08-12-2012, 02.55.54 | #1251 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Milady, no...” disse Austus nel vedere Talia decisa a salire su quella misteriosa nave “... non potete andare... è troppo rischioso!”
“Si, milady...” fece Gwin “... restate qui... il capitano non permetterà mai una cosa simile...” In quel momento un lampo illuminò il cielo inquieto ed un potente boato, un istante dopo, fece tremare la Santa Rita. Le due navi era unite dalle cime uncinate, ma il mare cominciava a scuotersi sempre di più, avvicinando ed allontanando, come un elastico, le due imbarcazioni. “Milady, Guisgard vi ha affidata a noi” rivolgendosi Austus a Talia “e dunque resterete qui, al sicuro.” Cominciò a piovere in maniera sempre più intensa. “Anzi, sarà meglio che torniate giù, in cabina...” continuò il bucaniere “... sarete al riparo dalla pioggia e dal vento.” Ma proprio in quel momento uno dei pennoni sulla misteriosa nave, forse a causa del vento, si staccò e cadde pesantemente sul ponte. “Quella nave mi piace sempre meno!” Esclamò impaurito Gwin. “E non ci salirei su per niente al mondo!” “Andate giù, milady.” Disse di nuovo Austus a Talia. “Vi prego. E' per la vostra sicurezza.”
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08-12-2012, 03.38.57 | #1252 |
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Austus fu gentile... il suo tono era garbato e la voce cortese, e tuttavia quando prese il mio braccio e mi sospinse verso la scala che portava sottocoperta non potei non notare la presa salda ed un leggero gesto della mano, come chi non ammette repliche...
"Sì, mi ha affidata a voi..." dissi "Ma è stato prima che salisse là sopra... e, soprattutto, prima che scomparissero così... Ascoltate... non si sente neanche un rumore... eppure, dovremmo sentire dei rumori se stessero ispezionando una stiva vuota o delle cabine deserte... sbaglio?" Lo guardai... non riuscivo a comprendere del tutto il suo stato d'animo e questo, un po', mi turbava... Proprio in quel momento, uno dei pennoni della nave misteriosa si staccò e piombò sul ponte, con un fragore assordante... Sussultai. "Sentite!" dissi, sfilando con un gesto secco il mio braccio dalla presa di Austus, che mi sembrava bene intenzionato a spedirmi sottocoperta "Sentite... non è mia intenzione esservi d'intralcio, né una seccatura... ma vi assicuro che siete ampiamente fuori strada se credete che scenderò tranquillamente in cabina mentre lui è ancora là sopra... sono stata chiara? Neanche se mi ci portaste a viva forza, lascerei questo ponte! Non finché Guisgard non tornerà sano e salvo!" Gli lanciai un'occhiata decisa: non ero disposta a trattare su questo punto... poi gli voltai le spalle e tornai verso il parapetto, là da dove erano saltati sulla nave alla deriva.
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08-12-2012, 03.54.22 | #1253 |
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Austus fissò Talia e comprese in pieno la determinazione che animava la ragazza.
“E va bene...” disse “... restate pure qui sul ponte... ma non avvicinatevi troppo al parapetto. C'è vento forte e pioggia ed il mare è agitato.” Si voltò poi verso altri uomini dell'equipaggio. “Voglio due volontari. Bisogna andare a vedere perchè tardano tanto. Chi si offre?” Ma proprio in quel momento, mentre era a fissare il ponte della misteriosa nave, Talia vide qualcosa. Fu un attimo. Come un'ombra che attraversò rapida il ponte, per poi svanire tra i bagliori causati dai lampi lontani.
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08-12-2012, 04.13.10 | #1254 |
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Mi accostai di nuovo al bordo ma, per non irritare ulteriormente Austus, feci bene attenzione a non avvicinarmi troppo...
