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Vecchio 22-02-2011, 12.30.25   #1191
Lady Bethan
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Lady Bethan è sulla buona strada
Bethan restò pietrificata, davanti alla scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
Sentì la sposa gridare e, lasciando il braccio del cavaliere vermiglio, corse incontro a lei.

Ombre nere le offuscavano la vista.
Ombre nere e terrore.
Ogni respiro della sposa le si conficcava nel cuore, come la lama di un coltello.
Poteva vedere la sua paura, la poteva sentire sulla pelle, come folate di vento gelido.

"Milady!" disse Bethan, afferrando la sposa per un braccio "Milady, non c'è niente che possiate fare, adesso. Pregate con me, solo la preghiera potrà salvare la persona che più vi è cara!".

"San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il suo dominio, preghiamo supplichevoli: e tu, o Principe della milizia celeste, col divino potere ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen."
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Vecchio 22-02-2011, 13.18.12   #1192
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
I miei occhi avevano seguito il cavaliere mentre, con un gesto tanto rapido quanto impulsivo, ci aveva raggiunti ai piedi dell’altare. Vidi i soldati sfoderare le spade per bloccarlo e io stavo per correre verso di lui, quando una mano mi trattenne per un braccio... mi voltai di scatto e vidi una donna...

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"Milady!" disse Bethan, afferrando la sposa per un braccio "Milady, non c'è niente che possiate fare, adesso. Pregate con me, solo la preghiera potrà salvare la persona che più vi è cara!".

"San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il suo dominio, preghiamo supplichevoli: e tu, o Principe della milizia celeste, col divino potere ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen."
La osservai stupita... non la conoscevo, ne ero certa! Eppure quei suoi occhi mi sorpresero... quegli occhi sembravano conoscermi, sembravano capire. Si dice che quando si incontra uno spirito che ci è affine è la nostra anima che lo riconosce per prima... io non sapevo se ciò era vero, o se era quello il caso, però per qualche ragione le credetti.
E dunque rimasi immobile, ripetendo le parole della donna con voce vagamente tremante e seguendo lo scambio di battute che ne seguì con il cuore in gola...
Ad un tratto, però, Guxio mi afferrò e mi strattonò verso di lui...

