08-06-2011, 04.10.49 | #1161 |
Cittadino di Camelot
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Sentii del nervosismo nell'aria, nonostante i due uomini non dessero segno di ostilità e si limitassero a scrutarsi. Gouf con un'espressione austera, Sir Ivan con un sorrisetto sornione e fin troppo sicuro di sè.
"Ah eccovi, Sir Gouf! Che magnifica dimostrazione questa sera... immagino debba esservi grata per avermi sciolto da quella scommessa." Sussurrai con un sorriso un po' indispettito, dispetto che andava a beneficio del barone. "Sembrate molto sicuro di voi, Sir Saint-Roche... sembra quasi, dalle vostre parole, che la gloria di cui parlate sia lì ad attendervi, che dobbiate semplicemente allungare la mano per prendere ciò che sentite appartenervi di diritto..." pensierosa guardai l'oscurità che incombeva su di noi. "Quale dio vi infonde così tanta certezza?" Girai attorno a un braciere, fissando lo sguardo nel fuoco e percependone la vitalità. Gli spiriti erano quieti, ma chissà quando avrebbero ricominciato a tormentarmi. Lanciai un'occhiata a Gouf per cercare di capire cosa si muovesse dietro quella maschera di autocontrollo che aveva indosso. Mi augurai che la gelosia o qualche altra sciocca passione non lo annebbiasse. Nel contempo mi domandai se io fossi gelosa. Quella domanda rimase dentro di me, senza osare cercare una risposta.
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08-06-2011, 04.32.10 | #1162 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Giungete col favore delle tenebre, cavaliere…” disse infastidito Ivan de Saint-Roche.
“Quale alleato migliore delle tenebre, non trovate? Confondono il male ed oscurano il bene, milord…” sorridendo Gouf. “Parlate di Angeli Buoni ed angeli ribelli… avevo sentito dire che non credevate a nulla di tutto questo…” “Lucifero ed il suo sogno sono da sempre il mio più alto ideale, mio signore…” rispose Gouf. “Attento a non volare troppo in alto, o potreste poi cadere proprio come il vostro angelo rinnegato, cavaliere.” Con un ghigno Ivan. “E si dice che le torri di Capomazda siano tanto alte da arrivare a sfiorare il Cielo…” “Quello che cadde dopo il suo ambizioso volo era Icaro, non Lucifero, milord…” mormorò Gouf “… e si sa… la mitologia è il vostro campo, non il mio…” “Quale Dio mi infonde tanta certezza, milady?” Rivolgendosi poi Ivan a Melisendra, quasi a voler ignorare Gouf. “Lo stesso che a Capomazda credono abbia investito il loro Arciduca… e non trovate curiosa ed allettante la coincidenza che vede un deciso richiamo tra il nome del mitico Icaro e quello del nobile Icarius de Taddei?” “Le coincidenze non esistono, milord…” intervenne Gouf “… e voi dovreste saperlo… ora perdonatemi, ma devo lasciarvi… ovviamente in compagnia di ciò che stasera ho vinto contro il vostro barbaro, mio barone… andiamo, mia cara…” porgendo la mano a Melisendra. “Avevate rinunciato al vostro premio…” disse Ivan. “Ho solo detto che non scelgo la compagna di una notte attraverso un duello…” rispose Gouf “… e poi ora sto solo reclamando la compagnia della nostra bella dama… nulla di più…” “Forse dovrebbe essere lei a scegliere, non trovate?” Replicò Ivan.
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08-06-2011, 05.05.24 | #1163 |
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“Troveremo da soli quella donna…” disse Finiwell a Cavaliere25 “… andiamo, il bosco ci attende, ragazzo!”
E detto ciò, i due si lanciarono fuori Capomazda, verso il lussureggiante bosco, sulle tracce della misteriosa donna che loro credevano essere Sara de Mornay. Intanto, nella cittadella fortificata, Guisgard e Morrigan discutevano sul da farsi. “Vorresti andare tu dall’abate Ravus? E come ti comporteresti? Forse chiedendogli delle amanti di qualcuno dei nobili Arciduchi? O perché mai hanno perseguitato una donna col suo bambino appena nato? Cosa credi ti risponderà l’abate? Sarai fortunata se non ti farà mettere ai ferri!” Esclamò Guisgard. “Conosco questa gente… per i loro ideali e valori calpesterebbero ogni cosa… anche una donna con un bambino…” Restò un attimo a riflettere, fissando l’infinito manto di quella notte che stava per giungere al termine. “Scusami, non volevo essere così brusco…” voltandosi di nuovo verso di lei “… perdonami, ti sto coinvolgendo in una brutta e pericolosa storia… e non ho nessun diritto di fare questo… forse dovresti andare e lasciarmi in balia dei fantasmi e delle miserie del mio passato, Morrigan…”
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08-06-2011, 05.14.50 | #1164 |
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"Perchè ovunque io vada gli uomini pensano solo alla guerra e sono litigiosi come pettirossi nella stessa gabbia?" domandai a voce bassa, come se lo stessi domandando alla fiamma che guizzava davanti ai miei occhi. Mi stavo riscaldando. Il vento aveva iniziato a soffiare e a portare strani echi.