Rimasi qualche passo indietro, dunque... con le mani che stringevano il bordo del parapetto e gli occhi fissi sulla nave di fronte a noi... con il cuore pieno di un'unica speranza: che tornasse presto. E poi, d'un tratto, la vidi... un'ombra che si muoveva rapida sul ponte, così rapida che avrebbe potuto essere solo un miraggio... lo attraversò tutto, silenziosamente, e poi scomparve così come era apparsa... "Guardate!" gridai subito, puntando il dito... ma, per quando riuscii a dirlo, l'ombra già non c'era più... Mi voltai e vidi che tutti mi stavano guardando... "Perdonatemi..." mormorai "Mi sembrava di aver visto qualcosa... mi sembrava di... di averli visti tornare!" mentii. I miei occhi sfuggirono i loro, dunque, e tornarono a fissare quell'imbarcazione... ero combattuta... mi sembrava così assurdo... eppure ero certa di aver visto quell'ombra... sì, ne ero certa! Socchiusi gli occhi, scrutando l'oscurità in cui l'avevo vista sparire... incerta... preoccupata...
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08-12-2012, 04.24.50 | #1255 |
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“Vado a vedere io.” Disse all'improvviso uno dell'equipaggio.
“Si, Tellyo.” Annuì Austus. “Va a dare un'occhiata.” Ma proprio in quel momento il vecchio Fulsin si avvicinò al parapetto. “Non era nessuno dei nostri...” disse a Talia “... ciò che avete visto non era uno dell'equipaggio...” Un nuovo fulmine fece sussultare la Santa Rita. “Allora vado a controllare...” mormorò Tellyo. E fu in quel preciso istante che dalla nave maledetta si udì un grido disumano. Un grido di disperazione e dannazione. “Cosa è stato?” Urlò Austus. “Avete sentito? Era uno dei nostri?”
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08-12-2012, 09.22.15 | #1256 |
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Un servo chiamò il vecchio lasciandomi sola con Fhael...era un fantastico colpo di fortuna inaspettato.
Parlando sottovoce,col timore che ci fosse qualcuno ad origliare fuori dalla biblioteca, chiesi al portoghese se, durante la notte gli era venuta qualche idea su come andarsene. "Dobbiamo fare prese-dissi sempre bisbigliando- ieri sera, appena ve ne siete andato un servo é venuto a cercarmi. Temo che il vecchio possa sospettare qualcosa..i suoi occhi mi hanno guardata in un modo così....Rabbrividii. "Vi prego Fhael fate presto, io non resisto più in questo posto e ho paura delle reazioni di quel vecchio pazzo..Non ho nulla con cui difendermi...Purtroppo il mio fidato coltello é restato a casa del colonnello, per caso voi riuscireste a procurarmene uni?"
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10-12-2012, 01.05.13 | #1257 |
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Il ragno. Quel maledetto teneva un ragno anche nei pantaloni, come diavolo era possibile? Mi girai a guardare la bestiola che cadeva a terra. La distrazione di un attimo, ma Musan mi sfilò la pistola e sparò.
Nulla. La pistola, come avevo immaginato, non era stata caricata "Ecco perché... " dissi con un sorriso perfido mentre giravo il polso di Musan, facendogli cadere la pistola. Ma, intanto, anche il pugnale mi era scivolato dalle mani, apparentemente non avevo scampo. "Padre, cosa diavolo è quello?" Dissi con uno sguardo sorpreso. Il generale Timory sorrise "... È un fantoccio. Da oggi inizierai un nuovo allenamento. Il signor Croll ti spiegherà tutto." Il medico dell'accampamento era infatti accanto a quel fantoccio, sul quale erano segnati dei punti da colpire. "Buongiorno mia cara..." Disse quell'uomo magro e brizzolato, dal sorriso gentile. "Signor Croll.." Replicai con un cenno di saluto. "Vedi, piccola mia.." Intervenne il generale "..ti troverai sempre ad affrontare assalitori più forti di te.. Ed è quindi insperabile che tu sappia dove colpire... Vi sono punti, particolarmente sensibili, che necessitano di una forza minore.. Ma dovrai imparare ad essere precisa, e velocissima.." "..so dove colpire, padre.." Guardandolo interrogativa. "Con la