14-11-2013, 21.56.44 | #1161 |
Disattivato
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Presi il foglio che Sara mi porgeva.
Lo guardai attentamente, trasalii. Era.. era identico a quello di lady Silvia. Certo erano ritratti un ragazzino e un uomo, ma potevano essere la stessa persona. E se? Alzai lo sguardo verso Sara. "Ma certo, glielo farò avere.. e farò del mio meglio perché vi venga restituito.. non dovrebbero esserci problemi.. Missani non me lo vieterà..". Restai corrucciata, a guardare quel disegno, le parole di Mirabole mi tornarono in mente. "Posso farvi una domanda indiscreta?" tentai "..io non sono di Sygma e non conosco i fatti di questa città ma.. questo vostro fratello.." indicando il disegno "..per caso, Simone Missani ha avuto una parte nella sua morte? Sapete, Mirabole l'ha accusato di aver causato la morte di qualcuno, e ora vuole liberare Francesco.. no, non franintendetemi, non vi sto accusando di nulla.. non credo che abbiate a che fare con lui.. è solo che, Missani non ha mai voluto rispondermi, sostiene di non avere nulla da nascondere.. ma sono certa che non è così..". Sospirai, mi ero spinta troppo oltre. "Vi chiedo scusa.. non volevo essere inopportuna.." sorrisi "..ma sono certa che quell'uomo non è immacolato come vuole farmi credere..". |
15-11-2013, 00.12.54 | #1162 |
Cittadino di Camelot
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Ero rimasta a lungo immersa in quel bagno caldo, con il vapore che mi inumidiva i capelli e mi arrossava le guance... pensando.
Pensando a tante cose... al passato, al presente... pensando al pericolo che anche soltanto quei miei pensieri ponevano su una testa... sulla sua testa... E non potevo non chiedermi perché... perché era sempre stato tanto complicato... perché era dovuto succedere tutto ciò che era accaduto... Il bagno era caldissimo e presto quei miei pensieri si confusero in sogni, in ricordi, in rimpianti e desideri... Quando infine mi decisi ad abbandonare quel bagno, a vestirmi e a scendere, mi fu detto che Jacopo era tornato e poi era di nuovo uscito, diretto al Palazzo di Giustizia, da Simone... ma c'era fermento in casa... un insolito fermento di cui non comprendevo il motivo... finché, dopo richieste e insistenze, una domestica mi confidò di aver sentito dire di 'un intrepido duello avvenuto nottetempo tra il Padrone e il famigerato Mirabole'... disse che al mercato non si parlava d'altro... mi disse di non preoccuparmi però, perché 'il Padrone stava bene'... a quelle parole trasalii... Guisgard! Era stato un pensiero incondizionato, istintivo: non potevo sapere che Mirabole fosse lui, ma lo sentivo... lo sentivo nel cuore come avevo sentito che Altafonte era lui... Senza pensarci neanche un istante, dunque, corsi a cambiarmi e poi mi precipitai nelle stalle... sellai da sola, in fretta, un cavallo e balzai in sella.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
15-11-2013, 02.54.03 | #1163 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Velv ed i suoi avevano deciso come seguire l'avvenimento.
