Vecchio 17-09-2010, 16.47.44   #1241
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
La paura di subire un processo ingiusto, mi fece imboccare un sentiero di terra battuta.....era talmente stretto che riusciva a passare una persona alla volta.........immagini confuse mi attraversavano la mente,sembravo in preda alla febbre.......una cosa sola avevo ben in mente....due leopardi....in quella zona i leopardi non c'erano...eppure mi richiamavano alla mente qualcosa......accidenti perche' ero in preda all'ansia.....i leopardi e un drappo di stoffa rossa.....rallentai il passo, avevo il fiatone, stava calando la sera e potevo scorgere il sole che con un inchino lasciava il passo alla luna.....l'aria era piu' fresca.....il nord...La Normandia.....io in Normandia.....avevo viaggiato per mare e per terra....le mie visioni mi avevano portato ad Avignone..bene..ora la Normandia.......C'e' qualcuno che mi ascolta ?......potrei comprendere Madre mia perche' mi stai facendo questo ?........chi c'e' in Normandia che io non ho visto nelle mie visioni.....non vi sento piu'.....non riesco ad ascoltare.....e' triste tutto questo.............Giorni di viaggio in quella terra..per tornare e riprendere il cammino, mi sentivo una povera pazza in preda alle allucinazioni........Riposai solo qualche ora, non avevo nulla con me se non la mia miseria....al diavolo tutti......andro' in Normandia..un posto valeva l'altro per chiedere la carita'......avrei letto la mano, tanto il destino era uguale per tutti.....pene d'Amore. Giunsi cosi' a destinazione. Bene Madre se magari tu fossi cosi' generosa con me da mandarmi un segno..magari un fulmine che mi illumini.......c'era una bella chiesa....uomini eleganti entravano e uscivano......cosi' in preda alla fame....mi sedetti sui gradini in alto e tesi la mia mano, che fine avevo fatto.....figlia di un prete benestante...cacciata dallo stesso padre..amata da una nonna e finita sulla strada.......Alzai lo sguardo al cielo.....vi ringrazio Madre...spero che tutto questo valga come penitenza...quando moriro' avro' gia' scontato i miei peccati.....nello sconforto mi venne alla mente Guisgard.....per seguire te..e la mia voglia di giustizia.....prima mi hai ammazzata e poi abbandonata .....ad Avignone avevo perso le sue tracce......forse non ero di suo gradimento.......che il diavolo ti porti via........raccolsi le gonne........" Fate la carita' ad una povera vecchia in preda alla fame e allo sconforto...."
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Vecchio 17-09-2010, 18.39.29   #1242
Morrigan
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Nella notte, serena, sommessa, pacificata, il borgo respirava senza nemmeno un sussulto.
La campana della chiesa che scandiva le sue ore, il tintinnare dei campanacci delle greggi che mormorando si avviavano al pascolo, lo zufolare del pastorello che avanzava guardando cercando in cielo i segni dell’alba per poter infine spegnere la sua lanterna.
Nella notte, serena, sommessa, pacificata, le lunghe dita di Morrigan si agitarono nell’ombra, poi si contrassero, stringendosi intorno al braccio di Mion.

Erano giunti a Capomagnus sul far della sera, e avevano trascorso tutti insieme una allegra serata nella locanda, con Maladesh e i suoi, a brindare sul loro successo, poi si erano concessi il meritato riposo in vero letto, dopo i lunghi giorni trascorsi nella foresta. Ma giungendo il mattino, il suo sonno si era fatto agitato, turbato da visioni oscure.

