19-11-2013, 21.18.41 | #1211 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altafonte fissò Altea con un lieve sorriso.
“Si, milady...” disse annuendo “... i miei affari qui sono quasi conclusi e dunque non vi è motivo per me di restare oltre...” prese allora un piccolo sacchetto, versandone sul tavolo il contenuto. Vi erano diverse pietre preziose. “Siete stata una buona amica, milady...” continuò il cavaliere “... e meritate la felicità... queste sono per voi... la Fortuna ha aiutato me ed io ora aiuto voi... queste pietre valgono moltissimo e vi permetteranno di potervi fare una vita vostra, senza dover tornare a Camelot dove per voi lì c'è un destino di infelicità...” “Per Diana!” Esclamò il Colonnello. “Da dove arrivano quelle pietre? Avete forse trovato un tesoro, ragazzo mio?” “No, amico mio...” ridendo Altafonte “... ho trovato la fiabesca Lampada di Aladino.” E rise.
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19-11-2013, 21.25.10 | #1212 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Talia, Jacopo sembrò trasalire.
I suoi occhi si fecero ancora più scuri, cupi ed enigmatici. E una smorfia indecifrabile deformò l'espressione del suo volto. Fece un passo verso di lei. “Cosa...” disse piano “... cosa significa tutto questo?” I suoi occhi sembravano prendere fuoco ora per la rabbia. “Cosa significa tutto questo? E cosa significa che è vicino a te ora?” Afferrò con forza i polsi della ragazza. “Parla!” Urlò. “Voglio sapere tutto! Dove si trova ora? Cosa ha osato farti? Rispondimi!” Scuotendola con rabbia. In quel momento entrò un soldato. “Capitano...” “Cosa?” Gridò Jacopo. “Il viceprocuratore chiede di voi.” Disse il soldato. “Dice che è cosa urgente.” Jacopo tornò a fissare Talia. “Mia moglie” rivolgendosi poi al soldato “resterà qui... in questa stanza... in città c'è troppa confusione oggi... sarò più tranquillo nel saperla qui, al sicuro... sorvegliatela...” ed uscì. Il soldato annuì e lo seguì. Un attimo dopo Talia sentì la porta che veniva chiusa a chiave dall'esterno. Ora era rinchiusa in quella stanza.
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19-11-2013, 21.29.25 | #1213 |
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Scossi la testa.
"Non vedreste una gentilezza nemmeno se vi si parasse davanti... " dissi, fredda "..e, comunque, se non avete nessun messaggio da dare a vostra sorella, peggio per voi... avrei fatto meglio a non avere alcun riguardo per voi, come voi non ne avete ora per vostra sorella.. non pensate alla sua pena.. certo, non ci avete pensato quando avete avuto la brillante idea di sfidare mio cugino, o di entrare di notte armato in casa sua... Siete un egoista, Francesco.. è tutto.." feci per andarmene, ma poi mi voltai e lo guardai nuovamente "...l'ho detto solo per darvi speranza... non sono affari miei.. Non so cosa si dica in questi casi, probabilmente, solo Addio..". Feci un cenno alla guardia "Ho finito, grazie..". Ero furiosa, ma non sapevo a quale fratello e a quale sorella erano dirette le mie parole. Quella situazione mi ricordava Diomede in ogni momento. |
19-11-2013, 21.32.52 | #1214 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Aspettate...” disse Francesco a Clio “... sono un condannato a morte, no? Ho diritto ad un ultimo desiderio, vero?” Le si avvicinò e restò a guardarla negli occhi.
E all'improvviso, senza dire altro, la baciò. La baciò con passione.
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19-11-2013, 21.33.00 | #1215 |
Cittadino di Camelot
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Osservai le pietre cadere sul tavolo...ma dove aveva trovato quel Tesoro.
