20-06-2018, 02.19.51 | #1331 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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I frati li lasciarono soli.
Cales sorrise a Dacey. “Perdonarti...” disse “... perdonarti? Ma se ti devo la vita... se sono vivo è solo grazie a te, Dacey...” guardandola e porgendole la mano “... magari ora sarò un po' meno affascinante così...” indicandole il braccio mozzato.
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20-06-2018, 02.22.31 | #1332 |
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Il Frate e la suora lasciarono sola Gwen, in modo che potesse riposare e riflettere.
Riflettere che nulla era davvero perduto, che una vita insieme per loro poteva ricominciare. Poteva si, se solo il loro amore fosse stato abbastanza forte da superare quegli ostacoli.
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20-06-2018, 02.28.23 | #1333 |
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Rimasi sola e tanti pensieri confusi si accatastarono nella mia mente.
Non riuscivo a pensare come avrei voluto, tutto nella mia testa era appannato, offuscato ed assonnato, come me. Pensavo, speravo che lui mi volesse di nuovo, che mi cercasse di nuovo, anche se non ricordava il mio nome, anche se non ricordava il mio viso. Anche così come ero ora. Perché io lo avrei fatto. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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20-06-2018, 02.28.36 | #1334 |
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“ Ho avuto così paura di perderti, quando hai perso coscienza e tutto quel sangue...
Ho pensato che non avrei avuto modo di dirti delle cose, chiederti delle cose e che ti avrei più visto... Ho pensato a quello che abbiamo avuto un biblioteca, a ciò che ha significato per me, ho pensato che non potevo fingere ancora con me stessa e... La verità è che, lo so sarebbe più una cosa dell’uomo ma... avrei qualcosa da chiederti, e prima che tu lo chieda, sono assolutamente sicura di volertelo chiedere, ora.” Guardai il suo braccio, o meglio il vuoto che ora c’era al posto dell’arto. “ Cioè che mi piace di te sta qui...” E gli sfiorai la testa, a indicare la sua conoscenza e intelligenza. “ E qui...” Poggiando una mano sul suo cuore. “ Non in un braccio. Quindi... “ Facendo un respiro, occhi socchiusi per trovare il coraggio. “ Vorresti sposarmi Cales?” Ci avevo pensato e sapevo di volere un legame con lui, ufficiale, volevo poter dire di essere la sua donna, sua moglie, volevo poter vivere con lui senza nascondermi. “ Perché... se non lo avessi capito, io ti amo, ti amo e neanche sono capace di farti capire quanto.”
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20-06-2018, 02.34.49 | #1335 |
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“Dacey...” disse Cales guardandola negli occhi “... oh, Dacey... vorrei essere un poeta, un artista per mostrarti cosa ho nel cuore in questo momento... Dacey... io... ti amo... ti amo da impazzire... ti ho amata prima ancora di dirlo a me stesso... probabilmente ti ho amata sin dal mio arrivo qui...” l'abbracciò e la baciò.
Un bacio che riunì non solo le loro labbra ed i loro corpi, ma anche il loro presente e soprattutto il loro futuro. Un bacio che però non servì per riunire anche i loro cuori, visto che erano già da tempo una sola cosa. Un bacio simile ad una promessa d'amore. Un bacio come un fiore da sfogliare e leggervi dentro, fra i petali, un'intera vita che attendeva solo loro per essere vissuta fino in fondo.
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20-06-2018, 02.36.13 | #1336 |
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Spalancai gli occhi, quasi volessi capire meglio che cosa fosse quell'essere immondo che avevo visto.