Nel sogno, Mion la baciava e le metteva tra le mani un anello. Morrigan sorrise, guardandolo, ma osservandolo meglio, si avvide che l’anello mutava di colore, diventava rovente e bruciava come il fuoco. Istintivamente la ragazza lo lasciò cadere, ma l’anello si infisse così profondamente nella terra che Morrigan temette di averlo perso. Mion era sparito e lei era rimasta da sola. Si chinò, cominciò a scavare con le mani per recuperarlo, ma c’era troppo buio intorno, e non riusciva a vedere nulla, un buio innaturale come il soffio che sentiva crescersi intorno. Sollevò lo sguardo e vide due eleganti felini che in cerchio si muovevano attorno a lei. Cominciò a seguire con gli occhi il movimento di quelle due belve… sembravano due leopardi! Il suo respiro si fece carico di paura. Si acquattò come un gatto, pronta a balzare loro addosso al minimo cenno di attacco, felino al pari di quegli animali… ma subito l’immagine scomparve, e Morrigan fu di nuovo sola, nel buio. Allora vide crescere in lontananza la luminosità di un fuoco, e avvicinandosi si accorse che era un rogo, come quelli su cui venivano sacrificate le sventurate accusate dall’ignoranza e dalla crudeltà del mondo… immagini di una terra a lei nota le apparvero contorte tra le fiamme… una terra che conosceva bene, perché le sue scogliere sfidavano il biancore delle sue terre natali! Poi tutto divenne confuso dal calore del fuoco e dall’aria impregnata di cenere. Provò una fame terribile, divorante, e dolore, e angoscia, e smarrimento… e sentì la voce di Elisabeth maledire il nome di Guisgard… e sentì il suo spirito abbandonarsi allo sconforto… e in quel momento, dal nulla, una lama squarciò il buio con un bagliore fulmineo e le trafisse il cuore. Morrigan non ebbe nemmeno il tempo di capire. Percepì solamente un dolore violento. Si portò la mano al petto, quindi rimase a fissare le sue dita che tremavano grondanti di sangue, e cominciò ad urlare.

L’urlo di Morrigan squarciò la quiete della notte. Seduta sul letto, stringeva le palpebre e si teneva la testa tra le mani. Il dolore era vivo e reale, troppo per poterlo ancora ignorare ancora a lungo… non è finita, non è ancora finita! Morrigan, svegliatevi!
Era in preda al panico e alla febbre, come se oscuri fantasmi avessero preso il posto delle immagini reali, e la ragazza, guardandosi intorno, riuscisse unicamente a pensare al modo in cui sfuggire a quelle presenze. Maledisse le sue visioni impefette, che la vicinanza di Elisabeth aveva risvegliato, senza avere tuttavia il tempo di perfezionarle, poi, senza nemmeno capire cosa stesse facendo, in preda a quel tormentoso sentimento, cieca e sorda a qualsiasi altro richiamo, Morrigan si vestì in fretta e si precipitò giù per le scale, correndo fuori fino alla stalla.
Vide lì dentro una bella puledra baia, che scalciava nervosa, sollevando la paglia con lo zoccolo fremente. Morrigan si avvicinò, con recuperata calma, e solo allora riuscì a prendere fiato. Carezzò con lentezza il collo e la schiena dell’animale, parlandogli piano all’orecchio, quindi, con gesti svelti, iniziò ad affibbiare la sella.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"

