15-05-2013, 21.42.48 | #1201 |
Disattivato
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Li osservavo, eppure mi apparivano lontani e indistinti.
Mi chiesi perchè non fossi terrorizzata, in preda al panico e tutto il resto. Forse il mio cuore non era più in grado di impressionarsi, nè di intenerirsi. E' questo il prezzo che si paga. Ma io lo sapevo fin da subito, e non me n'era mai importato. Non avrei mai lasciato che accadesse di nuovo. Lo avevo promesso a me stessa quel giorno, mai più. Mi avvicinai ad un tavolino lasciato incustodito e mi versai dell'ottimo spumante. In un modo o nell'altro, il fresco gusto della bevanda mi allontanò per un momento da quella stanza. Fu allora che la vidi, un'ombra. No, non era proprio un'ombra, ma una persona nascosta dietro una porta. La osservai per qualche istante, poi, lentamente, mi avvicinai. Percorsi il perimetro della sala ormai deserto e mi ritrovai dopo poco accanto alla porta. C'era qualcuno. Non riuscii a distinguerne i lineamenti, ma ero sicura che ci fosse. Lanciai un'occhiata nella stanza, non indagatrice o inquisitoria, ma complice. C'era qualcosa che mi aveva spinto fin lì, come se qualcosa accomunasse le uniche persone che restavano in disparte. Mi appoggiai allo stipite della porta, lentamente, con lo sguardo rivolto verso gli ospiti e la polizia. Certo che aveva proprio una bella visuale! "...Gran bel guaio..." dissi rivolta allo sconosciuto, ma senza voltarmi. "..già immagino le conferenze stampa, i comunicati... i visi cordiali che rassicurano la gente, riempiendola di bugie.." scossi la testa prima di sorseggiare un altro po' di vino "...è una vera tragedia.." sussurrai, troppo calma, considerando la situazione. Rimasi per lunghi attimi appoggiata allo stipite, il bicchiere in mano, i piedi incrociati l'uno sull'altro, lo sguardo nel vuoto, come se davvero potessi osservare senza essere vista. "..Mi chiedo cosa o chi ci sia dietro tutto questo.." sussurrai "...probabilmente non lo scopriranno mai..." sorrisi, beffarda "...di certo hanno rovinato la festa al padrone di casa..". |
16-05-2013, 01.41.30 | #1202 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea così simulò un malore.
Josephine, che comprese le intenzioni della sua amica, cercò di darla a bere al poliziotto. Quello però non aveva intenzione di fare entrare nel palazzo le due ragazze. “Se la sua amica si sente poco bene” disse a Josephine “allora chiameremo subito un'ambulanza, così da farla portare in ospedale. Lì avrà tutte le cure del caso.” “Ma, in verità...” fece Josephine “... ecco, noi... noi in realtà siamo due giornaliste... veramente, ad essere sincera... si, insomma... io sono una cronista... mentre la mia amica è... è un'esperta di storia e letteratura... e volevamo... si, cioè... siamo qui perchè dobbiamo scrivere un libro... un libro sulla storia dei Taddei... la maledizione e tutto il resto...” “Giornaliste?” Ripetè stupito il poliziotto. “No, mi spiace. Ma ho l'ordine di non far passare nessuno. Ordine dell'ispettore. E ora vi pregherei di andare via. E se la sua amica davvero sta male, allora come detto chiameremo un'ambulanza.” “Comodo, agente!” All'improvviso una voce. “Chi è là?” Scattando il poliziotto. “Ma come? Non riconoscete più gli amici voi della polizia? Sono io... Daiz... Occhio di Falco Daiz... ma per gli amici solo Daiz.” Sorridendo. “Cosa? Sei tu?” Indispettito l'agente. “Cosa ci fai qui? Nessuno può passare senza autorizzazione! E di sicuro tu non hai nessuna autorizzazione!” “Ero qui solo per una passeggiata.” Fece Daiz. “Poi ho visto tutte queste auto della polizia e da buon cittadino mi sono insospettito.” “Non c'è nulla da vedere.” Fissandolo il poliziotto. “Quindi fila.” “Dovrebbe essere più gentile, agente.” Accendendosi una sigaretta Daiz. “Soprattutto con queste due ragazze... visto che sono con me...” “Dovevo immaginarlo!” Scuotendo il capo il poliziotto. “Le inventeresti tutte per le tue indagini! Ora però prendi le tue due amiche e fili via! O vi ritroverete tutti in un mare di guai!”
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16-05-2013, 02.10.33 | #1203 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quella figura, ancora avvolta nella penombra, ascoltò con attenzione ogni parola di Clio, continuando a guardare verso i poliziotti e gli ospiti che ancora si trovavano dall'altra parte della sala.
