09-05-2013, 21.50.25 | #1141 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“E' solo un vecchio mito.” Disse Dean ad Altea. “Come le maledizioni sulle tombe dei faraoni. Oggi nessuno ci crede più, ovviamente. Spesso in passato gli uomini davano risposte assurde ai fenomeni che non sapevano spiegarsi.”
“Da cosa ha preso origine quella maledizione?” Chiese Josephine. “I Taddei, come tutti i grandi signori del passato, amavano rappresentare la loro immagine legata in qualche modo al divino.” Spiegò Dean. “Come i Tolemei in Egitto, o gli imperatori Romani. E così, per rendere l'immagine della loro divina invulnerabilità, i biografi dei Taddei hanno dipinto la morte dei loro signori con aspetti sovrumani. Di qui l'elaborazione della Gioia dei Taddei nella letteratura e nelle altre arti.” Ad un tratto si avvicinò qualcuno. “Chiedo scusa...” fissandoli “... cerco Altea Trevor.” “E' lei.” Indicò Josephine. “Sono l'assistente del professor Asevol. Se vuole seguirmi, la condurrò da lui.”
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09-05-2013, 21.54.12 | #1142 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Oydo sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“No...” disse posando il calice su un tavolino intarsiato con avorio e madreperla “... lei è stata chiamata dalla scienza. Il nostro vero unico dio. Il padrone al quale siamo fedeli. Io e lei siamo alfieri del medesimo potere. Il più luminoso, il più forte. L'unico capace di condurre alla verità e quindi alla libertà. La scienza...” sorrise “... conosce un personaggio storico chiamato Arconte Meccanico? Per la storiografia ufficiale è poco più di un mito, una leggenda. Questo perchè gli uomini non possono concepire ciò che la loro mente ed il loro spirito ignora. Invece l'Arconte Meccanico era un semidio. Invulnerabile. Senza debolezze. Capace di far tremare i Taddei ed il loro fanatismo. E quel suo grande potere, che molti credono solo una favola, è invece emerso dal buio della storia. L'archeologia ci ha ridato qualcosa di straordinario, dottoressa.” I suoi occhi erano quelli di un genio visionario.
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09-05-2013, 22.13.05 | #1143 |
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"Un Mito? Una leggenda?" dissi quasi infervorita.."cosi Mr. Dean io sarei venuta qui a studiare solo delle storielle fantasiose?? E che mi dite della morte misteriosa del grande miliardario Robert dè Taddei? Inspiegabile quasi...e come mai la gente, ancora oggi, lega quella morte alla Gioia dei Taddei?" scossi il capo quando vennero finalmente a chiamarmi.
Presi in mano i miei due tomi e seguii l'assistente del professore..e se non gli fossi piaciuta? Non avrebbe voluto accettarmi a studiare e pensava pure lui credevo in assurde favole...mi trovai davanti a una porta e vi era una targetta sopra...Professor Asevol..guardai l' assistente aspettando aprisse quella porta.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
10-05-2013, 03.04.49 | #1144 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard fissò il vecchio frate.
Questi allora, senza dire nulla, aprì la teca e prese la spada. “Il nostro Destino è scritto, lo sai...” disse “... ma abbiamo la libertà di viverlo come sappiamo e vogliamo quel Destino già deciso... questa spada può farti essere un Angelo, oppure un demone... dipende da cosa ne farai... se sarai tu a dominarla, o se invece ti farai soggiogare da lei...” “Cosa nasconde quell'arma?” Chiese Guisgard. “Secoli fa” raccontò il frate “questa spada apparteneva ad un nobile cavaliere. Costui per sfuggire alla maledizione che perseguitava la sua gente, strinse il patto con lo spirito che custodiva quest'arma. Il cosiddetto Pegno di Gioia... lo spirito sarebbe stato servo del cavaliere in questa vita, mentre nell'Aldilà i ruoli si sarebbero invertiti. Tutto questo per sconfiggere i nemici della sua famiglia. Nemici comandati da un despota chiamato Arconte Meccanico. Ma anche per sfuggire alla maledizione che da secoli decimava i suoi antenati.” “Il Pegno di Gioia... la maledizione?” Ripetè Guisgard. “Allora quel cavaliere era un...” “Si, uno dei Taddei.” Annuendo il frate. Ad un tratto si udirono dei rumori. “Eccoli.” Fece il chierico. “Prendi la spada e va ora. Sul fodero vi è una pergamena. L'ho scritta per te. Leggila. Capirai il resto.” “Cos'è questo?” “E' la celata del Cavaliere Bianco.” Dandogli quella visiera. E' tutto ciò che resta di un'antica corazza. Ora va, ragazzo mio... e che il Cielo ti assista.” “E voi?” “Io mi prenderò beffe di loro.” E mise al dito un anello, per poi svanire all'improvviso. Di nuovo dei rumori. Guisgard allora chiuse la spada e la celata in una borsa e nascose un vassoio di ferro sotto la camicia. Un attimo dopo alcuni uomini entrarono. E con loro vi era il misterioso uomo che avevamo incontrato nello studio di Julien. “Dov'è frate Nicola?” Chiese a Guisgard. “E tu chi sei?” “Lo sto aspettando anche io.” Sarcastico lui. “Devo confessarmi.” “Cercatelo!” Ordinò l'uomo ai suoi sgherri. “Cercatelo ovunque.” “Ehi, per la confessione dovete rispettare la fila.” Ironico Guisgard. “Tranquillo...” fissandolo il misterioso uomo “... non hai bisogno di confessarti... il Paradiso e l'Inferno non esistono...” ed estratta una pistola, lo sparò in pieno petto. E Guisgard cadde a terra all'istante. Quegli uomini allora misero sottosopra la casa, senza trovare tracce del frate. Ritornarono poi nella stanza dove avevano sparato a Guisgard. Ma qui il suo cadavere non c'era più e al suo posto vi era solo il vassoio di ferro con il proiettile ancora bloccato su di esso. “Maledetto...” con rabbia l'uomo misterioso “... cercatelo... cercatelo!” Gridò poi ai suoi.
