20-09-2010, 03.53.29 | #1321 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Amore mio..." disse Guisgard prendendo le mani di Talia e baciandole "... mai ti mentii... se non quella volta all'abbazia per lasciarti al sicuro... questo che vedi, le terre, le ricchezze, il potere e la nobiltà, non sono altro che un dono di sua grazia il vescovo... quando fui riconosciuto innocente, egli volle riavervi tra i suoi fedeli. Ma non più come capitano della guardia... così mi nominò duca e mi assegnò questi feudi... ed inoltre mi chiese quale fosse il mio desiderio più grande... ed ecco perchè tu oggi sei qui tra le mie braccia..."
Sospirò quasi perdendosi nei suoi occhi ed aggiunse: "Ma se tu mi dicessi, anche in questo stesso momento, di rinunciare a tutto questo, sappi che io lo farò... tu sei l'unica cosa che voglio... padre Alwig mi racontò del perchè volevi sposare il conte di Borgogna... se prima avevi il mio cuore, ora anche la mia vita ti appartiene." Si voltò poi verso Elisabeth e disse: "Mia signora, non è ancora finito il vostro compito... verreste con noi a Capomagnus? Quella è la mia terra e lì vorrei unirmi in matrimonio con Talia. In quelle terre tutto mi parla di lei... ma questo" voltandosi verso Talia "solo se lo vuoi anche tu, vita mia."
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20-09-2010, 04.01.04 | #1322 |
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Gli sorrisi... poi mi strinsi a lui, rannicchiandomi tra le sue braccia, e sospirai.
"Portami dove vuoi!" mormorai "Non importa dove siamo, purché tu mi tenga con te, amore! Non voglio più restare senza di te, mai più!"
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
20-09-2010, 04.08.25 | #1323 |
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"Si... accade questo, credo..." disse Mion prendendo la mano di Morrigan "... anche io, prima di te, non ho mai amato... e insieme stiamo imparando a conoscere le gioie del vero amore..."
Le sorrise, accarezzandole il volto come lei aveva fatto con lui. "Ti va di girare ancora un pò nella fiera, oppure vuoi che torniamo alla locanda, dove ho incaricato il giovane Cavaliere25 di procurarci gli anelli per stasera?"
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20-09-2010, 04.19.25 | #1324 |
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Guisgard allora prese la sua mano e la condusse sulla torre più alta del castello.
Il cielo era di un denso e vivo alone purpureo che si rifletteva sulle grandi e gonfie nuvole che vagavano verso Oriente. I colori di quel cielo sembravano disegnare singolari immagini su quelle nuvole, quasi ad assumere i contorni di città e regni lontani, posti al di là dei cieli. "Da piccolo" prese a dire Guisgard mentre fissava quel cielo avendo lei tra le braccia "immaginavo che quelle nuvole fossero lontani regni fatati... regni magici, incantati e meravigliosi come non si poteva nemmeno immaginare sulla Terra. E sognavo di diventare re di quei regni... ed allora cominciavo a pensare alla mia regina..." Respirò forte l'aria fresca che annunciava il crepuscolo. "Ora posso dirtelo, amore mio... quante notti ho passato ad attenderti... quante volte ho preferito la notte al giorno solo per incontrarti nei miei sogni... ed ora, come un dono dal cielo, ho avuto tutto ciò che ho sempre sognato... un regno, una regina e la felicità senza fine... domani saremo a Capomagnus e lì tutti i miei sogni si realizzeranno."
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20-09-2010, 04.29.59 | #1325 |
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Lei si passò un dito sul labbro per un istante, come indecisa, quindi si risolse e lo fissò con uno sguardo brillante.
"Andremo dal nostro amico, sono curiosa..." rispose "ma prima c'è una cosa che vorrei fare... mi aspetteresti qui soltanto un istante? Sarò immediatamente di ritorno!" Non gli lasciò nemmeno il tempo di replicare, perchè si allontanò tra la folla che animava la fiera, lasciandolo da solo. Andò svelta verso un banco che aveva osservato con attenzione per tutto quel tempo, senza farsi notare. Chiese al vanditore di venderle il suo nastro più prezioso, un nastro di seta bianca intracciato con fili d'oro, e poichè non aveva monete con cui pagarlo, gli diede in cambio un anello d'oro della sua cinta ed un sorriso. Quindi cercò un posto un po' riparato, e con le mani intrecciò le estremità del nastro in un nodo tanto elegante quanto impossibile da sciogliere, e mentre lo faceva, prese a recitare sommessamente una dolce richiesta di benedizione a tutti gli elementi della natura. Quando ebbe finito, sorrise soddisfatta e di gran corsa tornò da Mion, che ancora l'attendeva con un'espressione interrogativa sul volto. Lei gli sorrise come una bambina impaziente. "Una volta mi hai detto che il giorno in cui avessi perso la tua spada, allora avresti perso anche la tua vita. Io ti risposi che ciò non sarebbe mai accaduto, ma quando mi hai domandato il perchè delle mie parole, io non risposi... il perchè è semplice... io sono la tua spada, e la spada sta dove sta il suo padrone... e legando questo nastro alla sua impugnatura e insieme alla tua mano, tu non perderai mai nè me, nè lei, nè la tua vita" E lasciando scivolare davanti a sè la mano che aveva tenuto stretta dietro la schiena per tutto il tempo, depose nella mano di Mion la bella dragona che risplendeva di bagliori dorati nella luce del mattino.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 20-09-2010 alle ore 04.42.41. |
20-09-2010, 04.43.49 | #1326 |
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Rimasi per un poco in silenzio, osservando quel cielo con la testa appoggiata contro la sua spalla, assaporando quella sensazione, le sue parole, la sua vicinanza, il suono della sua voce...