Ultima modifica di Morrigan : 17-09-2010 alle ore 19.45.27.
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Vecchio 17-09-2010, 19.10.02   #1243
cavaliere25
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cavaliere25 sarà presto famoso
la nottata era andata bene mi ero ripreso da tutte le fatiche mi svegliai e guardai fuori dalla finestra il sole sorgeva alto e luminoso allora usci dalla stanza e scesi e mi avvicinai all'oste e gli chiesi gentilmente buon uomo sapreste dirmi dove posso trovare un orafo? non sono di queste parti e non saprei dove cercarlo e gli misi delle monete sul bancone e aspettai una sua risposta.
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fabrizio
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Vecchio 17-09-2010, 19.37.17   #1244
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Le parole di Alvien mi giunsero in un sussurro all’orecchio, mi voltai e le sorrisi.
“Non lo so… E’ curioso, quanto meno!” mormorai in risposta, senza tuttavia distogliere gli occhi dal funzionario che stava, invano, tentando di placare l’ira del Visconte…
Era strana la sensazione che provavo: non ero indignata, come forse avrei dovuto, per quella scortesia… al contrario, mi sentivo decisamente sollevata di non averlo ancora visto… ed ero divertita, irrazionalmente divertita nel vedere mio padre in quella situazione per lui tanto seccante!
“Ma probabilmente…” proseguii, protendendomi appena verso Alvien “Questo duca non ha più voglia di incontrarmi di quanta non ne abbia io di conoscere lui!”
A quel punto, però, non riuscii più a trattenermi… mi feci avanti e poggiai delicatamente una mano sul braccio del Visconte: “Vi prego, padre mio, non adiratevi con quest’uomo… egli, vedete, non è che un ambasciatore e dunque non riferisce che ciò che gli viene detto!”
Sorrisi conciliante, poi mi inchinai appena e soggiunsi: “Ora, vi prego, vorrei avere licenza di ritirarmi!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 18-09-2010, 00.32.24   #1245
lady_Empi
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<le vesti di verde velluto frusciavano tra i passi mentre Empi in forma umana si faceva strada tra la folla. Le braccia conserte quasi a volersi riparare dal turbinio di umani che vagavano per quella strada. Con i piedi nudi che sfioravano il terreno, il capo leggermente chino verso la Terra, lo sguardo fisso dinnanzi a sé, la fata camminava spedita verso una chiesa> La Madre ti ascolta <mormorò tra sé e sé in risposta alle parole di Elisabeth. Fermò il suo andare dinnanzi ai gradini della chiesa, lo sguardo liquido color smeraldo si posò su una figura di donna che chiedeva la carità> Ciò che chiedete è dentro di Voi, conoscete già tutte le risposte < sussurrò queste parole ad Elisabeth chinandosi appena> ma il Cervo deve seguirvi, la Foresta l’attende nel luogo che vi ha chiamato <aggiunsè poi cercò lo sguardo di Elisabeth e per un lungo istante non disse altro, semplicemente ed amorevolmente la guardò>
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Vecchio 18-09-2010, 01.17.28   #1246
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Se speravo nella generosita' degli uomini sarei morta di fame.....abbassai la mia mano..era intorpidita dal freddo... il freddo , la fame, il sonno....ero ancora troppo umana.
Un bagliore di luce.......una luce verde..come lo era il cuore della foresta......spostai gli occhi verso un caldo pensiero.....mi alzai e scesi le scale....ero difronte a lei....e mi sentivo in imbarazzo.." Empi....siete il fulmine mandato da Madre Terra ?......peronatemi non volevo essere sgarbata con voi......e che io non so' se ho veramente delle risposte in me..non mi sono sentita cosi' confusa come in questo momento, devo condurre il Cervo.....forse non vi siete accorta che ho utilizzato ogni mezzo per proteggerlo e condurlo sulla via della luce...e non ha fatto altro che fuggire da me...........sono qui per una visione, Lo stendardo di Normandia ha preso a sventolare in quelle immagini che apparivano tra i miei dubbi.......Empi...voi che conducete le anime delle donne tra le correnti del tempo, prendetevi cura della mia......"...in quel momento....qualcuno mise una moneta nella mia mano......mi voltai ma non vidi nessuno, guardai la mia mano e vidi impresso il volto di Morrigan.......i suoi occhi mi fissarono..erano spaventati.....l'angoscia le infliggeva dolori atroci.......Morrigan, il mio canto ti giunga perche' tu possa comprendere che il tuo destino di maga era scritto, tutto e' scritto .....non pensare che avermi incontrata sia la causa di cio' che gioia non porta............la mia vita e' quella che e' solo perche' ho il dono di curare con cio' che madre natura ci concede.....ho il dono della vegenza perche' riesco ad ascoltare la musica dell' universo.......cio' che e' stato creato per noi e' ragione di vita.........ma l'uomo teme tutto cio' che per lui non ha un'umana spiegazione.............Accarezza il tuo cavallo...lasciati andare al soffio caldo delle sue narici.....se tu lo ascolti egli ti parlera' di me........
