario........ feci uscire dalla mia bocca un soffio di vento caldo.......che colpì Cosimus........lo vidi cadere e contorcersi in preda a fiamme invisibili ad occhio umano........sino a quando tutto sembro' calmarsi anche Cosimus........una strana sensazione...mi sentii come sospesa....guardai istintivamente l'anello....era a meta' dito nella mano di Guisgard la furia del duello stava facendo scivolare il mio legame di vita.........
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