Ognuno prese così il proprio posto. Elisabeth aveva scelto di stare di lato alla vettura. La carrozza, con a bordo diversi soldati armati, lasciò Santa Felicita. Il quadro, sempre avvolto nel suo telo, era stato posto nella vettura alla presenza del capitano Jacopo de' Gufoni. L'uomo aveva infatti lasciato la sua residenza per raggiungere la chiesa. Alla fine la carrozza partì, diretta verso il Palazzo Reale. Nelle strade, sebbene chiuse in gran parte, si era riversata una folla nutrita ed incuriosita. Nessuno infatti aveva mai visto quel quadro. Solo i chierici. E a fatica la vettura col prezioso carico si faceva strada in quel marasma generale. Ad un certo punto, passato il ponte, la carrozza fu bloccata da un carro che si era infilato in uno dei vicoli chiusi. “Ehi...” disse con rabbia il soldato che conduceva la carrozza alla vecchia che portava il carro “... non vedi che hai bloccato il passaggio? Togliti di là, vecchia! La strada era chiusa!” Ma la vecchia appariva intontita da quella confusione e impiegò qualche minuto a rimettersi in marcia. “Al diavolo!” Gridavano i soldati. “Libera la strada!” Intanto la gente si era avvicinata alla carrozza e ci volle tutta la determinazione dei militari per allontanare quei curiosi. Addirittura furono sparati vari colpi in aria, per allontanare i più testardi. Alla fine, rimessasi in cammino la vecchia col suo carro puzzolente, la carrozza col quadro poté riprendere il suo cammino fino al Palazzo Reale. Ma, arrivata a destinazione, una volta nel cortile del palazzo i militari si accorsero di qualcosa di sorprendente. Il quadro non c'era più. Al suo posto vi era solo il telo. E davanti a quella scena, Jacopo de' Gufoni gridò tutta la sua rabbia. Intanto la vecchia ed il suo carro maleodorante furono spinti da altri militari verso la periferia della città. Tuttavia, per uscire del tutto dal centro abitato, occorreva passare un posto di blocco messo lì per controllare la situazione. “Fermati, vecchia...” disse il sergente “... prima di lasciare la città dobbiamo controllare cosa porti in questo tuo letamaio.” E fece cenno ai suoi di controllare il carro. “Eh...” scuotendo il capo la vecchia “... ci troverete solo dolore... il mio povero figliolo...” “Cosa gli è capitato?” Chiese il sergente. “Due grossi bubboni sotto le ascelle...” mormorò lei “... forse è la peste... la terribile Peste Nera... lo sto portando nel Santuario di Santa Zita... ma forse non arriveremo in tempo...” “Maledizione!” Inveì il sergente. “Sei impazzita a portare qui quel tuo disgraziato figlio! Vuoi forse far scoppiare un'epidemia in città!” Cominciò a tossire e poi a sputare a terra. “Riparti con questo tuo fetido carro e non tornare mai più in città! Se ti rivedo giuro che ti faccio sparare addosso! E ora togliti dai piedi, vecchia megera!” “Così disprezzate i derelitti, sergente?” Guardandolo la vecchia. “Vattene o farò dare fuoco a te ed al tuo carro infetto!” Minacciò il sergente. E la vecchia col suo carro lasciò definitivamente la città. Qualche minuto dopo, un gruppo di soldati a cavallo raggiunse il posto di blocco. “Chi comanda qui?” Chiese il capo del drappello. “Io.” Facendosi avanti il sergente. “Da qui dovrebbe passare una vecchia con un carro.” Spiegò il militare a cavallo. “Fermatela. Intesi?” “Una vecchia?” Ripetè il sergente. “In verità è già passata... poco fa...” “E l'avete lasciata andare?” “Beh...” balbettando il sergente “... aveva dietro il suo figliolo malato... volevate che mi buscassi la peste?” “Volevo solo che usassi la testa, grosso idiota!” Urlò il militare a cavallo. “Quella vecchia, mio caro signor sergente, era quel ladro, Mirabole!” “Che io sia dannato!” Esclamò il sergente. “Già!” Annuì il militare a cavallo. “E aveva con sé il quadro!” “Diavoli dell'Inferno!” Incredulo il sergente. “Avanti, alzate la sbarra e fateci passare!” Ordinò il militare a cavallo. Il sergente fece alzare la sbarra e quei soldati galopparono via, all'inseguimento della vecchia. La raggiunsero poco dopo. “Sembra sia andato tutto bene, capo...” disse il capo dei militari alla vecchia. Quella annuì. “Prendete il quadro” ordinò poi lei a quelli “e portatatelo nel posto stabilito.” E restò a fissarli con i suoi enigmatici ed impenetrabili occhi chiari mentre i falsi soldati si allontanavano.
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15-11-2013, 03.07.12 | #1164 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Voi...” disse Sara fissando Clio con rabbia “... cos'altro volete da noi? Perchè continuate a tormentarci?”