Sotto lo sguardo di Empi.....mi sedetti sul gradino della chiesa.....Madre fatemi la carita' ...il dono della comprensione....
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Vecchio 18-09-2010, 01.43.02   #1247
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Non è da Voi che fugge,ma da sé stesso <pronunciò in un sol fiato la fata, poi sorrise e la sua mano si levò a sfiorar la guancia di Elisabeth> Il recipiente per esser riempito deve essere vuoto <aggiunse quando la visione di Elisabeth si affievolì e le sue parole per Morrigan furono affidate al Vento> Mai come ora siete vicina alla Madre, è al buio che il fiore diffonde il suo profumo migliore. <un fresco profumo di salsedine si diffuse nell’aria mentre la fata ritirava la mano dal volto di Elisabeth> Là dove governa Acqua che violenta si frange sulle rocce, è lì che la Foresta attende il suo Cervo <tacque infine e lentamente agitò le mani nell’aria. Nel cerchio disegnato nell’aria dalle mani fatate apparve una dama con lo sguardo perso nel vuoto mentre si lasciava pettinare i lunghi capelli. Empi affidò quell’immagine ad Elisabeth e avvolta da una pallida luce verde, lentamente scomparve alla sua vista>
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Vecchio 18-09-2010, 03.20.15   #1248
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nel castello in Normandia, il Visconte era sempre più adirato ed offeso per il comportamento del duca.
Ma le parole di sua figlia Talia, che sembrava far buon viso a cattiva sorte, lo calmarono, almeno per il momento.
"E sia, figlia mia." Disse. "Ritirati pure. E lo stesso farò io, sperando che domani, a Dio piacendo, il duca si degni di riceverci."
"Oh, mio signore, non dubitatene." Intervenne il funzionario del duca. "Sicuramente domani il duca vi riceverà. Egli è il primo ad essere mortificato per gli accadimenti che hanno rimandato il vostro incontro. Vedrete che domani, se Dio vorrà, sarete ricevuti da sua signoria."
Ed udite le parole del funzionario, il visconte e sua figlia Talia si ritirarono nei loro rispettivi alloggi.
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Vecchio 18-09-2010, 03.55.33   #1249
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Intanto a Capomagnus, Morrigan, dopo quel sogno, era scesa di corsa nella stalla ed aveva iniziato a sellare il cavallo.
Ma ad un tratto una mano si posò sul suo braccio.
"Cosa è successo, amore mio?" Chiese Mion. "Perchè stai sellando il cavallo nel cuore della notte? Dove vuoi andare?"
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Vecchio 18-09-2010, 04.31.13   #1250
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Morrigan sobbalzò sentendosi toccare. Vide Mion accanto a sè e istintivamente lasciò scivolare via dalla mano la cinghia di cuoio. Si ritrasse, lo guardò con occhi lucidi e alterati, come se fossero ancora pieni di queile visioni notturne. Inavvertitamente si portò la mano sul cuore, come a proteggerlo, proprio nel punto in cui, nel sogno, la spada l'aveva trafitta... e nel sogno, quella lama, era la spada di Mion!
Morrigan non sapeva cosa quel segno potesse significare, e francamente non desiderava nemmeno chiederselo in quel momento, ma vedendoselo di fronte per un istante ebbe quasi paura. Tuttavia l'espressione sul volto di Mion era ancora la stessa, amorevole e sollecita, forse appena velata dalla tensione e dalla preoccupazione, ma nient'altro vi si poteva leggere, che volesse intenzionalmente ferirla.
Allora cercò di respirare, per apparirgli calma, quanto più possibile, anche se i suoi occhi inquieti non potevano che trasmettergli l'urgenza e la confusione.

"Ho voluto credere in una felicità che non posso avere... non a questo prezzo!" mormorò con la voce che le uscì a stento dalle labbra "Oh, Mion... tu devi lasciarmi andare! Non è finita, non è ancora finita!"

Poi, vedendo che gli occhi di lui erano ancora fissi ad accarezzare il suo viso, Morrigan si sentì spezzare da quello sguardo. Si accostò a lui, gli carezzò il viso con il palmo della mano.

"Amore,amore... proprio tu, così nobile e giusto... potresti mai tollerare che io costruisca la mia gioia sul torto fatto ad altro? Elisabeth è tutto l'affetto che ho al mondo, come tu sei tutto l'amore... è l'unica madre che io abbia mai avuto, e in questo momento è sola e sta soffrendo... in questo momento ha bisogno del mio aiuto, ed io per forza devo andare!"

Lo fissò con occhi sicuri, decisi. Al contempo sentì che ugualmente avrebbe voluto stringerlo a sè, nonostante lo stesse di certo contrariando con quelle parole, ma dal farlo si trattenne, per timore di incontrare in lui il rimprovero per la propria condotta.
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