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10-05-2013, 03.35.57 | #1145 |
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“Io...” disse quell'uomo a Talia “... io non sono né l'uno, né l'altro... lavoravo alla Taddei Corporation, come inserviente... incontravo il signor de' Taddei ogni mattina... gli portavo il giornale prima della sua riunione quotidiana. E parlavamo di sport durante le pause nel corridoio. Hanno detto che il signor de' Taddei è morto in seguito ad un malore... cavolate!” Esclamò. “Aveva una salute di ferro! Più lo guardavo, più mi rendevo conto che poteva tranquillamente vivere cent'anni o più!” Fissò Talia. “No, non è morto per un malore... quella sera pioveva ed io stesso avevo chiuso le finestre del suo ufficio. E per sua stessa richiesta. Il mattino dopo, quando l'hanno trovato morto, invece una finestra era aperta... e non si apre una finestra all'ultimo piano di un grattacielo, in piena notte e nel bel mezzo di un temporale. Ne ho parlato con l'amministratore delegato, il signor Saome Tondo e per tutta risposta sono stato licenziato. Ora ciò che accadrà in quell'azienda e nel resto della città non sarà più affar mio... si, io non avrò più nulla a che fare con tutti loro... e presto ci sarà una nuova vittima... l'ultimo dei Taddei...”
Arrivò il custode e li pregò di uscire. Il cimitero infatti stava per chiudere. Talia e l'uomo uscirono così dal cancello principale. Un attimo dopo, quell'uomo però era già sparito. Ad un tratto una macchina sportiva spuntò da una traversa, per poi sfrecciare verso di lei a grande velocità. Un secondo dopo altre due macchine apparvero sulla strada, intente ad inseguire l'auto sportiva.
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10-05-2013, 04.02.31 | #1146 | |
Cittadino di Camelot
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Osservai l’uomo stupita...
una finestra aperta... quell’uomo credeva in un’antica maledizione solo per via di una finestra aperta? E credeva che anche qualcun altro fosse in pericolo... per una finestra aperta! Lo fissai... aveva senso questa tesi? No, probabilmente non ne aveva... Eppure... quali motivi razionali potevano spingere un uomo ad aprire una finestra nel bel mezzo di un temporale? Fissavo l’uomo, combattuta... E fu allora che giunse il custode. Citazione:
e tuttavia, una volta fuori, l’uomo scomparve in fretta... mi guardai intorno stupita per alcuni istanti, ma ero ormai sola e alla debole e traballante luce dei lampioni non si scorgeva neanche un’anima viva... sbuffai... certo che ce n’era di gente strana in giro, pensai. Mi ero appena voltata e mi ero avviata lungo il marciapiede, chiedendomi come diavolo avrei fatto a tornare fino a casa, quando il rombo di alcuni motori ed un forte stridio di gomme mi indusse a voltarmi di nuovo... e feci appena in tempo a vedere quella macchina girare l’angolo a tutta velocità e puntare su di me, subito seguita da altre due... colta alla sprovvista, gridai e mi ritrassi di due passi, contro il cancello del cimitero.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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10-05-2013, 07.11.30 | #1147 |
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Talia vide quell'auto, velocissima, andare verso di lei.