Citazione:
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“Portate via questi due…” ordinò Guxio ai suoi e prendendo Talia con sé.
“Dovrai prima farmi uccidere” ringhiò Guisgard “per portarmi via!"
“Come desideri…” rispose Guxio “… tenetelo fermo e decapitatelo!” Ordinò ai soldati che circondavano il cavaliere.
“No!” gridai d’impulso, colpendo con tutta la forza che avevo il fianco di Guxio. Probabilmente lo colsi alla sprovvista perché lo sentii lamentarsi appena e allentare la presa... in fretta sfilai la mano e mi allontanai di qualche passo, svicolai poi tra i soldati sorpresi e raggiunsi Guisgard, stringendomi al suo braccio.
E per un attimo rimasi lì, immobile, con gli occhi fissi nei suoi... era tanto tempo che non lo vedevo, mi sembrava passato un secolo da quando lo avevo incontrato per la prima volta... e, in quell’istante, avrei voluto dirgli tante cose. Avrei voluto dirgli quanto mi dispiaceva di averlo tirato in quella brutta storia, quanto mi dispiaceva che per colpa mia la sua vita fosse ora in pericolo, quanto mi dispiaceva di avergli dato dell’arrogante e del presuntuoso quel giorno lontano e di non aver voluto mai ammettere quanto invece lui aveva avuto ragione su di me...
E allo stesso tempo avrei voluto dirgli quanto ero egoisticamente felice che fosse lì, quanto ero stata felice di averlo visto giungere in chiesa... e non solo perché aveva fermato quella cerimonia, non solo perché mi aveva salvata da Bumin... ma felice soltanto ed esclusivamente perché era lì!
Eppure non dissi niente di tutto ciò... lo fissai per un istante infinito, poi mi voltai, raddrizzai la schiena e fronteggiai Guxio e i soldati.
“Temo che tu abbia sbagliato i tuoi calcoli, Guxio...” dissi lentamente, mentre le mie dita, nascoste dai mille veli del mio ricco abito, si stringevano intorno al polso di Guisgard “Vedi... non hai più armi per ricattarmi, ora! Dunque... temo, dovrai ucciderci tutti per raggiungere i tuoi scopi!”
Feci una breve pausa, restando assolutamente immobile... ma i miei occhi si mossero lungo la navata: per prima vidi la donna che mi aveva afferrato il braccio poco prima e di nuovo scrutai i suoi occhi per un istante, con la vaga sensazione che quegli occhi possedessero risposte... e furono i suoi occhi che, per qualche ragione, mi sospinsero a guardare oltre: intorno a lei, nei primi banchi, riconobbi volti di soldati e vari membri della corte di Cartignone, ma poi guardai più indietro e qui finalmente vidi molti volti di gente comune... e mi pareva che altri ne stessero arrivando e premessero per entrare... gente, pensai, che probabilmente era stata richiamata in chiesa dalla voci di un misterioso duello che si stava combattendo all’interno e dalla curiosità per fatti a loro ignoti e inspiegabili...
E allora compresi che forse non tutto era perduto... o, almeno, non in senso assoluto!
Tornai a guardare Guxio e, alzando la voce e scandendo bene le parole in modo che fin sul sagrato mi sentissero, ripresi: “E puoi farlo, certo! Puoi uccidere me, Guisgard... e anche il principe Frigoros! E poi che cosa farai? Puoi aver corrotto Bumin e i suoi cavalieri, puoi aver corrotto gran parte dei soldati e anche tutta la Corte, ma di certo non potrai corrompere tutti... e non potrai uccidere tutta la città! Il popolo di Cartignone verrà a chiederti il conto, Guxio! Tu hai abusato della loro fiducia e della fiducia del loro principe, hai ucciso la loro principessa e decine e decine di giovani donne... e Cartignone non ti perdonerà questo! Se pure, adesso, vincerai su di noi... se pure ci annienterai... ebbene io gioirò ugualmente, perché so che la mia gente non ti permetterà di portare i tuoi piani a compimento! Tu hai offeso Cartignone e Cartignone si ribellerà! Tu sei un folle, Guxio, e quelli come te fanno sempre la fine che meritano!”
Lo osservai ancora per un breve istante, poi formulai anche quell’ultimo pensiero... quella domanda che da tanto, troppo tempo mi bruciava sulla labbra e sul cuore...
“Fosti tu a far sì che mio padre lasciasse Cartignone, vero? Volevi eliminare ogni frangia che fosse ancora fedele al principe e che potesse ostacolarti, non è così? Ma hai fatto male i tuoi conti, perché io sono ancora qui!” inspirai appena e soggiunsi “Che cosa hai fatto a mio padre? Che ne è stato di lui?”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 23-02-2011, 02.21.13   #1193
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La preghiera all'Arcangelo echeggiò nella navata, tra le statue che sembravano osservare quell'ingiustizia come imprigionate nel loro freddo marmo lucente e le slanciate colonne che correvano verso l'alto, a sostenere il soffitto riccamente adornato da un mosaico raffigurante la Gloria di Cristo in Paradiso.
I versi recitati dalla ragazza parevano disperdersi nei fasci di luce che giungevano dalle vetrate, fino a spegnersi nell'abside centrale, davanti allo sguardo del Pantocratore.
L'impulsivo gesto di Bethan, quasi incurante dei numerosi soldati che circondavano Guisgard, Talia e Frigoros, sembrò cogliere tutti di sorpresa.
Ma un attimo dopo la ragazza fu spinta via da uno dei soldati che poi gli puntò contro la spada:
"Da dove diavolo salti fuori tu?" Chiese con disprezzo. "Oggi a Cartignone sarà un giorno di sangue e non avrò certo scrupoli a far si che sia proprio il tuo a scorrere per primo!"
"Lasciate stare mia figlia!" Gridò una voce, mentre col braccio portava via Bethan. "Ella è pura di cuore e non concepisce la sofferenza nel suo prossimo! Ora andremo via, lasciateci in pace!"
"E sia!" Rispose il soldato al Cavaliere Vermiglio. "Che vada a recitare le sue preghiere altrove! Qui non ci sono più Santi che possano ascoltarle!"
Il Cavaliere Vermiglio allora ritornò tra la folla, trascinando con se Bethan.
"Siete pazza..." le mormorò "... cosa volete fare? Quelli vi avrebbero ucciso senza pensarci due volte!"
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Vecchio 23-02-2011, 03.28.11   #1194
Morrigan
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
Morven si fece avanti tra la folla che adesso si accalcava all'ingresso della cappella. Cercò di protendersi verso il centro della navata, dove sembrava essere accaduto qualcosa, e così, sbirciando tra le teste dei presenti, riuscì a scorgere qualcosa... qualcosa che gli fece gelare il sangue.
Guisgard era terra, immobilizato e circondato da un capannello di soldati. Poco distanti, Talia e Frigoros sembravano ormai in balia del folle potere di Guxio. Alla sua destra, una splendida statua dell'arcangelo Michele si stava orrendamente tingendo di un rosso che ne sporcavano il trionfante biancore. Morven sollevò appena lo sguardo sulla statua e subito dovette distoglierlo, per non fissare lo scempio su un corpo che a stento riconobbe come quello di Bumin... quel Bumin tanto arrogante e crudele penzolava adesso trafitto dalla spada ardente di San Michele... una fine fin troppo onorata, per un eretico come lui!
Poi i suoi occhi tornarono a studiare la situazione all'interno della chiesa, e la sua mente cominciò ad elaborare qualche possibile piano... e alla fine solo una cosa gli sembrava possibile. Ma una cosa così pazza, avventata e pericolosa, che Morven sapeva di dover fare da solo. Non si sarebbe mai perdonato il fatto di aver messo a rischio la vita di qualcuno dei suoi compagni. Se avesse fallito, avrebbe pagato da solo.
Cercò qualcuno dei suoi tra la folla, incontrò lo sguardo di Iodix, che come lui si era fatto avanti per vedere la scena. Gli fece un cenno con il capo, gli indicò Gaynor con un gesto eloquente, con cui gli domandava di occuparsi di lei. Poi si rivolse alla dama che gli stava ancora accanto.