spada, certo... Ma a mani nude?" "A mani nude?" Con gli occhi sgranati "Già, senza armi sei troppo debole.." "..non è vero!" ".. Vorrei non fosse così, piccola mia, ma è la verità.. Quindi devi allenarti.. Molto più degli altri.." "..perché dovrei combattere a mani nude?" Mio padre rise ".. Oh ci sono mille motivi.. Sei una donna.. Non te ne andrai di certo in giro armata.." Un lampo di impazienza attraversò i suoi occhi "..e poi non ho intenzione di stare a discutere.. Farai come dico io, intesi?" "Si, signore.." Dissi lentamente, con una smorfia. Mi avvicinai al fantoccio e sorrisi al medico. "..ebbene, sono pronta..." Annuendo. "Bene, mia cara.. Se mi ascolterai attentamente, sarai in grado di difenderti sempre, in qualunque situazione.." Sorrisi. Mio padre si avvicinò e mi sfiorò la guancia: ".. Non devi permettere a nessuno di farti del male... Nessuno, mai..." La voce di Croll mi risuonò nella mente. Inspirai, guardai Musan con occhi gelidi. Poi non mi fermai, non mi fermai nemmeno per respirare. Tirai una ginocchiata, forte decisa. Poi lasciai il polso di Musan e iniziai a colpirlo al ventre, i miei pugni a martello lo investivano incessabili. Ero veloce, precisa e costante. Non gli lasciavo tregua. D'un tratto, prima che potesse colpirmi gravemente mi lasciai scivolare per terra ed afferrai la sua coscia, avvolgendola in una morsa. Con una mossa che avevo provato mille volte riuscii a fargli perdere l'equilibrio. Cadde a terra e io mi alzai, iniziando a colpirlo con dei calci precisi e veloci. Mi muovevo, continuamente. Gli schiacciai una mano che tentava di afferrarmi, poi continuai a colpirlo. Non mi fermavo. Sapevo che, se mi fossi arresa, mi avrebbe colpito lui e non avrei avuto scampo. Sapevo bene che era molto più forte di me, ma io ero addestrata. No, era molto più di questo. Era l'istinto di sopravvivenza che mi concedeva una forza e una potenza che non possedevo. Non avevo paura di morire, ma non avrei mai permesso a un uomo come lui di sfiorarmi. L'avevo promesso a mio padre, e a me stessa. Ti sei rammollita, mia cara... Hai risparmiato Boyuke e ti sei ritrovata sull'Antigua Maria.. Hai risparmiato la virilità di questo verme e hai rischiato di morire... Dovevi affondare la lama.. Se solo avessi affondato la lama, senza accontentarti di spaventarlo... Quei pensieri mi rendevano ancora più feroce. Ma sapevo che la voce della mia mente si sbagliava. L'avevo colpito, sapevo di averlo colpito, il sangue di un ragno non è vermiglio come quello di un uomo. "..e io detesto essere sottovalutata...se nessun uomo è mai riuscito a toccarmi, un motivo ci sarà.." Ansimai per lo sforzo. Poggiai un piede sulla sua gola, scaricandovi tutto il peso del mio corpo. "..dammi un buon motivo per non ucciderti..." Guardandolo con odio. In effetti, pensai che non ne avevo neanche uno. Ma non potevo ucciderlo e passarla liscia. Così gli tirai un forte calcio alla tempia sinistra. Il Destino avrebbe deciso la sua sorte. Mi allontanai da lui di corsa, controllai di non avere uno di quegli orribili ragni addosso, raccolsi la divisa e uscii. Corsi rapida verso la mia cabina, chiusi la porta, la sprangai con un mobiletto, e mi sdraiai sul letto, esausta. "Voglio la mia spada, voglio la mia spada..." Sussurrai. Chiusi gli occhi, e immaginai che tutto quello non fosse altro che un sogno. Immaginai di sentire la voce di John che mi chiamava. E quel pensiero mi calmò leggermente. Mi alzai, e mi tolsi rapidamente quell'abito che ormai detestavo. Presi la mia divisa, e la indossai, con tanto di stivali e cappello. Mi guardai allo specchio, avevo raccolto i capelli e fasciato il seno. Nessuno mi avrebbe trovato attraente vestita in quel modo. Non potevo restare chiusa in quella stanza per molto tempo, non potevo, ma soprattutto non volevo. Presi coraggio, tolsi il mobiletto dalla porta e la aprii. Dovevo sapere se Musan era ancora vivo, anche se dubitai di essere stata tanto fortunata da ucciderlo. |
10-12-2012, 01.18.50 | #1258 | ||