Non era un demone. Non era nemmeno un fantasma. Non un mostro mitologico. Era vero, reale, tangibile, davanti a noi. Un essere mortale vero e proprio che sembrava tossire, stare male, agonizzare. Un essere che non poteva appartenere a questo mondo. Un essere che doveva venire da un altro mondo, dove ci si poteva rendere invisibili, dove esistevano armi a noi sconosciute, dove esistevano creature così raccapriccianti. Eppure... un mondo in cui esisteva la morte. Quello non era una chimera, una medusa, il mostro marino di Andromeda. Non era nemmeno il demone che cercava Guisgard, venuto dall'aldilà per punirci dei nostri peccati. No, era qualcos'altro. E se fosse venuto dalle stelle? Quelle stelle che scandivano i suoi attacchi? Un mostro piombato dal cielo, proveniente da un mondo diverso dal nostro, un mondo che conosceva armi migliori, eppure che cacciava al nostro stesso modo, e nello stesso modo si moriva. Quel liquido verde sembrava sangue, e i suoi suoni così assurdi e incredibili sembravano una lenta agonia. Ma cosa lo stava uccidendo? Le nostre pallottole che non avevano scalfito la sua armatura? Qualcos'altro? Non lo sapevo, ma non mi importava al momento. Guardai la bestia scivolare e liquefarsi in quel liquido. No, non si moriva nello stesso modo. Ma si moriva. Allora uscii dal mio nascondiglio e raggiunsi Guisgard, senza dire nulla. Poi mi voltai ancora una volta verso la bestia, incapace di dire alcunché. "Possibile che sia davvero finita, Guisgard?" sussurrai, alzando gli occhi a cercare conforto nei suoi.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì! |
20-06-2018, 02.41.34 | #1337 |
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Passò un'ora, forse due, con Gwen che non cessava di tormentarsi con quei pensieri, con quelle paure.
Ad un tratto la porta si aprì ed entrò la suora. Non era sola. C'era qualcuno con lei. Era Elv, con la parte destra del volto coperta da bende. “Anche lei come voi” disse la suora ad Elv “è stata assalita dalla bestia. Vi lascio da soli.” Ed uscì. Lui restò a fissare la ragazza, guardando poi il suo braccio. “Mi spiace per il vostro braccio...” mormorò.
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20-06-2018, 02.44.28 | #1338 |
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Guisgard si alzò a fatica dal fango, appoggiandosi ad un tronco.
“Si...” disse a Destresya “... è finita... qualunque cosa fosse non potrà più nuocere...” fissando il corpo della creatura che si scioglieva nell'acqua fangosa “... non so cosa l'abbia ucciso... ma di certo nessuno saprà mai la verità... nessuno ci crederà mai...” mormorò alla ragazza.
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20-06-2018, 02.46.26 | #1339 |
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Sorridevo nel sentirlo parlare, sapendo che stava tentando di spiegare il suo sentimento così come ci avevo provato io e sapere che era impossibile esprimerlo appieno a parole dava la dimensione di quanto il nostro amarci fosse intenso, fuori dalle solite convenzioni.
Mi lasciai andare al bacio, stendendomi accanto a lui sul letto, stringendolo a me con forza, volendo quell’abbraccio che ci univa finalmente. Quello, lo stringerci e il baciarci, era la vera risposta alla mia domanda. Era una promessa. Una conferma. Una vista sul futuro. Il nostro futuro insieme. Avevamo affrontato tanto, misteri, nostri, pericoli, e questo ci rendeva un grado di guardare all’avvenire sapendo che insieme eravamo capaci di superare ogni avversità. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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20-06-2018, 02.50.01 | #1340 |
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Rimasi sola.
Sola. Poi la porta si aprì, avevo meno sonno ora, c'era la suora. E lei non era sola. C'era Elv. Istintivamente cercai di sollevarmi, ma poi dovetti usare solo un braccio, facendo il doppio dello sforzo. Alle parole prima di lei e dopo di lui, quando quella uscì, cercai di parlare. Ma riuscii solo a piangere. Ancora. In silenzio. Parte del suo viso era coperta, ma non era quello a spaventarmi. Il peso della sua condizione, temporanea o permanente, mi piombò addosso senza clemenza e non riuscii a fare altro. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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