30-03-2012, 18.43.58 | #1351 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard fissò Talia e il suo sguardo, per un momento, si fece cupo.
“Io…” mormorò “… io ricordo il tuo sguardo davanti al palazzo del Visconte… non lo dimenticherò mai…” prese le mani di lei “… non so… ti ho sentita lontana quel giorno… e non voglio che accada più… non c’è nulla che tu non possa avere a questo mondo… e voglio essere io a dartelo… solo io, Talia…” strinse tanto le sue mani, che Talia avvertì quasi il pulsare del suo cuore “… quanto a quello che è accaduto poi… tu non hai nessuna colpa… e non sei vanitosa…” e accennò un lieve sorriso, simile ad un raggio di Sole che filtra nel cielo grigio. I due finti pastori entrarono nella fabbrica e subito una pioggia di colori, resa dorata dal Sole mattutino che li precedeva, cominciò a luccicare e a scintillare attorno a Chymela. Dalle mille e più tonalità della seta, del velluto, della ciniglia iniziarono allora a vibrare, prima riflessi e bagliori, poi giochi di luci e ombre sempre più complessi, fino a prendere forme e fattezze di un mondo fatato. Una corte fatta di colori, profumi e sapori lontani e sconosciuti alla giovane principessa di Sygma. E da questa corte si prostravano per omaggiarla figure altere e austere, tipiche del mondo nordico, poi calde e sognanti, come quelle che animano i porti a Sud del Mediterraneo. E poi ancora giocolieri e musici, bardi e illusionisti, uccelli dall’esotico piumaggio e scimmie ammaestrate al saluto e all’inchino. Come se lo splendore e la ricchezza di Capomazda, i popoli suoi vassalli e le meraviglie accorse da ogni dove per deliziare gli Arciduchi e le loro Granduchesse si aprissero in cerchio attorno a Chymela. “Salute a voi.” Disse Andros. Tutti gli operai e le operaie fissarono i due giovani abbigliati come pastori. “Ho saputo” continuò lui “che da voi è prodotta la migliore arte tessile del mondo Cristiano.” “Si, è vero.” Rispose il sarto, fingendo di non conoscere i due pastori. “In che modo posso esservi d’aiuto?” “Ecco...” rispose Andros “... io e mia moglie siamo due umili pastori... ci siamo conosciuti alle pendici di questi colli e ogni mattina lasciavamo le nostre greggi mischiarsi e pascolare sui campi... fino a quando anche i nostri due cuori e le nostre anime hanno fatto lo stesso...” Le donne ai telai sorrisero. “E ora” aggiunse lui “vorrei, almeno per un giorno, che mia moglie si sentisse una principessa... se la nobiltà dipendesse non dal sangue o dalla ricchezza, ma dalla bellezza e dalla virtù, allora lei sarebbe un’imperatrice... voglio un vestito degno di lei...” “Veramente, i nostri lavori sono pregiati e costosi…” stando al gioco il sarto. “Questo, a parte il cuore di mia moglie, è la mia unica ricchezza…” mostrando a tutti loro un Taddeo d’oro “... e pagherò con questo...” “Ma con quello” fingendosi sorpreso il sarto “potreste comprare tante di quelle pecore da avere una vita senza stenti!” “Per donare un solo giorno di felicità a mia moglie” sorridendo il falso pastore “o per vedere anche solo per un momento il suo bellissimo sorriso, lavorerei come l’ultimo degli schiavi per il resto della mia vita... e so che per legge nessuno può rifiutare una moneta recante il volto dell’Arciduca…” e la lanciò davanti al sarto. La moneta roteò nell’aria, cominciando a liberare scintille dorate che mutarono in un bagliore sempre più grande, fino ad avvolgere ogni cosa. E quando il Taddeo d’oro toccò il tavolo del sarto, per magia, dal suo tintinnio, tutto si accese. Guisgard e Talia furono destati dal rumore dei telai, dei fusi e degli argani che, improvvisamente, cominciarono tutti a funzionare. Come per incanto la fabbrica aveva ripreso a vivere.
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30-03-2012, 18.53.52 | #1352 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il Diacono fissò Parsifal.
“Loro hanno già deciso…” mormorò “… si sono radunati qui per la Benedizione… poi partiranno alla volta di Tylesia… e allora la sorte di quella città sarà segnata… che Dio abbia pietà dei suoi abitanti!” In quel momento suonarono le campane della chiesa. “E’ ora…” mormorò la donna “… devo andare… non posso attardarmi… tornerò qui il Giovedì Santo…” Il diacono annuì e la donna svanì tra il chiaroscuro che dominava la navata.