“O magari” disse all'improvviso “hanno solo fatto un piacere al padrone di casa...” il suo sguardo passò da quelle persone alla ragazza “... ora avranno qualcosa a cui pensare e probabilmente lo lasceranno in pace...” alle sue spalle si intravedeva il lungo corridoio animato da un debole chiaroscuro. Vi erano diversi ritratti alle pareti e raffiguravano i vari Arciduchi che avevano nei secoli dominato a Capomazda. Non erano ben visibili, ma lo erano i loro sguardi. Quelli almeno raggiunti dal contrasto tra la debole luce e la vasta oscurità del corridoio. E dalla penombra apparivano visibili solo gli occhi di quella figura, proprio come per i ritratti degli Arciduchi. Occhi che ora erano su Clio e la studiavano con attenzione. Come se da quella corazza di semioscurità, la figura potesse osservare senza essere vista. “Lei” continuò la figura “non sembra aver paura di tutta questa storia... perchè? E' incosciente, o soltanto cinica?”
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16-05-2013, 10.00.18 | #1204 | |
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Sorrisi, nel sentire che quella strana figura mi rispondeva.
"...lei dice?" Risposi, senza voltarmi pensando alle parole sul padrone di casa. "....e io che mi immaginavo il giovane miliardario come uno che ama stare al centro dell'attenzione... Se è come dice lei potrebbe iniziare a starmi simpatico..." Sorrisi "...ma si sbaglia, non lo lasceranno in pace, spieranno ogni sua mossa per dimostrare che non è all'altezza di guidare l'azienda di famiglia.." Scrutai il signor Tondo da lontano "...non aspettano altro, mi creda...". Finii lo spumante con un sorso deciso "...e comunque, non mi permetto di giudicare chi non conosco, ma soprattutto non sono affari miei...". Non so perché, ma mi voltai nuovamente verso il corridoio ed osservai quegli occhi. Restai immobile a guardarli nell'oscurità, passai lentamente dai quadri a quelli della figura immersa nell'ombra. Mi colpirono le sue parole. Citazione:
"...ha ragione, l'avevo quasi dimenticato ... Dovrei essere terrorizzata, mettermi le mani nei capelli e strillare, si salvi chi può.. Mi dispiace non è nel mio stile... Non è cinismo, né incoscienza.. Temo sia deformazione professionale... Non ci faccia caso... Sono abituata a osservare le cose con distacco e occhio critico.. Le guerre, i massacri.. Vanno contestualizzati... Vede, la mia mente si è già attivata, pensa a cosa scriveranno un domani di questa storia, alle fonti che avranno a disposizione, a quanto saranno contraddittorie...". Ho già avuto la mia parte di terrore... Non accadrà più.. Sorrisi nuovamente "...beh che dire di lei.. Non è che la veda correre dai giornalisti e dai poliziotti in preda al panico..." Mi voltai nuovamente con un sorriso. E di nuovo vidi quegli occhi puntati su di me. "...Sono i Taddei, non è vero?" Indicando col bicchiere ormai vuoto i ritratti alle pareti. "...mi hanno sempre colpito i loro occhi... Hanno qualcosa di indecifrabile.. Un particolare che non si dimentica, che ti torna in mente quando meno te aspetti....". Per un momento provai l'insensata voglia di muovere un passo ed entrare in quel corridoio così da dare un volto a quegli occhi. Ma poi pensai che se quella figura se ne stava nascosta aveva i suoi buoni motivi, e sarebbe stato molto scortese da parte mia violare il suo rifugio. Mi limitai a sorridere, con gli occhi in quelli della figura, per poi distogliere lo sguardo e tornare ad osservare la sala. |
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16-05-2013, 15.19.24 | #1205 |
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Feci finta, ovviamente, di riprendermi e assistetti a tutta la scena, chi era quell' uomo Daiz??
"Ci deve essere un errore" dissi all'agente "noi non conosciamo affatto questo uomo e poi la mia amica ha mentito..." guardai Josephine, come poteva essere stata cosi sciocca.."Non volevamo dare all'occhio ai fotografi e ai giornalisti...ebbene, io sono..la cugina dell'ultimo erede dei Taddei, vi prego scortatemi fino a lui in modo possa sincerarmi egli stia bene" finsi lo sguardo più serio che potesse esserci...ecco come giocare bene la mia ultima carta.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
16-05-2013, 19.04.48 | #1206 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Forse perchè” disse quella misteriosa figura a Clio “a differenza di quei giornalisti e di quei poliziotti io non ho la loro stessa ossessione di sopravvivere ad ogni costo...” la sua voce era bassa, come se non fosse attraversata da nessuna emozione “... e poi...” esitò “... e poi non vogliono me i terroristi...” i suoi occhi continuavano a studiare la ragazza “... si...” annuì in maniera impercettibile “... sono i Taddei...” riferendosi ai ritratti “... e come fantasmi osservano tutti coloro che attraversano queste stanze... sa cosa rende insopportabile vivere con dei fantasmi? Lo spavento che possono dare? La paura? No... io trovo insopportabile il silenzio dei fantasmi... ti osservano senza rispondere a nessuna delle tue domande, delle tue paure...” restò in silenzio per un lungo momento “... e lei? Lei invece cosa scriverà domani di questa storia? Di questo assurdo teatro e delle marionette che lo animano?”
