13-01-2012, 22.10.29 | #111 |
Cittadino di Camelot
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La splendida e misteriosa dama fu fatta salire nel Carrozzone, ma notai i volti perplessi di alcuni viaggiatori. Mi ero quasi pentita di essere stata trascinata da questa avventura, strane cose stavano succedendo. Mi avvicinai al maestro "Maestro, credo che forse abbiamo commesso un errore salendo a bordo di questa barca? voi che avvertite? io avverto qualcosa di strano e magico e sapete che sono una persona ponderata. E poi ancora non abbiamo conosciuto nessuno di questi viaggiatori."
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
13-01-2012, 22.49.08 | #112 |
Cittadino di Camelot
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Quando Goz decise di far salire quella donna a bordo, diverse furono le reazioni degli altri passeggeri. Da parte sua, Gaynor pensò che si fosse trattato di un terribile sbaglio. Riusciva a scorgere la freddezza negli occhi di quella bellissima donna, nonostante le sue parole accorate e l'aria sconvolta e impaurita. Questa donna mente e non porterà che sciagure... Decise allora di raggiungere due passeggeri che si trovavano dal lato opposto del ponte, una dama ed un giovane che avevano espresso pubblicamente il loro disaccordo per la decisione di Goz. A loro si avvicinò e disse: "Permettete, signori? Sono Lady Gaynor, contessa di Wellyn... Anche io come voi sono poco felice riguardo la nostra nuova ospite..."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
13-01-2012, 22.56.33 | #113 |
Cittadino di Camelot
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rimasi fermo a guardare la scena non riuscivo ancora a capire se stavo sognando ho era tutta realtà mi avvicinai allora alla donna e dissi come vi chiamate signora? mentre la guardavo con occhi attenti
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fabrizio |
14-01-2012, 00.39.20 | #114 |
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Ad un tratto la porta si aprì ed una candela squarciò la penombra.
“Chantal, ragazza mia…” sedendosi accanto a lei la governante “… ti ho sentita gridare… si, hai gridato… forse quando eri ancora addormentata… hai fatto un brutto sogno?” Le accarezzò i capelli. “Su, stenditi ora… resterò qui fino a quando non ti riaddormenterai… e ti narrerò di nuovo di quella Città dei Cieli che vidi spesso da piccola… sai? Ne feci una poesia, per ricordare bene ogni cosa di quell’immagine…” Quando sopraggiunse la governante, la ragazza respirò profondamente,come se tutto ad un tratto avesse ritrovato l'aria che sentiva esserle mancata in seguito a quel sogno. Fu spaventata da quella distanza incolmabile tra lei e le persone a lei tanto care a causa di un ostacolo per lei insormontabile,la paura del fiume. Chantal lo temeva come fosse un'entità viva,la sua fluidità cadenzata dall' irregolare pulsare delle sue acque sul letto scosceso,il suo accrescersi e ritrarsi con le stagioni, il cambiare colore a seconda delle ore del giorno davano alla ragazza l'impressione che il fiume fosse una creatura dotata di cuore ed anima propri. E lei non riusciva a guardarlo negli occhi,non vi riusciva,e più di tutto non riusciva a non temere le sue profondità,come se celassero un mistero. Ma forse non era solo quello. Forse era inquieta per le immagini del sogno,o per quelle acque che si tingevano di rosso. D'un tratto dinnanzi ai suoi occhi si creò una scena improvvisa.Si vide in un bosco,come quella volta al lago con Pierre,e si vide con quel cervo bianco ferito a morte,sulla sponda di acque cristalline.E lei che lo aveva tra le braccia,sanguinante,agonizzante.Ancora la freccia conficcata nel terreno e il sangue che si allargava in una macchia sempre più grande sul petto di quella creatura,proprio come nel sogno le acque si tingevano di rosso..rosso sangue che andava allargandosi rovinosamente. Quella scena,inaspettata, fece tremare Chantal..il cervo ferito il cui candido vello si macchiava di sangue,e le cristallince acque del Calars che si corrompevano di quella macchia rossa...Chantal non comprendeva perchè