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30-03-2012, 19.00.10 | #1353 |
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Rimasi impietrito da quelle parole..... le campane suonarono.... l'ora era giunta.... ma in cuor mio vi era ancora speranza.
Non posso rimanere chiuso in questo mondo reale o illusorio..... dovevo svegliarmi. Uscì dalla chiesetta e mi diressi al punto in cui mi ero ritrovato dopo "la punizione" di mio padre...... "Non tutto è perduto..... la speranza deve ritrovarsi e la tregua deve tornare....." Fissaì il mio amuleto e lo strinsi in petto.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
30-03-2012, 19.04.31 | #1354 |
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Guardai Tieste e dentro di me dissi vinceremo noi assicurato ora vedrai la faccia di quel babbeo appena il falco parlerà e sorrisi guardando Tieste il locandiere e il falco poi rivolgendomi al falco dissi dai forza fagli sentire qualcosa di carino e aspettai
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fabrizio |
30-03-2012, 19.11.00 | #1355 |
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Fyellon ascoltò Altea e annuì.
“Avete voglia di vedere quella città?” Domandò alla ragazza. “Se volete, io vi ci porterò…” Avvicinatasi poi all’uomo, l’artista sorrise ad Altea. “Su questo bassorilievo” disse “trovano spazio gli innamorati, coloro che amano… voi siete innamorati di qualcuno, amici miei?” “Immagino solo chi sia capace di amare tanto” fissando l’opera Fyellon “abbia il privilegio di comparire, vero?” “Non si ama poco o molto…” fece l’uomo “… o si ama, oppure no…” “E i grandi amori, allora?” Domandò Fyellon. “Quelli dipendono dai loro protagonisti…” continuando a scolpire l’uomo “… vi sono uomini e donne capaci di amare come nessun altro… non è la quantità del sentimento, ma la qualità… Lancillotto, per esempio, non ama più di un qualsiasi altro uomo, ma ama in maniera speciale… per questo il suo amore per Ginevra è tanto straordinario…”
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30-03-2012, 19.17.29 | #1356 |
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Cavaliere25 e Tieste fissavano il falco, in attesa di una sua parola.
Il locandiere, invece, guardava i due con fare scettico. “Allora?” Seccato. “Sto aspettando che questo falco parli…” “Su, Alberico…” parlando al falco Tieste “…di qualcosa… su, bello…” Ma il falco lo fissava restando in silenzio.
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30-03-2012, 19.19.05 | #1357 |
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ma perchè fai cosi ci fai perdere un pasto caldo e una stanza dissi guardando iol falco dai almeno saluta questo signore
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fabrizio |
30-03-2012, 19.20.28 | #1358 | |
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Citazione:
Ma fu solo un attimo... poi sentii la terra venirmi meno sotto i piedi e la testa iniziò a girare forte, in quella ormai consueta sensazione... Vidi quella fabbrica... ma in un altro tempo. Era gremita di persone al lavoro che, al nostro ingresso, si voltarono a guardarci. Andros mi cingeva la vita con un braccio... mi voltai a guardarlo... non indossava più il ricco abito da ambasciatore, ma uno più semplice di una stoffa chiara e ruvida... Ascoltai la sua conversazione con l’uomo della fabbrica e seguii con gli occhi la moneta volteggiare in aria e finire sul tavolo... Il rumore meccanico delle macchine a lavoro mi portò via da quella visione... facendomi sussultare violentemente. Trattenni il respiro, voltando d’istinto la testa per guardarmi intorno... ma non potevo... mi aggrappai dunque a Guisgard, stringendo la camicia sulle sue spalle... “Ho avuto un’altra visione...” sussurrai, incerta su cosa stesse in quel momento pensando “Ho visto Andros... qui! ...Dimmi che cosa sta succedendo!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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30-03-2012, 20.09.44 | #1359 |
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Guisgard restò turbato da quelle parole di Talia.