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16-05-2013, 19.26.53 | #1207 | |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi appena a quelle parole dell'anziano maggiordomo... sorrisi ed annuii appena...
"Potete chiamarlo così, signor Kuon, se volete..." mormorai "ma penso che non gli farà piacere... in fondo lo conosco così poco e..." E tuttavia quel cameriere che giunse di corsa mi zittì... Citazione:
uno strano brivido gelido mi era sceso lungo la schiena alla vista di quegli occhi e nell'udire quelle parole... lentamente mi voltai verso Kuon... "Ma..." mormorai "Ma cosa significa? Perché? Che... che senso ha tutto questo?" Ma all'improvviso un'altra idea mi colse... tanto prepotente da sovrastare tutte le altre... "Taddei Corporation?" sussurrai "Taddei? Volete dire che il signor Guisgard è..." esitai... "È..." con la voce quasi impercettibile "è... l'erede di Robert de' Taddei?" E, mio malgrado, iniziarono a farsi strada nella mia mente le oscure parole del misterioso uomo al cimitero... parole alle quali, fino a quel momento, non avevo dato alcun peso...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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16-05-2013, 20.12.55 | #1208 |
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"...già, sopravvivere ad ogni costo è terribilmente sopravvalutato..." Sussurrai appena.
Guardai nuovamente nell'oscurità. "...io? Io non scriverò nulla su questa storia... È affare dei giornalisti, non degli storici, anche se qualcuno crede il contrario..." Scrollai le spalle "... Però mi piace, l'idea delle marionette.... Direi che ha colto nel segno... E, se è per questo non vogliono neanche me, come non vogliono la maggior parte delle persone in questa stanza, eppure sono terrorizzati...". La mia voce era calma, come se il tempo su fosse fermato, come se non ci fosse nessun attacco e nessun ultimatum. Ripensai alle parole sui fantasmi. "...il silenzio.." Mormorai. Poi, di scatto, mi voltai e sorrisi. "...lei lo sa, vero che è terribilmente scortese parlare con una fanciulla nascosti dall'oscurità?" Sorrisi, senza distogliere lo sguardo da quegli occhi intensi "...potrei iniziare a farmi strane idee sul perché se ne stia rintanato, che so.. Magari lei stesso è un terrorista, e io me ne sto qui a disquisire sulla paura e l'assurdità della vita.." Senza distogliere mai lo sguardo ".. O magari.. Non lo so.. È allergico alla luce..". E feci l'occhiolino. Risi, piano. "...non si preoccupi, non ho intenzione di muovere un passo.. Anche perché poi lei scapperebbe e io non avrei nessuno con cui conversare così bene...". Posai lo sguardo dall'altra parte della stanza, vidi gente in preda al panico che fabbricava e si agitava. Dev'esserci qualcosa che non va in me, pensai ascoltando il mio respiro calmo e regolare. |
16-05-2013, 20.32.31 | #1209 |
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A quelle parole di Altea, Daiz esplose in una sonora risata.
“Voi” disse l'agente alla ragazza “siete la cugina del signor de' Taddei? Bene, potrei vedere i vostri documenti? O deve pensare che tutta questa sceneggiata è solo un proposito per introdursi senza invito ed autorizzazione nel palazzo?” “Ecco, noi...” balbettò Josephine “... forse dovremmo andare, Altea...” “Ah, è davvero uno spasso!” Esclamò Daiz. “E pensare che tutti i giornali affermano sia rimasto uno solo dei Taddei! Sai che scoop ora che è saltata fuori anche sua cugina!” E rise ancora. “Sono io...” parlando alla radio il poliziotto “... mandate qui una squadra... ci sono due donne sospette... sono all'ingresso Ovest del palazzo...”
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16-05-2013, 20.50.40 | #1210 |
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"Ovviamente siamo cugini di lontano grado...e non posso svelare i segreti di famiglia" risposi per avvalorare ancora di più la mia tesi..quel agente chiamò la polizia, presi Josephine per mano, iniziai a correre e fortunatamente arrivai a una porta...si apri, entrai nella dimora e chiusi la porta a chiave.
"Ecco Josephine, siamo entrate...e ora è meglio ci sbrighiamo..o ci prenderammo...saliamo subito al piano di sopra tramite queste scale" e imboccammo delle scale che portarono in un corridoio.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |