16-11-2011, 09.16.26 | #1181 |
Cittadino di Camelot
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Sembrava Orlando conoscesse l'origine di quel simbolo e di cosa ci stesse dietro, quando udii la sua voca farsi roca dalla emozione, davanti a noi apparve un magnifico esemplare di lupo bianco.
"Orlando, temi un lupo? perchè mai dovrebbe prenderla per una sfida, ricordati che loro attaccano solo se affamati, non sono malvagi di natura. Comunque tu gli fai sentire che hai paura di lui, e per lui questa è una sfida. Sediamoci a terra, su queste pellicce e aspettiamo l'animale esca, e non tentare di ucciderlo".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
16-11-2011, 12.26.14 | #1182 |
Cittadino di Camelot
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"Se io credo che quel poveretto sia il capo?"
Ripeto ad alta voce la domanda formulatami dal comandante, come per concedermi il tempo di decidere la risposta... In realtà i miei pensieri erano occupati dalle parole del prigioniero, e dalle sue promesse... Per vane che fossero, valeva la pena dar loro credito. "Non importa se sia il capo o no, certamente tenterà di raggiungere il suo gruppo, o quantomeno di uscire dalla città. La sua fuga dovrà avere uno sbocco naturale, quale che sia. E noi lo seguiremo, fosse anche in capo al mondo. Vedete, Comandante, quando si ha a che fare con un'organizzazione come il Giglio Verde, non vale il principio del tagliare la testa per abbattere il corpo. Sono fanatici, il Credo è il loro capo e la Fede la loro testa. Per gente come questa un capo non è altro che un coordinatore sul campo, morto il quale ci sarà subito qualcun'altro pronto ad assumerne le funzioni. Immaginate di avere a che fare con un'immonda Idra, più tagliate le teste, più ricresceranno." Il Comandante mi osservò, frustrato dal mio ragionamento... Senza esitare né attendere la domanda che sembra affiorargli sulle labbra, do al Comandante della guarnigione una risposta secca. "Potremo fermarli solo dimostrando loro quanto si sbagliano. Ma ci sarà tempo per questo. Un'ultima cosa prima di lasciarvi ai vostri compiti: il prigioniero ha minacciato un'incursione dei suoi amici presso la nostra caserma. Non credo sia una minaccia realistica, ad ogni modo tenete gli occhi aperti. Il mio piano prevede di mettere fuori gioco alcuni dei soldati della nostra guarnigione, ma non temete, già da stasera e per i prossimi giorni raddoppierò la presenza di soldati in incognito, infiltrati nelle taverne, negli esercizi e nelle case limitrofe alla caserma. Saranno pronti a precipitarsi in nostro aiuto al primo colpo di schioppo." Con un rapido scatto, mi volto e faccio come per allontanarmi... Poi mi fermo, destinando al mio interlocutore un ultimo pensiero. "Comandante... Non lasciate mai che il dubbio vi colga. Ricordatevi sempre per cosa lottate. Faremo cose terribili, cose brutali, cose che probabilmente ci condannerebbero all'inferno, se davvero esistesse. Ma non dimenticate mai quante vite state proteggendo con queste vostre azioni, quali Ideali Magnus rappresenti, quanta sofferenza è stata estirpata grazie alla Rivoluzione. Coloro di cui oggi noi sembriamo i carnefici, sono la causa di un dolore lungo secoli. Quel dolore riecheggia nell'eternità, e minaccia di ritornare, se noi falliremo. Io non credo in nessun dio, ma credo nella Santità di questa nostra missione. La nostra fede non è in qualcosa di impalpabile o di etereo, è nell'Uomo, e nel suo diritto alla felicità, alla libertà, e all'uguaglianza. Non dimenticatevelo mai, Comandante."