Infatti il volto della ragazza sbiancò e i suoi occhi apparivano inquieti. Tutto attorno a loro aveva preso a funzionare, come se quella fabbrica fosse attiva e operante. Ma l’iniziale sgomento di Guisgard per quella scena, fu subito assorbito da ciò che stava provando Talia. “Questo posto…” mormorò “… è questo posto… e tu sei in balia di tutto questo… ti porto fuori, torniamo al palazzo…” Ma le mani di lei stringevano con forza la sua camicia. Lei era davvero presa da ciò che stava accadendo in quella fabbrica. Totalmente. “Tutto…” guardandosi intorno lui “… tutto ha preso a funzionare improvvisamente… forse c’è qualcuno… c’è nessuno?” Gridò il cavaliere. “Cosa sta succedendo?” “Meglio non addentrarsi nelle cantine…” mormorò Guisgard. “Dobbiamo farlo adesso...” fece Talia “... ora che c’è ancora luce... tra un po’ sarà buio pesto...” “E se qui sotto c’è la tana di qualche animale selvatico?” “A te non hanno mai spaventato gli animali selvatici...” fissandolo con malizia Talia “... forse hai paura d’altro...” “Smettila…” avvicinandosi a lei lui “... io non ho paura di nulla...” “Guarda che è normale avere paura di qualcosa, sai?” “Si, forse…” minimizzando lui “... ma qui dentro non c’è nulla che mi spaventi...” “Allora?” “Allora cosa?” Fissandola lui. “Vieni con me oppure no?” “Dove?” “Nelle cantine…” rispose lei “... mi lasci andare da sola?” “Andiamo...” fece lui. “Ho idea che questa villa non ti piaccia molto…” scendendo le scale Talia. “Infatti, non ci vivrei neanche da fantasma...” “A me invece piace…” attenta ai gradini lei “... adoro queste vecchie case diroccate…” “Questa la butteri giù...” Ad un tratto si udì un rumore e poi un’ombra attraversò, rapida, gli ultimi gradini davanti a loro. “Accidenti…” fermandosi Guisgard “... cos’era?” “Un topo, credo…” “Un topo!” Con rabbia lui. “Detesto i topi!” “Preferivi un fantasma?” “Si, magari di una bella dama!” Sorridendo lui e facendole l’occhiolino. “Che scemo!” Voltandosi verso le scale lei. “Bruna o magari bionda...” fece lui “... vestita solo di stracci... tutta sola e triste… pronta ad essere consolata…” Rise e cominciò a canticchiare: “Bella dama bionda o bruna, bionda o bruna. bionda o bruna, da baciare sotto la Luna, sotto la Luna, sotto la Luna…” “Perché non te ne torni al Casale?” Fissandolo lei. “Qui non ci sono dame vestite di stracci!” “Vuoi che vada via?” Sorridendo lui. “Non hai paura a restare sola qui?” “Paura?” Con indifferenza lei. “Paura di cosa? Qui non ci sono fantasmi.” “Come vuoi…” fermandosi lui e appoggiandosi al muro “… ma sappi che in paese si dice di un pazzo… un maniaco... che ama rapire fanciulle sole e indifese...” “Ti odio!” Voltandosi verso di lui lei. “Ti vedo nervosa, mia cara…” ridendo lui “... vuoi chiedermi di restare forse? E cosa mi dai in cambio se resto?” “Magari eviterò di prenderti a schiaffi come vorrei fare adesso!” Contrariata lei. Ad un tratto si udì un rumore e poi scricchiolare. Provenivano dal piano di sopra. “Mondo illuso...” fissando il soffitto Guisgard “... hai sentito? Proveniva dal piano di sopra... eppure questa villa è deserta...” “Forse è la dama vestita di stracci…” sorridendo Talia “... forse vuole essere consolata… chissà se è bruna o bionda... non vai a vedere, Guisgard?” E rise. Quel ricordo balenò in fretta nella mente di Guisgard. I telai e tutto il resto continuavano a funzionare intorno a loro. Poi, all’improvviso, qualcuno apparve sulla porta della fabbrica.
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30-03-2012, 20.18.54 | #1360 |
Cittadino di Camelot
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Avrei davvero voluto non cacciarmi in quella situazione... Sperando che quella misteriosa voce continuasse a suggerirmi cosa fare, dissi: "Certo... ci vorrà poco a raccogliere le erbe..."
Mi chinai e raccolsi una decina di ciuffi di ortiche e li porsi ad Avid con molta attenzione. "le ortiche vanno bollite, altrimenti sono altamente irritanti" gli dissi "poi schiacciate i petali ed uniteli alle ortiche nell'acqua bollente. Mescolate il tutto ed eliminate la maggior parte dell'acqua, poi posatelo sulla fronte. E..." sussurrai "se tutto ciò non dovesse bastare, mettetegli al collo questa" mi tolsi una collana con inciso un triskel "ha un grande potere, apparteneva a mia nonna... è la cosa più importante che ho..." Gliela misi tra le mani.
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