18-09-2010, 04.34.03 | #1251 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Intanto, a Rouen, una carrozza si fermò poco distante dalla chiesa dove Elisabeth chiedeva la carità.
"Chi è quella donna?" Chiese il duca di Normandia ad un suo servitore. "La conosci?" "Non mi pare, mio signore..." rispose il servitore scrutando da lontano Elisabeth "... forse è una vagabonda, forse una zingara... magari si guadagna da vivere leggendo la mano o facendo le carte..." "Avresti mai detto che il tuo signore crede alla magia?" Chiese il duca. "Non lo immaginavo e devo dire di esserne sorpreso, milord!" "Bene... recati da lei e conducila al castello." Ordinò il duca. "Voglio che mi legga la mano e interpreti i miei sogni... non credi che un duca debba conoscere gli eventi futuri per meglio affrontare ciò che riserva a lui il destino?" "Certo, mio signore!" Rispose il servitore. "Come al solito siete saggio e lungimirante!" "Ora va da lei, mentre io tornerò al castello. Ho affari urgenti da svolgere lì." Il servitore allora scese dalla carrozza, che ritornò al castello, e si avvicinò ad Elisabeth. "Donna, a vederti sembri una zingara... dì, sapresti leggere la mano o interpretare i sogni? Chiese. "Se si, allora oggi è il tuo giorno fortunato. Infatti il duca richiede i tuoi servigi. Seguimi e ti condurrò al suo castello."
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18-09-2010, 04.46.19 | #1252 |
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"Lasciarti andare? Andare dove?" Chiese sorpreso Mion. "Non abbiamo altro da fare... Cosimus ed i suoi dovranno rispondere delle loro malefatte davanti al vescovo, lady Talia finalmente andrà in sposa al mio signore e anche per quel Guisgard i guai con la giustizia sembrano terminati!"
Restò poi per un attimo a fissarla ed aggiunse: "Questa storia è finita... ed ora è giusto pensare un pò a noi stessi! Io voglio che tu sia mia moglie e ti voglio qui ora, al mio fianco. Elisabeth è in gamba e riuscirà a cavarsela, vedrai."
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18-09-2010, 04.52.52 | #1253 |
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Morrigan abbassò le ciglia per nascondere il suo sguardo e sorrise, con un'espressione che voleva essere dolce, ma che risultò infine pregna di tristezza.
"Dovrà dunque essere questo il nostro primo contrasto?" Tornò a fissarlo, tentò di ridere ma non vi riuscì. "Immagino che l'amore si nutra anche di simili ripensamenti"
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18-09-2010, 04.59.07 | #1254 |
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Mion la fissò cercando di comprendere il suo stato d'animo.
"Perchè sei turbata stanotte?" Chiese. "Forse... forse è l'ansia per domani? Forse ti sembra un passo troppo grande quello di sposarmi? Dimmi, ti prego, se hai avuto qualche ripensamento..."
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18-09-2010, 05.13.44 | #1255 |
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"Pensavo che nell'amore avrei trovato tutte le risposte sulla mia vita, ma non è così... alcune di quelle risposte potrà darmele solo lei... Mion, io non ti amo di meno perchè dubito, anzi, per me è il contrario! Non dubitare significa non interrogarsi, e non interrogarsi significa smettere di guardare al valore delle cose che abbiamo... quindi su questo punto, sia il tuo cuore tranquillo!"
Si sfiorò con la mano il giubbino di cuoio "Hai messo un sigillo sul mio cuore" Quindi la poggiò su Mion "... ho messo un sigillo sul tuo petto... la fede nuziale che infilerai al mio dito non è per me che la forma esteriore di qualcosa cui io già credo fermamente, e tuttavia la indosserò con gioia perchè so di darti piacere. Ciò che adesso ti chiedo, però, è soltanto di aspettare..." Lo guardò fisso con aria profondamente seria "Potrai e vorrai farlo?"
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18-09-2010, 05.24.32 | #1256 |
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"Io... io non ti comprendo..." disse Mion "... non riesco a capire di quali risposte tu abbia bisogno... risposte che dovrei forse darti io, se riguardano il nostro amore..."
Sospirò ed aggiunse: "Ma se senti di dover andare, allora va... non ti tratterò, nè ti impedirò mai nulla... anche la spada non va mai impugnata troppo forte durante la battaglia... perchè una mano troppo rigida renderà meno mobile e letale la sua lama... ma la mia spada è sempre con me, abbiamo la stessa anima... " Fece allora qualche passo indietro e restò a fissarla.
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18-09-2010, 05.36.58 | #1257 |
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Dal suo gesto, dal suo allontanarsi, comprese ogni cosa.