Le gonne del mio vestito si gonfiarono e si agitarono. Rabbrividii e cercai di coprire le spalle nude con il velo che portavo con me. "Dal momento che non gradisco essere una pedina in questa vostra dimostrazione di forza, penso che rientrerò nella sala grande. Questo vento mi fa rabbrividire." Mi inchinai dignitosamente e mi voltai per andare.
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08-06-2011, 05.35.10 | #1165 |
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Melisendra si allontanò dai due uomini e si diresse verso la sala del banchetto.
Ivan la salutò rispondendo al suo inchino, mentre Gouf restò impassibile. Poco dopo Melisendra rientrò e riprese il suo posto accanto a Cimarow. Un attimo dopo fece lo stesso Ivan, per poi essere imitato anche da Gouf. Il banchetto procedeva nello stesso modo in cui i tre l’avevano lasciato. “Va tutto bene, milady? Potevate tranquillamente manifestare la vostra insofferenza verso sir Gouf ed i suoi discutibili modi…” disse Ivan “… del resto è pur sempre un miserabile capitano di ventura…” aggiunse con disprezzo, ma attento a tenere bassa la sua voce, in modo che solo Melisendra potesse sentire. “Diteci, cavaliere…” prendendo la parola lady Rawel e rivolgendosi a Gouf “… conosciamo ormai a memoria i vostri successi in battaglia e le vostre straordinarie avventure cavalleresche… ma nulla invece sappiamo di quelle amorose…” sorridendo maliziosa. “Oh, milady… siete ardita stasera!” esclamò uno dei presenti. “Trovate? Eppure sono certa che le avventure amorose del nostro sir Gouf potrebbero largamente gareggiare con quelle cavalleresche… ditemi, cavaliere… sbaglio forse?” “Milady…” rispose Gouf “… sarò franco anche a costo di deludervi…” “Non credo sia possibile essere delusa da voi, messere…” “Eppure vi dirò… non serbo un gran ricordo di fatti d’amore che mi riguardano…” “E perché mai?” Domandò la donna. “Perché mentre in battaglia mi sono misurato contro grandi e formidabili avversari…” rispose Gouf “… non sono stato altrettanto fortunato in amore, visto che ho sempre conosciuto donne di poco conto e di dubbia fama…” aggiunse senza sollevare mai lo sguardo verso Melisendra. “Allora siete stato fortunato a giungere qui, cavaliere…” sorridendo la donna “… sono certa che troverete di vostro gradimento le dame di Capomazda…” Gouf accennò un lieve e forzato sorriso.
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08-06-2011, 05.45.32 | #1166 |
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Lho fissò Sayla senza dire nulla.
“Andiamo…” disse Icarius “… torniamo tutti a Capomazda… voglio che anche tu venga con noi… ti prego…” fissando con uno sguardo senza luce la giovane ragazza. “Si, torneremo tutti a Capomazda.” Annuendo Lho. Lho fece salire il suo signore e la fanciulla su due dei tre cavalli che aveva condotto con sé. “Il terzo cavallo era per Talia…” pensò Icarius, mentre montava in sella al suo. I tre allora presero il sentiero e si allontanarono dalla Pieve. Icarius più di una volta si voltò indietro a fissarla, mentre un lacerante dolore gli nasceva nel petto. “Passeremo per il Borgo Vecchio?” Domandò. “No, taglieremo per il bosco, milord.” Rispose Lho. “Dovrei restituire il mio costume al vecchio delle marionette…” mormorò Icarius “… ho dato la mia parola… anche se l’altro costume, quello di Ragione…” il dolore e le lacrime, che a stento riuscì a trattenere, gli impedirono di dire altro. “Mio signore, il vostro debito è pagato con quel vecchio…” rispose Lho “… non datevi pena per questo.” Icarius restò in silenzio per il resto del viaggio, mentre il bosco e poi la campagna fecero da scenario al loro tragitto. “Perché sei andata alla Pieve?” Chiese Lho a Sayla. “Si, a Capomazda tu dovrai rispondere a molte delle mie domande…” Ad un tratto scorsero in lontananza le mura di Capomazda e le sue alte e possenti torri. Giunsero così presso la monumentale e secolare Porta dei Leoni ed entrarono nella cittadella fortificata. Subito furono raggiunti e circondati da cavalieri e servi. Lho però portò nel palazzo il suo signore, chiedendo a tutti di non disturbarlo oltre. E quando tutti e tre furono dentro, subito Izar corse incontro al suo signore. “Cosa è accaduto, milord?” Domandò il filosofo e consigliere dell’Arciduca. “Dov’è lady Talia?” “E' stata portata via dalla maledizione…” mormorò Icarius, “La… maledizione?” Ripeté turbato Izar. “Si… la Gioia dei Taddei…” fissandolo Icarius “… quella che per tutto questo tempo tutti voi avete cercato di nascondere ai miei occhi…”
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08-06-2011, 06.14.40 | #1167 |
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Un brivido mi percorse la schiena non appena Sir Ivan comparve accanto a me. Era come sentire su di sè l'ombra di un rapace. Non potevo farci niente, mi inquietava.
