01-03-2011, 11.41.53 | #1231 | |
Cittadino di Camelot
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Citazione:
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
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01-03-2011, 12.40.59 | #1232 | |
Cittadino di Camelot
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Avevo corso per mezza Cartignone e tuttavia non lo avevo trovato. Infine giunsi in una piccola piazzetta laterale e lì mi fermai... intorno a me vi era tanta gente e tutti sembravano così felici... Cartignone aveva dovuto piangere per troppo tempo i suoi morti e adesso aveva soltanto voglia di vivere: come biasimarli? E allora, mi chiesi, come mai io non avevo voglia di festeggiare?
Improvvisamente si udirono squilli di tromba e la folla vociante prese a spingere in direzione del castello... probabilmente la giostra che lord Frigoros aveva indetto stava per cominciare, pensai. Tentai allora di oppormi al flusso di persone che quasi mi trascinava in quella direzione e mi infilai in una stradina laterale... era una stradina che scendeva verso il porto. Feci appena pochi passi in quella direzione, con la testa assolutamente da un’altra parte, quando una voce mi fece sussultare... Citazione:
Per un istante mi sentii come colta in fallo, lo osservai in silenzio, torcendomi appena le mani... eppure quell’uomo aveva un sorriso tanto gentile che presto mi sentii di nuovo a mio agio. “Vedete...” spiegai “Non ho molta voglia di festeggiare! Lo so, Guxio se n’è andato e, magari, presto verrà catturato... ma io non riesco a non pensare che il segno di ciò che ha fatto sia ancora su di noi. Dissipare il ricordo e l’angoscia per quegli avvenimenti terribili richiederà tempo... accettare le morti e i tradimenti sarà, temo, un processo lungo...” Abbassai gli occhi e ripresi a torcermi le mani... ‘E poi ci sarebbe anche...’ pensai tra me, ma parlarne con l’Inquisitore era una cosa che non potevo fare... era una cosa che... però avvertivo lo sguardo di Ramon su di me, uno sguardo profondo che sembrava percepire che c’era dell’altro e che pareva volermi leggere dentro. Così infine alzai la testa e, con l’anima che tremava ma ostentando il tono più leggero che mi riuscì di tirare fuori, mormorai: “Voi credete che... ecco... non sapete, per caso, se Guisgard sia già partito?”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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01-03-2011, 14.19.23 | #1233 |
Cittadino di Camelot
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Guardai Goldblum e gli dissi mi farebbe molto piacere cercherò di essere di aiuto almeno sarò insieme a persone amiche e che mi vogliono bene e gli misi una mano sulla sua spalla
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fabrizio |
01-03-2011, 21.30.43 | #1234 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Bene, amico mio!" Esclamò Goldblum. "Allora appena sarà conclusa la giostra voluta da lord Frigoros partiremo alla volta del mio villaggio dei nani!"
"Siete ancora qui, poltroni!" Gridò da lontano Belven verso Cavaliere25 e Goldblum. "Avanti, la giostra sta per cominciare e il pubblico invoca a gran voce le nostre gesta!" "Eccoci, messere!" Rispose Goldblum. "Forza, amico mio, andiamo a farci onore in quella giostra!" Spronò poi Cavaliere25.
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01-03-2011, 21.52.26 | #1235 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard non replicò a quelle dure parole di Gaynor.
Si fermò solo un momento per ascoltarla, per poi riprendere a camminare verso le scuderie. Un fresco vento soffiava attorno a lui, scuotendo i rami degli alberi. La campagna di Cartignone appariva bellissima come forse non lo era stata mai. L'aria era pulita e profumata e le colline tutt'intorno correvano indisturbate per miglia e miglia, tra isolati castelli sperduti in lontananza ed anguste stradine che a fatica attraversavano quel paesaggio dai tratti fiabeschi. "In un addio, ciò che si lascia ci appare sempre più bello..." Questo pensiero attraversò la mente del cavaliere, mentre tornava nelle scuderie. E nel vederlo il suo cavallo lanciò un nutrito, come a volerlo salutare. "Sono qui, amico mio..." mormorò Guisgard accarezzandolo "... sembra che solo per te ci sia gioia nel rivedermi..."
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02-03-2011, 03.47.20 | #1236 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ramon sorrise lievemente a quelle parole di Talia.
“Quando, giovanissimo, giunsi al monastero Bretone di San Cristoforo nel Wessex…” cominciò a dire “… conobbi un vecchio monaco… era stato un cavaliere che dopo una vita avventurosa aveva sentito il bisogno di cercare serenità fra le mura di quel monastero… lui mi insegnò molte cose… e spesso, quando ero indeciso sul da farsi, era solito dirmi… sai che differenza c’è tra me e te, ragazzo mio? C’è che io sono vecchio e tu giovane! Che tu credi di essere immortale, padrone della tua vita e del tempo, mentre io ho imparato a non credere più a questa cosa…” Si voltò verso la ragazza sorridendole: “Il tempo che ci è dato va vissuto fino in fondo… ed è sciocco sciuparlo… il nostro sir Guisgard è nelle scuderie… si vanta di avere un cavallo degno di Pegaso… ma credo ci siano ali ben più robuste di quelle del mitico destriero… sono certo che esse vi condurranno da lui prima che possa lasciare Cartignone… questo è vostro…” mostrandole l’arco “… così potrete ringraziare voi stessa quel cavaliere per aver ritrovato il vostro arco…” La salutò con un rispettoso inchino e svanì nella strada principale, tra la folla in festa.