"Raggiungete Iodix e restate accanto a lui, e qualunque cosa accada, non cercate in nessun modo di raggiungere me... o Guisgard"

Aggiunse quel nome con una sorta di timore nella voce. Non avrebbe dovuto dirlo, ma l'ansia di quel momento aveva dato corpo ai suoi timori. In quei giorni che avevano trascorso nell'orribile covo degli Atari aveva scorto qualcosa negli occhi di Gaynor... una strana luce, un turbamento ogni volta che la dama fissava Guisgard... forse non era nulla, ma era sufficiente a fargli temere che lei potesse commettere qualche imprudenza... già, qualche imprudenza... come quella che sto per commetere io!
Si tirò indietro, si mescolò di nuovo tra la folla e cominciò a spostarsi verso la navata sinistra. Avanzò rapido, ma guardandosi bene attorno, risalendo la navata fino all'altezza dell'altare. Sul fianco, gli scranni del coro iniziavano a dispiegarsi in quel semicerchio che faceva da corona all'altare, seguendo la curva dell'abside. Morven si accoccolò dietro uno dei seggi di legno e rapidamente liberò Samsagra. Quindi, restando così abbassato, si spostò di scranno in scranno verso il centro. Si fermò, per un istante respirò con affanno. Quello era il momento cruciale, il momento più difficile, che poteva aprire la strada alla speranza o spalancargli la porta della morte. Doveva essere accorto e approfittare di una buona occasione. Fino a quel momento il cielo lo aveva assistito, adesso gli angeli dovevano mettergli le loro ali, e lo stesso San Michele avrebbe dovuto guidare la sua spada. Era la sola possibiità, e l'occasione gli giunse inaspettata quando una voce di donna, spezzata ma decisa, si levò dal centro della scena, attirando per qualche istante l'attenzione dei presenti, con Guxio in testa.
Lei lo stava apostrofando con durezza, affrontandolo a viso aperto, come poche donne avrebbero osato fare, e questo fece sì che quell'uomo terribile concentrasse per qualche istante i suoi su di lei.
Fu in quel momento che si decise. Strisciò dietro l'altare, veloce, più veloce di quanto non fosse mai stato, e con la stessa foga sbucò alle spalle di Guxio, lo affessò con un braccio e poggiò la lama di Samsagra contro la sua gola.
Sapeva benissimo che quel gesto avrebbe provocato in breve la reazione di tutti quei soldati, ma la sua spada gli dava almeno un piccolo vantaggio e poteva far guadagnare tempo agli altri. Non aveva che quell'occasione, e l'avrebbe sfruttata.