“Sarà meglio andare ora, Clio...” mormorò Roberto, prendendo la mano della sua finta cugina. “Aspettate...” all'improvviso Riano “... non so cosa vogliate scoprire... comunque si...” annuì “... Simone Missani accertò la morte del nobile di Castelflorenzio... e fu lui a firmare l'ordine di arresto per quel mio figlio adottivo... egli si professò innocente ma ebbe il torto di fuggire... allora Missani incaricò il capitano de' Gufoni di inseguirlo... e durante quella fuga, raccontarono poi le autorità, mio figlio restò ucciso... poco dopo quella storia, sia Missani che il capitano videro le loro carriere giungere all'apice...” “Lo accusarono di aver una relazione con la moglie di Castelflorenzio” intervenne Sara “e di aver poi ucciso per questo quel nobile... ma è falso! Lui non era un assassino!” Ma proprio in quel momento dalle strade cominciarono ad udirsi delle grida. C'era gente che correva in strada urlando. “Hanno rubato il quadro!” Gridava qualcuno. “E' stato Mirabole!” Urlava qualcun altro.
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15-11-2013, 03.14.25 | #1165 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Credo” disse Ermiano ad Altea “che il cavaliere fosse solo pensieroso per i suoi affari.” Guardò poi per un momento dalla finestra che dava sulla strada. “Si, lo penso anche io...” aggiunse poi “... avrebbe bisogno di una donna al suo fianco...”
Altea lasciò la stanza e andò a farsi un bagno caldo. Poi ritornò nella sala delle corazze, riprendendo ad osservare le armature e tutti gli oggetti che abbellivano quell'ambiente. Ma qualche istante dopo sentì giungere dalla strada grida e schiamazzi. Come se una folla confusa e rumorosa si fosse riversata nelle vie cittadine. “Hanno rubato il quadro!” Gridava qualcuno. “E' stato Mirabole!” Urlava qualcun altro. “Ci è riuscito davvero!”
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15-11-2013, 03.38.26 | #1166 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Talia, così, sellato quel cavallo, lasciò il palazzo galoppando via.
Si lanciò in una corsa frenetica e cieca, lasciando quasi al cavallo il compito di condurla via da quella casa e dai suoi timori. E mentre cavalcava, rivide immagini e frammenti di episodi passati. Lui restò in silenzio all'improvviso. La fissò e poi si avvicinò con la bocca agli occhi di lei. Chiusero gli occhi insieme, fu un istante. Un istante nel quale Talia non si rese più conto di nulla. Poi solo il calore delle sue labbra sulla bocca di lei. Fu un bacio che sembrò durare un momento infinito. Quelle labbra che cercavano quelle di lei. Il suo sapore, il suo profumo. Poi la ragazza aprì gli occhi di colpo e lo schiaffeggiò. Ma il sapore di lui sulle labbra di lei restò a lungo... All'improvviso delle grida la destarono da quei ricordi. Per le strade vi era fermento e confusione. La folla urlava come impazzita. “Hanno rubato il quadro...” disse qualcuno “... hanno rubato il quadro!” “E' stato Mirabole!” Gridò qualcun altro. “Quel ladro ci è riuscito davvero!”
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15-11-2013, 11.41.40 | #1167 |
Cittadino di Camelot
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L'ardire del mio caro amico Emin portava in se tutta la vivacità dell'apprendista cavaliere......ricordava me nel periodo in cui viaggiavo e studiavo come novizio presso il Gran Maestro Carandil......sorrisi malinconicamente.
"Caro amico, nell'intraprendere un'impresa non bisogna mai puntare alla sola fama, ma bensi' tutto ciò che questa avventura ha da offrirti: il semplice ringraziamento di un mendicante, la cattura della famigerata preda e i profondi mutamenti della tua essenza, forgieranno il tuo animus. Ogni piccolo passo, azione e scelta che compirai' sarà il tuo tracciato verso il tuo esser cavaliere." Gli posi la mano in spalla e dissi: "Beh.....credo che dovrò rimandare il mio meritato riposino e la calorosa passione che solo le fanciulle di codesto reame possono offrirti. Che didsetta!! Hai una cena da pagarmi " e risi flagorosamente.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
15-11-2013, 14.43.00 | #1168 |
Disattivato
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Abbassai lo sguardo a quelle parole di Sara.