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02-03-2011, 04.35.49 | #1237 |
Cittadino di Camelot
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Quando giunsi di fronte a quella scuderia mi bloccai... volevo entrare, ma era come se qualcosa mi bloccasse.
Strinsi più forte l’arco che Ramon mi aveva dato... il mio arco... credevo che non lo avrei più stretto tra le mani... Lo strinsi, dunque, socchiudendo per un istante gli occhi, e ripensai alle parole dell’Inquisitore... ripensai a quei suoi occhi nei miei un istante prima: occhi che parevano vedere in me più di quanto io stessa non riuscissi a vedere in quell’istante. Lo avevo ringraziato ed ero corsa via... e ora lì, davanti a quella porta socchiusa, mi chiedevo cosa mai avesse visto in me da farlo sorridere in quel modo... Inspirai, infine, e misi da parte tutte quelle idee... poi spinsi appena la porta ed entrai. E finalmente lo vidi... era di spalle e sembrava sistemare il suo cavallo... Io feci appena qualche silenzioso passo, sentendo la paglia scricchiolare appena sotto i piedi, poi mi fermai... “Un dono tanto prezioso...” mormorai accarezzando il legno lucido di quell’arco “Non lo si dovrebbe mai far recapitare da qualcun altro!” Feci una breve pausa e poi, con un debole sospiro che non riuscì del tutto a nascondere il tremito della voce, soggiunsi: “Neanche un piccolo saluto mi merito, dunque, prima che tu parta?”
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02-03-2011, 05.44.44 | #1238 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard accarezzava il suo cavallo, che docilmente si lasciava coccolare dal suo padrone.
E ad un tratto la sua mano si fermò. Si voltò di scatto a quelle parole. Al suono della sua voce. Una voce che da sola bastava ad accendere il suo cuore. “Non è un mio dono, quello…” rispose con tono accigliato “… se ricordo bene era di tuo padre…” Strinse le redini del cavallo e sistemò meglio la sella. “Quel vago sorriso nella cappella non era forse un saluto?” Chiese poi. “E comunque non dovevi scomodarti a venire… la futura erede al trono di Cartignone non dovrebbe farsi vedere nelle scuderie con un cavaliere rinnegato… potresti incontrare difficoltà poi a trovare un degno consorte… sai, la reputazione è importante!” Continuò con quel suo solito sorriso da guascone. “E poi, te lo dissi sin dalla prima volta che ci incontrammo… dovresti fare più attenzione, o davvero non troverai marito!” A quel punto rise di gusto, ma all’improvviso qualcosa lo bloccò. Come un sordo dolore, a tratti insopportabile. Come quando si ha la consapevolezza che si sta perdendo qualcosa, senza poter far nulla per impedirlo. Si avvicinò allora al cavallo e strinse forte la sella.
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02-03-2011, 12.38.24 | #1239 |
Cittadino di Camelot
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Rimasi a lungo ad osservarlo in silenzio... quei gesti secchi, quell’aria a tratti burbera, quella voce sarcastica e quel tono irriverente...
“Beh... è un dono, invece!” dissi, spostando gli occhi sull’arco che ancora tenevo tra le mani “Io l’avevo perduto, ma tu lo hai ritrovato! Avresti potuto lasciarlo dov’era, avresti potuto ignorarlo... invece me lo hai riportato! E’ un dono, quindi! Ed è tanto più prezioso perché sapevi quanto per me fosse importante.” Feci una breve pausa... molte sensazioni si erano sovrapposte in me in seguito alle sue parole taglienti, emozioni che non ero certa di comprendere completamente... Giocherellai con quell’arco ancora per qualche istante, poi lo appoggiai ad una delle alte colonne di legno e feci qualche passo avanti... “Sai...” ammisi “Quando ti ho conosciuto, questo tuo atteggiamento mi dava dannatamente sui nervi! Sembrava sempre che non avessi rispetto per niente e per nessuno, sembrava che non ti importasse di niente, sembrava che niente avesse valore per te. Ora so che non è vero! Ora credo di conoscerti abbastanza da sapere che non sei così, da sapere che non sei ciò che ti sforzi tanto di apparire! E spero anche che non pensi quello che mi hai appena detto, perché sarebbe davvero stupido! Io...” esitai un attimo, poi soggiunsi “Io sono stata felice di vederti arrivare in quella chiesa. Non felice di veder arrivare qualcuno a salvarmi, ma felice di veder arrivare te!” Feci ancora qualche altro passo, fino a trovarmi proprio dietro di lui... “Voltati, Guisgard!” mormorai “Voltati e guardami, ti prego! E dimmi che avevi davvero intenzione, dopo tutto quello che abbiamo passato, di andartene senza degnarmi di una parola! Dimmi perché!”
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02-03-2011, 13.40.46 | #1240 |
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Si dissi amico mio facciamogli vedere di che pasta siamo fatti e segui la compagnia
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fabrizio |