quell'assimilazione si fosse affacciata alla sua mente,lei che non era neanche sicura di aver realmente veduto un cervo bianco,lei che s'era ritrovata con Pierre e,forse solo per un inconsueto tempismo s'era trovata a frapporsi tra il dardo e l'animale..ancora le si imperlò la fronte di sudore,ancora prese a batterle il cuore percuotendola in seno. La matura donna, pur pregna di esperienza e saggezza ,ascoltò la visione che la ragazza le aveva narrato e le si strinse il cuore,tradendo quelle inquietudini che anche mentre si erano ritrovate nella saletta col ritratto erano insorte in lei. Pensò,quindi,di recitare quei versi a lei tanto cari e che la ragazza ascoltò con intensa partecipazione,tanto da rimanere suggestionata ancor più fortemente dall'esisteza di quella città.. “La Città dei Cieli che si erge tra le nuvole, è dove si realizza ciò che da sempre si vuole. Una città sospesa tra la terra, la Luna e le stelle, che sembrano tanto vicino da potersi toccare quelle. Una Città governata da una regina bella ma assai triste, che se pur senza la Gioia d’Amore, non si arrende e resiste. La Città dei Cieli che sorge oltre l’orizzonte lontano e infinito, perduta nei sospiri di una notte e figlia di un sogno mai svanito.” Dopo quei versi recitati con intonazione di chi narra un sogno,la donna le narrò ancora ed ancora delle meraviglie di quel luogo. Piano piano le inquietudini si diradavano e si levava nel cuore un soffio leggero,come una speranza. La ragazza si lasciò accarezzare amorevolmente abbandonandosi alle tenerezze ed al calore che la donna le infondeva e le offriva.. Per qualche momento Chantal provò la sensazione di aver attraversato anche lei quella città,come se avesse potuto visitare i suoi giardini con Angeli a custodirli,e profumi e colori ignoti al creato. Eppure,come un senso di oppressione invase la ragazza che non riuscì a trattenersi,esortò,qunidi,la donna che, tanto amorevolmente era ancora in piedi nel cuole della notte per tenerle compagnia,a riferirle tutto quello che aveva veduto di quella città nata dal carezzevole alito del fiume. "..Perduta nei sospiri di una notte e figlia di un sogno mai svanito.."Ripetè la ragazza appena sussurrando quelle parole. "Sono parole bellissime.."Aggiunse. E mentre si accomodava nel mezzo del letto,avvolgendosi nelle profumate e bianche lenzuola per riscaldarsi ,si strinse al guanciale che sentiva essere fresco e confortevole come un rifugio sicuro,e sfuggendo gli occhi della donna ne cercò,invece, la mano con la sua. "Non lasciatemi sola,ve ne prego.Ho paura del fiume.E la regina triste,credete che anch'ella potesse avere paura del fiume?"Strinse la mano della donna più forte e riprese. "Narratemi di lei.così potro comprendere il suo regno." |
14-01-2012, 02.18.35 | #115 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Elisabeth, l’espressione sul volto di Goz mutò in una singolare smorfia.
“Milady, comprendo i vostri dubbi, ma non li condivido in pieno.” Disse. “Siamo ormai ben lontani dai confini di Camelot e questa regione è per noi tutti sconosciuta. Non possiamo sapere cosa accade in queste terre. Quanto alla Carità Cristiana… beh, a me hanno insegnato a metterla in pratica verso tutti e questa donna non fa eccezione. Sono io il capitano del Carrozzone e sono pronto ad assumermi ogni responsabilità. E vi rammento, milady, che voi tutti siete sotto la protezione mia e dei miei uomini.” Elisabeth e Daniel allora si allontanarono, mettendosi quasi in disparte, sempre attenti però ad ascoltare la discussione. In quel momento però, ai due, si avvicinò Gaynor. La contessa di Wellyn si presentò ad Elisabeth e Daniel, per poi mostrare loro le sue perplessità sulla misteriosa donna fatta salire a bordo.
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14-01-2012, 02.29.18 | #116 |
Cittadino di Camelot
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Le parole del Maestro de' Punici, mi fecero riflettere..... risulta difficile soffermare la propria attenzione su ogni piccolo particolare che ti circonda in quanto potrebbe distrarti dal cammino principale.