Mi feci seria e in quel momento buttai fuori la mia rabbia... "Non so che farmene dei vostri gioielli e delle vostre pietre...vi dichiarai il mio Amore...e voi mi lasciate ora qui...come niente fosse e un insensibile sola..il mio futuro..il mio futuro.." guardai Ermiano, le lacrime scendevano calde..."sarà infelice ugualmente senza di Voi e non avete capito di chi vicino vi ha sempre amato...troppo preso nei vostri affari milord". Presi le pietre preziose le rimisi nel sacchetto e le gettai a terra..."Aladino...lui voleva i suoi averi non per le sue ambizioni..ma perchè era l'unico modo per farsi amare dalla sua Principessa..ma poi capì che ella lo amava cosi...per come era...ricordatevi queste parole." Infuriata presi la porta dell' atrio, aprii la porta e uscii camminando sola per la città, dovevo trovare un carro, che mi avrebbe portata a Camelot.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
19-11-2013, 23.32.38 | #1216 |
Disattivato
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Non mi resi nemmeno conto delle sue intenzioni, finché non fu troppo tardi.
Sentii le sue labbra che cercavano le mie, implacabili, roventi. Un brivido mi percorse la schiena. Era così diverso dal bacio di Roberto, così carico e intenso. Cielo, non potevo certo subire un simile oltraggio! In un istante, spinsi via Francesco con tutta la forza che avevo. I miei occhi fiammeggiavano di rabbia, intensi e furiosi, fissi nei suoi. Nemmeno sentii la mia mano alzarsi, colpirlo forte al viso, senza mai allontanare lo sguardo. "Come osate, mercante?" tuonai "...avete sbagliato donna da offendere, ve l'assicuro..." i miei occhi ora erano braci ardenti "... avete ragione... domani il boia laverà la mia ira..." alzai una mano verso di lui "..ma se, per sbaglio, Mirabole dovesse davvero salvarvi, state pur certo che vi troverò, e la pagherete cara per questo..." gli occhi gelidi, la voce imperiosa. "Guardia!" chiamai "..portate questa specie di uomo lontano da me... ". Dovevo andarmene di lì, andarmene immediatamente. La rabbia dentro di me era talmente tanta da farmi credere di annegarci dentro. Non era da me, sapevo nascondere bene le mie emozioni. Ma c'erano troppe cose: Mirabole, Missani, quello sconsiderato di Francesco, Roberto e Selenia, Diomede in cella, con i capelli sporchi e le vesti logore. Anche lui non pensava a sua sorella? Anche lui si sarebbe comportato come Francesco? E Roberto? Perché non mi ero indignata tanto con lui? Perché respingere quest'uomo era stata la cosa più semplice e naturale del mondo, mentre con lui sembrava una tortura. Beh, in fondo all'anima conoscevo la risposta a quella domanda. Ma faceva troppo male. Sarebbe stato molto più semplice se avessi schiaffeggiato anche lui, se gli avessi parlato in quel modo. Ma quell'attimo mi aveva donato una felicità che nemmeno credevo esistesse. Ancora? Non era il momento per pensare a quello.. perché continuava a tormentarmi? Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi. Avevo una missione da compiere, dovevo smascherare Mirabole. Dovevo restare calma e lucida. Missani aveva ragione, finita quella storia saremmo stati tutti liberi. Dovevo resistere, ero brava in questo. Seppellii la rabbia dentro di me e ritrovai la voce calma e lo sguardo impenetrabile che avevo perso per un momento. |
20-11-2013, 14.58.13 | #1217 |
Cittadino di Camelot
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Piu' pregavo piu' lei rideva e diceva cose senza senso...alle volte mi sembrava di non ricordare piu' le parole di quella preghiera che dicevo da sempre.....ma essa flueva limpida dalle mie labbra senza tentennamento.......poi qualcuno urlò il mio nome...cessai di botto di pregare e vidi una guardia ...dovevo andare con loro....la donna che era con me in quella cella pregò di essere portata fuori e per risposta ricevette due calci che la lasciarono a terra...chiusi gli occhi e la udii rantolare.......le sue parole furono irreali o reali io non so....so solo che avrei conosciuto il demonio......." Io Giuro di non aver fatto nulla e se Dio ha scelto per me la morte....non posso far altro che accettarla.....la giustizia degli uomini, non esiste.....mi spiace per voi se solo potessi aiutarvi lo farei con tutto il cuore...e se questo mi sara' possibile lo farò ve lo prometto ".....fui portata fuori da quella stanza fetida e gelida...mi furono legati i polsi.....e fatti percorrere dei corridoi senza fine, non volevo neanche pensare ....non volevo neanche credere che questo stava capitando proprio a me........e invece eccomi lì........eccomi lì in una sala enorme......
