Gli strani e misteriosi casi del professor Minsk

[Altea]

Partii con la mia Corvette nera e raggiunsi il mio Palazzo vicino la brughiera.
Mi accolse il gatto e sgattaiolai senza farmi vedere dal mio servitore, Bafon.
Entrai in camera sedendomi stanca sul letto e vidi la borsa vicino a me.
Ora che ero sola presi lo scrigno e lo guardai attentamente, cercai di controllare se si aprisse in qualche modo o fosse solo un ornamento.

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[Lady Gwen]

Fu come entrare in un'altra dimensione.
Anzi, più corretto dire in un libro di fiabe.
Castelli, prati verde smeraldo resi brillante dal sole, una meraviglia.
Dopo un po' che camminavo con calma per godermi al massimo la vista, vidi quella che doveva essere la villa del nostro.
Era una bellissima villa bianca, perfettamente integrata nello stile campestre ma elegante della zona.
A quel punto, avvicinai la macchina e suonai al citofono.

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[Guisgard]

Rimasta sola, Altea cominciò a studiare meglio quello scrigno.
Si poteva aprire, ma era vuoto.
Sembrava costituito da un metallo lavorato con una tecnica sconosciuta agli orafi del tempo, intarsiato e decorato con motivi vagamente geometrici ma di difficile decifrazione.
Sicuramente si trattava di un manufatto molto antico, i segni dei secoli erano evidenti.
Poi la bella antiquaria si accorse di qualcosa.
Di una incisione sul fondo interno dello scrigno, che in una lingua apparentemente sconosciuta così recitava:

“Ni lat otsop asopir al arteip.
Adab id non alrarebil iam ad uiq,
o al enoizidelam it àregnuiggar!”

[Guisgard]

Poco dopo Gwen vide apparire una bellissima ragazza di colore.
Indossava un abito succinto, sensuale, essenziale quasi.
Era visibilmente allegra ed i suoi modi apparivano spensierati, liberi.
"Ciao." Disse sorridente a Gwen. "Chi cerchi?"

[Altea]

Era vuoto, era un normale scrigno.. Anzi no. Era molto antico, sembrava quasi non fosse di questa Terra, fosse di una epoca remota o sconosciuta.
Poi sul fondo vidi una scritta, presi la lente per ingrandirla, una lingua strana ma poi provai a leggerla al contrario..

"In tal posto riposa la pietra.
Bada di non liberarla mai da qui,
o la maledizione ti raggiungerà!".

Ma non vi era nessuna pietra.. No, non poteva essere lo scrigno della pietra della baronessa, era vuoto.
Allora accesi il computer e iniziai a fare ricerche su quella pietra.

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[Lady Gwen]

Al mio suono, venne ad aprirmi una ragazza di colore,di bell'aspetto e vestita in modo parecchio essenziale.
Ero sorpresa? No non ero sorpresa.
"Oh, ehm... Cercavo il signor Lebel... Elv... Mi aspettava oggi..." risposi, annuendo.

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[Guisgard]

Diversi siti sembravano dedicare spazio alla Pietra di Girellania.
Altea potè così consultarli.
Secondo la leggenda la pietra provenva da un luogo mitico, chiamato Girellania, governato da un misterioso Re dal nome Master.
La pietra era custodita in uno scrigno in grado di annullare la sua maledizione e che presentava all'interno una scritta che ammoniva chiunque dal rimuovere la pietra da esso.

[Guisgard]

La ragazza rise ed aprì il cancello, facendo entrare Gwen.
Allora si diressero in casa.
"Ti va" disse "di bere qualcosa?" Gentile.

[Destresya]

Seguii Minsk verso la casa della baronessa, dove era avvenuto il delitto.
Restai impressionata dai contatti che doveva avere, considerato che non c'era nemmeno un poliziotto.
Mi calai nei miei panni di assistente, e mi sentii immediatamente ringiovanita di qualche anno, quando seguivo il mio professore nelle sue spedizioni, prima di andarmene per conto mio.
Mi limitai ad osservare, fotografare dettagli che potevano essere poi utili a Minsk. Anche se il suo cervello poteva benissimo essere in grado di ricordare tutto.
Intanto, non resistetti dall'entrare nuovamente nella mente di Minsk per poter seguire i suoi ragionamenti in tempo reale, idea che mi appariva decisamente affascinante.

[Lady Gwen]

Sollevai appena le sopracciglia alla sua risata, mentre prendevo un respiro profondo e la seguivo.
Iniziavamo bene, proprio bene...
"Un caffè, grazie" sorridendo.

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