"Milord, come avrete capito non amo ricevere ordini... e non amo nemmeno essere contesa come un giocattolo tra bambini viziati. Poichè gli uomini spesso si comportano come tali, io ho imparato a defilarmi prima che il gioco diventi noioso. O pericoloso." Ascoltai la lady che incalzava Gouf di domande e ascoltai silenziosamente le sue risposte. Mi mordicchiai un labbro, ricambiando lo sguardo di Gouf con un'aria un po' interrogativa. "Vi prego, Sir Gouf..." intervenni. "Cosa intendete con di poco conto e di dubbia fama?" Lanciai un'occhiata tra il divertito e il piccato. "Milady, le dame di Capomazda sono estremamente pie..." dissi, rivolgendomi al Lady Rawel.
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08-06-2011, 06.27.22 | #1168 |
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“Siete saggia, oltre che bella, milady…” disse Ivan, sempre a voce bassa “… ma anche una donna audace come voi comprenderà che presto a Capomazda ci saranno nuovi signori… e sarebbe saggio ingraziarsene i favori…” e le sfiorò i capelli con una mano.
Gouf fissò allora Melisendra. “Intendo che, crescendo nella miseria e nelle difficoltà, ho imparato, per sopravvivere, a saper riconoscere chi mi circonda…” mormorò con disprezzo“… so che la disperazione e la paura spinge molte donne a rinunciare a tutto pur di sentirsi protette… a rinunciare alla lealtà, alla sincerità, oltre che al proprio corpo messo in palio per l’ultimo arrivato… donne capaci di vendersi notte dopo notte… donne che arrivano ad usare i loro figli come merce di scambio per ingannare gli altri…” “Cavaliere, esistono donne simili?” Chiese lady Rawel. “Si, milady…” rispose Gouf senza alzare mai lo sguardo da Melisendra e da Ivan “… e non immaginate quanto sia facile incontrarle…”
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08-06-2011, 06.47.26 | #1169 |
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Il Sole aveva raggiunto il punto più alto del cielo ed i suoi raggi scendevano caldi e poderosi su quel verziere dai tratti quasi fiabeschi.
Foglie di ciliegi, di peschi, dei mirti, di erica e di salici, che cingevano, come una corona, quel bianco e marmoreo cortile, si agitavano lievemente alla debole e gradevole brezza in un suono quasi ritmico. Il cortile, tutto in marmi pregiati, appariva bianchissimo e di esotica bellezza, con piante sconosciute per quelle terre ed uccelli, rinchiusi in gabbie ottonate, dal raro e variopinto piumaggio. Ad un tratto uno dei fanciulli che giocavano coi molossi si accorse di Talia e la indicò ridendo. Un attimo dopo anche gli altri si abbandonarono ad ingenue ed infantili risate. Subito allora giunse una ragazza. Era alta ed aggraziata, con capelli biondi e carnagione chiara. Fece prima cenno ai fanciulli di smettere di ridere, poi alzò lo sguardo verso Talia, restando a fissarla per qualche istante con i suoi bellissimi occhi verdi. Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta ed un attimo dopo entrò nella stanza di Talia. Era un uomo che indossava un abito di chiaro gusto orientale, di seta preziosissima e dai colori molto accesi. Aveva un volto pulito e solo lievemente ambrato, nel quale spiccavano denti bianchissimi come perle. Gli occhi invece erano di ebano lucidissimo. “Spero abbiate dormito bene, mia signora…” disse sorridendo e mostrando un lieve inchino “… sono Shezan, l’eunuco… ai vostri ordini, milady.”
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08-06-2011, 06.51.30 | #1170 |
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Socchiusi gli occhi e non cedetti. Mi sentii offesa.
"Sembra che abbiate fatto incontri terribili, cavaliere..." irrigidii la mascella. Mi strinsi nel velo e mi alzai dal mio seggio. L'aria si era fatta decisamente irrespirabile. Tra i fumi dell'alcol, quelli che salivano dai bracieri e le sciocchezze che stava blaterando Gouf, iniziai ad averne abbastanza. Mi rivolsi a Sir Ivan. "Siete davvero generoso, Sir Saint-Roche, a preoccuparvi del mio benessere..." sussurrai non senza un pizzico di sarcasmo. Mi inchinai al cospetto di Lord Cimarow e mi accomiatai. "Milord, spero che non vi sia sgradito, ma credo mi ritirerò nelle mie stanze." Feci un cenno di saluto rivolto a tutti i presenti. Sapevo che non avrei chiuso occhio. Se non fosse venuto lui da me, allora sarei andata io da lui. Lanciai un'occhiata a Gouf con la coda dell'occhio.
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