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------------------------------ Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù, la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli, le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi ~~~oOo~~~ Ultima modifica di Lancelot : 17-11-2011 alle ore 11.17.47. |
16-11-2011, 12.27.22 | #1183 |
Cittadino di Camelot
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Gli occhi della preda e del suo cacciatore erano l'uno di fronte all'altro, la lotta era stata vinta dai miei compagni ma tra me e loro e come se fosse stato creato un mondo parallelo, che come unici segni di vita aveva soltanto il battito concitato dei due cuori che erano in lotta. Riuscivo ad avvertire la tensione del mio arco e quella della sua vittima, ero pronto a scagliare il colpo di grazia a codesta miserimma vita...... lasciaì la presa è la freccia andò a conficcarsi a piedi di Mounth scavando un buco profondo tanto della potenza con cui era stata caricata e risposi:
"Ti lascio vivere, non voglio sporcarmi le mani con te....ma sappi una cosa la prossima volta potrebbe andare diversamente...., sono certo che incroceremo nuovamente le nostre strade, messere". Non sapreì spiegare il motivo per cui l'ho lasciato vivere, forse pensaì...."quel gesto potrebbe farlo cambiare o qualcos'altro." |
16-11-2011, 15.57.57 | #1184 |
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andai nella dispensa e cercai la seconda guardia la vidi e dissi venite vi prego il vostro compagno non si sente bene e aspettai una sua risposta mentre sapevo la sua fine che faceva e grignai i denti
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fabrizio Ultima modifica di cavaliere25 : 16-11-2011 alle ore 18.43.46. |
16-11-2011, 16.52.54 | #1185 |
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<<Non bisogna usare la forza per tramortire un paio di guardie se vi fidate di me faremo un lavoro pulito senza destare tropp attenzione..>> Guardai tutti gli zingari che mi fissavano
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16-11-2011, 17.44.58 | #1186 |
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Tafferuille, gettatovi da Essien, piombò in scena come un uragano. Si fermò al centro del palco, restando a fissare il pubblico per lunghi attimi... sembrava quasi sorpreso di trovarsi di fronte tutta quella gente, che ricambiava il suo sguardo dapprima con vivo interesse poi con sempre crescente ilarità.
Anche io rimasi sorpresa per un istante... molte cose si potevano dire di Tafferuille, infatti, ma non certo che avesse mai mostrato una qualche incertezza sul palcoscenico. Per un attimo vi fu immobilità sulla scena... io guardavo Tafferuille, Tafferuille guardava il pubblico, il pubblico rideva... poi l’uomo mascherato si voltò e fissò me per qualche momento... con la coda dell’occhio vedevo Essien dietro la quinta che si sbracciava e faceva segno di procedere, ma Tafferuille non sembrava intenzionato a proseguire... al contrario, avrei quasi detto che non avesse la pur minima idea di che cosa doveva fare o dire... Dapprima, dunque, ricambiai il suo sguardo, allargai appena gli occhi e gli feci nascostamente segno di avvicinarsi. Poi, vedendolo decisamente in difficoltà, decisi che un piccolo cambio di copione sarebbe forse stato opportuno... Feci qualche leggero passo verso la platea, dunque, mostrando sorpresa nel vedere per il nuovo arrivato. “Oh, fatalità!” sospirai, rivolta al pubblico, quasi parlassi alla luna “Invocare il mio Renart, attenderlo... e mai vederlo arrivare... Oh...” Mi voltai, quindi, osservai Tafferuille per un istante, poi tornai a parlare al pubblico... “Ma costui... l’uomo appena giunto... io non lo conosco... che sia stato mandato qui dal mio amato? Magari con un messaggio, con una parola...” Tornai a guardare Tafferuille e, quasi cercando il coraggio da qualche parte, feci qualche passo verso di lui... “Ditemi, mio buon signore, è per conto del mio amato Renart che giungete qui? Ditemi, vi prego... vi ha egli inviato da me con qualche parola? Non esitate, mio buon signore, vi imploro...” Era il suo momento, non potevo fornirgli un ‘la’ migliore per la sua battuta... Lo fissai, in attesa.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
16-11-2011, 17.54.48 | #1187 |
Cittadino di Camelot
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Sembrava assurdo alle mie orecchie sentire bussare alla porta, avevo idea che ci fossimo solo io e loro in tutto il circondario........avevo avuto l'impeto di staccarmi dai miei carcerieri....ma una mano forte e sicura mi afferro' il braccio e non ebbi piu' modo di pensare di andare oltre......me lo ritrovai alle spalle.....avevo una sua mano sulla spalla in segno di confidenza e con l'altra mi fece sentire la durezza di una lama....solo un respiro e mi avrebbe uccisa, avevo un rivolo di sudore che mi scendeva lungo la schiena.......avevo paura.....avevo la necessita' di sentirmi al sicuro......." Vorrei tanto potervi aiutare e sapervi tra le braccia della verita'....mi state minacciando, perche' avete paura che vi tradisco, se vi sentite nella ragione".....ma la porta si spalanco' e mi sentii........in balia di due correnti....dovevo dar fede al mio intuito.....qualcuno stava mentendo...