"Fermi, manigoldi!" gridò "O il vostro prezioso capo se ne vola dritto all'inferno"

Poi guardò la gente davanti a sè, quella gente cui Talia si era rivolta in modo così accorato.

"Avete sentito? Avete sentito cos'ha detto la vostra signora? Popolo di Cartignone, questi sono i carnefici. Fatevi giustizia, in nome di Dio!"

E sperò che tra la folla Goldblum, Iodix e Gaynor sapessere cogliere quel momento, quel breve momento di sospensione, per guidare la gente di Cartignone ad una giusta rivolta.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"

Ultima modifica di Morrigan : 23-02-2011 alle ore 04.08.40.
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Vecchio 23-02-2011, 03.57.54   #1195
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Ci fu un attimo di stupore in tutti i presenti, soldati compresi.
Samsagra, al collo di Guxio, emanava intensi bagliori che dal verde passavano ad un purpureo sempre più scuro.
E quell'attimo di stupore fu come rotto dalla risata di Guxio.
"Ora cosa vorresti fare, ragazzo mio?" Chiese il signore degli Atari a Morven. "Uccidermi forse? O solo spaventarmi?"
Chiuse gli occhi e cominciò a respirare forte.
"Sento che in te la Fede Cristiana è molto forte..." riprese a dire "... ed userò le stesse parole del tuo Dio per metterti in guardia... anche se non servirà a nulla... io conosco le mie pecore... ed esse conoscono me..."
Samsagra in quel momento brillò con un'intensità mai raggiunta prima, per poi spegnersi di colpo.
E Morven avvertì una fitta fortissima nascergli nella schiena.
Un attimo dopo sentì le forze abbandonarlo rapidamente, tanto da fargli lasciare Guxio e cadere a terra.
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Vecchio 23-02-2011, 04.33.35   #1196
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Le intense e sentite parole di Talia, per un momento, sembrarono quasi scuotere la gente di Cartignone.
Ma durò solo un attimo.
Poi l’audace azione di Morven.
La cappella, l’intero palazzo e forse tutta Cartignone pullulavano di soldati convertiti al folle ed innaturale credo di Guxio.
E proprio uno di questi, scivolando silenzioso da qualche passaggio nella navata, aveva colpito alle spalle Morven, trafiggendolo con un pugnale.
Una risata, colma di delirante sicurezza, si diffuse nel sacro edificio.
“Che stolto!” Esclamò Guxio guardando il giovane a terra quasi privo di sensi. “Volevi uccidermi con la tua spada? Nessuno può sconfiggermi! Nessuno!”
“Maledetti assassini!” Gridò Guisgard guardando Morven a terra ferito forse mortalmente.
“Zitto, cane!” Colpendolo uno dei soldati che lo teneva fermo. “Tanto presto toccherà anche a te!”
“Lo finisco, maestro?” Chiese il soldato che aveva colpito il giovane a tradimento.
“No, morirà tra breve dissanguato… io non sbaglio mai, mia cara…” mormorò poi fissando Talia “… si, ucciderò anche loro due…” indicando Guisgard e Frigoros “… li ucciderò perché tutti dovranno sapere che il terrore è la più forte delle sicurezze! E' col terrore comincerà il mio regno! Ma tu vivrai… oh si… vivrai… e sai perché?” Chiese avvicinandosi a lei. “Perché tu sarai il monito più bello per il mio potere… la gente di questa città ti ama ed io celerò il mio potere dietro il tuo volto… ed ogni volta che non esaudirai un mio desiderio… qualsiasi esso sia… io farò uccidere qualcuno del popolo… rassegnati… io sarò il signore di tutta Cartignone… e tu, come tutto questo regno, mi appartieni…”
E di nuovo si abbandonò a quella risata.
“Tuo padre?” Chiese con ancora sul volto la sua diabolica risata. “I morti seppelliscano i loro morti… disse Qualcuno molto caro a questo luogo… tuo padre è passato… come tutto ciò che ha regnato a Cartignone fino ad oggi… io sono il presente ed il futuro di tutti voi!”
“Quel cavaliere sta per lasciare questo mondo, ma non sarò ingiusto con te…” aggiunse.
“Falla finita con questa farsa, maledetto!” Gridò Guisgard. “Se devi uccidermi allora fallo subito!”
“Zitto, verme!” Lo colpì uno dei soldati.
“Marco Aurelio” riprese a dire Guxio a Talia “diceva che è la Misericordia la vera virtù di un imperatore… ed io sarò misericordioso… ti darò la possibilità di salutarlo un’ultima volta… approfittane…”
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Ultima modifica di Guisgard : 23-02-2011 alle ore 04.42.09.
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Vecchio 23-02-2011, 06.02.16   #1197
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Le sue parole…
Il caldo tocco delle sue mani…
“Quanto tempo perduto, amore mio…
Avrei voluto portarti con me nelle mie terre…
Mostrarti un regno che forse ti sta aspettando da sempre…
Un posto che ti conosce come nessun altro…
C’è una dolce collina, che sembra appena adagiarsi sulla verdeggiante campagna…
Sulla cima, formata da un’irregolare spiazzo, si trova un vecchio castello…
Ci andavo sempre da piccolo a raccontare i miei sogni al vento, alle alte e dense nuvole che navigavano verso oriente ed alle cime degli alberi che, chinate da quello stesso vento, sembravano salutarmi come se di quel mondo io ne fossi il re…
E in quei sogni sussurrati già parlavo di te, pur non conoscendo la bellezza del tuo volto, il dolce suono delle tue parole ed il calore del contatto della tua mano…
Ti conosco da sempre…
E con me ti conosce quel mondo, che ha accolto i mie sogni…
Perché tu, fra tutti quelli, sei il mio sogno più bello…”