"Sì, il crocifisso è più in alto, ma non può garantirti ciò che in quel momento ha orientato quella famiglia a posizionarlo in quel modo." pensaì tra me e me.... probabilmente è un'altra domanda che non potrà mai donarti una risposta certa. Tornando all'ipotesi dell'amuleto ciò potrebbe essere vero, ma ciò non può giustificare il perchè condivide il suo spazio con il divino....sembra un'idiozia..... però la porgo lo stesso tale condizione......e se fossero collegati ad un culto pagano? Lo sguardo che assunsi di certo non perpetrava molta sicurezza.
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14-01-2012, 02.33.06 | #117 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“La magia?” Voltandosi il maestro verso Altea. “Non c’è magia qui, ma solo un atto di barbara ingiustizia che il buonsenso è riuscito ad evitare. Non lasciatevi impressionare dalle suggestioni di questo strano viaggio… questa donna era in pericolo e noi, facendola salire a bordo, l’abbiamo salvata.”
E mentre ascoltava le parole del suo maestro, l’orchidea fra le mani di Altea apparve opaca, come se i luminosi colori dei suoi petali vitrei si fossero spenti. L’uomo se ne accorse e accomodò una ciocca dei capelli di lei che il vento aveva reso ribelle. “Non preoccupatevi, milady…” sorridendole “… non accadrà nulla di male…” rise “… al massimo abbiamo sprecato due Taddei per un viaggio che, alla fine, non ci condurrà in alcuna fiabesca terra.” In quel momento un marinaio si avvicinò ai due. “Signori, prego… il capitano stasera terrà una cena per dare a tutti voi passeggeri il benvenuto sul Carrozzone… siete tutti attesi di sotto, nella sala centrale.” E recò lo stesso invito a tutti gli altri passeggeri.
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14-01-2012, 02.50.26 | #118 |
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La misteriosa donna si mostrava visibilmente a disagio, percependo i dubbi e i sospetti di molti passeggeri.
Ad un tratto a lei si avvicinò Cavaliere25. “Siete un giovane molto cortese…” sorridendo al boscaiolo “… sembra che voi siate tra i pochi qui a non vedermi come un pericolo… io mi chiamo Isolde… e voi?” Mostrando un lieve inchino a Cavaliere25. Ai due si avvicinarono i due monaci, Jovinus e Plautus. “Come state, milady?” Domandò quest’ultimo. “Sto bene, vi ringrazio.” Sorridendo Isolde. “Potrei chiedervi una grazia… vorrei confessarmi…” “Certo.” Annuì Jovinus.
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14-01-2012, 02.54.05 | #119 |
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Convenni con le parole del mio maestro, quando egli mi fece notare uno strano fatto...l'orchidea stava perdendo i suoi brillanti colori ma ancora di più la sua brillantezza. Il maestro non lo prese come un segnale serio ma io fissai quella orchidea, cercavo di specchiarmici ma ella aveva perso ormai ogni trasparenza e vivacità.
Ad un tratto un marinaio ci chiamò....il capitano della nave? ero convinta che il capitano fosse tale Goz ma ormai non mi stupiva più niente in quella barca. Mentre scendevamo le scale per raggiungere il salone dove ci aspettava il capitano, la barca sobbalzo e fu cosi che la orchidea vitrea cadde dalle mani e si frantumò in mille pezzi...un segnale del destino?
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14-01-2012, 02.58.46 | #120 |
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“Osserva tutto ciò che ti circonda, giovane apprendista…” disse Redentos a Parsifal “… la strada di un cavaliere è costellata da segni… nulla accade per caso ed ovunque può esserci un messaggio…” lo fissò “… tu porti il nome di un valente cavaliere… colui che fu scelto per compiere la più grande ricerca… e sai come peccò? Quando tenne per sé i suoi dubbi al castello del Re Pescatore… se c’è qualcosa che ignori, allora devi cercare di comprenderne la natura, l’essenza, il significato… solo così potrai conoscere il mondo che ti circonda ed il cammino che in esso è stato tracciato per te…”
In quel momento si avvicinò ai due la donna e notò lo sguardo incerto di Parsifal. “Cosa vi turba tanto, messere?” Domandò all’apprendista.
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