"Oh Mion... tu mi spezzi il cuore..." mormorò mentre gli occhi le diventavano lucidi, umidi, trattenuti a stento dalla sua orgogliosa volontà "Più cerco di essere sincera con te, più sembra che tu non mi comprenda!" A quel pensiero una triste rabbia si impadronì di lei, e il suo carattere indomito venne a galla una volta di più. "Sì, è questo che vedo! Alla mia estrema sincerità rispondi sempre dicendo di non capire... ma cos'è che vuoi, cavaliere? Di che genere di donne ti sei circondato quando vivevi con il tuo signore nel suo palazzo? Donne che si imbellettano e mettono crini di cavallo tra i capelli, che hanno un volto e ne mostrano un altro, che usano gli indovinelli e il linguaggio dei fiori per recapitare i messaggi che dovrebbero avere il coraggio di pronunciare con le proprie labbra... forse se anche io iniziassi a mentire," disse, mentre la voce le si calmava, acquistando una nota triste "forse mi amesti di più? Basta chiederlo, ed io lo farò, lo farò per te!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 19-09-2010 alle ore 04.25.32. |
18-09-2010, 05.46.31 | #1258 |
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Mion restò un attimo in silenzio a quelle parole di Morrigan.
"Io..." disse all'improvviso "... io non ho mai amato veramente una donna... non come amo te almeno... non ho mai cercato nulla perchè, prima di incontrare te, l'amore non aveva interesse per me... la passione ed il piacere era tutto ciò che domandavo ad una donna... io... io..." aggiunse sospirando "... non so... forse non sono nato per l'amore... almeno per quello vero, che ti riempie da solo la vita... io so solo di armi, di battaglie, di morte... l'amore è vita e forse non fa per me..." Chino il capo e fissò il vuoto per alcuni istanti. "Il mio amore non sarà mai una prigione per te... e non vorrei mai spingerti a mentirmi... sei libera di fare come più desideri..." Si voltò ed uscì dalla stalla.
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18-09-2010, 06.07.18 | #1259 |
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Morrigan lo guardò andare via, e, inebetita dal subitaneo dolore che le diede quella vista, non riuscì a far nulla.
Era come una statua di sale... e non sentiva più l'odore del fieno e della paglia, e non riusciva più nemmeno a percepire il calore degli animali... è come se morissi... Le balenarono in mente gli insegnamenti di Elisabeth, le frasi con cui la sua maestra aveva iniziato ad istruirla, mentre si allontanavano dal convento per attraversare la foresta... le aveva parlato della Madre e del suo amore... le aveva raccontato di tutte quelle cose che solo una donna può fare... le aveva raccomandato di curare il suo spirito femminile e le aveva promesso che le avrebbe insegnato a far questo nel migliore dei modi... questo e tante altre cose... ma a cosa mai mi servirebbe tutta questa conoscenza, adesso? A cosa vale la mia consapevolezza, se sono persino incapace di parlare con lui? E a cosa serve tutta questa potenza, se non sa legare i cuori? Lui se n'era andato, e il cuore di Morrigan era di nuovo in pezzi. Riprovò la stessa paura che le aveva attanagliato lo stomaco subito dopo la battaglia, proprio quando aveva avuto la certezza di averlo perduto per sempre. Quella volta Mion era tornato sui suoi passi, e le aveva teso la mano, e le aveva dato prova del suo amore costante. Ma quella notte non poteva aspettarsi un simile ritorno. La sua fuga era stata letta come un rifiuto, un rifiuto ad un'offerta che egli non aveva mai fatto a donna alcuna prima di lei... Morrigan comprese allora quale dolore ci fosse nel gesto di Mion... l'aveva ubriacato di dolore! E allora il pensiero e l'azione si fusero in un attimo. Lasciò le briglie e corse fuori. La sua sagoma si disegnava nella prima luce dell'aurora, ma non era ancora troppo distante. Si fermò e prese fiato, e chiese al vento, che le spingeva i lunghi capelli sul viso, di accompagnare le sue parole... "Muoio se te ne vai!"
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18-09-2010, 06.19.13 | #1260 |
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Il cielo cominciava a schiarirsi in un rosato alone che sorgeva luminoso da Oriente.
La luce del giorno nascente si posava sulle sagome dei monti addormentati lungo l'orizzonte che circondava Capomagnus, disegnando ogni loro forma. Le stelle pian piano andavano spegnendosi in un cielo che diveniva sempre più chiaro. Mion camminava verso l'ingresso della locanda, ma giuntovi continuò diritto. Raggiunse un albero e si appoggiò con la mano al suo tronco, fissando il nuovo Sole. In quel momento udì Morrigan che lo chiamava e si voltò verso la ragazza.
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