22-09-2010, 03.14.33 | #1371 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il cocchiere si diresse verso il centro del borgo.
E mentre attraversava quelle strade la gente applaudiva ed augurava gioia e felicità alla sposa. Giunsero così davanti alla chiesa di San Michele. Padre Alwig era sulla porta e fece cenno alla sposa di seguirlo. Lì vi era anche Talia. Il chierico fece entrare le due ragazze, che trovarono all'interno i loro sposi ad attenderle. Chi scrive potrebbe raccontarvi della cerimonia, delle promesse fatte davanti a Dio, dei meravigliosi anelli che Guisgard e Mion misero al dito delle loro amate e dei baci che sancirono quelle unioni. Ma invece il vostro cantore vi parlerà di Amore. Immaginatelo come appare a me adesso. In fondo alla navata, appartato e seminascosto dalla sollenità delle cerimonie e dalla sacralità del momento. Lui, che è l'artefice di tutto. Colui al quale l'Altissimo ha affidato la felicità dei suoi figli. Lui, mio e vostro amico e protettore, stava lì, lontano da tutti, fissando la sua ennesima straordinaria impresa. E quando i "si" furono pronunciati e Dio ebbe benedetto gli sposi, messer Amore, sorridendo compiaciuto, andò via. Dove? A me piace credere che abbia raggiunto la sua Psiche e le abbia raccontato di quest'altra sua meraviglia.
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22-09-2010, 04.50.01 | #1372 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La campane della chiesa di San Michele suonarono a festa e tutto Capomagnus accorse in massa a quel lieto evento.
Non uno, ma ben due matrimoni furono celebrati. E fu Padre Alwig, legato dall'antica promessa fatta alla madre di Talia, a consacrare quelle funzioni. In tutto il borgo la gente cantava e rideva, come non avveniva da tempo ed ovunque c'erano giochi e divertimenti. A casa degli zii di Guisgard fu imbandita una grande tavola per tutti gli invitati. E leccornie di tutti i tipi furono servite. Guisgard ad un certo punto si alzò in piedi e prese la parola. "Amici, siete le persone a me più care e sono lieto di avervi con me in questo giorno. Una volta un poeta scrisse che nella propria vita un uomo alla fine ricorderà solo pochissimi giorni di vera felicità. Beh, miei calorosi compagni, io posso già smentire i suoi versi... ho conosciuto questa meravigliosa creatura" aggiunse prendendo la mano di Talia "da qualche mese ed anche nelle difficoltà, ogni giorno trascorso con lei è stato per me intriso di felicità. Quella vera. Allora, amici miei devoti, vi invito tutti a brindare affinché il Signore Iddio, che ci Ha protetti in questa nostra avventura, possa donarci tanti altri giorni sereni, nei quali già so, accanto alla mia amata, madonna Felicità mi visiterà in ogni istante. A noi tutti!" Tutti allora risposero con gioia a quel brindisi. "Ne faccio uno anche io, amici miei!" Si alzò poi Mion. "Brindo con voi a alla stoltezza che dimostrò una volta un maniscalco, che per vendermi una spada affermò che solo con essa si potevano conquistare terre e città! Ebbene si sbagliava, perchè mi è bastato il cuore per conquistare tutto il mondo!" E baciò Morrigan. "Hurrà! Hurrà!" Gridarono tutti. E in quel momento, nel cortile, giunse un menestrello. "Canta, mio buon amico!" Gli gridò lo zio di Guisgard. Ed il menestrello cominciò: "La fuga giunge così al termine, devoti amici miei, tra avventure, chiese e templi di antichi e forti dei! Tutti hanno con vigore ed audacia qui partecipato, tra fate, maghe, dame e qualche eroe innamotato! Con sospiri, gioia, feste e canti termina questa storia, che oltre armi e magia, ha mostrato di Amor la gloria! Se il final vi sembra assai bello è perchè esso è sincero! Noi abbiam cantato le meraviglie dell'amore, quello vero!" Il menestrello concluse e si inchinò agli sposi. "Bravo, mio poetico cantore!" Disse raggiante Guisgard. "Ma vieni e siediti al mio posto che ti sei meritato un piatto caldo!" "E voi, mio nobile signore?" Chiese il menestrello. "Io sono atteso altrove, amici miei!" Rispose alzandosi e portandosi Talia via con sè. "Con licenza amici miei, è stagione di vendemmia... ed io e la mia signora andremo a... vedere l'uva maturare!" E i due sposi salutarono tutti loro, prima di sparire nella verdeggiante boscaglia, mentre dalla tavola si alzò un altro brindisi a quella meravigliosa festa.
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22-09-2010, 20.34.51 | #1373 |
Cittadino di Camelot
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Avevamo lasciato la festa, avevamo attraversato il paese e poi il bosco ed ora correvamo su per il crinale della collina...
Mi fermai soltanto quando giunsi in alto, nel punto dal quale si poteva scorgere tutta la vallata ed il paese, allora allargai le braccia e lasciai che il vento mi scivolasse addosso... era una sensazione bellissima. “Ho sognato tanto questa collina...” dissi poi, sedendomi sull’erba e tirando la sua mano perché si sedesse vicino a me “Da quando mi hai lasciata all’abbazia finché non ti ho ritrovato in Normandia, non riuscivo a pensare ad altro che a questa collina... a te su questa collina!” Mi inclinai appena e poggiai la testa sulla sua spalla. “Sai... è su questa collina che ho capito che ti amavo. Forse era così già da tempo ma è stato qui che, per la prima volta, quel pensiero mi ha attraversato la mente!” sorrisi, vagamente divertita “Su una collina della Cornovaglia! Strano come accadono le cose, non trovi? Pensa, se io non fossi fuggita da Carcassonne... o se tu non ti fossi trovato a Camelot... o se non fossi stato ingiustamente accusato e quindi costretto a scappare...” Sospirai e mi lasciai scivolare a terra, rimanendo lì distesa a guardare il cielo: “Abbiamo tanto viaggiato e tante cose sono successe..." Un flash mi attraversò la mente all’improvviso, qualcosa di indefinito, un ricordo lontanissimo che aveva la voce ed il profumo di mia madre... sorrisi: “Tous les climats sont pareilles pour l’amour!” mormorai.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
22-09-2010, 21.12.27 | #1374 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard respirò forte e chiuse gli occhi.
Il profumo dei capelli di Talia, che liberi gli accarezzavano il collo, il suono della sua voce, il calore della sua mano ed i battiti che udiva avendola vicina, davano al cavaliere una gioia mai provata prima. "Guarda il tramonto, amore mio..." disse "... il crepuscolo sta per giungere e ci ritrova insieme... ricordo quando fuggimmo da Camelot... lo stesso crepuscolo che sembrava voleci proteggere ora pare benedirci..." La fissò negli occhi ed aggiunse: "E già quella lontana sera a Camelot, dove tutto ebbe inizio, io sognai di baciarti... e come ora..." Ed un tenero e sospirato bacio unì i due amanti. Racconto cavalleresco, storia d'arme o favola d'amore? Come giudicate questa nostra avventura? Il sommo poeta scrisse che una storia è tragedia se inizia bene e termina nel dramma. E' invece commedia se comincia male ma termina nella gioia. Allora poichè nessuno provò mai felicità e gioia piu' grandi dei nostri amanti, definiremo questo nostro racconto "una commedia d'amore e cavalleria". E così si congeda da voi il suo ultimo cantore. Grazie a chi ha giocato, a chi ha letto e chi ha sognato con noi. FINE
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