Poi quel calore svanì.
La sua mano non era più lì ad accarezzarlo.
Guxio tirò a se Talia e la sua malvagia risata riempì in un attimo il grande vuoto che Guisgard avvertì per quel distacco.
Poi i colpi dei soldati, il sangue di Morven, la paura ed il silenzio della gente, la resa negli occhi di Frigoros.
Tutto ciò destò il cavaliere dai suoi pensieri.
Lo sguardo di Guxio era su di lui e l’eco dei suoi deliri avvolgevano quel cavaliere come neanche la morsa dei soldati riusciva a fare.
Ed attendendo la morte, Guisgard rispose con la fierezza del suo sguardo a quello dell’eretico.
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Vecchio 23-02-2011, 10.47.51   #1198
Lady Gaynor
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Quando Gaynor entrò nella chiesa, con lo sguardo cercò Guisgard. Lo trovò, circondato dai nemici ed impossibilitato a reagire. Il cuore le si strinse per la pena. Poi guardò Lady Talia, la donna per la cui salvezza lei era partita per quell'impresa. Era bella, così bella che al confronto anche la luna avrebbe dovuto indossare un velo di vergogna. Osservandola comprese come mai Guisgard se ne fosse innamorato al punto di rischiare tutto per lei, e il cuore le si strinse ancora di più.
Poi, non ci fu più tempo per questi pensieri. Gaynor stava seguendo le azioni di Morven, lo vide puntare la spada alla gola di Guxio e subito dopo accasciarsi al suolo, colpito alle spalle da uno degli eretici.
Avrebbe voluto urlare, ma il gridò le morì in gola. Morven, il dolce cavaliere dal viso d'angelo e dal cuore puro, era stato trafitto a tradimento, alle spalle... l'esitazione nell'affondare direttamente Samsagra nella gola di quel folle gli era costata cara. Lo sgomento lasciò il posto alla rabbia, Gaynor sentiva l'ira montarle dentro con una veemenza inaudita. Agire, ecco cosa doveva fare. Agire.
Si girò verso il giullare e gli disse: "Iodix, corri fuori dalle mura e avverti il capitano Belven. Fai più in fretta che puoi, vola!"
Poi si avvicinò ad una delle guardie che seguivano la scena con attenzione, pronte a scattare ad un cenno di Guxio. Scelse un ragazzo giovane che era abbastanza isolata dai compagni, gli si fece vicino con uno sguardo spaventato e gli chiese a pretesto: "Cavaliere, ma cosa succede in questa chiesa?" Allo sguardo sorpreso della guardia, Gaynor rispose con una potente ginocchiata all'inguine, seguita da un calcio ben assestato sui denti, così forte da farle dolere il piede. Come un fulmine sfilò il pugnale della guardia dal suo fodero e corse verso il centro della chiesa, facendosi largo fra la folla che gremiva la cappella. Salì in piedi su una panca e guardò davanti a sè, dove c'era Guxio che stava dicendo a Lady Talia:"...ti darò la possibilità di salutarlo un’ultima volta… approfittane…”
Fu Gaynor invece ad approfittare di quel momento in cui Guxio aveva la guardia abbassata, certo della sua vittoria, per tentare il tutto per tutto.