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21-11-2013, 02.33.52 | #1218 |
Cittadino di Camelot
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"Un nome non è importante.....quanto la missione che vi attende": tali parole andarono a stamparsi nella mia mente come un codice indelebile.....quel sorriso di intesa lasciava intender soltanto un unico avvertimento: "il dado è tratto.....come agirai'?"
Ciò che il Fiore nascondeva fra i suoi petali, potrebbe condizionare le sorti del tempo che viviamo. La missione era più importante di quanto ci aspettassimo. Ad un tratto vedemmo il monaco allontanarsi dal loco in cui si trovava, Emin gli corse dietro e in lontananza senti' soltanto il suono di una voce......che sussurava ciò: "Dirigetevi al Castello Merlato. I vostri dubbi diminuiranno ed il percorso vi sarà mostrato.....; ascoltate il giardiniere....." Non conoscevo bene la posizione esatta della rocca, ma le mille voci che si rincorrono puntano ad un solo cardine: il Nord. Era tempo di mettersi in marcia.....bisognava far qualcosa, altrimenti ciò che un doveva esser celato potrà trasformarsi in qualcosa di autentico e reale.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
21-11-2013, 12.28.42 | #1219 |
Cittadino di Camelot
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Osservai Jacopo uscire con il soldato, diretto da Simone...
mi massaggiavo piano i polsi che mi aveva stretto, mi facevano male... nei miei occhi ancora le immagini della sua ira, delle sue grida, il modo in cui mi aveva scossa con violenza... Tremavo. Forse non avrei dovuto dirglielo, pensai... adesso cosa avrebbe fatto Jacopo? lo avrebbe cercato? e se lo avesse trovato cosa sarebbe accaduto? Cercai di non pensare che, se fosse accaduto qualcosa a Guisgard, sarebbe stata colpa mia... si, cercai di non formulare quel pensiero, me esso si presentò ugualmente e mi spaventò... I due uscirono, chiudendosi la porta alle spalle... un attimo dopo sentii la chiave girare nella serratura... "No..." urlai, correndo verso la porta e tentando invano di aprirla. "Non potete chiudermi qui..." gridai ancora, battendo un pugno sul legno "Jacopo, non puoi chiudermi a chiave! Aprimi! Aprite subito questa porta!" Ma non un suono udivo dall'altra parte... era inutile gridare, lo sapevo! Voltai la spalle alla porta, allora e corsi verso la finestra... la aprii e guardai sotto... eravamo almeno al terzo piano... saltare era impensabile... ero in trappola!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
21-11-2013, 19.52.01 | #1220 |
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Altafonte guardò Altea uscire e andare via.
“Signore...” disse Ermiano guardandolo. “Lasciamola andare...” mormorò il cavaliere “... qui non sarebbe mai potuta essere felice... non con noi...” fissò le pietre preziose “... dopotutto l'ho sempre saputo... questo tesoro non basta a rendere gli uomini felici... e vale per tutti...” guardò di nuovo Ermiano “... prepara il mio trucco... vado a sistemare l'ultima faccenda in sospeso... poi andremo via da qui...” Intanto Altea, lasciato Palazzo Lorena, era scesa in strada. Qui vi era ancora un po' di trambusto. Ad un tratto la dama notò una bella carrozza ferma ad un angolo di strada. Accanto vi era un cocchiere vestito come si conviene a chi presta servizio presso un gran signore.
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