"Domani saremo a Capomagnus..." dissi infine, sollevando la testa e posandogli un bacio sul mento "Ma i miei sogni già da stasera si sono realizzati!"
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20-09-2010, 04.51.59 | #1327 |
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Mion prese il bellissimo regalo di Morrigan e lo strinse fra le dita.
"E'... meraviglioso..." disse senza riuscire a smettere di guardare quel dono. "Cosa ho fatto, dimmi?" Chiese fissando con dolcezza Morrigan. "Cosa ho fatto per merirare tutto questo? Il tuo amore e questa grande felicità?" E la strinse forte, baciandola con ardore. I due innamorati allora si diressero verso la locanda. Ma durante la strada, Mion fissava continuamente Morrigan. Il suo volto era disteso, ma lo sguardo tradiva una sorta di inquietudine. "Sai, stavo pensando..." cominciò a dire "... o per meglio dire a chiedermi... il perchè sei qui ad attendere me... e non un altro... mi chiedevo perchè io sia così fortunato ad averti con me... so molto poco del tuo passato, amore mio... e vorrei invece conoscerlo, per condividere con te ogni cosa..."
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20-09-2010, 05.08.07 | #1328 |
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Il volto di Morrigan per un istante parve diventare triste, ma fu soltanto un'ombra di trasalimento passeggero.
"Il mio passato?" ripetè "Il mio passato è solo ombra, e quella notte, sotto i rami dei ciliegi, io credo di averti narrato tutto ciò che meritasse di essere mensionato. Per anni gli uomini li ho rifuggiti... una donna che scegliere di vivere in mezzo alla battaglia, di fare un mestiere da uomo, circondata dagli altri uomini, non ho molta scelta... devi diventare come loro, se vuoi ottenere il loro rispetto... cessare di pensare a te come una donna, iniziare a pensare a te come un soldato, come un qualsiasi membro di quella compagnia... non c'era posto per l'amore, non l'avrei mai permesso" Poi, guardandolo, si accorse di una vena di inquietudine che gli attraversava il viso. "Ma se c'è qualcosa, anche una piccola cosa, che possa generare in te dubbio o preoccupazione, io ti prego di dirmelo, perchè voglio che tutto sia limpido e chiaro prima di pronunciare i voti di questa sera!"
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20-09-2010, 05.12.40 | #1329 |
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Mion scosse il capo, come a volersi destare da quei pensieri e sorrise.
"Ti amo..." disse. E la baciò. "Ora andiamo a vedere i nostri anelli..." aggiunse "... quegli anelli che ci legheranno al medesimo destino..." E i due amnti tornarono alla locanda.
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20-09-2010, 05.31.36 | #1330 |
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La veloce carrozza correva nella foresta.
Ben nove neri cavalli sostenevano quella sua poderosa corsa. Da lontano il borgodi Capomagnus già cominciava a prendere forma ed appariva come un vecchuo addormentato tra le verdi colline ancora in fiore. E giunta nel borgo, la corrozza arrestò finalmente la sua indomita corsa. E nella grande piazza tutti i suoi passeggeri scesero a terra. Elisabeth riassaporò l'aria pura di quel luogo, il suo profumo, il suo sapore. Tutta la magia e la millenaria essenza di quelle terre furono avvertite dalla maga. Ed in quel momento sentì una richiamo. Un richiamo che la spingeva a giungere dove la campagna era prossima a cedere il passo alla boscaglia. "Eccola, si avvicina!" Disse Puck Fellow ad Empi. "E' quella donna particolare, quella maga... si, insomma... Elisabeth!" E prima che Elisabeth li raggiungesse, Puck Fellow chiese ad Empi: "Dimmi, ti è passata finalmente la voglia di interferire nelle vicende degli umani? Sono creature molto suscettibili e facili all'ira. Inoltre sono egoisti ed amano troppo la guerra per i miei gusti!" Si grattò la barba e continuò: "E poi sono davvero tonti! Spesso l'amore gli cammina accanto, ma loro riescono sempre a non accorgersene! Sono davvero una raza inferiore! Bah, fortuna che ora non devo più badare alle tue azioni avventate" concluse con tono serio "e posso finalmente trascorrere le mie giornata a riposare!"
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