"Papà, sono costernata nel dovertelo dire, ma hai appena perso la scommessa!" esclamò Gaynor ridendo.
"Che mi venga un colpo! Hai davvero centrato il bersaglio a 50 passi... non credo ai miei occhi!" rispose suo padre, con gli occhi che gli brillavano d'orgoglio.
"Credici pure, perchè io al tempo stesso credo fermamente che entro la fine della settimana prossima avrò il più bell'abito che si sia mai visto a palazzo. Un centro a 50 passi, un abito nuovo per la festa di zia Claire..."


Questo ricordo bruciò nella mente di Gaynor e le diede coraggio, l'ultima spinta che le serviva per tentare di uccidere un uomo a sangue freddo. Prese la mira e, con tutta la forza e la concentrazione di cui era capace, lanciò il pugnale che si conficcò lì dove lei aveva mirato... nel torace di Guxio...
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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Vecchio 23-02-2011, 11.58.41   #1199
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
La rapida azione di quel giovane sbucato da dietro l’altare mi sorprese... e mi occorse un momento in più per riconoscere nel suo volto quello di Morven. Era molto diverso da come lo ricordavo quando lo avevo incontrato alla corte di Cartignone: non aveva più la sua armatura, la sue armi e aveva tagliato i capelli... per un istante fui sollevata nel vederlo, poi notai il soldato che silenziosamente gli si stava avvicinando alle spalle...
“Atten...” feci appena in tempo a gridare, ma già quel soldato lo aveva vigliaccamente colpito alla schiena e lui era scivolato a terra.
Trattenni il fiato e, mentre la delirante risata di Guxio riempiva l’aria, io mi precipitai verso di lui.
Aveva ancora il coltello piantato nella schiena, inarcata e rigida... lo afferrai, dunque, e con un gesto secco lo sfilai. Un copioso fiotto di sangue sgorgò dalla ferita, così infilai la mano nella manica del mio abito e ne estrassi un fazzoletto che usai per tamponarla... sarebbe stata ben poca cosa e non sarebbe servito a niente se non fosse stato curato al più presto, però era tutto quello che potevo fare in quel momento.
“Coraggio, Morven!” gli dissi, tentando di infondere fiducia nella voce “Resistete! Resistete, per l’amor del Cielo!”
Già, resistere... mi dissi. Resistere, ma in attesa di che cosa?
E tuttavia scacciai quell’idea... Se davvero dovevamo soccombere, non lo avremmo fatto in silenzio.
Mi sollevai di nuovo in piedi e tornai a guardare Guxio...
“Assassino!” sentenziai, andandogli incontro piena di ira repressa “Assassino, folle, sanguinario, criminale senza Dio...”
Ma lui interruppe la fila di quegli improperi con la sua voce pacata e quell’odioso ghigno di vittoria che portava come stampato sul volto. E continuò a parlarmi così, come chi è certo che non esista niente al mondo che potrebbe sconfiggerlo o anche soltanto colpirlo...
Io lo osservavo in silenzio e intanto il mio cervello lavorava frenetico in cerca di un punto debole, di un pur minimo appiglio... Ma non ne vedevo. Non ne vedevo più!