Un attimo dopo altre due auto apparvero sulla strada Anch'esse rapidissime. Poi, ad un tratto, quelle aprirono il fuoco contro quella che le precedeva. Colpirono i vetri e quell'auto sbandò, fino a finire proprio contro il cancello del cimitero. Talia in quel momento fu colta da paura e si ritrovò quell'auto a pochi passi da lei. La portiera allora si aprì e qualcuno ne uscì. “Dannati...” disse Guisgard togliendosi il giubbotto lacerato lungo la spalla “... sta bene?” Fissando Talia. Allora da lontano, dai vetri delle due auto, arrivarono altri spari verso di loro. “Stia attenta!” Fece Guisgard lanciandosi verso Talia e tenendola ferma a terra. “Non possiamo restare qui...” mentre una pioggia di proiettili tintinnava intorno a loro due “... o faremo la fine di un colabrodo...” tentò allora di guardarsi intorno “... dobbiamo raggiungere quelle auto parcheggiate laggiù...” indicò a Talia “... venga con me e tenga giù la testa...” e scivolarono via, cercando di nascondersi dietro i cassonetti dell'immondizia. Intanto altri colpi arrivarono verso di loro. Guisgard e Talia però, a fatica, riuscirono a raggiungere le auto parcheggiate. “Vada all'altra portiera...” indicò alla ragazza “... sempre tenendo la testa in giù...” allora con un temperino Guisgard forzò la serratura e scattò l'allarme. Entrò, staccò i fili sotto il volante e l'allarme cessò. Anche Talia era entrata. Le due auto erano però su di loro ormai e cercarono di tamponarli. Ma prima del fatale impatto, Guisgard riuscì ad accendere l'auto e a farla partire rapida. “E' un diesel...” derapando nel bel mezzo della strada, con una manovra al limite “... mi ci vorrà un po' per avviarla bene!” Le due auto li fiancheggiarono, ma quella manovra disperata fece compiere all'auto un'inversione ad u e le due macchine finirono l'una contro l'altra. “Al giorno d'oggi” guardando le due auto in fiamme dallo specchietto “nessuno più rispetta il codice della strada...” guardò Talia che era accanto a lui “... sta bene? Coraggio, il peggio è passato.” E lanciò l'auto rapida nella strada.
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10-05-2013, 07.32.27 | #1148 |
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“Mi scusi” disse Dean ad Altea “ma cosa si aspettava? Di trovare un'antica maledizione che falciasse i membri di una ricca famiglia? Andiamo, siamo nel XXI secolo e la gente ha altro a cui pensare. La morte del vecchio de' Taddei è avvenuta per cause naturali. Era da solo quella sera e forse si sarà sentito male. E purtroppo non c'era nessuno a prestargli soccorso.
Poi arrivò l'assistente di Asevol ed Altea lo seguì. E quando giunse davanti al suo ufficio, la ragazza entrò. “Buongiorno a lei.” Salutandola il professore. “Ho visto che ha chiesto di me. In cosa posso aiutarla?”
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10-05-2013, 07.35.17 | #1149 |
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“Imparerà presto” disse Luke a Clio “che Capomazda è la patria del Sole. Pensi che molti qui detestano l'Estate.” La guardò dalla testa ai piedi. “Accipicchia, che eleganza!” Esclamò. “Vuol proprio far girare la testa a tutti i pezzi grossi che incontreremo, vero?” Sorrise annuendo. “Però se il suo intento è quello di far colpo sull'erede del vecchio De' Taddei, beh, le dirò che i miliardari sono tutti eccentrici, innamorati del loro stesso ego, insensibili e malati di onnipotenza. E comunque le ricordo che la mia proposta di matrimonio è sempre valida!” Sorrise e poi aprì la portiera dell'auto. “Prego, milady! Il mio destriero la porterà nel palazzo dei balocchi ora!” Fece sarcastico.
Un attimo dopo l'auto del fumettista partì. “Allora...” mentre guidava “... siamo una squadra ormai e quindi tutto va pianificato. Come ci presentiamo là? Io direi... come marito e moglie. Mi sembra perfetto, no?” E le fece l'occhiolino.
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10-05-2013, 10.23.58 | #1150 |
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Salii in macchina e scossi la testa, sorridendo.
"..Sono contenta che le piaccia la mia mise, non è il mio abbigliamento abituale e ci ho messo un bel po' a decidermi… Non si preoccupi, non ho intenzione di far colpo su nessuno.. rappresento la facoltà, ci mancherebbe altro.. " guardai fuori dal finestrino "...No, i miliardari egocentrici non mi interessano, ma devo a loro il mio assegno di ricerca all'università, e il minimo che possa fare è evitare di presentarmi in jeans ad un ricevimento, non crede?". Restai in silenzio per alcuni minuti, guardando fuori dal finesrtino. "..Comunque no, niente marito e moglie.." mi voltai a guardarlo e sorrisi "..Le rovinereri la piazza...". E gli feci l'occhiolino. "..Diremo di essere quello che siamo, io il rappresentante della facoltà di Lettere, dato che il presidente non ha potuto presenziare, e lei il mio gentile accompagnatore, un genio dei fumetti.. o sbaglio? Beh, credo proprio che dovrà farmi leggere qualcosa di suo, così potrò constatarlo io stessa..". Sorrisi. |