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Citazione:
“Io conosco la storia di Lanzaras e del suo tesoro...” mormorai, fissando i miei occhi nei suoi, dopo averlo osservato per lunghi minuti “Conosco la storia dell’isola perduta, non segnata su nessuna mappa, e dei tre spiriti posti a sorvegliare l’oro del capitano. Conosco la storia del pirata spietato, senza cuore. Sì, conosco tutto ciò... mio nonno mi raccontava queste storie quando ero piccola... le conosco bene!” Lo osservai ancora per un momento, studiandolo... “Tuttavia...” sussurrai poi, accennando all’imbarcazione alle mie spalle “Tuttavia, Guisgard è su quella nave, non è ancora tornato... ed io non so che cosa aspettarmi da essa! Avete ragione, ho visto qualcosa! O credo di aver visto qualcosa. Un’ombra. Ma non so che cosa sia! Non ne so abbastanza! Ed è per questo che ho bisogno che ora mi diciate quello che ancora non so!” Citazione:
Per un istante sulla Santa Rita calò il silenzio più nero, tutti fissavano l’imbarcazione che ondeggiava di fronte a noi... Poi la voce di Austus si levò... ed in essa di poteva facilmente leggere lo sconcerto e la paura che pervadeva tutti noi. Tornai a osservare Fulsin... “Ditemelo adesso!” ingiunsi, la voce vagamente tremante “Ditemi quello che non so e che dovrei sapere... ora! Ora... perché tra pochi minuti, che siate d’accordo o meno, salterò su quella nave... e solo il Cielo sa che cosa troverò!”
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10-12-2012, 01.57.09 | #1259 |
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“Troverete disperazione e dolore...” disse Fulsin a Talia “... e forse anche la morte...”
In quel momento, il bucaniere offertosi volontario saltò sul parapetto della misteriosa nave e cominciò a guardarsi intorno. Estrasse poi il suo pugnale e scese sottocoperta. “Fa attenzione!” Gli urlò Austus prima di vederlo sparire. “Dovevamo ignorarla quella nave...” fece Gwin. La pioggia era prima diminuita, poi finalmente cessata ed il cielo cominciava a schiarirsi. Non era però calato del tutto il vento e l'aria della sera era divenuta limpida e profumata di mare. La nave ondeggiava vicinissima allo scafo della Santa Rita, tenuta legata a questa solo dalle cime uncinate. “Volete davvero andare su quella nave?” Voltandosi Fulsin verso Talia. “Eppure potrebbe esserci a bordo il Male...” Ed il sibilo del vento echeggiò come un lungo e cupo lamento.
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10-12-2012, 02.34.26 | #1260 |
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Clio aprì la porta.
Tutto sembrava tranquillo. Forse anche troppo. Poi, ad un tratto, cominciò ad udire qualcosa. Come un mormorio, un brusio. Prima lontano e vago, poi sempre più fitto e vicino. Fece allora un mezzo passo verso l'uscio e sentì uno strano scricchiolio. Come se stesse calpestando qualcosa di tenero. Guardò allora il pavimento e si accorse che sotto i suoi piedi vi erano centinaia di ragni. Si guardò intorno e vide l'intera cabina invasa da quegli insetti. Erano ovunque, persino sul letto. E poi, all'improvviso, Clio cominciò a sentire addosso uno strano formicolio. Un istante dopo i ragni cominciarono ad uscire da ogni piega del suo vestito. Erano su tutto il suo corpo: sulla pelle, persino fra i capelli. Istintivamente la ragazza cercò di toglierseli, ma sembravano spuntare come funghi su di lei. Alla fine cadde a terra esausta e tutti i ragni la ricoprirono... “Non troverai John...” disse una voce di donna “... è qui con me... con tutti noi...” “Dove siete?” Chiese Clio. “Nel nulla...” rispose la donna “... o forse ovunque...” “Sull'Isola Perduta?” Domandò Clio. “Forse...” fissandola la donna. Era Loren... Clio aprì gli occhi. Un attimo dopo si ricordò dei ragni e saltò su. Si toccava dappertutto, compreso fra i capelli. “Stai calma, è passato...” fece la servitrice di Musan “... ora è tutto passato...” Clio allora si guardò intorno. Era in un letto, in una bella cabina da ufficiali.
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