Aveva ragione. Sentii la mano di Roberto sulla mia, e quel lieve contatto mi rassicurò: non ero sola, lui era lì con me. Ascoltai Riano con attenzione. Sì, era sicuramente quello a cui si riferiva Mirabole. "Vi ringrazio.. Davvero.." Sussurrai. Poi, la folla, il chiasso, mi distrassero. "Che ingenui.." Proruppi "...era ovvio che l'avrebbe rubato adesso.. Che cosa si aspettavano?". Scossi la testa. Ora l'insieme delle cose cominciava ad avere un senso. Non era una guerra, ma una vendetta, contro Jacopo e Simone. Si ma... Chi? Se il fratello di Francesco fosse sopravvissuto, sarebbe in cima alla lista. Ma è morto! Forse qualcuno che gli voleva bene? Non c'erano altri fratelli.. Forse un amico? Una cosa era certa: dietro quella morte c'era la chiave! Posai lo sguardo sul disegno che tenevo tra le mani. Eppure.. Era così somigliante! Così somigliante a quell'uomo così particolare, eccetrico, di cui nessuno sapeva nulla.. Quell'uomo che, a sua volta, somigliava a lui.. A Mirabole! Solo a pensarlo era una pazzia.. E se non fosse morto? Impossibile! Anche se fosse, è stato Simone ad accertarne la morte, se avesse mentito lo saprebbe. E allora capirebbe a cosa si riferisce Mirabole, di cosa lo accusa. Certo, a meno che non si sia solo sbagliato. Ma non mi sembrava possibile. E poi, i morti si seppelliscono, non ci si può sbagliare! Forse al momento, negli ultimi istanti. Ma poi, un morto è un morto! Trasalii: stavo davvero facendo un simile ragionamento? Ma per quanto assurdo, sembravano logico. Poi, scossi la testa. Allora perché non lo avevano riconosciuto? Ricordai la scenata di Francesco al ballo degli Accio. Non era stato proprio Altaforte a salvarlo da Jacopo? Insomma, era suo fratello, l'avrebbe riconosciuto. Però lui l'aveva difeso.. Cominciava ad essere tutto molto complicato. "Andiamo a casa, Roberto.." Dissi al mio finto cugino "Ho bisogno di riordinare le idee...". |
15-11-2013, 16.11.31 | #1169 |
Cittadino di Camelot
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Stavo osservando la stanza quando come un temporale improvviso udii quelle parole da fuori..il quadro..Mirabole era riuscito nel suo intento.
Corsi giù per le scale.."Ermiano..dove siete..hanno rubato il Verziere..ma il vostro padrone lo saprà? "
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
15-11-2013, 17.18.46 | #1170 |
Cittadino di Camelot
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Quanta gente per strada...la meraviglia stava passando attraverso la povera gente....ognuno voleva vedere....magari toccarla, ma i soldati erano tanti sino a quando il drappello si fermo'...non riuscivo a vedere Velv .....ma una vecchia donna ostruiva il passaggio, guarda un po'....proprio in quel momento si veniva a trovare la vecchina disturbatrice...i soldati urlavano e imprecavano di togliersi di mezzo...e lei poverina con occhi......i suoi occhi....erano così vivi rispetto alla sua età.......Velv aveva detto che ci interessava prendere il ladro...decisi nella confusione....di infilarmi all' interno del carro...e quando questo riprese a camminare realizzai che ero sola.........le parti laterali non erano chiuse......ma nessun odore di carne putrida mi arrivava.......sino a quando non lo toccai...era una tela...il quadro, Velv aveva ragione ..lo avrebbe rubato in quel momento e non in Chiesa o a Palazzo Reale.........mi batteva forte il cuore......il carro fu fermato dai soldati.......mi misi infondo al carro e mi coprii con del vecchio tessuto....fu fermato il carro dai Soldati e la vecchina...dolcissima vecchina disse di trasportare il figlio malato di di peste.......e figurarsi....scapparono via, e proseguimmo per non so dove, passo' del tempo fino a quando il carro non si fermo' di nuovo.......tutte voci maschili, dovevano portare via il quadro, mi ero fatta piccolissima.....ma erano soldati....come poteva essere.....lo stavano portando dove ?.....accidenti come avrei fatto ad andargli dietro...una volta che uscirono il quadro dal carro.....alzai un pezzo del telone per seguire con lo sguardo...qual'era la direzione........speravo solo che nessuno controllasse il quadro.........evitai anche di respirare....
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