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16-11-2011, 18.32.32 | #1188 |
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La porta si aprì e l’uomo strinse a sé Elisabeth.
Un attimo dopo una figura si lanciò nella stanza, colpendo con forza l’uomo che aveva aperto la porta. Dopo toccò all’altro crollare a terra con la testa rotta. “Chi sei?” Gridò l’uomo che teneva bloccata Elisabeth. “La morte che corre…” rispose Emile, armato di un lungo bastone. “Se ti avvicini, giuro che spezzo il collo di questa donna!” Minacciò l’uomo. “Avanti, butta a terra quel bastone e poi avvicinati al focolare!” Emile obbedì. “Così siete insieme voi due, eh!” Disse l’uomo. Lanciò allora via Elisabeth e si chinò a raccogliere il bastone. Ma, in quello stesso momento, Emile, con rapido gesto, raccolse un ceppo ardente nel camino e lo tirò sul volto di quell’uomo. Questi allora lanciò un grido disumano e cominciò ad agitarsi. Emile lo colpì, facendolo cadere a terra, per poi immobilizzarlo. “Parla… chi siete tu e i tuoi compari?” “Brucio, aiuto!” “Parla, o ti darò davvero fuoco!” Minacciò Emile. “Apparteniamo…” farfugliò l’uomo “… alla setta degli Ottonari Paolisti… al servizio della Curia Romana…” “E perché volevate quel libro?” “Per comprenderne i segreti…” “Perché?” Chiese con rabbia Emile. “In questo paese la Chiesa è in pericolo… e noi dobbiamo riferire tutto a Roma…” Poi, vinto dal dolore, si liberò della morsa di Emile e corse in strada. Ma avendo gli occhi bruciati, cadde poco dopo in un corso d’acqua e morì annegato. “Come state?” Avvicinandosi Emile ad Elisabeth. “Cosa vi hanno fatto quegli uomini’”
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16-11-2011, 18.45.10 | #1189 |
Cittadino di Camelot
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Quando si dice che la mente di un uomo ci mette qualche secondo per mettere a fuoco un attacco di sorpresa........tutte le guardie del mondo...non valevano la furia di Emile......mi setii prima strigere con violenza e poi scansare con un impeto tale che persi l'equilibrio.......sentii quell'uomo dire finalmente la verita'....la Chiesa......avevo rischiato le fiamme e non quelle del camino......lo vidi correre fuori dal capanno in preda a dolori lancinanti........mi alzai da terra....e mi gettai tra le braccia di Emile ".....Ero convinta che mi aveste abbandonata....mio Dio Emile....sono arrivata a toccare la morte, e la cosa peggiore era la solitudine immensa che ho provato.....mi hanno minacciata, ma la mia magia mi avrebbe distrutta sapete che dopo ogni atto la mia energia mi lascia inerme....."...Mi staccai da lui e in lacrime gli dissi "....Non vi azzardate piu' ad andare in giro senza di me.....la prossima volta vi trasformero' in qualcosa di ripugnante"....ma detto questo....mi appesi al suo collo, avevo bisogno di sentirlo vicino
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16-11-2011, 20.21.00 | #1190 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Non pensavo certo di ricevere quest’accoglienza da parte vostra…” sorridendo Emile “… soprattutto dopo la nostra ultima discussione alla locanda.” La fissò. “Ehi, cosa sono questi lacrimoni, madame?” Asciugando le sue lacrime. “Una vecchia zingara, al mio paese, diceva sempre che le lacrime sono il preludio alla gioia. Su, è tutto passato.” La strinse nel suo abbraccio caldo e rassicurante.
I due restarono così per diversi istanti che ad Elisabeth apparvero indefiniti. “Forza, lasciamo questo posto…” disse poi accarezzandole i capelli “…useremo i cavalli di questi balordi…” Prese allora il libro e lo rimise nella borsa. “Questa è vostra, madame.” Passandole la borsa. Raggiunsero poi il retro della casa, dove trovarono tre cavalli legati. “Li prenderemo tutti e tre.” Fece Emile. “Così da poter dar loro il cambio.” E saliti in sella a quei cavalli, Emile ed Elisabeth si allontanarono da quel posto. “Siamo attesi ad un appuntamento, madame.” Disse poi Emile ad Elisabeth.
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