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“Quel cavaliere sta per lasciare questo mondo, ma non sarò ingiusto con te…” aggiunse.
“Falla finita con questa farsa, maledetto!” Gridò Guisgard. “Se devi uccidermi allora fallo subito!”
“Zitto, verme!” Lo colpì uno dei soldati.
“Marco Aurelio” riprese a dire Guxio a Talia “diceva che è la Misericordia la vera virtù di un imperatore… ed io sarò misericordioso… ti darò la possibilità di salutarlo un’ultima volta… approfittane…”
Lo osservai per un istante...
“Tu non sei Marco Aurelio!” dissi “Sei solo un usurpatore! E ti assicuro che niente mi rivolta di più che prestarmi ai tuoi sporchi giochetti...”
Ma i miei occhi corsero a Guisgard... lo osservai un attimo...
“Tu ti fai forte delle debolezze altrui e dei loro sentimenti...” soggiunsi, tornando a guardare Guxio “Cosa diceva Marco Aurelio riguardo a questo?”
Gli voltai dunque le spalle e mi avvicinai a Guisgard... e facendolo i miei occhi notarono i volti dei due soldati che lo tenevano fermo a terra... erano soldati di Cartignone, erano uomini che conoscevo...
“E voi...” dissi, soffermandomi un istante a guardarli “Voi siete peggiori di lui perché avete fatto vostro il delirio di un altro! Voi, che avevate il compito e il privilegio di difendere la vostra città e la vostra gente, vi siete lasciati corrompere per profitto, per potere o solo per paura... ma verrà anche per voi il giorno del giudizio!”
Li osservai ancora per un istante, poi mi avvicinai a Guisgard e mi inginocchiai perché il mio volto fosse di fronte al suo...
“Mi dispiace...” mormorai, abbassando appena gli occhi sul pavimento per poi rialzarli su di lui “Avevi ragione tu quel giorno nel bosco... e io avrei dovuto darti retta fin dall’inizio! Se solo lo avessi fatto, tu forse non saresti qui ora! ...Perdonami!”
Di tutte le cose che avrei voluto dire, non sapevo perché proprio quella mi era salita alle labbra...
E poi, lentamente, mi accostai e lo abbracciai forte, girandogli entrambe le braccia intorno al collo... per un attimo rimasi lì, con gli occhi chiusi e l’anima sottosopra, incurante di ciò che ci circondava... poi mi riscossi e, prima che fosse tardi...
“Ho preso il pugnale di Morven...” sussurrai pianissimo al suo orecchio “E’ dentro la mia manica! Dimmi cosa devo fare!”
E fu in quell’attimo che lo udii...
Un sibilo appena percepibile fendette l’aria. Spostai le mani sulle spalle di Guisgard e mi voltai di scatto... in tempo per vedere un coltello, proveniente da qualche parte al centro della navata principale, volare precisamente in direzione di Guxio.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 24-02-2011, 03.03.35   #1200
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
In quel momento un grido si levò dalla gente accalcata in fondo alla navata.
Il pugnale di Gaynor sibilò fino quasi a raggiungere Guxio.
E l’avrebbe colpito, probabilmente spaccandogli il petto, se il soldato che gli era accanto non avesse fatto scudo col proprio corpo.
“Attento, maestro!” Urlò lanciandosi davanti al suo signore.
Un attimo dopo cadde al suolo, col pugnale di Gaynor conficcato nel petto.
Subito alcuni soldati raggiunsero Gaynor e la bloccarono.
Uno arrivò anche a colpirla.
“Maledetti cani!” Urlò esasperato Guxio. “Volete dunque fare di me un martire! E proprio in questo luogo! Che fato beffardo sarebbe!”
Fissò Gaynor ed ordinò alle guardie che la tenevano ferma:
“Quella donna brucerà su un pubblico rogo! Morirà nello stesso modo in cui la sua Chiesa ha ucciso centinaia di donne!”
Poi si voltò verso Talia:
“Ora basta! La mia pazienza ha un limite! Ti ho concesso di salutare quell’inetto per l’ultima volta! Ora può morire!”
E prese la ragazza per un braccio, tirandola a se con forza.
"E dopo di lui anche il vecchio principe farà la medesima fine!" Aggiunse. "E poi sarà il turno di quella povera pazza!" Fissando Gaynor.
E ancora una volta si abbandonò a quella sua delirante risata che si diffondeva, come un eco di morte, tra le statue ed i mosaici di quel santo luogo, mentre Gaynor, bellissima come appare l'ultima stella del cielo prima dell'albeggiare, lo fissava circondata dai soldati armati.
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